DIN DON
DAN DON… DAN DON DIN DON
Era un normalissimo pomeriggio di fine primavera, proprio in quel momento si
udiva il suono della campana scolastica che ricordava a tutti gli alunni il
momento dell’uscita di scuola. In pochi secondi il cortile di una di queste si
ghermì di giovani che uscivano dal cancello principale
chi correndo chi camminando…
Prof: Sparrow, prima che vai via vorrei parlarti…
In una classe una ragazzina del primo anno, quindi appena approdata alle scuole
medie, era stata bloccata dalla professoressa di letteratura cinese per un
motivo ancora a lei sconosciuto. La prof sembrava appena uscita da uno dei suoi
libri dal modo in cui parlava e dalle sue stravaganti idee. Si mise davanti
alla ragazza che la guardava con sguardo impaziente misto scocciato e si alzò
gli occhiali ovali dopo aver chiuso a chiave la porta per evitare fughe.
Prof: sin dai tempi più antichi gli esseri eretici, ovvero figli di un unione negata, hanno occhi dorati e sono portatori di
grandi sventure… - la prof. Che mentre pronunciava le parole aveva dato le
spalle alla ragazza si girò di scatto non trovando nessuno, girò gli occhi e la
vide saltare dalla finestra su un albero li vicino.
Rei: scusi professoressa, ma se vuole fare una lezione non ne ho bisogno di
private! E poi ho altro da fare!
Detto questo con un’agilità quasi felina scese dall’albero e si mise a correre
insieme alla mischia di ragazzi come lei…
Prof: accidenti! Quel demone mi è scappato di nuovo!
La ragazzina rispondeva al nome di Rei Sparrow, era per metà americana a causa
del padre ma viveva in Giappone con i suoi e suo fratello.
Era molto carina anche se ancora doveva svilupparsi completamente data la sua
giovane età di tredicenne, aveva lisci capelli neri scalati fino a metà spalla
e come fari sul viso risaltavano due occhi color dell’oro. Non sapeva da chi li
aveva ereditati, sua madre aveva gli occhi grigi e suo padre azzurri.
Per quanto riguarda il carattere era tutto l’opposto
del suo fine aspetto: arrogante, menefreghista, scorbutica, asociale ma senza
volerlo una leader naturale e carismatica. Aveva anche dei pregi però: sapeva
capire le persone al volo anche dal solo movimento di un muscolo del viso ed
inoltre era di sicuro la più brava degli alunni del primo anno. Ma non perché
si buttava sui libri da mattina a sera, nei test tirava a
indovinare e godeva di un’ottima memoria e intuito…
Finalmente arrivò a casa. Viveva in un tempio scintoista protagonista di
tantissime leggende soprattutto il grande Dio albero che vi era al centro del
giardino. Di corsa entrò in casa salutando la nonna e lo zio Souta
Rei: ciao Zio! La mamma è tornata?
Chiese impaziente
Souta: Kagome dici? No dovrebbe essere qui a momenti!
Rei: ok! I’m going to change me the suits before her arrive!
Souta:
non parlare con me in inglese che non capisco niente!
Rei: Sorry! I won’t it anymore! Stupid
uncle!
Souta: smettila! Mi
dai su i nervi!
Rei scappò in camera sua dove si vestì con una
maglietta larga e un paio di pantaloncini di jeans. Appena ebbe il tempo di
distendersi sul letto sentì delle voci dall’ingresso.
Quella che faceva più baccano di tutte era infantile e
la conosceva fin troppo bene… si alzò di scatto dal letto, dalla cartella prese
un foglio di carta e sparì correndo come una pazza oltre la porta.
Rei: mamma!! Guarda un po qui!
La donna che aveva davanti era sui 32 anni con i capelli lunghi, neri. Nero era
anche il suo vestito, una giacca e una gonna corta tutto faceva contrasto con
la sua pelle chiara e il rossetto rosso.
Ciò che porgeva la ragazza alla madre era un foglio
con su scritti dei numeri a mano.
Rei: guarda e ammira! Sono praticamente un genio!!
Hahaha guarda anche tu moccioso!
Disse rivolgendosi al suo fratellino di soli sette anni
castano chiaro e occhi azzurri che la guardava interdetto. La donna si mise a
guardare il foglio con sguardo attento lanciando di tanto in tanto delle
occhiate alla figlia la quale era sicurissima di se.
La donna sospirò
Kagome: per questa volta Rei ti sei salvata… ti avevo
promesso il ristorante e ristorante sarà! Dopo una pagella del genere!^__^
Rei: Yuppy! ^.^
Kagome dopo aver salutato la figlia si diresse verso una stanza che una volta
era degli ospiti, aprì la sua borsa e ne tirò fuori un pacco di fogli. Kagome
nella vita aveva scelto di fare l’insegnante e lavorava come docente di
giapponese nell’istituto superiore privato Seirin.
Kagome: cominciamo!!
Disse con allegria, nonostante il fato le aveva tolto una delle due persone a
cui teneva di più non aveva perso il suo solito entusiasmo che aveva da
ragazzina e sforzandosi di non pensare a gli occhi da
cucciolo della sua bambina troppo simili a quelli di…
Scosse violentemente la testa, da quel giorno erano passati tanti anni. Da quel
giorno che non era riuscita più ad attraversare il
pozzo… aveva aspettato… invano… lui non era più venuto a prenderla. Che avesse sigillato il pozzo? Che
non provasse più per lei… amore? Qual è la verità? Troppe domande senza
risposta si accavallavano nella sua mente… ma non era una cosa nuova… ciò
accadeva ormai da parecchi anni. E ogni volta che
accadeva cadeva come in trans eppure per un breve periodo aveva dimenticato, o
almeno ci aveva provato… aveva trovato un uomo che lo aveva in parte
sostituito. Ogni volta che guardava l’uomo che aveva sposato, Jack Sparrow (il
nome non ha niente a che fare con il peronaggio de “La maledizione della prima
luna”), vedeva un uomo alto che ispirava sicurezza con i capelli neri e gli
occhi color ghiaccio… aveva perennemente il sorriso sulle labbra e la cosa più
importante era che l’amava talmente tanto da accettare una figlia non sua…
Naturalmente la ragazzina era completamente all’oscuro di essere
qualcosa di più che un normale essere umano…
Kagome: ma cosa stò facendo?
Disse la donna risvegliandosi dai suoi pensieri
Kagome: *devo smetterla di pensare a questo, ora vivo solo di ricordi…* devo
correggere i compiti in classe di quegli analfabeti dei miei alunni!
Si convinse energicamente rimettendosi a lavorare per poter finire in tempo. Quando uscì da quella stanza era esausta ma non aveva tempo
per riposarsi perché la sua famiglia l’aspettava impaziente davanti alla porta
per andare al ristorante. La serata passò senza troppi intoppi con la cena a
base di pesce. Quando arrivarono a casa avevano la
pancia troppo piena e andarono a dormire.
Kagome aveva un letto stile occidentale che condivideva con Jack. Lentamente si infilò sotto le coperte e spense la luce. Mentre stava
per prendere sonno sentì un rumore provenire dal giardino con
a seguire delle imprecazioni di una voce familiare…
TU TUM (cuore)
Kagome: *no, non può essere lui… qualcuno che la voce gli somiglia… è
tecnicamente impossibile che sia venuto!*
Non finì di formulare un altro pensiero che sentì che quel qualcuno si stava arrampicando
su un albero, la donna si avvicinò a Jack per svegliarlo ma non ne ebbe il
tempo perché l’uomo misterioso era entrato dalla finestra lasciata aperta. L’uomo si mise ad annusare in giro, ormai Kagome non aveva più
dubbi…
…: Ka-kagome?
Kagome: Inuyasha?