Driiiiiiin!
Con un tonfo, la mano così poco delicata di Soul scaraventò la sveglia contro la parete per l’ennesima volta.
Il ragazzo era decisamente nervoso: aveva passato una notte insonne, passando dal letto, al frigo, al bagno. Aveva cercato in tutti i modi di dormire, ma il suo corpo semplicemente si era rifiutato di stare fermo. Risultato: i suoi capelli folti aveva preso una piega alquanto imbarazzante, gli si erano formate due occhiaie blu da far paura, e, ciliegina sulla torta, aveva tutti i muscoli indolenziti.
“Tutto ciò è molto poco fico.” grugnì, sforzandosi di alzarsi dal letto. Trascinandosi penosamente come uno zombie, raggiunse la cucina dove Maka stava preparando un’omelette.
“Buongior…” disse la ragazza, prima di voltarsi “Oh mio Dio, Soul! Che ti è successo? Sei irriconoscibile!” Lasciò perdere i fornelli e si avvicinò all’amico con un’espressione preoccupata che le dipingeva il volto.
“Senti, lascia perdere, ok?! Sono già abbastanza nervoso, non ti ci mettere anche tu…” Sollevò la sedia e si mise seduto, massaggiandosi le tempie mentre Maka attaccava a parlare, ipotizzando sul perché non fosse riuscito a dormire.
Ma lui sapeva il motivo per cui aveva passato la notte in bianco, ed era proprio lì, in piedi davanti a lui che gesticolava freneticamente. Aveva pensato tutto il tempo a Maka, al rapporto che avevano instaurato, al legame che condividevano da molti anni, ormai. Se l’era immaginata lì, accanto a lui, intenta ad accarezzargli i capelli per farlo addormentare, nascondendo la rabbia che provava mentre osservava la sua lunga cicatrice. Se l’era immaginata con un vestito a fiori che correva in mezzo ad un campo fiorito, sorridente, e lo invitava con un solo sguardo a seguirla. Tutti questi pensieri lo avevano attanagliato per l’intera notte, e non se ne capacitava.
“Soul!” la voce di Maka lo riportò alla realtà “Mi stai ascoltando?”
“… Sento puzza di bruciato…”
“Oh cavolo, me ne ero completamente dimenticata!” esclamò la ragazza correndo a spegnere il gas, e, nel farlo, urtò con il gomito la saliera, che si riversò sul pavimento all’istante. Con uno scatto repentino venuto da chissà dove, Soul allungò la mano per raccoglierla, quando le sue dita incontrarono quelle di Maka. Alzò lo sguardo. Erano faccia a faccia, vicinissimi, e si guardavano, si scrutavano come per cercare di leggere l’uno la mente dell’altra. Per un istante, gli occhi verdi della ragazza brillarono di una luce diversa, sorpresa, forse speranzosa o desiderosa. Ma subito dopo abbassò lo sguardo, imbarazzata, alzandosi mentre le guance le si arrossavano vistosamente. “Sbrighiamoci, o faremo tardi a scuola.” mormorò.