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Autore: ChiaraCourage    10/03/2013    1 recensioni
"Non farmi credere che sia stato un errore, Blaine, non rovinare tutto."
"Chi lo sceglie cos'è stato? Io ti amo, e tu ami me. Cos'altro ci serve?"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Rachel, Finn/Rachel, Kurt/Rachel, Rachel/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cercavo di fare il meno rumore possibile, Blaine non si doveva svegliare per nessun motivo. Le scarpe erano sotto il letto e la camicia sulla sedia accanto alla porta. Dovevo muovermi in fretta.
Scesi dal letto il più piano possibile, non sentivo nemmeno il mio respiro. Recuperai le mie cose e iniziai a vestirmi con calma,  piano, senza disturbare nessuno.
E intanto la mia testa era altrove.
Osservavo Blaine che dormiva nella sua solita posizione. Faceva sempre così. Si rannicchiava su se stesso e abbracciava il cuscino. L’avevo già visto un sacco di volte dormire in quella posizione. Era davvero bello mentre sorrideva.
Probabilmente si è accorto di me, mentre lo fissavo, perché  ha iniziato a muoversi e a svegliarsi.
“Già te ne vai?”
“Sono in ritardo, Rachel mi sta aspettando, il treno è tra meno di due ore.”
“Aspetta, ti do una mano.”
Mi aiutò a mettere la camicia  e a cercare la giacca. Era buffo il modo in cui lo faceva, esitava, rispetto alla sera prima.
“Kurt, dovremmo parlare … quello che è successo ieri … Io … “
"Non farmi credere che sia stato un errore, Blaine, non rovinare tutto."
“Chi lo sceglie cos'è stato? Io ti amo, e tu ami me. Cos'altro ci serve?"
“Sto uscendo con Adam adesso. Ho bisogno di allontarmi da tutto questo per un po’. Ho bisogno di cambiare e scoprire qualcosa di nuovo. Sono a New York, sono alla NYADA. Non ho tempo per una relazione a distanza, l’abbiamo visto entrambi come va a finire.”
“E’ stato uno sbaglio e lo sai.”
“E perché dovrei darti la possibilità di rifarlo.
Mi hai distrutto Blaine. E le persone che ami non le distruggi.”
“Rimani qui ancora un po’ …”
Saranno state le sue lacrime a fermarmi, o le sue mani che cercavano di nuovo la mia schiena.
Non doveva finire così. Non dovevo permetterlo.
“Blaine … “
“Kurt, lasciati amare un’ultima volta.”
“E’ questo il punto. Non voglio che sia un’ultima volta. Io voglio qualcuno che mi ami sempre.”
“Ti amerò sempre, qualsiasi cosa accada.”
“Me lo prometti?”
“Fino al giorno della mia morte.”
E in quel momento, dopo le parole della nostra canzone-da-matrimonio, mi lasciai andare tra le sue braccia, ed era tutto quello che desideravo.
Le sue mani le avevo ovunque, e bruciavo come non mi succedeva da tempo.
“Blaine, devo andare.”
“Ti amo Kurt.”
Lo baciai lentamente, sicuro che le parole in quel momento non sarebbero servite a nulla.
 
Rachel mi stava aspettando all’ingresso dell’hotel, valigia pronta e un taxi alle spalle.
“Ma dove sei finito?”
“Perdonami, ti racconterò tutto in macchina.”
 
Arrivati a casa mi lasciai andare sul divano. Ero solo stanco e confuso. Accesi il cellulare e il display si illuminò tre volte.
Avevo dieci messaggi in segreteria: Adam.
Mi morsi il labbro e lasciai il telefono sul tavolo. Non avevo bisogno di lui in quel momento. Non avevo bisogno di niente. Non sentivo niente.
Avevo solo il sapore di Blaine in testa.
Rachel uscì dal bagno e si sedette accanto a me. Aveva l’aria perplessa e  confusa, anche lei.
“Dov’è Brody?”
“Alla NYADA, aveva lezione.”
“E’ da un po’ che non siamo soli.”
“Era il nostro rifugio.”
“Lo è ancora”
“Insieme al tuo fidanzato.”
“Kurt … cosa c’è che non va?”
“Non sto bene Rachel, ti ho mentito. Ho mentito a tutti.
E’ un sacrificio stare qui a New York, sento la mancanza di tutti, mi manca mio padre, mi sento in colpa per lui perché so che dovrei stargli vicino adesso che è malato, mi manca il glee club, mi manca mio fratello, mi manca mia madre e mi manca tantissimo Blaine. E ho sbagliato in hotel Rachel, ho sbagliato.
Io lo amo ancora, ma non devo. Non è così deve andare. Mi sembra di prendere in giro Adam, ma io davvero ho bisogno di andare avanti e di pensare a me stesso. Ma non ci riesco. E’ sempre lì.
Lui è sempre lì.
Perché sempre io? Perché devo stare sempre io male?”
E scoppiai a piangere.
Lo stress di questi mesi, la paura, l’ansia, tutto lo schifo che avevo dentro lo buttai fuori.
Non avevo bisogno d’altro, avevo bisogno della mia migliore amica e basta.
Poggiai la testa tra le sue braccia e respirai a fondo il profumo di mia madre sulla sua pelle.
Era il nostro rifugio, e io avevo lei.
“Andrà tutto bene.”
Anche se forse non era così, in quel momento avevo solo bisogno di sentirmelo dire.
Strinsi un po’ più forte e sentii qualcosa di strano nella sua tasca della felpa.
“Rachel, cos’è questo?”
Le tirai fuori il test di gravidanza dalla tasca.
Il suo volto si fece livido e corse in bagno a vomitare.

Andrà tutto bene.
  
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