Non era la prima volta che il sabato sera Francia lo chiamava per uscire ed era l’ennesima volta che Inghilterra –sempre con molta gentilezza- declinava l’invito
-Ma, chenille, perché ti ostini a voler rimanere in casa? Non lamentarti se poi non hai amici, eh?- il suo tono di voce era infastidito e questo non era una sorpresa: quella rana odiava i due di picche. Soprattutto se i due picche avevano le sopracciglia più grandi del normale
-Ti ho già detto mille volte, stupido vinofilo pervertito, che il sabato sera io ho da fare. E poi, non voglio andare in uno dei tuoi bistrot stucchevoli e sorbirmi il tuo sguardo da maniaco per tutto il tempo. – non gli lasciò neanche il tempo di ribattere che gli sbattè il telefono in faccia senza troppe cerimonie.
La verità di fondo era che Inghilterra aveva un segreto. Un segreto che ogni volta lo affascinava e lo seduceva, ma che si vergognava di rivelare a tutti.
Un segreto con cui aveva appuntamento ogni sabato sera.
Non era mai stato molto bravo ad ammettere, e a rivelare al mondo intero, le sue debolezze e se qualcuno fosse venuto a conoscenza di quel piccolo particolare, sapeva che per lui non ci sarebbe stata più pace
-Tipo, quanto tempo devo ancora aspettare, Anglia?- gli domandò Polonia impaziente, seduto sul divano.
Inghilterra gli sorrise e gli lanciò uno sguardo malizioso; anche il polacco, lo sapeva bene, aspettava ogni sabato con ansia, glielo leggeva negli occhi. Era uno dei momenti più eccitanti della settimana.
Si sedette vicino a lui, accese la televisione
-Oh, maledizione, c’è ancora la pubblicità!- ringhiò fuori di sé, sbattendo il telecomando a terra per la rabbia.
Polonia batté ritmicamente una mano sulla sua spalla e cercò di calmarlo –Non preoccuparti, tipo, Rainbow Dash non scappa mica. –
My Little Pony. Una passione che univa ed entusiasmava entrambi.
 
 
Ok, non chiedetemi perché ho pubblicato una cosa simile. Il mio cervello è una miniera immensa di stupidaggini 0_0
Vabbè, commentate, anche solo per dirmi che “My little pony” in teoria è un cartone per bambini e che io, in teoria, non dovrei guardarlo (Sob)
Cosmopolita