10/03/2013
5 recensioni
“I'm hard to catch.
If they can't catch me they can’t kill me.
So don't count me out."
-Rue
Non era un animo sprezzante del pericolo, senza coscienza di quello che poteva succedere, ma il suo mondo l’aveva costretta a crescere più in fretta del previsto.
Fonte di sostegno per la sua famiglia, Rue rischiava la vita tutti i giorni per portare a casa una mela, solo un piccolo frutto, che poteva significare la sopravvivenza per la sua famiglia, per un giorno in più.
A dodici anni Rue aveva otto nomine.
Non era certo un caso isolato.
Nella sua classe la media era tra cinque e nove tessere per bambino.
Non ci si poteva permettere di vittimizzarsi. Non c’era tempo. Per niente.
Il nome di Rue arrivò alla sua famiglia come la lama sibilante di un coltello.
Dolore puro che sembrava scorrere nelle loro vene al posto del sangue caldo e rassicurante che portava vita.
Un gemito straziante partì dal petto della madre, che si allungò, per trattenerla, per impedirle di andare via.
Ma Rue si era già dileguata, come gli uccelli nei campi che al primo segnale volano via.
E non ritornano mai indietro.
Rue non si piegò, i suoi piedi non esitarono neanche un momento prima di muoversi verso il palco.
Consapevole di essere sfavorita dal suo aspetto fisico, non si poteva permettere di sembrare debole.
Neanche una lacrima sarebbe uscita dai suoi occhi.
Non avrebbe le permesso di offuscare le sue ultime immagini del Distretto.
La preparazione, le interviste, gli allenamenti, la prova con gli strateghi, l’Arena.
Thresh, Katniss.
Tutto scivolato via, come fanno sempre i momenti felici, che tenti di trattenere fra le dita, ma che ti sfuggono, impazienti di scappare.
In questo caso neanche momenti particolarmente felici, semplicemente gli ultimi che avrebbe passato su questo suolo così crudele.
E ora è stesa sull’erba bagnata, le lacrime che Katniss cerca di trattenere che le bagnano il volto.
E’ strano come non avesse mai avuto una vera amica a casa.
Sempre troppo impegnata, lavoro, scuola, sopravvivenza.
E leggendo il dolore negli occhi della ragazza sopra di lei capisce che non avrebbe potuto avere una vera amica con l’ombra dei Giochi sopra di loro.
Sempre con la paura di affezionarsi e di dover lasciare andare.
Era inevitabile legarsi a quella ragazza. Condividono lo stesso destino.
L’hanno condiviso fino a quel momento.
Ma è ora di prendere un sentiero diverso.
Non ha mai pensato a cosa le sarebbe piaciuto provare, prima di addormentarsi per sempre.
Si stupisce da sola quando dalla sua gola esce una semplice parola.
“Canta”
Rue chiude gli occhi.
Come gli uccelli quando Katniss canta si ferma e ascolta.
Fino a quando non è pronta, e sente dentro di sé il desiderio di volare via.
Via dall’Arena dove giace, via dai Distretti.
Vede in lontananza la sua casa, dove la sua famiglia la piange.
Li saluta triste ma speranzosa.
Apre gli occhi e vede un uccello bianco e nero che spicca il volo.
“Sto arrivando” pensa per l’ultima volta.
Prima di volare dove nessuno la potrà più raggiungere.
Everything beautiful
brings her to mind.
I see her in the yellow flowers the
grow in the Meadow by my house.
I see her in the mockingjays
that sing in the trees."
***
E per la serie "Fanfiction deprimenti" presentiamo... Rue
Beh, Rue è uno dei miei personaggi preferiti.
La sua morte è stata scritta, riscritta, in tutte le salse possibili.
Non intendevo raccontarla, solo dare un'interpretazione di come ha vissuto, secondo me.
Senza dilungarsi nei particolari, proprio una piccolissima storia, un tributo al Tributo più dolce.
I commenti sono sempre graditi, positivi o negativi ;)
Fatevi sentire
-White