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Autore: Osage_No_Onna    12/03/2013    0 recensioni
[Slash://]
[Slash://][Slash://]Salve a tutti... premetto che per capire bene questa raccolta di One-shot bisogna aver letto prima "Invisibile e Libera", scritto da me.
Tomoya è tibetano, allegro, spiritoso, si gode la vita e vive a contatto con la natura. Yumiko è italo-giapponese, sensibile, seria e malinconica, prende tutto molto sul serio e sembra non appartenere a questo mondo. Potrebbero essere due ragazzi più diversi? Forse no, ma forse è proprio per questo che tra loro due sboccia un' amore tenero e protettivo. Sono storie narrate in terza persona nei quali risaltano i sentimenti dei due ragazzi. Non sono in ordine cronologico, vale a dire che, quando ho finito una storia, la pubblico!
A voi il giudizio!
-Puff
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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 Is that a dream?

 
Beep, beep, beep…
Un vociare confuso.
Rumore di ruote sul pavimento.
Strane luci al neon, come quelle di un’ ospedale.
Un leggero odore di disinfettante.
Un tepore confortevole.
Qualcuno che tira su col naso.
Il suo corpo steso in orizzontale.
Ricorda poco di quello che era successo.
Una notte senza luna.
Un colpo secco di bastone, sulla nuca.
Il grido disperato di un ragazzo.
Poi più niente. Il buio totale.
“Oneesan!”
“Dove sono?”pensa lei confusa. Si sente debole e continua a girarle la testa. Sa che è viva, ma quello che ha potuto intuire in quel lasso di tempo nel dormiveglia l’ ha sconcertata. Non vuole riaprire gli occhi.
“Oneesan! Si sta riprendendo!”
Un coro di voci emozionato e qualcuno che si avvicina al vetro, poggiandoci la mano sopra.
Mitai…mitai…mirai.
Riapre gli occhi. È in coma, il corpo ancora debole, la tunica bianca. Dodici persone la attorniano. Le riconosce tutte e accenna un debole sorriso.
Sadako scoppia poco dignitosamente a piangere, mentre Letizia abbraccia suo padre Dario. Urara si commuove e si asciuga una lacrima con il dito medio.
“Oneesan!”
È Stephan che la chiama, felice. Usa il soprannome Oneesan, strano. Non usava Puella in Somnio?
Yumiko alza lo sguardo e vede una mano dorata appoggiata sul vetro. Non ha dubbi, è Tomoya. Lui non è commosso e non si lagna, non ride, le sorride e basta, un bellissimo
Sorriso che sembra dire: “Finalmente sei tornata tra noi, non vedevo l’ ora.”
Anche lei allunga la mano verso il vetro. Sente il calore della mano del ragazzo attraverso il vetro e sorride ancora di più. Stephan non regge e si commuove anche lui. Muhammad gli lancia uno sguardo significativo, dato che il biondo australiano si è rifugiato dietro di lui.
“She does it! What a lucky girl!” L’ inglese americano di Isaia, il losangelino. Quando era emozionato, con lei, ritornava all’ inglese, anche se con gli altri si era abituato a parlare in italiano.  Non l’ ha sentito bene attraverso il vetro ma ha letto le labbra.
Arriva un’ infermiera pallida e bionda, la fa uscire. Yumiko muove qualche passo incerto, ma poi raddrizza la schiena e cammina a testa alta. Sembra che in quella ragazzina dai capelli sciolti e le membra esili si fosse reincarnata una regina, e tutti coloro che erano presenti nella stanza la guardavano con ammirazione, stupiti che una ragazzina si riprenda così velocemente dopo parecchie ore di coma.
La visita dal medico con alcuni esercizi di riabilitazione dura tre quarti d’ora. Tre quarti d’ ora in cui Yumiko è costretta ad alzarsi, a riabbassarsi, a muovere il braccio, la gamba, il collo. Era sana e si muoveva perfettamente, aveva ancora la grazia e l’ elasticità acquistata in nove anni di pattinaggio.
“La paziente non ha subito traumi, quindi può essere dimessa oggi stesso.”Il dottore dal camice bianco sorride alla madre della ragazza, in tailleur bianco e la sciarpa azzurra al collo. “Ma ci stia attenta, non si può mai sapere.”
L’ incontro si chiude con una stretta di mano. Yumiko esce dallo spogliatoio: agli occhi di tutti è più bella del solito. Porta una maglia azzurra e uno scialle bianco appuntato da una spilla a forma di fiore. Il pantalone, fermato da due elastici vicino alla caviglia, è di un blu quasi grigio, mentre ai piedi porta degli stivali scamosciati con un fiocco di cuoio, bassi, insoliti a vedersi ai suoi piedi che calzano solamente scarpe da ginnastica o ballerine, ma ugualmente belli.
Sorride. Quel sorriso un po’ triste che una volta aveva attirato l’ attenzione di tutti.
Tomoya le corse incontro e l’ abbracciò. Era bello averla di nuovo fra loro, stingerla tra le proprie braccia: la sua preziosa giapponesina era di nuovo con lui. Era mancata a tutti, terribilmente: le giornate sembravano vuote senza la sua voce, senza i suoi disegni e i suoi discorsi, così saggi ma allo stesso tempo interessanti.
Yumiko chiude gli occhi e la realtà intorno a lei svanisce.
“Oneesan, svegliati…”
Ma come, non si era già svegliata? In effetti vede ancora l’ oscurità. Riapre gli occhi: strano, è in verticale e la coperta è gialla. Non era blu?si chiede confusa. Il libro L’ isola sotto il mare sul letto. Gli stivaletti scamosciati a terra, ordinatamente l’ uno di fianco all’ altro. La coperta ce l’ ha avvolta sopra alla vestaglia azzurra. E allora cos’ è quel tessuto giallo?
“Oneesan, finalmente ti sei svegliata. Hai fatto una bella dormita, sono quasi le cinque.”
“Tomoya?... Ma non ero in coma?”Yumiko è sconcertata: quello quindi era solo un sogno?
Lui la tiene stretta sé e la riscalda piacevolmente. È bello sentire il calore del suo corpo, specialmente a più di tremila metri d’ altezza e con un temporale a dir poco interminabile.
Lui ride leggermente. “Mi sa che sei ancora nel mondo dei sogni. Siamo in Tibet e sono le quattro e cinquantotto del pomeriggio. Ti sei addormentata mentre leggevi il libro, verso le due. I tuoi non sono ancora tornati. Dai, vieni in cucina, ti offro i t’o.”
Yumiko prende la mano al suo angelo tibetano e docilmente si lascia condurre nella cucina.
Fortunatamente, quello del coma era stato solo un sogno.
Ma era certa che niente avrebbe potuto scalfire l’ amore profondo che si era instaurato tra lei e Tomoya.


Angolo dell' Autrice
Good Afternoon Folk! Vi ho voluto lasciare questo racconto (finito da tipo due secoli e che stava ancora a marcire nella mia penna USB "Cocchy") così per sfizio, ed anche perchè qui il tempo fa pena, proprio come nel racconto. Ed inoltre io devo andare a fare latino, cosa decisamente piacevole da fare in un piovoso martedì pomeriggio. Eh sì, la calma mi rimbambisce.
Lasciate un parere a questa storia, eh?
Ci conto. Siate clementi...
See you!
-Puff
 
 
   
 
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