Era solo per fartelo sapere
Un
motivetto.
Ecco
cos’era quella cosa che non voleva uscire dalla sua testa.
Il pensiero
di Ryan, durante quell’ora di matematica, era completamente immerso in quella
canzone senza parole. Anzi una parola c’era, o meglio una sillaba “Na”.
Però doveva
trovarle delle parole più complesse a quel motivo, almeno non avrebbe sprecato
un’ora della sua vita a non capire, come al solito, quei tanti numeri sulla
lavagna. Sorrise, pensando a quello che avrebbe detto lei in quel momento
<< Non sono solo numeri Ryan >> gli ripeteva spesso, senza perdere
mai la pazienza. Ma come faceva?
Suonò quel
motivetto con la matita, tamburellandola sul banco. La guardò, sentendosi
stupido. Non doveva più pensarla, era peccato.
Ma era
peccato anche non osservarla, pensarla… amarla.
Non dovrei amarti ma voglio farlo
posso solo voltarmi, non dovrei vederti
ma non riesco a muovermi,
non riesco a guardare altrove
Pian piano
iniziarono a venirgli altre parole, le sussurrò il più piano possibile.
Suonavano davvero bene.
La guardò
ancora. Ma l’incantesimo si spezzò.
Lei in mano
con un bigliettino, mentre senza farsi scoprire continuava a guardare Troy con
uno sguardo che a lui non avrebbe mai scambiato.
Lei era
dannatamente occupata.
Non
riusciva, però. Non riusciva a fermare quell’emozione che provava per lei.
e non so come fare a stare bene
quando non sto bene, perchè non so
come fermare questa emozione
Prese un
foglio dal quaderno di matematica e iniziò a scrivere quella canzone, che non
volevo dimenticare. Anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di farla vedere
a nessuno.
Non sarebbe
piaciuta a nessuno, anzi non l’avrebbero proprio considerata. Poi lui l’ombra
della sorella, non poteva diventare ad un tratto luce.
Purtroppo la luce può diventare
buio, ma il buio non può diventare luce.
Era la
frase che ripeteva sempre Sharpay.
Solo che
lei intendeva che metteva il meglio di se stessa in tutto per non diventare
buio.
Ryan, fin
da piccolo aveva sognato di essere un minimamente come la sorella. Avere un
decimo della sua spavalderia, del suo ottimismo e del suo ego.
E fra
parentesi, questi tre aggettivi li possedeva anche Troy (anche se confronto a
quelli di Sharpay erano nulla).
Forse se
fosse nato come il gemello “Luce”, lui sarebbe un campione di basket e Sharpay
la cheerleader timida e verginella in squadra solo perché era la sorella del
fidazanto del capo cheerldeader, Gabriella. E in questo modo Sharpay non lo
avrebbe più detestato ogni volta che pronunciava il suo nome. Ecco, per lei,
che non lo considerava neanche, doveva pure mettersi contro la sorella.
solo per fartelo sapere,
queste emozioni stanno
prendendo il controllo di me
e non posso farci niente
non me ne starò seduto con le mani in mano
non posso farle vincere, adesso
pensavo che tu dovessi sapere
ho provato al mio meglio a lasciarti andare
ma non voglio farlo, devo risolvere
tutto prima di andarmene
solo per fartelo sapere
La
professoressa disse qualcosa, Ryan non ci fece caso.
Ma all’improvviso
vide tutta la classe spostarsi. Magari aveva detto che ora c’era intervallo per
tutti, o che si ballava cantando “6 per 6 fa 36” sui banchi.
Poi, poco
dopo, vide lei avvicinarsi.
<<
Ciao >> disse sorridendo.
<<
Come ma tutta questa confusione? >>
Lei rise
graziosamente << Dobbiamo fare degli esercizi a coppie. Ma nel nostro
caso è: devo. Immagino che neanche questa volta tu abbia capito quei numeri
sparsi sulla lavagna? >>
Sorrise
imbarazzato, sentendosi il ragazzo più stupido sulla terra << Scusa
>>
Gabriella
gli lanciò un occhiata dolce, pensando che lui non avesse nulla per cui
scusarsi, e iniziò a fare gli esercizi.
E lui,
Ryan, iniziò ad osservarla. Ad osservare le sue labbra semichiuse, che ogni
tanto si aprivano e chiudevano sussurando dei numeri.
Notò che
ogni volta che finiva un esercizio si metteva una ciocca di capelli dietro l’orecchio,
che subito dopo ritornava nel posto dove non doveva stare.
Come faceva a far finta di non amarla se ogni volta che non era con lei, il
destino la faceva avvicinare?
sta diventando sempre più difficile
stare attorno a te
ci sono così tante cose
che non riesco a dire
e vuoi che io abbia delle emozioni e
che guardi dall'altra parte?
e non so come fare a stare bene
quando non sto bene, perchè non so
come fermare questa emozione
Troy lo stava
osservando. Se lo sentiva.
Si voltò,
infatti, vide Troy, in coppia con Chad, che lo guardava con uno sguardo
assassino. Se fossero stati nel mondo animale, Troy gli sarebbe salito addosso
e avrebbe vinto.
Però amava
stuzzicare Troy. Forse qualcosa in comune con Sharpay ce lo aveva.
<<
Gabriella >>
<<
Si? >> disse lei, prendendosi una piccola pausa.
Lui non la
guardava in faccia. Però voleva passare del tempo con lei << Ricordami di
offrirti un frappè. Te lo devo dopo tutti questi compiti di matematica per me>>
<<
Guarda che è un piacere per me farli, ah è okay. Intendo per il frappè >>
sorrise un’altra volta.
solo per fartelo sapere,
queste emozioni stanno
prendendo il controllo di me
e non posso farci niente
non me ne starò seduto con le mani in mano
non posso farle vincere, adesso
pensavo che tu dovessi sapere
ho provato al mio meglio a lasciarti andare
ma non voglio farlo, devo risolvere
tutto prima di andarmene
solo per fartelo sapere
Scrisse
altre parole nel suo foglio. Mentre lei riprese i suoi esercizi.
<<
Comunque >> iniziò lei questa volta. Lui alzò il volto e lei continuò
<< cosa stai continuando a scrivere in quel foglio? Pure quando eravamo
divisi ti vedevo pasticciare >>
<<
Niente di che >>
<<
Pensieri? >> suggerì lei, abbandonando proprio del tutto il suo lavoro.
Lui ci
pensò su, poi annuendo lievemente con la testa disse: << Si, pensieri
>>
<< E
io? Li leggerò mai? >>
<< Un
giorno >>
questo senso di vuoto mi sta
uccidendo
e mi chiedo perchè ho aspettato così a lungo
guardando indietro ho realizzato che
è stato sempre lì da dire e
sto aspettando qui, ho aspettato qui
La campanella
suonò.
Finalmente
un altro noioso giorno di scuola finì.
Ryan e
Gabriella si salutarono, mentre ognuno prese i propri fogli.
Uscirono
dall’aula insieme e fuori c’era Troy che aspettava la Mora. Salutò con
indifferenza Ryan, invitandolo a lasciare stare Gabriella (naturalmente lasciando
sottointesa l’ultima parte).
Il Biondo
si allontanò vedendo per l’ultima volta, per quel giorno, Gabriella con la vita
fra le braccia di Troy. Un altro giorno in cui lei non era ancora sua.
Troppo
preso dai suoi pensieri non si accorse che lei lo stava chiamando, perché aveva
trovato un suo foglio forse fatto cadere non proprio per sbaglio.
solo per fartelo sapere,
queste emozioni stanno
prendendo il controllo di me
e non posso farci niente
non me ne starò seduto con le mani in mano
non posso farle vincere, adesso
pensavo che tu dovessi sapere
ho provato al mio meglio a lasciarti andare
ma non voglio farlo, devo risolvere
tutto prima di andarmene
solo per fartelo sapere
Gabriella
era in camera sua mentre mordicchiava la matita, mentre moriva dalla curiosità.
Aveva trovato
un foglio. Ma non un foglio normale, il foglio. Il foglio dei suoi pensieri.
Una parte
di sé voleva leggerlo, Ryan era sempre stato un segreto per lei, ma l’altra
diceva che come buona amica non doveva. Se lui voleva farglieli leggere lo
avrebbe fatto.
“Solo una
riga” pensò e si avvicinò a quel foglio a quadretti sulla scrivania. La lesse,
vide tutte le annotazioni che si era fatto, c’erano delle note.
<< Ma
è… è una canzone. Per me >>
Girò il
foglio. C’era un dedica:
“Era solo per fartelo sapere.
Firmato Ryan”
♥ ~ ♥
La canzone utilizzata è Just So You Know di Jesse
McCartney.
Non mi fa impazzire né la canzone né il cantante, ma la canzone
mi ha ispirato questa fan fiction, che forse non è una delle mie migliori (almeno secondo me).
Come mi posso scusare?
Scritta a casa perché sono ammalata ç_ç