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Autore: frency70    11/03/2013    15 recensioni
fare un'introduzione per la storia che vorrei sottoporre al vostro giudizio è un pò complicato, per il semplice fatto che questa volta sono andata un pò fuori dagli schemi. E quando dico "fuori" intendo davvero MOOOOOLTO lontano!! :P
ok, scherzi a parte, si tratta di una specie di viaggio, che il nostro Mr Grey deve intraprendere, suo malgrado, ed in questo contesto, molto particolare, avrà modo di riflettere sulla sua vita e sulle sue scelte.
dal racconto: < Perché sono qui? Ed esattamente che posto è questo? Dov’è mia moglie? >
< Mrs Grey arriverà fra qualche tempo. Ma non si preoccupi, nell’attesa le troverò io qualcosa da fare. >
< Non capisco. Io devo andare in ufficio, anche se non ricordo più di preciso dove si trovi…Ma che cosa mi succede? >
......
ciao
frency70
ps.
grazie a tutti coloro che mi leggono, ed in particolare a martolinadani90 per il suo entusiasmo contagioso! sei un tesoro! ^_____^
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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i sette peccati capitali

I SETTE PECCATI CAPITALI

 

Christian si guardò intorno, disorientato, poi si avvicinò ad uomo, vestito di bianco e con una barba altrettanto bianca che, da lontano, gli aveva fatto un cenno.

< Lei è? >

< Io sono Mr Grey, Christian Grey. >

< Io invece sono Pietro, San Pietro. >

< Quel San Pietro? > chiese Christian sbalordito.

< Sì, proprio lui! Bene, Mr Grey. Ora le dirò come stanno le cose. >

< Perché sono qui? Ed esattamente che posto è questo? Dov’è mia moglie? >

< Mrs Grey arriverà fra qualche tempo. Ma non si preoccupi, nell’attesa le troverò io qualcosa da fare. >

< Non capisco. Io devo andare in ufficio, anche se non ricordo più di preciso dove si trovi…Ma che cosa mi succede? >

< Non c’è ancora arrivato? Eppure lei era famoso per essere un uomo molto intelligente! >

< In che senso “ero”? Io…Oh Mio Dio! >

< Stia attento a quel che dice, Mr Grey,…il Capo non apprezza certe frasi… >

< Sono morto?! >

< Sì. >

< Ma com’è successo? Ricordo d’aver pranzato con mia moglie e poi sono andato a leggere alcuni documenti, seduto sulla mia poltrona…devo essermi appisolato… >

< Più o meno è andata come dice lei. S’è addormentato, gli anni cominciavano a pesare, ed ha smesso di respirare. >

< Così? Ho semplicemente smesso di respirare? >

< Sì. >

< E mia moglie? >

< Lei ha pianto molto, per la sua dipartita. Per fortuna i vostri figli ed i vostri nipoti le sono stati accanto. È una donna notevole, sarà interessante conoscerla. Arriverà fra circa quattro anni. >

< Ed io cosa farò senza di lei? Io sono perso senza Anastasia! >

Christian cominciò a farsi prendere dal panico.

Anche se il clima ed il paesaggio lasciavano intendere che fosse giunto alle porte del Paradiso, a lui sembrava d’essere sempre più vicino all’inferno. Senza la sua dolce Anastasia non sarebbe mai stato felice.

< Come le ho detto, io avrei un paio di idee per farle purgare qualche suo peccatuccio terreno…Ma il Capo vuole che prima le venga dato modo di dire la sua opinione in merito ad alcuni fatti. >

Christian si zittì immediatamente.

Fece mentalmente un elenco di quello che gli si poteva rimproverare e, per un momento, si sentì prendere dal panico. Ne aveva combinate così tante, in vita sua!

Le risse da adolescente, la sua aggressività sfogata sulle donne che sottometteva, la rabbia mal trattenuta, le litigate con sua moglie, qualche vendetta sul posto di lavoro. Aveva approfittato del suo aspetto e del suo potere per condizionare le scelte di vita di altre persone. Era stato orribile. Solo con la nascita dei figli s’era dato una certa calmata, ma non poteva bastare quello e poi, il merito, era da attribuire a sua moglie. Accidenti! Le cose erano peggio di quello che pensava!

Pietro interruppe quella sequela di pensieri.

< Devo farle un test d’ingresso. In base alle sue risposte il Capo deciderà dove inserirla. Inutile dire che se non risponde con sincerità lo scoprirei subito, per cui le conviene non nascondere niente e dirmi solo e soltanto la verità. Cominciamo? >

Christian deglutì, la voce gli era improvvisamente andata via, poi fece un cenno affermativo a quello che, evidentemente, era il vice del Capo.

< Come si chiama? >

< Christian Grey >

< Quanti anni aveva quando è morto? >

< Ottantacinque >

< Ha mai peccato di superbia? >

< Ecco …io… >

< Sì o no, Mr Grey? >

< Sì. Mi piaceva sentirmi superiore, senza credere di dover rendere conto a nessuno. >

Ammise Christian, sinceramente.

Pietro sorrise sotto la barba bianca. Facevano tutti così. Prima si credevano Dio in terra e poi, al cospetto del Vero Dio, diventavano degli agnellini spauriti.

< Ha mai peccato di avarizia? >

< No. Sono stato tante cose, ma non avaro. Al contrario venivo accusato di essere troppo dispendioso… >

< E chi le muoveva queste accuse? >

< Mia moglie. >

< Ed aveva ragione? >

< Sì. Ma a mia discolpa vorrei dire che ero in buona fede, non lo facevo per ostentare la mia ricchezza economica, ma solo perché mi sembrava giusto che pagassi io. Potevo permettermelo e mi faceva piacere >

< Bene. Proseguiamo con le altre domande del test. Ha mai peccato di lussuria? >

< Credo sia la mia colpa più grande. >

< Che cosa intende dire? >

< Ho commesso molti peccati, da vivo, e di certo la lussuria è stato il più perpetrato. >

< Ha commesso violenza? > il tono di Pietro si fece improvvisamente più duro.

< Sono stato violento, con le donne che ho avuto, ma mai contro la loro volontà, se è a questo che si riferiva la sua domanda. >

Il santo dalla barba bianca lo fissò per alcuni istanti, poi proseguì con la sua indagine.

< Ha mai peccato di invidia? >

Christian dovette rifletterci un po’, prima di rispondere.

< Credo di no. Ho cercato di ottenere tutto quello che volevo, indipendentemente da quello che gli altri avevano. Però invidiavo quei bambini che avevano accanto la loro mamma…Ma non era un’invidia cattiva… >

Pietro valutò con attenzione quella rivelazione. La sincerità di quelle parole non era messa in discussione, per cui, con uno svolazzo, spuntò la casella del “no”, relativa alla risposta sull’invidia.

< Ha mai peccato di gola? >

< No. Ho sempre apprezzato la buona tavola, ma non ne sono mai stato schiavo. Al contrario, ho peccato di voler far mangiare a tutti i costi le persone vicino a me. Non sopportavo che il cibo venisse sprecato e le obbligavo a finirlo. >

< Un buon proposito, ma male interpretato. Per questo dovrò chiedere al Capo su come segnarlo… > disse Pietro sopra pensiero.

< Proseguiamo con le domande. Ha mai peccato di ira? >

< Oh, cazzo! >

< La prego, Mr Grey, di attenersi a rispondere, senza imprecare in alcun modo. Qui ci piace la tranquillità. >

< Sì, mi scusi. Mi è scappato. >

< …e allora? Come siamo messi col peccato d’ira? >

< Sì. Mi sono spesso lasciato andare all’ira. Ero sempre così arrabbiato con tutti ed era l’unico modo che conoscevo per avvicinare le persone. Mi rendo conto che non ho scusanti, ma è andata davvero così. >

< Capisco. Leggo dalla sua scheda che ha avuto un’infanzia piuttosto travagliata. >

< Sì, ma di certo non ho fatto nulla, all’inizio, per tirarmi fuori da quella mer…, ehm, da quella situazione! >

< Bene. Vedo che impara in fretta! Ultima domanda: ha mai peccato di accidia? >

< No! Di questo ne sono sicuro! Ho sempre cercato di reagire, anche quando avrei solo voluto chiudermi in me stesso e non fare più niente, ed in più ho anche fatto della beneficenza, senza farmene alcun un vanto. Questo conta, vero? >

Quella domanda inopportuna gli era proprio scappata ma, da come si erano messe le cose, credeva che non gli sarebbe mai stato concesso l’ingresso al Paradiso, nemmeno dopo un lungo periodo di purgatorio. Le porte dell’inferno, invece, gli sembravano sempre più vicine…

< Sì, certo che conta. Conta tutto ciò che ha fatto, nel bene e nel male >.

Pietro finì di annotare le ultime dichiarazioni, poi prese un secondo foglio.

< Ora cominciamo con i dieci comandamenti. >

< Che cosa? Oh no! >

Christian si passò entrambe le mani fra i capelli.

< Perché dice così? > chiese Pietro, realmente sorpreso.

< Perché faccio prima a dirle che non sono stato un buon cristiano. Dopo aver frequentato il catechismo, e  l’ho fatto solo per far piacere ai miei genitori adottivi, non sono quasi mai andato a messa. Non ho santificato le feste, ho imprecato contro tutto e contro tutti, ho mentito, ho desiderato una donna che non meritavo, ho disonorato i miei genitori, di sicuro ho commesso atti impuri ed ho quasi ucciso una persona. >

Christian si sedette per terra, anche se la sensazione, a dire il vero, era quella di stare sospesi, e si prese la testa fra le mani.

< A questo punto ho solo un’ultima domanda da porle… >

< Dica pure… >

< Qual è il suo concetto di Paradiso e di inferno? >

L’uomo sorrise.

< Questa è facile! Paradiso è dove c’è mia moglie, inferno dove lei non c’è. >

< Bene. Ora porto il questionario al Capo, se mi vuole attendere qui, ci metterò poco. >

Christian fece cenno col capo d’aver capito, quindi si guardò intorno.

Il posto non era male. La cosa strana era che non c’era niente, lì intorno, ma si stava bene. Si respirava un’aria di beatitudine. Come la gioia che si prova davanti ad un bel dipinto. Era un bene interiore e non fisico. Gli sarebbe piaciuto essere lì con Anastasia.

Pensare a lei lo rendeva felice e malinconico contemporaneamente. Avrebbe voluto averla vicina e, nello stesso tempo, saperla ancora viva lo rendeva contento per i loro figli.

Nell’attesa ripensò a quanto s’era lasciato alle spalle.

Che bella vita, aveva avuto!

L’inizio era stato turbolento, ma dopo aver incontrato Anastasia le cose erano andate a posto. Si erano sposati giovani ed avevano raggiunto i cinquantasette anni di matrimonio, prima della sua improvvisa dipartita.

Un matrimonio costellato di alti e bassi, ma mai messo in discussione. Un matrimonio allietato da due figli sani e belli. Due figli che avevano imparato ad apprezzare ciò che avevano, senza dare per scontato che fosse dovuto.

Ripensò alle feste di Natale, condivise con i loro cari, alle vacanze estive, trascorse giocando ogni giorno con i suoi figli, ai momenti d’intimità con sua moglie, vissuti sempre con il massimo del coinvolgimento.

Facendo una stima, nel bene e nel male, aveva vissuto la sua vita pienamente.

Non aveva rimpianti.

Aveva sempre detto a sua moglie quanto l’amasse, aveva dato ai suoi figli tutto ciò che poteva servire loro per crescere bene. Aveva cercato d’essere una persona buona. Certo, aveva parecchie cose di cui farsi perdonare e molte scuse da fare a diverse anime che, forse, avrebbe incontrato nel suo prossimo futuro.

Con ancora la mente occupata da questi pensieri, non si accorse subito del ritorno di San Pietro.

Il suo volto era un po’ corrucciato e questo lo impensierì parecchio.

< Mr Christian Grey? >

< Sì. Sono qui. >

Christian si alzò con agilità, nonostante gli ottantacinque anni suonati, rendendosi conto, solo in quel momento, che il suo aspetto era quello di quando aveva ventisette anni. Questa cosa non era male!

< Questo è il suo pass. Vada verso l’ascensore, là in fondo, ed inserisca la tessera nell’apposita fessura. La sua destinazione è memorizzata lì. L’ascensore la porterà nel girone giusto. >

Il cuore gli prese a martellare in modo incontrollabile. Se non fosse stato per il fatto che era già morto, per un attimo gli sembrò che gli stesse venendo un infarto!

< Ho capito. Posso chiedere perché la sua espressione è così seria? >

< Oh, niente. >

< Davvero? > chiese lui dubbioso.

< È solo che il Capo ha fatto per lei una scelta che io non avrei fatto. >

< Cioè? > la voce dell’uomo tremò non poco, in quel momento di resa dei conti.

< Io le avrei affidato qualche anno in Purgatorio, magari fino all’arrivo di sua moglie, e poi le avrei permesso di accedere al Paradiso. Invece Lui ha deciso…diversamente! >

Pietro scosse la testa, poi il suo sguardo si fissò verso un punto, alle spalle di  Christian.

L’uomo si voltò, per vedere che cosa ci fosse dietro di lui ma, non vedendo nulla di strano, si girò di nuovo, per scoprire d’essere rimasto da solo. San Pietro non c’era più.

Poteva solo andare verso l’ascensore e scoprire che cosa avesse deciso il Capo.

Raggiunta la porta del destino, inserì la tessera che gli aveva dato San Pietro.

Le porte dell’ascensore si aprirono senza fare alcun rumore. Christian entrò e si guardò intorno. L’ascensore era spazioso e comodo. C’erano addirittura delle sedute rivestite di velluto dorato. Forse il viaggio sarebbe stato più lungo del previsto.

Ripensò alle volte che aveva fatto l’amore con sua moglie, dentro l’ascensore dell’Escala, e sorrise all’idea di quello che avrebbero potuto fare in quell’ascensore così comodo!

Il mezzo di locomozione emise un piccolo suono, quindi cominciò…a scendere!

Oh no! Forse quell’ultimo pensiero lussurioso non avrebbe proprio dovuto farlo, ma gli era venuto così, da solo!

La cabina prese velocità, poi cambiò direzione. Per diverso tempo gli sembrò d’andare in orizzontale. Non aveva senso!

Alla fine di un viaggio solo apparentemente eterno, le porte si aprirono ed una luce lo invase di colpo.

Il tempo per i suoi occhi di abituarsi a quel nuovo ambiente e riconobbe le sagome di Carrik e Grace.

Erano morti diversi anni prima, eppure ora erano lì, davanti a lui, belli proprio come se li ricordava. C’era Elliot, deceduto due anni prima di lui, che gli andò incontro salutandolo con affetto, sorridente nei suoi panni di trentenne.

Vide un’altra anima avvicinarsi. Non ebbe bisogno di chiedersi chi fosse, perché aveva guardato quel volto per migliaia di volte, ritratto in una piccola fototessera sbiadita.

Ella. Sua madre.

Era bellissima ed era felice.

Le andò incontro, abbracciandola, respirandone il profumo che aveva sempre immaginato dovesse avere una mamma.

Commosso da quell’accoglienza, si guardò ancora intorno e vide San Pietro che gli sorrideva.

Christian si avvicinò al Santo e gli chiese: < Lei aveva detto che non era d’accordo con la scelta del Capo. Per un momento ho creduto che sarei finito all’inferno! >

< Io l’avrei spedita in purgatorio per un qualche annetto, ma il Capo ha deciso che bisognava tenere conto dei suoi primi quattro anni di vita e delle preghiere che i suoi cari hanno detto per lei. >

< Le preghiere? >

< Sì. Non lo sapeva? Le preghiere servono per scontare gli anni di purgatorio. A quanto pare molte persone hanno pregato per lei, sia in vita sia dopo. >

< Davvero? Chi? >

< Sua moglie Anastasia ha pregato per lei ogni singolo giorno della sua vita, così come Carrik e Grace. Anche Elliot l’ha fatto, anche se con poca costanza, ed in mezzo ha pure  imprecato un po’! Che anima bizzarra, suo fratello! >

San Pietro sorrise, guardando con benevolenza il viso impertinente di Elliot.

< L’hanno fatto i suoi figli, che hanno per lei una vera e propria devozione. Ed, ovviamente, anche Miss Ella. Ha passato gli ultimi ottantacinque anni a vegliare su di lei. Sia da viva che da morta, il suo pensiero era rivolto al suo bambino indifeso. >

Christian era senza parole ed il Santo proseguì il suo pensiero.

< Ma, d’altro canto, non poteva essere diversamente. Le donne, quando diventano mamme, vengono attraversate dall’alito di vita di Dio. Ecco perché la nascita di un figlio è un miracolo vero e proprio! >

Christian si guardò intorno. Le persone a lui care erano tutte lì, accanto a lui, e per la prima volta sentì il loro bene assoluto.

Raggiunta questa consapevolezza, il suo corpo fu invaso da un benessere ultraterreno. Si stava trasformando in un’anima. Improvvisamente la sua mente si aprì ad un livello superiore.

Riusciva a vedere il passato, il presente ed il futuro.

Poteva vedere sua moglie ed i suoi figli. Poteva sentire i loro pensieri e le loro preghiere. Poteva ancora prendersi cura di loro!

Mr Maniaco del controllo si sorprese a sorridere.

La nuova sistemazione non era male. Avrebbe voluto avere accanto Anastasia, ma lui adesso sapeva.

Sapeva tutto.

Sapeva che lei sarebbe arrivata nel giro di pochi anni che, davanti all’eternità, erano solo un frullo d’ali. Sapeva che i suoi figli stavano vivendo una vita felice, così come i suoi adorati nipotini.

Sapeva che prima o poi sarebbero stati di nuovo tutti insieme.

Chiuse gli occhi, per assaporare quella sensazione meravigliosa.

 

Quando li riaprì, vide il volto di sua moglie, segnato dal tempo e dalle lacrime. Guardò la mano intrecciata alla sua. Intravide i dolci visi dei suoi figli, Theodore e Phoebe, in fondo alla stanza. Osservò lo sconcerto nel volto dei medici, che lo guardavano come si guarda un uomo tornato dall’oltretomba.

A quel punto capì. Perché lui sapeva tutto.

Si voltò a fatica verso sua moglie.

Avrebbe voluto raccontarle come stavano le cose.

Avrebbe voluto spiegarle che l’aldilà era un posto bellissimo e che San Pietro era un burlone.

Che il suo amore l’aveva salvato dall’inferno.

Le parole inciamparono nella mascherina dell’ossigeno.

Con mano incerta tolse quell’ingombro di plastica, quindi guardò la sua compagna di tutta una vita, con amore incondizionato.

< Grazie. >

< Oh, Christian! Non parlare, non affaticarti! > la voce di Anastasia si ruppe in un singhiozzo.

< Grazie per aver pregato per me. Hai salvato la mia anima. >

< Non dire così… Non è ancora il tuo momento… >

< Staremo ancora insieme. Credimi, amore. Ti aspetterò lassù. >

< Amore, io… Non posso vivere senza di te! >

< I nostri figli hanno ancora bisogno di te. Non avere fretta di raggiungermi, ma sappi che ti controllerò anche da là! Certe cose non cambiano nemmeno in Paradiso! >

Christian sorrise, nel vedere lo sguardo costernato di sua moglie.

< Grazie per la bellissima vita che mi hai donato, Mrs Grey. Ti amo >

< Ti amo tanto anch’io, Mr Grey >.

Christian guardò le sue dita intrecciate a quelle della moglie, poi portò la sua mano verso il volto di lei. Le fece una carezza tremolante, quindi l’avvicinò al suo viso e baciò ogni singola nocca, come aveva sempre fatto, fin dalla prima volta che ne aveva avuto l’occasione.

Lei chiuse gli occhi, per assaporare l’emozione di quel gesto così familiare eppure sempre nuovo. Quando li riaprì, vide suo marito sorridere sereno e chiudere gli occhi.

 

Christian riaprì gli occhi e di nuovo si trovò nel suo angolo di Paradiso.

< Che cos’è stato? >

< Il Capo ha deciso che tua moglie meritava un ultimo saluto. Lei è un’anima molto bella ed era scortese, da parte tua, andartene così, senza una frase di commiato…Il solito romanticone! >

Mr Grey si sorprese di quell’ultimo commento. Chissà perché, ma non aveva mai pensato a Dio come ad una persona romantica! Poi si riprese e disse:

< Quando Lo incontri, potresti ringraziarlo da parte mia? È stato davvero molto importante, per me, poterla rivedere un’ultima volta. >

< Non ce n’è bisogno. Lui sente ogni tuo pensiero. >

< Tutti i miei pensieri? …Anche quello che ho avuto in ascensore? >

< Lui vede e sente tutto… > disse San Pietro, sornione.

< Oh, caspita! Allora devo stare molto attento! >

Il Santo rise di gusto, nel vedere il volto preoccupato di Christian.

< Non ci sei ancora arrivato? >

< Di cosa stai parlando? >

< Nessun’anima qui presente è immacolata. A partire dalla mia, che ho tradito il mio migliore amico, per non finire nei guai con la giustizia! Nessuno qui è senza peccato! >

< Capisco, ma adesso ci si aspetta che io mi comporti in una certa maniera….non posso andare in giro ed avere pensieri lussuriosi… >

< I tuoi pensieri sono rivolti alla donna che Dio ha messo al tuo fianco. Tu e lei, insieme, siete specchio dell’amore di Dio, che si manifesta in molteplici forme. >

< Quindi non sono blasfemo? >

< Dio ha creato voi due e vi ha fatti incontrare nel momento giusto, poi era compito vostro riconoscere il Suo disegno. >

< E se uno di noi avesse fatto una scelta diversa? >  

< Voi eravate predestinati, ma liberi di scegliere, in ogni istante della vostra vita, di percorrere una strada diversa. Il libero arbitrio non viene mai messo in discussione, dal Capo. >

< Quindi Lui non si offende, se penso ad Anastasia ed a quello che ho vissuto con lei? >

< No. Vi amate, che male c’è? Una persona che sulla terra ha scoperto l’amore di Dio tramite la preghiera, qui può pregare di più, chi l’ha trovato nell’amore per i figli, qui può completare il suo desiderio, chi, come te, ha scoperto l’amore di Dio fra le braccia di sua moglie, qui potrà continuare ad amarla incondizionatamente. >

< Incredibile! >

< Ricordati che siamo in Paradiso! Come hai detto tu, quando ci siamo incontrati, che Paradiso sarebbe se non ritrovassi i tuoi affetti? >

< Giusto. >

Christian sorrise sollevato.

< Hai notato che tu hai ritrovato i tuoi cari, così com’erano quando tu avevi ventisette anni? Perché è stato quello il momento in cui la tua anima ha trovato la pace. Le altre anime vedono il loro cari a modo loro. Tua madre ti ha ritrovato neonato, perché il giorno della tua nascita è stato il più bello della sua vita. >

< Credo d’aver capito. >

Christian si guardò intorno, felice del luogo e della sensazione meravigliosa che lo aveva invaso da quando era giunto lì.

Poi la sua mente formulò un pensiero.

< Posso fare un’altra domanda? Chi, in vita, ha seguito un’altra religione, dove finisce? >

< Dio si manifesta in così tanti modi! Puoi chiamarlo Dio, oppure Budda o Shiva o con qualsiasi alto nome, ma se vivi rispettando il tuo prossimo, ci sarà sempre un Paradiso per ciascuno dei suoi figli. >

< Quindi che uno sia stato cattolico, piuttosto che protestante o induista, siamo tutti qui? >

< Certo! Dovresti vedere le chiacchierate che fanno il Capo, il Dalai Lama ed il Pope greco! Per non parlare dell’apostolo Giovanni che gioca a scacchi con il rabbino della chiesa ebraica! >

San Pietro sorrise, ricordando, evidentemente, un qualche aneddoto divertente.

Christian, invece, si sentì finalmente tranquillo.

Sollevato da ogni pensiero, l’uomo si avvicinò a suo fratello, per chiacchierare un po’ e recuperare il tempo perduto.

Il Paradiso cominciava a piacergli davvero. Doveva solo portare pazienza ed aspettare l’arrivo di sua moglie, poi sarebbe stato tutto perfetto.

 

Fu questione di pochi attimi. Sentì come un formicolio alla nuca ed, istintivamente, si recò verso l’ingresso del Paradiso. Ed eccola. Anastasia.

Era bella come la prima volta che l’aveva vista. Aveva di nuovo ventun anni e gli sorrideva felice.

< Amore mio! >

< Oh Christian! >

Si abbracciarono stretti, poi le labbra si sfiorarono delicatamente.

Un bacio casto che provocò in loro un’esplosione di emozioni mai provate prima, nemmeno nel momento più intenso di estasi terrena.

Era come essersi spogliati dell’ingombro del corpo per poter far combaciare le loro anime. Un riflesso dell’immenso amore di Dio.

Quale gioia, sentirsi finalmente una cosa unica!

Dopo un tempo incalcolabile, forse pochi attimi o forse mesi, i due si staccarono per potersi guardare negli occhi.

< Sei stato di parola. > disse Anastasia.

< In che senso? >

< Avevi promesso di venirmi a prendere, quando fosse giunto il mio momento, e ti ho trovato qui! >

Sorrise radiosa e Christian si rispecchiò in quel riflesso.

< Mi sei mancato! >

< Anche tu, anche se la mia attesa è stata sicuramente più breve della tua. Qui il tempo è molto relativo. >

< Che cosa intendi dire? >

< Che non mi basterà l’eternità per amarti! >

 

***********

 

Prima di scrivere le mie considerazioni personali, vi segnalo cosa dice Wikipedia, relativamente ai sette vizi capitali.

Nella dottrina morale cattolica, i vizi capitali sono i principali desideri non ordinati verso il Bene Sommo, cioè Dio, dai quali tutti i peccati traggono origine. Per ricordarli si usa l'acronimo SALIGIA.

  • Superbia desiderio irrefrenabile di essere superiori, fino al disprezzo di ordini, leggi, rispetto altrui.
  • Avarizia scarsa disponibilità a spendere e a donare ciò che si possiede.
  • Lussuria desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a sé stesso.
  • Invidia tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio.
  • Gola meglio conosciuta come ingordigia, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, e non solo.
  • Ira irrefrenabile desiderio di vendicare violentemente un torto subito.
  • Accidia torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene.

Sempre per dovere di cronaca, i dieci comandamenti sono:

  • Non avrai altro Dio all'infuori di me.
  • Non nominare il nome di Dio invano.
  • Ricordati di santificare le feste.
  • Onora il padre e la madre.
  • Non uccidere.
  • Non commettere atti impuri.
  • Non rubare.
  • Non dire falsa testimonianza.
  • Non desiderare la donna d'altri.
  • Non desiderare la roba d'altri.

A questo punto posso raccontare da dove mi è venuta quest’idea.

Io sono cattolica, anche se ammetto di praticare poco, e mi sono spesso chiesta come sarà l’aldilà. (Dando per certo che ci sia “qualcosa”, dopo la morte).

Per molto tempo ho immaginato il paradiso del catechismo, pieno di cherubini canterini. Di sicuro saranno bravissimi, ma ve la immaginate un’eternità di cori angelici? Secondo me sarebbe troppo perfino per il Mago Zurlì che, con il piccolo coro dell’Antoniano, è piuttosto allenato! O.o

Così ho deciso che il Paradiso dev’essere un posto felice ed, ovviamente, diverso per ciascuno di noi. La felicità è soggettiva.

Anastasia e Christian sono felici solo quando stanno insieme. È così blasfemo regalare loro un Paradiso in cui possano continuare ad amarsi, fondendo le loro anime?

Spero di no, perché non volevo offendere nessuno.

Volevo solo dare una senso a chi, come me, crede che certi amori siano destinati a durare davvero per sempre.

 

Un caro abbraccio

Ciao

Frency70

 

Ps. L’immagine finale, delle due anime che si uniscono, l’ho liberamente presa dal film “Cocoon”, (trovo corretto dargliene il merito), e precisamente quando l’aliena si toglie la pelle per fondere la sua essenza a quella del ragazzo terrestre.

L’ho sempre trovata un’immagine molto potente e poetica ed ho pensato che fosse perfetta per i nostri due innamorati. Un’altra prima volta per Mr e Mrs Grey! :)

 

 

 

   
 
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