Capitolo
15
Il
suo segreto più
dolce e forse il più imperdonabile
Il Re non si
tolse la maschera, si limitò a camminare verso
di loro, i capelli lisci a incorniciagli l’ovale del viso,
gli occhi cremisi
ardevano.
La musica
continuò a invadere l’aria, nessuno si era accorto
della sua presenza, solo Yuki e Zero, che ora lo fissavano incerti,
avanzare
piano.
Si
fermò a pochi metri da loro, il mantello nero sulle
spalle, un abito elegante sotto di questo.
“Mi
concederebbe un ballo, principessa?” Sussurrò con
quella
voce che Yuki ormai non udiva da mesi.
Zero
afferrò la ragazza per il braccio trattenendola, poi
rivolse lo sguardo viola al purosangue.
La mano di lui
ancora tesa ad afferrare l’aria.
Yuki si
voltò e guardò il compagno, gli occhi color
cioccolato ardevano anch’essi, desiderosi di un consenso.
“Lasciami...Zero”
Disse piano. E lui eseguì i suoi ordini, la
lasciò, con il cuore che gli esplodeva in petto, il sangue
pronto a ribollirgli
nelle vene.
La mano di
Kaname strinse dolcemente quella inguantata di
Yuki, per poi portarsela alla bocca e salutarla con un bacio.
Ballarono piano,
sotto lo sguardo vigile dell’ex-umano.
“Stasera...Dovrò
sporcarmi ancora una volta le mani...” La
voce di Kaname le trapassò le orecchie come una coltellata.
Poi arrivarono
le sue labbra, leggere, a sfiorarle il collo.
“Mi
sei mancata...anche se il tuo profumo si mescola a quello
di lui, è ancora così delizioso...Mia Yuki...o
forse dovrei dire solamente
Yuki” Sospirò tristemente.
La ragazza
sentì lo stomaco svuotarsi, e il cuore desiderare
di implodere, per il senso di colpa che l’affliggeva. Avrebbe
voluto vedere
quell’uomo, quell’amante, quel fratello, felice,
anche senza di lei, avrebbe
voluto vedere la tristezza abbandonare i suoi occhi cremisi, per esser
sostituita dalla gioia, ma sapeva che questa, era strettamente legata a
lei e
alla sua presenza nella vita di quell’antico vampiro.
Volteggiarono
lontano dagli occhi viola di Zero, Kain e Ruka
li osservavano in disparte, le mani di lei strette al grembo dalla
preoccupazione.
“Non
avverrà, questa notte...il culmine del mio dolore
esploderà domani, dolce Yuki, e quest’anima
dannata troverà la sua strada...mi
accompagnerai, in questo viaggio, vero?” Mormorò
sadico, mentre le dita magre
le sfioravano il viso in una carezza quasi impalpabile.
“Ti ho
amata come la speranza...Mia cara” Le sue labbra
fredde si posarono su quelle di lei in un bacio muto.
“Puoi...essere
felice Kaname, rinuncia a questa follia” La
ragazza lo strinse a sé.
“Anche
adesso...non posso sentire il tuo abbraccio” Si
allontanò lui.
Un grido irruppe
dai piani superiori.
“Devo
andare...ma presto ci rivedremo...per l’ultima
volta”
La figura di Kaname sparì nella notte in una nuvola di
sangue, mentre la folla
di vampiri si agitava per il grido di qualche secondo prima.
Yuki rimase ad
osservare il punto in cui Kaname l’aveva
salutata, poco dopo Zero la scosse per le spalle.
“Mentre
ballavate, il sanguepuro è stato ucciso...”
L’avvertì
Zero,
“Si
deve essere sdoppiato...uno dei due ha commesso
l’omicidio”
Imprecò Hanabusa livido.
“Mentre
ballavate, vi ha distratto...” Continuò.
“Fin
dove ti spingerai, Kaname...”
Mormorò Yuki inginocchiandosi per terra, gli occhi colmi di
lacrime rabbiose,
una mano a stringersi il ventre.
“Yuki...cosa
ti ha detto?” Le chiese Zero scuotendola.
“Niente...”
Rispose lei sedendosi sul grande letto della
camera d’albergo dove alloggiavano.
“Non
mentirmi” La rimproverò il ragazzo facendosi
più vicino.
“Domani...la
fornace sarà pronta, Kaname me lo ha
confermato...” Piangeva a dirotto, stringendosi nella camicia
da notte.
“Lo
fermerò, fosse l’ultima cosa al
mondo...” Si disse Yuki
rimandando alla mente i momenti felici della sua infanzia, quegli
attimi privi
di dolore e di follia.
“Domani
all’alba partiremo, so dove il Re attende silenzioso
il ritorno della regina che lo tradì...”
Sussurrò piano.
“E se
fosse una trappola, se volesse solamente ucciderti? Non
ci hai pensato, Yuki?”
“Se
anche fosse così, andrei lo stesso...non dovresti
seguirmi...sai?” Disse con gli occhi lucidi.
Ma Zero la
zittì con un bacio.
La ragazza
rispose a quel dolce ritrovarsi con foga, per un
attimo il cuore le sembrò stranamente pesante, mentre le
pulsava nel petto, per
quell’attimo che le parve eterno si sentì come
doveva essersi sentita Rose la
sua ultima notte con Kaname. Percorse con le labbra il collo candido di
Zero,
lasciando scie umide con la piccola lingua. Era assetata di lui, del
suo
sangue, del suo inebriante odore.
Lo morse, come
ormai era sua abitudine e sua gioia, bevve i
suoi sentimenti con avidità, penetrando la carne con i
canini, odiando con i
pensieri la loro razza maledetta.
Zero la
sdraiò sul materasso, le baciò la fronte, il
mento
liscio, dove un rivolo di sangue colava giù dalle labbra
rosse, le sfilò la
camicia da notte a forza di carezze e di piccoli morsi, su quella pelle
che poi
leccava piano. Si fece strada tra il suo seno ora più
rotondo, più pieno, e poi
su quel ventre che lei si coprì con le mani per poi prendere
il viso del ragazzo
tra le mani e portarlo verso il suo, rosso di desiderio.
Lo
spogliò frenetica, abbassandogli i pantaloni di quella
tuta di fortuna con la quale avrebbe dormito, lo cercò
velocemente, guidandolo
verso di sé, allargando un poco le gambe per avvinghiarle
alla schiena di lui.
“Ti
amo Zero...” Ansimò mentre si spingeva contro il
ragazzo
unendosi al suo corpo, le mani strette al bacino di lui, che la
guardò stupito
e appagato per il calore che lo avvolse.
“Yuki...”La
richiamò piano, con un sussurro all’orecchio,
mentre i suoi movimenti si facevano man mano più sostenuti.
Si chiese
cos’era, quel suo cercarlo disperatamente, quel suo
averlo fatto suo senza neanche spogliarlo completamente, come era
solita
fare...Aveva realmente così paura?
Con
l’aiuto di quelle mani esili, tremanti di piacere
lasciò
cadere la maglia a terra, i pantaloni gli scivolarono al di sotto delle
ginocchia, ma li ignorò completamente, quando la lingua di
lei trovò il suo
petto, il suo collo, la sua bocca.
“Mordimi
ora...” Sospirò, mentre con il bacino lo invitava
a
muoversi, ad amarla con più ardore.
Zero
eseguì quell’ordine, e il sangue di lei gli
fluì in bocca
caldo, buono, come le sensazioni che stavano provando i loro corpi
allacciati
Mostri e umani
allo stesso tempo, mentre quei due diversi
piaceri si mischiavano ed esplodevano in sospiri.
Yuki
inarcò la schiena e ricadde sulle lenzuola come un filo
d’erba appesantito dalla rugiada.
Un sorriso dolce
ondeggiava sul suo viso rosso di piacere,
mentre le sue dita si appropriavano dei capelli argentei di Zero, che
umidi di
sudore gli sporcavano la fronte come fili luminosi.
“Ti
amo...” Le disse accoccolandosi sul suo petto. Lei
annuì,
con quel sorriso ancora sul volto rilassato, un sorriso gentile, quasi
materno
su quel corpo ormai di donna.
Il ragazzo si
addormentò così, tra le braccia
dell’unica
donna che avrebbe mai potuto amare, amica d’infanzia, amore
illecito durante l’adolescenza,
unico desiderio di ogni notte oscura, passata a tormentarsi nella sua
stanza,
unica salvezza.
Quando si
svegliò Yuki non c’era più, al suo
posto un
lenzuolo stropicciato, l’odore del loro amore consumato.
La paura gli
attanagliò lo stomaco, rivisse mentalmente gli
ultimi momenti, il loro prendersi disperatamente, quel sonno agitato,
le mani
di lei che lo sfioravano durante la notte appena passata.
Avrebbe dovuto
immaginarlo, Yuki non avrebbe mai permesso al
fratello di ferirlo. Era andata da sola, testarda come era sempre
stata,
preferiva esser l’unica a morire, piuttosto che veder perire
anche lui.
“Stupida,
dannatissima Yuki” Imprecò, le lacrime agli occhi.
Cercò
di immaginare quale fosse il luogo dove Kaname la
attendeva silenzioso e letale, ma non gli venne a mente niente, se non
le
parole della ragazza la sera precedente.
“So
dove il Re attende silenzioso il ritorno della regina che
lo tradì...” Ripeté piano,
più volte come una filastrocca impazzita.
“La
villa dei Kuran, il palazzo del Re...” Mormorò.
Si
infilò gli abiti, carico la Bloody
Rose e corse fuori dall’albergo in un istante.
La villa era
bella come sempre, ma sembrava più antica, quasi
sola, con quel giardino dall’erba troppo cresciuta, e i
cespugli incolti. Yuki
oltrepassò la soglia di quella che un tempo aveva chiamato
casa, e condiviso
anni prima con i suoi veri genitori, e poi con quel fratello che aveva
vissuto
silenziosamente come un amante.
Gli stivali
zuppi di pioggia risuonarono sul pavimento di
marmo, lasciarono impronte umide che si mischiarono alla polvere.
In pochi mesi
quel luogo sembrava come morto, ammuffito,
senza le loro presenze a riempirlo.
Il Re la
attendeva, seduto sul suo trono, nella stanza più
remota del palazzo.
Scese ai piani
inferiori, per entrare in quella che da sempre
era stata la stanza dei ricordi dolorosi, le quattro mura che
contenevano il
sarcofago dove per secoli aveva riposato il capostipite dei Kuran, in
attesa
del risveglio.
Aprì
l’enorme porta di legno scuro, che cigolò sotto le
sue
dita esili.
Artemis sembrava
farsi più pesante ad ogni suo passo, come
una condanna letale appesa alla sua gamba.
Si fece forza,
stringendosi il ventre con una mano, poi
entrò.
Bello e
terrificante come un dio vendicativo. Sedeva sul
coperchio di quello che era stato il suo giaciglio di pietra per forse
un
millennio o più, il Re impazzito.
Le sorrise, e i
canini spuntarono oltre le labbra disegnate e
perfette. Era pallido, la pelle del volto le parve antica, polverosa
come
quella stanza.
I capelli gli
cadevano sugli occhi cremisi in rivoli di seta
disordinati.
“Fratello”
Lo salutò lei, chiudendo la porta alle sue spalle.
Lui la
fissò in silenzio, un sorriso triste, il suo, sorriso
triste a dipingere una maschera di dolore sul bel volto.
“Ti
ordino di interrompere questa follia...” Mormorò
avanzando verso di lui.
Ma Kaname non
rispose, si limitò a sfiorare con le dita
affusolate il coperchio della bara di pietra, con malinconia nostalgica.
“Rido,
non avrebbe mai dovuto svegliarmi dal mio
sonno...un’eternità
di buio mi avrebbe protetto da tanto dolore...”
Annunciò serio.
“Tu...puoi
essere felice...anche senza di me” Gli spiegò
Yuki.
“E
come?” Chiese innocentemente lui, alzando lo sguardo,
l’espressione
perplessa e stupita, alla ragazza ricordò un bambino
sinceramente curioso.
“Tante
persone ti amano, e ti hanno amato...io stessa ti amo
come un fratello...Ruka, Hanabusa...ti amano e morirebbero per
te...ferma
questa follia” Quasi gridò, la voce ora rotta dal
pianto.
“Oh,
Ruka...l’ho usata, quando era una ragazza sai?
Perché non
potevo avere il tuo
sangue...”
Bisbigliò duramente.
“E
anche dopo, quando avresti potuto essere mia, quando avevi
giurato che non mi avresti mai abbandonato...dopo che in silenzio per
mesi, ho
fatto finta di non vedere le ferite che l’altro infliggeva
sul tuo bel collo,
neanche allora sei stata mia...” Continuò
addolorato.
“Che
senso ha...adesso...vivere? Rose, tu capiresti?”
Domandò
fissando l’arma di Yuki.
“Rose...non
vorreb...” La ragazza fu interrotta dallo sguardo
truce di lui.
“Dov’è?”
Domandò.
La ragazza
tremò, nel ricordare il volto di Zero, il bacio
che gli aveva dato a fior di labbra per non svegliarlo mentre con una
carezza
da vampiro permetteva alla sua mente di riposare quelle ore in
più che le
avrebbero dato il tempo di fuggire senza di lui.
“Sono
venuta da sola...” Disse titubante.
“Oh
no...non sei da sola, mia dolce Yuki” Pronunciò
quelle
parole con un tono che alla ragazza parve stranamente gentile.
“Dimmi...Dove
credi che sia, il padre del bambino che porti
in grembo?” Sentenziò a voce altissima.
Il
suo segreto più
dolce e forse il più imperdonabile, svelato
duramente, come la più grave delle colpe.
Yuki pianse,
poggiando le mani su quel piccolo ventre di
giorno in giorno sempre più rotondo.
Angolino
dell’autore folle:
Siii un piccolo
Zerino!! Come reagirà Kaname, cosa accadrà?
Dov’è
finito Zero, il neopapà? Ahaha Kaien adorerebbe un nipotino!
Il
prossimo probabilmente sarà il capitolo finale...Spero
che questa
storia vi sia piaciuta, e che non vi abbia annoiato con
l’andar del tempo,
spero anche che il finale che verrà non vi deluda e che un
minimo vi trasmetta
una qualche emozione di ogni genere J
Aspetto ansiosa
i vostri commenti.
Un bacio a tutti
voi!
Allyn,
emozionata per il finale che dovrà scrivere e che ha
già in testa