Era una tranquilla serata in casa Brief.
Vegeta era steso sul divano, una coperta addosso e il televisore acceso, mentre Bulma ultimava le faccende domestiche.
“Ehi Bulma! Dov’è Trunks?” chiese, spegnendo il televisore e alzandosi dal divano.
“E’ uscito con Goten, credo!” rispose la moglie dalla cucina “Tesoro, per favore, potresti mettere a letto Bra? E’ stanca morta…”
Vegeta sbuffò: con la coda dell’occhio notò una figura sulla poltroncina alla sua sinistra.
“Papi… andiamo in cameretta?” la bimba saltò giù e prese per mano suo padre.
Quello sbuffò di nuovo: “Ma tu guarda cosa mi tocca fare…” pensò, ma si limitò a rispondere alla figlioletta “Andiamo!”
La bimba lo tirò verso la sua camera e appena entrata si gettò a peso morto sul letto.
“Infilati sotto le coperte” sbraitò Vegeta mentre la bimba ridacchiava e si infilava sotto le lenzuola.
Lui la guardò, le mani sui fianchi: “Be’ buonanotte!” sbottò, poi uscì dalla camera.
“Ma… papà!!” urlò la bambina “Non andare via!”
Vegeta sbuffò: “E perché dovrei rimanere? Dormi, avanti!” le disse, tornando sull’uscio della porta.
Ma Bra scosse la testa: “No! Prima voglio che tu mi legga una favola!”
“CHE ROBA E’ QUESTA FAVOLA? ASCOLTAMI BENE, SIGNORINA, IO TI ORDINO DI CHIUDERE GLI OCCHI E DI…”
“VEGETA, LEGGI UNA FAVOLA ALLA BAMBINA!” la voce di Bulma arrivò chiara dalla cucina.
“Quella donna è insopportabile” borbottò tra sè e sè: “Be’ e va bene!” rispose poi alla figlia “Cosa dovrei leggerti?”
“Scegli un libro tra quelli sul primo scaffale!” rispose la bimba, battendo le manine felice.
Vegeta si diresse verso il primo scaffale: Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, La Bella e la Bestia, Pocahontas, La Sirenetta, La bella addormentata nel bosco…
“Ma questa è roba da pappemolli!” sbraitò “Te la racconterò io una storia, d’accordo?!”
La bimba si limitò ad annuire.
“Allora, c’era una volta il pianeta Vegeta! E su questo pianeta vivevano tutti i Saiyan, me compreso. E ci abitava anche quel dannato Kakaroth. Poi però Kakaroth venne spedito sulla Terra per conquistarla, ma da bamboccio qual è non ha fatto nulla, anzi, è diventato un terrestre a tutti gli effetti!” prese un respiro “E io invece ero su quel pianeta, a combattere, sempre agli ordini di Frezeer! Sempre in bilico tra vita e morte! E poi conobbi Kakaroth e lui diventò Super Saiyan di primo livello! E allora io decisi che ce l’avrei fatta anche io, e così fu! Ma proprio quando io diventai Super Saiyan di primo livello, lui raggiunse il secondo livello! Così anche io decisi di allenarmi e raggiungere il secondo livello… e allora lui cosa ha fatto?! HA RAGGIUNTO IL TERZO LIVELLO! E IO INVECE NON CI RIESCO, DANNAZIONE! MALEDETTO KAKAROTH, PERCHE’ TU SI E IO NO?! IO SONO IL PRINCIPE DEI SAIYAN E TU UN SEMPLICE INFIMO SUBORDINATO, PERCHE’ ALLORA TU DEVI FARCELA E IO NO!? MALEDETTO!!”
“VEGETA FINISCILA DI PARLARE A BRA DI GOKU!”
“TACI DONNA! TU NON PUOI CAPIRE COSA SI PROVA!”
“Vegeta!” la donna era arrivata in camera della bambina “Lascia che racconti io una favola alla bambina!”
“Cosa vuoi che le racconti, donna? Di “Biankakaroth e i sette nani”? O di “Kakaroth e la bestia”? O forse "Kakaroth addormentato nel bosco"!? Avanti!”
“Vegeta tu sei fuori di testa!” lo sgridò Bulma, un’espressione a metà tra il divertito e l’irritato “Lascia fare a me, tu va’ a letto!”
Vegeta uscì dalla stanza, continuando a borbottare: “Dannato Kakaroth” o “Super Saiyan un corno!”
“Mamma…” fece Bra con tono incerto “Ma perché papà si arrabbia così tanto ogni volta che parla di Goku?”
Bulma le sorrise, rimboccandole le coperte: “Tesoro, tuo padre soffre di un complesso di inferiorità, diciamo pure così!”.
Bra rise: “Non so cosa significhi, ma va bene… sai mamma, papà è molto buffo quando si arrabbia!”
“Oh sì, tesoro, tuo padre è sempre stato molto buffo!” Bulma le accarezzò i capelli “Ora, vuoi che ti legga una favoletta?”
“No mamma, tranquilla! Mi basta quella di papà!” la bimba strizzò un occhio alla madre che rise divertita.
“Buonanotte piccola Bra!” le diede un bacio sulle fronte.
“Buonanotte mamma… dì a papà che gli voglio bene!”
Bulma uscì dalla cameretta, lasciando la porta socchiusa.
“Che tipo il mio papà!” si disse la bimba “E’ davvero il babbo più buffo che ci sia!”.