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Autore: MissLindley    11/03/2013    0 recensioni
Il male ha assunto nuove sembianze e sembra essere implacabile. Il sangue che sgorgherà, riporterà la pace, la quale non porterà beneficio alcuno. Katerina Petrova ed Elena Gilbert, dovranno pagare un prezzo alto per riacquistare la loro libertà. Quando Katherine si ritrova intrappolata in una vita che non le appartiene, farà tutto ciò che è in suo potere per scovare la propria Doppelgänger. Ma niente andrà come pianificato. Il destino, talvolta, è un compare infido, che è solito a spezzare le convinzioni, pronto a cambiare la nostra vita per sempre. La vampira, la Doppelgänger e i fratelli Salvatore assisteranno al massacro.
L'inferno è prossimo a sorgere.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Mio signore, mio unico padrone, eccola a voi. In tutto il suo candore".
"Vieni a me, mio servile amico. Portamela qui. La voglio annusare. Voglio sentire le vene che pulsano, il sangue che freme".
Il giovane uomo, con aria mite e gli occhietti strabuzzati, sollevo la giovane creatura da terra, la prese tra le braccia e la consegnò senza remore al proprio padrone, smagnoso di ricerverla a sé.
Mise la ragazza sulle gambe di quella presenza che gli incuteva terrore e ammirazione allo stesso tempo.
L'uomo seduto iniziò ad accarezzarle i capelli, mentre la stringeva a sè.
Aveva un aria così beata, mentre se ne stava seduto su quel trono dall'aria rozza e grossolana, indegna del suo potere.
"Padrone, ora cosa ne farà di lei?".
L'uomo non stava ascoltando le parole del servitore. 
Era troppo concentrato ad annusare quel collo perfettamente liscio, leccandogli l'incavo.
La saliva umida risplendeva sul collo ormai umido di lei.
La pelle meravigliosamente olivastra, suscitò nell'uomo un tripudio di piacere.
"S-signore...".
"Non mi disturbare, Nigel. Hai idea di quanto abbia aspettato questo momento?". Il tono di voce dell'uomo si fece riempì di collera e il servo si mise in ginocchio, supplicando il suo perdono.
"Chiedo perdono".
"Tirati sù. Non proverò compassione per te, mio fedele compagno. Non lo farò. Ora dimmi, hai compiuto il tuo secondo dovere?".
"Sì, certamente. E' tutto pronto, sire".
"Eccellente".
"Dove posso portare la ragazza, padrone?".
L'uomo scoppiò in una risata sardica, guardando malamente l'ometto che vi si trovava di fronte.
"Te lo mostrerò quando giungerà l'ora".





I raggi solari si stavano facendo sempre più caldi, filtrando dalla grande finestra.
Quella era una giornata umida ma serena, che faceva da sfondo ad una piccola cittadina chiamata Mystic Falls.
In camera da letto, Elena Gilbert era prossima a svegliarsi da un lungo sonnellino ristoratore.
Cercò di stiracchiarsi per impedire alle ossa di intorpidirsi, ma... c'era qualcosa che non andava.
Più la giovane prendeva conoscenza, più sentì qualcosa che premeva alla bocca dello stomaco.
Iniziò ad irrigidirsi, emettendo dei suoni che assomigliavano sempre di più a grida di dolore.
Quando riuscì a mettersi seduta, appoggiata allo schienale, stava tremando, con il sudore che le rigava le tempie.
La causa di tutto quel male era un paletto conficcato nel petto.
La giovane, dopo vari tentativi, riuscì ad espugnarlo dal corpo, gettandolo a terra.
Nessun essere umano sarebbe sopravvissuto.
Il paletto era stato conficcato in un corpo non umano.
Quella non era Elena, ma Katherine Pierce.
La vampira si guardò intorno e per la prima volta in vita sua, non aveva idea di cosa le stesse capitando.
Aveva la gola secca.
Aveva fame.
Prima di pensare a dove potesse trovare del sangue fresco, sentì dei passi venire verso l'ingresso della camera.
"Elena, che succede? Ho sentito gridare".
Era la voce di un ragazzo.
Katherine si alzò senza emmettere un suono e appena aprì la porta...
Il ragazzo emise un urlo disperato prima di cadere a terra, con il sangue che gli colava dal collo.
La vampira si leccò le labbra, pronta ad andarsene, quando sentì qualcuno suonare al campanello.
In meno di un istante, arrivò al piano di sotto, guardinga ma ormai sazia.
"Elena, sono... sono Stefan. Hai dimenticato una cosa al cimitero. Sei in casa?".
Sono Stefan.
Stefan.
Katherine non sapeva cosa fare, dal momento che era sporca di sangue dappertutto.
Se fosse stato il suo Stefan, non le sarebbe piaciuto ciò che avrebbe visto.
Prima che potesse pensare altro, la serratura della porta si aprì, segno che qualcuno stesse per entrare.






 

  
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