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Autore: Barbara    26/09/2007    2 recensioni
(ambientato nell'episodio 50 del gensomaden)
L'amore cosa può? La morte cosa termina? La vita? Le sofferenze? Alla fine di un viaggio cosa resta?
-Credi sia morto felice?-
Per ognuno, cosa c'è dopo la morte, che cosa lo aspetta? Cosa ti fa vedere la morte?
-Se ci fosse la possibilità di riportare una persona in vita lo faresti?- Forse tutti viviamo e nasciamo solo per amore

Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Homura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(episodio 50)

(episodio 50)

 

Forse nessuno capirebbe. Forse è meglio così.

 

Che senso ha tornare in un luogo vuoto di ogni significato, dove c’è solo stata la tua presenza, che senso ha averti persa per sempre? Che senso ha morire in questo luogo, in questo mondo?

 

Non lo so cosa ci sia dopo la morte. Non lo so. Gli umani pensano che un essere immortale, un dio, dovrebbe saperlo. Ma come fa un immortale a sapere cosa c’è dopo la morte? E’ come chiedere ad un uomo cosa vuol dire portare in grembo un bambino. No?

Ma se non sei né immortale, quindi non ti importa, né umano, quindi ti importa ma non lo sai, che aspettative può avere? Se sei semi immortale, la morte, che significato ha? Forse solo uno. Smettere di protrarre all’infinito la sofferenza.  

 

Non so cosa ci sia dopo. Forse nessuno lo sa. Magari è un bel posto, un campo di margherite, rose, iris. Allora in quel caso nessuno esiterebbe a darsi la morte. Ma il punto è che fa più paura quello che c’è dopo che non quello che c’è ora. Se la morte fosse come il sonno, chi potrebbe dire quali sogni ci siano? Anzi, quali incubi credo.

Qualcuno dice che darsi la morte, una volta finito il proprio fine, è una cosa giusta. Ma qual è il proprio obbiettivo?

 

Cosa conta ormai questo? Ha importanza se ho cercato io la morte, se ho creato un posto dove morire? Forse il mio sangue che si allontana l’ho cercato solo per capire se fossi vivo.

Strano, riesco quasi a sorridere. Ho voglia di piangere, ma allo stesso tempo voglia di ridere.

 

No, per favore non chiamatemi più. Scusate, probabilmente vi ho solo fatto perdere del gran tempo. Ho allungato il vostro viaggio, spero non sia stata una parentesi molto lunga. In altre occasioni forse probabilmente avrei potuto imparare da voi più di quanto non abbia già appreso. Anche se non so come avrei potuto mettere a frutto i vostri insegnamenti. Qualcuno di voi mi dirà che forse c’è un modo migliore di morire. Purtroppo non l’ho trovato. Anzi, ho coinvolto pure altri. In cinquecento anni non è che abbia imparato molto. Coinvolgo sempre qualcuno, che paga per le mie decisioni. Scusate tutti. Davvero. Forse avrei dovuto pagare la prima volta, per non causare altri danni.

 

 

Già, quando già mi avevano chiesto, gentilmente, di vivere il meno possibile. Ovvero, mi avevano chiesto quando avessi intenzione di morire. Oh, non temete, pensai. Molte presto. Alla fine ho impiegato molto più tempo, a dire il vero. Ora saranno contenti. Ma perlomeno non gli ho dato la soddisfazione di morire nel loro modo, e nel loro mondo.

 

Ho posticipato questo momento per una persona, che, incredibile davvero, ha dovuto anticipare il suo momento per me. Questo non sarebbe mai dovuto succedere.

 

Forse solo in questo momento sto imparando a rinunciare a te. Sto capendo che mi senti anche in questo modo. Sarebbe bello se dopo la morte ci fosse qualcosa. Mi reincarnerò in qualcosa? Spero di camminare per una strada, di scorgerti fra la gente, di ricominciare tutto da capo.

 

O di iniziare da dove avevamo interrotto. La notte scivola via presto. Probabilmente piangerei le lacrime che ho trattenuto quella notte. Me lo domando ancora perché non riuscii a piangere lì. Forse te lo domandasti pure te. L’ultima cosa che mi rimase di te, qualche verità non detta,  la tua vita che stava svanendo, il non volerla abbandonare. Mi hai abbandonato, ci siamo abbandonati. Voglio solo ritrovarti ora, voglio solo che tu mi veda e mi conosca per come sono.

 

 

Questo mondo che ho creato si sta distruggendo, forse era nato per essere rotto. Non volevo solamente che il mondo mi vedesse piangere, qui in questo mio mondo nuovo, che ho rincorso, posso farlo. Ho rincorso il mondo nuovo, ho rincorso la tua mano tesa. Il mondo cade nel buio ma solo ora vedo un po’ di luce.

 

E’ una luce tenue, un po’ verde e azzurra,  sembra un bel posto. Magari è l’oltretomba. Sia quello che sia. Spero solo sia un campo assolato di margherite. Magari è quello il nuovo mondo.

 

 

 

Ok, è da troppo che non scrivo.

Mi spiace, ma sono caduta abbastanza male da una delusione che poteva cambiarmi la vita… cose che capitano.

Piccola oneshot, scritta di getto in un’ora. Il pg spero si capisca chi sia (e basta dargli addosso! Ovviamente no, non è il mio preferito!), ambientazione all’ep.50, mi spiace per chi sperava in una 3x9, ma l’amore ultimamente non è che mi ispiri storie felice ed edificanti.

La colonna sonora (e principale ispiratrice) è “Iris” dei Goo Goo Dolls, canzone che non mi piaceva prima di averne capito il senso  (leggetene il testo perché vale), qualche spunto anche da “Il mondo nuovo” di Neffa, qualche riferimento involontario (uscito senza pensarci nella scrittura) a “Un chimico” del Faber (“Son morto in un esperimento sbagliato proprio come gli idioti che muoion d'amore. E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.”), qualche impronta classicheggiante presa dalle teorie stoiche e qualche richiamo (forse perché mi sta interrogando su quello la mia cara prof di inglese) al celebre atto III scena I dell’Amleto. Che dirè… scusate la brevitas ma mi sta calando una certa tristezza. Prometto che le finisco le altre storie. Bacioni Barbara

 

Il titolo poi…lo sto dando ora finendo il commento. Non centra nulla, mi stavo cantando una canzone del prossimo album dei Subsonica, “La glaciazione”, il cui ritornello dice: questo vuoto esploderà. E visto che volevo inserire forse (semplicemente per lo smodato uso che ne ho fatto qui), è uscita questa cavolata “quando, forse, il vuoto esploderà”. Scusate ma certe idee come ritratto dell’autarchico da giovane mi vengono poche volte. Scusate pure il commento. Non sono brava a scriverne. Voi però commentate, mi fa piacere e vorrei sapere cosa ne pensate.

 

Credits: Homura appartiene alla Minekura o allo Studio Pierrot; le canzoni ciascuna ai rispettivi autori, le teorie stoiciste agli stoici,  la tragedia Amleto a  Shakespeare, la brevitas a Catullo, la mia prof di inglese a se stessa. La frase finale del commento a un tal Durante Alighieri, e quella vita Catone. Il resto della ff alla sottoscritta. La dedica a quella scema che mi legge anche se non sono yaoi.

  
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