"no Amy! tu non vai da nessuna parte." rispose alzando la voce.

"su,Justin. sono solo tre mesi. è solo l'Estate,poi tornerò. Lo prometto."

lo guardai implorante. si,sarei partita anche senza la sua autorizzazione ma averlo dalla mia parte mi faceva piacere.

'è per quella Zoe,vero? È per quello che ti ha detto?'

abbassai lo sguardo.
'io giuro che..'
'tu cosa Justin?' risposi interrompendolo. 'tu cosa? Vuoi davvero rovinare tutto,così da distruggere la tua vita sociale?' feci una pausa. 'andiamo,non puoi farti vedere in giro con una come me,dobbiamo continuare a nasconderci,come sempre.'
sbuffò. 'non ce la faccio a vederti soffrire.'
'se sto qui non sai quanto male mi farò.'
mi abbracciò. 'D'accordo. Ma ci sentiremo tutti i giorni.'

Lui era uno dei più fighi della scuola. Aveva un casino di Ragazze che gli andavano dietro,che stravedevano per lui. Io invece ero.. beh,io.
Non ero tanto popolare,anzi non lo ero affatto. Ero la sfigata di turno,quella sempre messa in disparte. Colpa dei brufoli che non volevano far prendere aria al mio viso e di quei chili in più che mi mettevano a disagio ovunque mi trovavo.La mamma di Justin ci interruppe.
'ehi tesoro,ci sono i tuoi amici di sotto,e hanno intenzione di giocare a basket.' lui mi guardò.
Di solito il pomeriggio lo dedicava esclusivamente a me,ma sarei stata egoista a non averglielo permesso.
'avanti,vai'
Si alzò festoso dal letto,mi stampò un bacio in fronte e si precipitò giù per le scale. A lui non importava del mio aspetto fisico,teneva a me ed io tenevo a lui. Io conoscevo il vero Justin. Non il playboy che faceva impazzire le ragazze. Io conoscevo una parte di lui che non aveva mai mostrato a nessuno. Con me si confidava,si sfogava. Aveva persino avuto il coraggio di mostrarmi ciò che era il suo sogno,cantare. Cantava sempre quando c'ero io,qualsiasi tipo di canzone mi facesse piacere. Era bravissimo,e non lo pensavo perchè ero di parte. Purtroppo era anche timido,e nessuno,oltre a me ovviamente,aveva sentito la sua melodica voce intonare una qualsiasi nota.


Ok,Justin era il mio migliore amico,gli volevo un bene immenso ma non avevo proprio il coraggio di dirgli che me ne sarei andata definitivamente dalla città. La scusa dell'estate aveva funzionato alla grande,ma prima o poi avrei dovuto dirgli la verità.

'Amy,prepara le valigie, partiamo ALLE 7 DOMANI!' era mia madre.


ecco qual'era il problema. avevo solo poche ore. poche ore non sarebbero bastate per salutarlo e cercare di farlo in un bel modo. io ero sempre stata una ragazza troppo pessimista. Ero un peso per tutti,almeno secondo quello che mi diceva la mia mente.Justin sarebbe stato molto meglio senza me,senza tutti i miei problemi.era stata una decisione mia partire. volevo sparire dalla città per tutto il tempo necessario. mamma mi aveva appoggiato e aveva deciso di mandarmi da mio zio,in Italia.Lì avrei raggiunto anche Olly,una ragazza di milano con cui passavo l'intera estate,era un po' come una migliore amica a distanza.


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mi arrampicai lentamente sull'armadio per riuscire a far scivolare giù la valigia che stava in cima,stranamente non presi nessuna storta,e appoggiai i piedi sul pavimento ancora tutta intera.
mi guardai per alcuni secondi intorno.
volevo davvero portare tutto con me. tutti i miei poster,i miei libri,i miei cd ma mia madre non era d'accordo. le cose inutili mi sarebbero arrivate col tempo.
'cerca di fare amicizie almeno in italia,mia cara' disse mia madre appoggiandosi alla porta.
le rivolsi uno sguardo di sfida,sorrise.
lei si che era una donna perfetta,entrambi i miei genitori lo erano. 
mi dicevano tutti. ma proprio non li capivo. cosa c'entravo io,orribile com'ero con mia madre?
'allora,justin come l'ha presa?' mi chiese col suo solito sorrisone.
'j-justin?' mi buttai a peso morto sul letto,le maglie che stavo riponendo in valigia mi scivolarono a terra. mia madre si avvicinò a me.
'amore,lui ti capirà,non ora,non subito ma ti capirà,e scommetto che verrà anche a trovarti.'
mia madre era schietta,quindi credetti subito a ciò che disse.
andò a preparare la cena,e mi lasciò sola.
presi il mio cd preferito,lo feci partire e ripresi a preparare le ultime cose.
vestiti,vestiti e ancora vestiti. maledetti vestiti. sembravano essere spuntati magicamente,per farmi perdere tempo.
pensavo solo a justin.
'justin io.. non parto per l'estate,ma per sempre,quindi ti voglio bene,ci sentiremo,ciao' dissi ad alta voce.
no,non andava bene..
'justin,tu dici che sarai disposto a capirmi sempre,vero? *immaginavo lui annuire* ecco,ora devi farlo. io parto justin,e non parto solo per l'estate,parto per sempre. non è colpa di nessuna zoe,è solo colpa mia,io..' feci un respiro.

ci fu un rumore a distrarmi.
mi girai.
volevo non aver proferito parola,volevo essere stata muta per almeno due minuti.
Lui era lì,davanti a me,aveva fatto cadere a terra il bracciale che entrambi portavamo, e mi guardava. aveva uno sguardo buio,perso,deluso. i suoi occhi brillavano. non di certo per colpa mia. no,no. non poteva essere colpa mia..
velocemente si asciugò una lacrima,cercando di non farmela notare. 
poi portò al volto entrambe le mani,e piano,quasi silenziosamente singhiozzava.