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Autore: _PinkGirl_    28/09/2007    8 recensioni
[...]Prese un foglio dal quaderno di matematica e iniziò a scrivere quella canzone, che non volevo dimenticare. Anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di farla vedere a nessuno. Non sarebbe piaciuta a nessuno, anzi non l’avrebbero proprio considerata. Poi lui l’ombra della sorella, non poteva diventare ad un tratto luce.[...]
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era solo per fartelo sapere

Un motivetto.

Ecco cos’era quella cosa che non voleva uscire dalla sua testa.

Il pensiero di Ryan, durante quell’ora di matematica, era completamente immerso in quella canzone senza parole. Anzi una parola c’era, o meglio una sillaba “Na”.

Però doveva trovarle delle parole più complesse a quel motivo, almeno non avrebbe sprecato un’ora della sua vita a non capire, come al solito, quei tanti numeri sulla lavagna. Sorrise, pensando a quello che avrebbe detto lei in quel momento << Non sono solo numeri Ryan >> gli ripeteva spesso, senza perdere mai la pazienza. Ma come faceva?

Suonò quel motivetto con la matita, tamburellandola sul banco. La guardò, sentendosi stupido. Non doveva più pensarla, era peccato.

Ma era peccato anche non osservarla, pensarla… amarla.

Non dovrei amarti ma voglio farlo
posso solo voltarmi, non dovrei vederti
ma non riesco a muovermi,
non riesco a guardare altrove

Pian piano iniziarono a venirgli altre parole, le sussurrò il più piano possibile. Suonavano davvero bene.

La guardò ancora. Ma l’incantesimo si spezzò.

Lei in mano con un bigliettino, mentre senza farsi scoprire continuava a guardare Troy con uno sguardo che a lui non avrebbe mai scambiato.

Lei era dannatamente occupata.

Non riusciva, però. Non riusciva a fermare quell’emozione che provava per lei.

e non so come fare a stare bene
quando non sto bene, perchè non so
come fermare questa emozione

Prese un foglio dal quaderno di matematica e iniziò a scrivere quella canzone, che non volevo dimenticare. Anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di farla vedere a nessuno.

Non sarebbe piaciuta a nessuno, anzi non l’avrebbero proprio considerata. Poi lui l’ombra della sorella, non poteva diventare ad un tratto luce.

Purtroppo la luce può diventare buio, ma il buio non può diventare luce.

Era la frase che ripeteva sempre Sharpay.

Solo che lei intendeva che metteva il meglio di se stessa in tutto per non diventare buio.

Ryan, fin da piccolo aveva sognato di essere un minimamente come la sorella. Avere un decimo della sua spavalderia, del suo ottimismo e del suo ego.

E fra parentesi, questi tre aggettivi li possedeva anche Troy (anche se confronto a quelli di Sharpay erano nulla).

Forse se fosse nato come il gemello “Luce”, lui sarebbe un campione di basket e Sharpay la cheerleader timida e verginella in squadra solo perché era la sorella del fidazanto del capo cheerldeader, Gabriella. E in questo modo Sharpay non lo avrebbe più detestato ogni volta che pronunciava il suo nome. Ecco, per lei, che non lo considerava neanche, doveva pure mettersi contro la sorella.

solo per fartelo sapere,
queste emozioni stanno
prendendo il controllo di me
e non posso farci niente
non me ne starò seduto con le mani in mano
non posso farle vincere, adesso
pensavo che tu dovessi sapere
ho provato al mio meglio a lasciarti andare
ma non voglio farlo, devo risolvere
tutto prima di andarmene
solo per fartelo sapere

La professoressa disse qualcosa, Ryan non ci fece caso.

Ma all’improvviso vide tutta la classe spostarsi. Magari aveva detto che ora c’era intervallo per tutti, o che si ballava cantando “6 per 6 fa 36” sui banchi.

Poi, poco dopo, vide lei avvicinarsi.

<< Ciao >> disse sorridendo.

<< Come ma tutta questa confusione? >>

Lei rise graziosamente << Dobbiamo fare degli esercizi a coppie. Ma nel nostro caso è: devo. Immagino che neanche questa volta tu abbia capito quei numeri sparsi sulla lavagna? >>

Sorrise imbarazzato, sentendosi il ragazzo più stupido sulla terra << Scusa >>

Gabriella gli lanciò un occhiata dolce, pensando che lui non avesse nulla per cui scusarsi, e iniziò a fare gli esercizi.

E lui, Ryan, iniziò ad osservarla. Ad osservare le sue labbra semichiuse, che ogni tanto si aprivano e chiudevano sussurando dei numeri.

Notò che ogni volta che finiva un esercizio si metteva una ciocca di capelli dietro l’orecchio, che subito dopo ritornava nel posto dove non doveva stare.
Come faceva a far finta di non amarla se ogni volta che non era con lei, il destino la faceva avvicinare?

sta diventando sempre più difficile
stare attorno a te
ci sono così tante cose
che non riesco a dire
e vuoi che io abbia delle emozioni e
che guardi dall'altra parte?

e non so come fare a stare bene
quando non sto bene, perchè non so
come fermare questa emozione

Troy lo stava osservando. Se lo sentiva.

Si voltò, infatti, vide Troy, in coppia con Chad, che lo guardava con uno sguardo assassino. Se fossero stati nel mondo animale, Troy gli sarebbe salito addosso e avrebbe vinto.

Però amava stuzzicare Troy. Forse qualcosa in comune con Sharpay ce lo aveva.

<< Gabriella >>

<< Si? >> disse lei, prendendosi una piccola pausa.

Lui non la guardava in faccia. Però voleva passare del tempo con lei << Ricordami di offrirti un frappè. Te lo devo dopo tutti questi compiti di matematica per me>>

<< Guarda che è un piacere per me farli, ah è okay. Intendo per il frappè >> sorrise un’altra volta.

solo per fartelo sapere,
queste emozioni stanno
prendendo il controllo di me
e non posso farci niente
non me ne starò seduto con le mani in mano
non posso farle vincere, adesso
pensavo che tu dovessi sapere
ho provato al mio meglio a lasciarti andare
ma non voglio farlo, devo risolvere
tutto prima di andarmene
solo per fartelo sapere

Scrisse altre parole nel suo foglio. Mentre lei riprese i suoi esercizi.

<< Comunque >> iniziò lei questa volta. Lui alzò il volto e lei continuò << cosa stai continuando a scrivere in quel foglio? Pure quando eravamo divisi ti vedevo pasticciare >>

<< Niente di che >>

<< Pensieri? >> suggerì lei, abbandonando proprio del tutto il suo lavoro.

Lui ci pensò su, poi annuendo lievemente con la testa disse: << Si, pensieri >>

<< E io? Li leggerò mai? >>

<< Un giorno >>

questo senso di vuoto mi sta uccidendo
e mi chiedo perchè ho aspettato così a lungo
guardando indietro ho realizzato che
è stato sempre lì da dire e
sto aspettando qui, ho aspettato qui

La campanella suonò.

Finalmente un altro noioso giorno di scuola finì.

Ryan e Gabriella si salutarono, mentre ognuno prese i propri fogli.

Uscirono dall’aula insieme e fuori c’era Troy che aspettava la Mora. Salutò con indifferenza Ryan, invitandolo a lasciare stare Gabriella (naturalmente lasciando sottointesa l’ultima parte).

Il Biondo si allontanò vedendo per l’ultima volta, per quel giorno, Gabriella con la vita fra le braccia di Troy. Un altro giorno in cui lei non era ancora sua.

Troppo preso dai suoi pensieri non si accorse che lei lo stava chiamando, perché aveva trovato un suo foglio forse fatto cadere non proprio per sbaglio.

solo per fartelo sapere,
queste emozioni stanno
prendendo il controllo di me
e non posso farci niente
non me ne starò seduto con le mani in mano
non posso farle vincere, adesso
pensavo che tu dovessi sapere
ho provato al mio meglio a lasciarti andare
ma non voglio farlo, devo risolvere
tutto prima di andarmene
solo per fartelo sapere

Gabriella era in camera sua mentre mordicchiava la matita, mentre moriva dalla curiosità.

Aveva trovato un foglio. Ma non un foglio normale, il foglio. Il foglio dei suoi pensieri.

Una parte di sé voleva leggerlo, Ryan era sempre stato un segreto per lei, ma l’altra diceva che come buona amica non doveva. Se lui voleva farglieli leggere lo avrebbe fatto.

“Solo una riga” pensò e si avvicinò a quel foglio a quadretti sulla scrivania. La lesse, vide tutte le annotazioni che si era fatto, c’erano delle note.

<< Ma è… è una canzone. Per me >>

Girò il foglio. C’era un dedica:

“Era solo per fartelo sapere. Firmato Ryan”

~

La canzone utilizzata è Just So You Know di Jesse McCartney.

Non mi fa impazzire né la canzone né il cantante, ma la canzone mi ha ispirato questa fan fiction, che forse non è una delle mie migliori (almeno secondo me).

Come mi posso scusare? Scritta a casa perché sono ammalata ç_ç

  
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