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Autore: Ofelia20    10/03/2013    0 recensioni
La vita di Valerie è stata scossa da un terromoto di emozioni dolorose a soli otto anni. Fino a quel fatidico giorno, in cui la morte le portò via la sua adorata madre, aveva vissuto in una piccola casa a pochi passi dall'ocena, abituata a sentire perennemente la sabbia tra le dita dei piedi, ad indossare vestiti cuciti alla meglio dalla donna che l'aveva messa al mondo e a passare le notti d'estate sotto una pioggia di stelle riscaldata da un falò e dal dolce canto di sua madre. Ma dopo quel giorno la sua facoltosa zia la prese in custodia strappandola a quel mondo e inchiodandola nel suo. Ormai adulta Valerie sente la mancanza della sua vecchia vita, e a sentire stretto intorno a se lo stile di vita che zia Jenna le aveva costretto a vivere. Tutto cambierà quando finalmente conoscere la sua anima gemella, il suo vero amore, la perfetta meà della sua mela.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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When she was just a girl,
She expected the world,
But it flew away from her reach,
So she ran away in her sleep.

Ti svegli controvoglia costringendo i tuoi occhi ad aprirsi al mondo, avresti voluto che quel giorno non arrivasse mai. Gli occhi verdi si muovono nella stanza, pian piano si abituano alla luce che entra dalla finestra, mentre la tua mano si muove verso l’altra metà del tuo letto che, come al solito, è già vuota. Stringi le lenzuola, sono già fredde, lui deve essere andato via da tempo, troppo tempo perché tu possa ancora sentire il suo calore sulla pelle. Muovi gli occhi verso la sveglia che troneggia sul tuo comodino, mentre la guardi riprende a suonare, come a volerti ricordare che si, quello è il tuo giorno; è arrivato apposta per te e non puoi più scappare, devi solo affrontarlo. Ti ritrovi a pensare a come sarebbe bello se alcune notti non finissero mai e se restassimo eternamente avvolti nel placido oblio del sonno, in quella parte in cui i sogni hanno la meglio sulla nostra realtà e tu puoi finalmente abbandonare te stessa per essere quella che hai sempre sognato.

And dreamed of paradise,
Every time she closed her eyes.

Ma ormai sei troppo grande per pensare che i desideri possano avverarsi, anche se pensi che  in fondo nella tua vita si sono avverati tanti sogni, ma purtroppo nessuno era il tuo. Scosti la coperta, poggi i tuoi piccoli piedi a terra, il pavimento gelato ti provoca qualche brivido ma lo ignori, almeno loro ti fanno sentire ancora viva.

Ti dirigi in cucina stiracchiandoti e concedendoti un profondo e rumoroso sbadiglio prima che qualcuno possa sentirti. Siedi sul tavolo, come sempre vuoto, non puoi vietare alla tua testa di tornare a vent’anni prima, quando a colazione eravate tu la tua mamma e qualunque altra persona avesse il bisogno di unirsi a voi. Ma è inutile ormai ricordare, gli anni passano, e la vita cambia: tua madre ormai non c’è più e neanche la tua vecchia vita c’è più. Ma non te ne lamenti, in fondo sei felice: vivi con tua zia da quando avevi otto anni in una grandissima villa, hai abbandonato il quartiere di periferia in cui vivevi con tua madre in una casa di legno e metallo; ora sei una donna che lavora, che è diventata la segretaria di uno degli avvocati più famosi del paese, e ora stai per sposare un ragazzo bellissimo e benestante, niente che avresti potuto trovare tra le baracche in cui vivevi prima. Senti di essere stata fortunata, eppure c’è sempre qualcosa che continua a mordere la tua anima…

When she was just a girl,
She expected the world,
But it flew away from her reach,
And bullets catch in her teeth.

Prendi una ciotola dalla credenza la riempi di latte e vi getti un ingente quantità di cereali integrali, ancora una volta la mente ti riporta al pane con la marmellata che ti preparava la tua mamma. Ne infili un cucchiaio pieno in bocca, quasi ti costringi a ingoiare quella poltiglia insapore, gli occhi vanno sul tuo anulare sinistro: vedi brillare il tuo anello di fidanzamento di brillanti e ti ricordi che giorno è arrivato. Eppure prima ne eri contenta, e continui incessantemente a chiederti perché ora vorresti non essere mai arrivata lì.

“Valerie sei sveglia? Sbrigati o faremo tardi!” senti la voce nasale di tua zia chiamare il tuo nome accompagnata dal rumore dei suoi piedi perennemente coperti da scarpe con i tacchi. La vedi fare il suo ingresso in cucina, si posiziona davanti a te con le mani sui fianchi, non puoi non notare la sua solita capigliatura perfetta: i lunghi capelli biondi rilegati in un elegante chignon, e il suo corpo ancora perfettamente sodo malgrado l’età stretto in un costoso abito firmato. Ti guarda con i suoi terribili occhi neri con aria di rimprovero, torni ancora una volta a quando eri una bambina, a quando per la prima volta dopo la morte di tua madre ti avevano portato da lei: da zia Jenna Hobbs. Malgrado lei abbia cercato di apparire una zietta amabile, a te aveva sempre dato i brividi. E lo stesso effetto aveva su di te ora che hai ventotto anni.

“Sei ancora in pigiama? Sbrigati, non voglio fare una figuraccia con Zelda” ti urla guardandoti con sufficienza mentre tu senza replicare ti alzi dal tavolo e con il solito sguardo basso ti dirigi in camera tua soffocando ancora una volta te stessa. Apri l’armadio cerchi di scegliere un vestito che possa piacerti, ma non ne trovi neanche uno. I vestiti con cui era solita vestirti tua madre sono spariti dal tuo guardaroba ma sono ancora vivi nella tua memoria, ricordi quando eri un adolescente e in soffitta trovasti quel vecchio scatolone pieno di vecchie cose sue, e dei suoi vestiti. Li indossasti fiera e per la prima volta nella tua vita quando ti guardasti allo specchio ti sembrò di riconoscerti. Poi arrivò lei, tua zia, ad oscurare tutto: ti disse che eri come tua madre, e che quello era sbagliato. Tolse tutti quei vestiti colorati, a fiori e dalle fantasie naive e ti costrinse anche a cambiare colore di capelli. E tutto ti sembrò giusto, lei riuscì a farti credere che cambiare fosse la scelta migliore, e anche adesso, ripensando a quando eri una sedicenne testarda e ti ostinavi a comprare quei vestiti  di nascosto, quasi ti biasimi e pensi che quella vecchia te era sbagliata, ora sei perfetta e poco ti importa se sei infelice. Scegli un vestito a caso tra quelli che hai e ti vesti senza troppa attenzione, esci dalla camera, ma senza la felicità che dovrebbe normalmente provare una ragazza che va a scegliere l’abito da sposa all’atelier di Zelda, una grande stilista. Anzi dentro di te, anche se non vuoi ammetterlo senti di voler fuggire via, sai già che non potrai scegliere neanche il tuo matrimonio.

“Su Valerie fammi un bel sorriso! Tra meno di due mesi sarai sposata con Colin e vivrai felice e contenta con lui a Praga” ti dice Jenna esaltandosi, tu le sorridi, vorresti che fosse un sorriso vero, vorresti tanto essere anche tu così entusiasta per il tuo matrimonio. Ma non lo sei, certo sei follemente innamorata del tuo fidanzato, altrimenti non gli permetteresti di sparire per settimane e di dimenticarti per poi tornar con un mazzo di fiori e perdonarlo. Ma credi che ci sia qualcosa in questo matrimonio di sbagliato, forse il fatto che dovrai andartene dalla tua città, dove sono ancora vivi i tuoi ricordi, dove è ancora viva la tua vecchi Valerie.

Life goes on,
It gets so heavy,
The wheel breaks the butterfly.
Every tear, a waterfall.
In the night, the stormy night,
She closed her eyes.
In the night, the stormy night,
Away she flied.


Infili il cappotto, sei pronta ad andare incontro alla tua vita. Ti costringi a non pensare più al passato, ma di gioire esclusivamente per il presente, perchè anche se in quel momento poteva sembrarti un incubo sarebbe sicuramente passato, e la felicità di quando era una bambina sarebbe tornata. Infondo la vita va avanti e siamo noi a doverci adeguare, cerchi di scollarti via di dosso la malinconia e afferrando la borsa esci di casa e parti in macchina con Jenna alla ricerca del vestito per il matrimonio, sicura che quella sia la scelta giusta da fare, che quella sia l’unica via per la felicità, l’unica via per il paradiso.

And so lying underneath those stormy skies
She'd say, "oh, I know the sun must set to rise"

This could be paradise




 

 

Ho riesumato questa vecchia long, o meglio che avevo deciso di chiamarla all’epoca in cui la scrissi MusicLong-Fic, tra i documenti di Words di ben due anni fa. Rileggendola ho deciso di correggerla e di darle una chance. Ogni capitolo di questa storia sarà accompagnato da una canzone, che mi aiuterà a dire tutto quello che le mie parole non riescono a spiegare. La canzone di questo capitolo è Paradise dei Coldplay, cosa che farà tanto felice una certa LadyPalma che adora questo gruppo. Spero che la storia vi piaccia e che troviate un po’ di tempo per farmi sapere cosa ne pensate.  

   
 
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