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Autore: expectopatronum7    13/03/2013    1 recensioni
C'era un ragazzo sotto quell'albero. Capelli neri rasati ai lati e un ciuffo ribelle. Aveva una bella pelle olivastra, un viso con contorni poco marcati ed un leggero filo di barba. Nelle orecchie erano inserite due cuffiette. Ellen lo fissó per un poco, ancora con le lacrime agli occhi, quando il ragazzo si girò verso di lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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C'era un ragazzo sotto quell'albero. Capelli neri, rasati ai lati e un ciuffo ribelle. Aveva una bella pelle olivastra, un viso con contorni poco marcati ed un leggero filo di barba. Nelle orecchie erano inserite due cuffiette. Ellen lo fissò per un poco, ancora con le lacrime agli occhi, quando il ragazzo si girò verso di lei.
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Ellen e Mark litigavano sempre, e negli ultimi periodi tra loro non esisteva un giorno di pace. Ma quell'ultima litigata aveva segnato il loro destino di coppia.
 « Vai da lei adesso, non voglio più vederti » gridava Ellen piangendo, all'ombra di un albero del parco.
 « Ellen, mi ha baciato lei! » si difese Mark.
 « Credi che non sappia che state insieme, voi due? Basta, addio! » concluse la ragazza, scappando.
 « Ellen.. Per favore, aspetta! » Mark tentò invano di fermarla.
Ellen correva sfogando la sua tristezza, correva senza guardare avanti, senza una meta.
Continuò per circa mezz'ora quando si accorse, nel panico, di non avere idea di dove si trovasse. Si era persa.
C'erano un prato e degli alberi, così Ellen, distrutta, si sedette per terra decisa a fissare avanti a se.
Decise di aspettare un pò in quel posto per calmarsi,
dato che erano ancora le 9.30 di mattina e non andava più a scuola.
Ellen era una sedicenne orfana, inglese, che viveva con il suo fratello maggiore, Josh.
La sua situazione economica non era delle migliori, così decise di abbandonare gli studi per andare a lavorare in un fast-food.
Era una ragazza molto graziosa, carnagione chiara, capelli tendenti al nocciola e occhi verdi.
Dopo circa 10 minuti si guardò intorno e con gran stupore notò una persona con la testa appoggiata al tronco di uno di quei tanti alberi.
C'era un ragazzo sotto quell'albero. Capelli neri rasati ai lati e un ciuffo ribelle. Aveva una bella pelle olivastra, un viso con contorni poco marcati ed un leggero filo di barba. Nelle orecchie erano inserite due cuffiette. Ellen lo fissò per un poco, ancora con le lacrime agli occhi, quando il ragazzo si girò verso di lei.
Ellen fece per distogliere lo sguardo, alzarsi ed andarsene, quando il ragazzo, notando le sue lacrime si alzò e si avvicinò a lei.
La guardò per un attimo e poi disse « Problemi d'amore, vero? »
Ellen annuì.
« Scommetto che il tuo ragazzo è un idiota che ti ha tradita. » continuò.
« Si,no.. Cioè, come.. Come lo sai? » gli chiese Ellen sconvolta.
« Te lo leggo negli occhi. Ed ho anche notato che ti sei persa, sù, vieni » disse e l'aiutò ad alzarsi.
Dopodichè gli tese la sua mano « Mi chiamo Nicolas e ho 17 anni».
« Io sono Ellen e ne ho 16» rispose, accennando un sorriso.
Nicolas sorrise a sua volta, un sorriso tenero. Ellen non aveva notato i suoi occhi, erano meravigliosi.
Neri, grandi, profondi ed incorniciati da due lunghissime ciglia scure, e il suo primo, stupido pensiero fù 'occhi da cerbiatto'.
« Dove ti accompagno? » chiese Nicolas.
« Sto vicino al parco » rispose Ellen.
Camminarono per un pò quando Nicolas disse « Non starci male, passerà. Io non ho avuto nessuna ragazza, ho sempre avuto paura di innamorarmi e soffrire. Non ,c'entra nulla ma voglio dirti che sono orfano» sospirò.
Ellen gli rispose « Mi dispiace »  «È quello che dicono tutti » le spiegó Nicolas.  « Beh, anc'io sono orfana » confessó. Nicolas la guardó, asciugandole una lacrima.
Ellen sorrise dicendo « Mi hai tirato su il morale, grazie davvero.. Siamo arrivati »
« Beh, Ellen, mi ha fatto piacere conoscerti. Spero che ci rivedremo » la strinse in un breve, timido abbraccio che piacque molto ad Ellen.
« Ci si becca, occhi di cerbiatto » si congedò Ellen, ridacchiando.
« Com'è che mi hai chiamato? ».
« Occhi di cerbiatto » rispose. Dopodichè aprì la porta di casa, rivolse un ultimo sorriso a Nicolas ed entrò. Si appoggiò alla porta e chiuse gli occhi, pensando a Nicolas.
Era possibile che dopo un'ora passata insieme si fosse innamorata?




expectopatronum7's corner.
Ehi ehi ehi ehi! Eccomi di nuovo con un'altra storiella tenera tenera. Beh, l'inizio non è granchè, ma spero di riuscire a fare di meglio.
Per favore recensite! Ho bisogno di consigli!
Beh, non vi rompo più.
Un abbraccio coccoloso C:


  
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