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Autore: Romanova    13/03/2013    2 recensioni
Loki e Clint.
Un dio non abbandona così facilmente la coscienza di un uomo con cui ha condiviso tanto, nel bene e soprattutto nel male.
Aggiungiamoci i Muse e un momento di fragilità di Loki.
Ci sono cose a cui puoi porre fine solo col compromesso e Clint lo imparerà a sue spese.
Loki è il maestro del compromesso, non gli si può sfuggire.
Mai.
"Tu non pensavi di legarti a me, volevi solo legarmi a te!"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Qualcuno sostiene che i cuori possono esplodere, ma i cervelli spesso ci vanno molto vicino.
Un Dio s’è preso il suo Io e relativi componenti usandoli come se fossero maracas e scacciare una simile presenza dalle soglie della propria anima, dal luogo in cui risiedono i propri desideri più profondi, i desideri più inconfessabili  è possibile, ma il prezzo è alto.
Annaspa alla ricerca d’aria.
Lo sente parlargli con una chiarezza impressionante, gli racconta che sotto il suo comando non avrà  nulla di cui preoccuparsi, niente da temere.
Lui lo avrebbe protetto, lo ha protetto.
E la cosa più inconcepibile per Clint è la  sincerità che trasuda da ogni singola parola che sente.
Sotto Loki per lui non esiste il dubbio, niente di cui curarsi.
Deve imporsi di resistere.
“Andiamo agente Barton, non potrà opporsi in eterno, lo sappiamo entrambi”.
Si morde a sangue le labbra.
Non è scemo, ma che diamine: cosa potrebbe aiutarlo a opporsi in modo più irriducibile di quanto non stia già facendo?
“Lei non mi sembra una persona a cui si possa applicare la definizione di irriducibile né tantomeno quella di oppositore, agente Barton” si sente schernire.
In Clint monta la rabbia.
“Raffreddiamo i bollenti spiriti, suvvia. Lei è sprecato come Vendicatore e la sua miserrima volontà non le consentirà mai di cacciarmi dalla sua coscienza”.
Occhio di Falco insiste, si porta le mani alla tempia: è disposto a farsi esplodere il cranio, pur di non sentirlo più e di non sentire tutti gli errori, tutte le cose giuste che Loki sta dicendo su di lui, l’umanità e i suoi confusi, piccoli e adolescenziali sentimenti.
“Francamente mi dispiacerebbe dover raccogliere le sue cervella, anche qualora  i Vendicatori me lo permettessero”.
Basta, silenzio!Per favore! E poi cosa c’entrano i suoi sentimenti?
Il dio ghigna.
“Come ti ho già detto, non ti libererai mai di me proprio per quello che è successo, Clint”.
Chiamarlo per nome è un colpo veramente basso.
Non è successo nulla fra di loro, è stato un solo rapido sfiorarsi di labbra nato da un momento di fragilità, quindi sono e devono essere stati solo la sua magia e il contesto a spingerlo a non rifiutare quel contatto intimo.
Perché è successo è un mistero: Loki ne aveva voglia?Clint non ha saputo opporsi?
Certo che non s’è opposto, era un servo fedele e ubbidiente.
E’ stato solo un capriccio del suo padrone?A quel pensiero il petto gli manda una fitta di dolore lancinante.
“Ho i miei momenti no, lo confesso: direi che però sarebbe ingiusto attribuirmi tutto il merito”.
Oh, basta, qualcuno che lo faccia tacere non c’è?
Occhio di Falco si prende la testa fra le mani, respirando forte.
Loki ride nella mente dell’agente.
“Ma davvero sei così ottuso?Non me ne andrò mai perché tu non vuoi che io me ne vada”.
“Lo hai fatto per quello?”
“Sono il dio dell’inganno”.
“Sappi che quando ti rivedrò, la prima freccia nei tuoi occhi sarà la mia” sibila il Vendicatore.
“E intanto non stai nemmeno provando a scacciarmi dalla tua anima” fa notare prosaico lo Jotun.
E’ stanco, è maledettamente stanco e per salvare la Terra c’è poco tempo.
“Lottare è un inutile spreco di energie”.
“Tu mi hai baciato e ora non riesco più a guardare Natasha allo stesso modo!” gli urla.
“Ho fatto colpo, che gioia” risponde pungente Loki.
“Mi hai rovinato la vita!”
“Come se fosse la Signorina Romanoff il problema e non il fatto che con me stavi bene, ma hai paura di ammetterlo” obietta pacatamente Loki:  sapeva che trattenere Clint sarebbe stato difficile, specie dopo l’intervento della Vedova Nera, ma vuole provare comunque.
“C’è un modo per non averti perennemente a torturarmi?Qualunque cosa... Per favore...”
Pallido e sudato per la lotta, sta iniziando a perdere un rivolo di sangue dal naso.
“Smetti di lottare e guardati allo specchio, tu che hai occhi che possono rivaleggiare coi miei”.
Clint obbedisce seppur con uno sforzo fisico notevole.
Gli viene da pensare che è un bel complimento, quello che ha appena sentito, anche se fattogli da un nemico.
“Giurami che questo basterà. “
“Hai capito perché non mi potrò mai del tutto sganciare da te?”
L’uomo trema visibilmente, ha ancora sul collo il segno di un succhiotto del malvagio dio norreno, lo sfiora.
“Tu hai dei sentimenti, non pensavi di legarti a me, tu volevi solo legarmi a te”.
“Sei un dannato errore, Barton, eppure non riesco a staccarti gli occhi di dosso”.
“Mi arrendo” cede, visibilmente rilassato.
Istantaneamente la voce nella sua testa scompare per essere sostituita dalla figura dell’agente Romanoff che si premura di soccorrerlo.
Si concede di perdere coscienza.
Quando riapre gli occhi è in infermeria.
“L’hai mandato via?”
Falso, bugiardo.
“Sì, con la ricalibrazione cognitiva”
La guardi, interrogativo.
“Un forte colpo alla testa” spiega la rossa.
“Non tornerà più”.
“Siamo diventati proprio bravi a raccontar bugie, eh Clint?”
“Fanculo!” sbotta Burton.
Natasha lo guarda perplessa ed è molto tentata di offrirgli l’opportunità di avere un buco in più nel cranio.
“Pensavo ad alta voce, scusami.” si giustifica Occhio di Falco sperando di evitare di beccarsi un proiettile in fronte per la sua linguaccia.
“Stai bene?”
Il moro annuisce.
“Hai un paio d’ore di riposo, come tutti”.
Si volta sul lettino dell’infermeria, debole e pensieroso.
“Ah, sai...”
“Se non vuoi raccogliere le mie cervella lasciami dormire, stronzo”.
“Mi aspettavo una risposta simile da Stark,sai?”
E con gli echi della risata di Loki nelle orecchie Clint chiude gli occhi.
Probabilmente non dimenticherà più né lui né il caos che si è portato appresso.
***************************************
Si sono riuniti per consegnare il Tesseract nelle mani di Thor e consentirgli così di portarlo ad Asgard col fratello come allegato.
E che fine avrebbe fatto Loki?Non importa a nessuno in quel momento, tranne che ad un unico essere umano.
Lo ha visto quasi subito il bavaglio che gli è stato premuto sulle labbra.
Percepisce un prurito intenso al collo: sa bene dove e perché ma non può scoprirsi davanti ai colleghi, perciò tenta di darsi un’aria più composta possibile.
Sente vagamente qualcuno che dice che s’è ripreso bene, qualcun altro commenta che è di costituzione robusta e un agente con anni di esperienza, per cui ce l’avrebbe fatta ugualmente a scacciare il nemico.
“Quanto sono patetici”.
Come potrebbe essere d’accordo?Semplicemente non sanno quel che è successo.
Nessuno di loro ha assistito alla visione di uno Jotun solo, arrabbiato e spaventato persino da se stesso.
Un gigante di ghiaccio incapace di accettarsi per quello che è, che non ha mai capito in base a quali criteri si definisse Thor un essere meritevole della minima carica politica, figurarsi di governare Asgard.
Incapace, rozzo, volgare, ignorante, guerrafondaio e oltretutto estremamente superficiale.
E solo per quello che si può desumere dal suo modo d’agire, al resto non vuole pensare.

Nel momento in cui gli era scappata una lacrima, nel silenzio e nella solitudine, c’è stato solo lo sguardo di Clint puntato addosso.
Un paio d’iridi vacue di un fantoccio di pezza: aveva davanti solo questo.
“Perché?” si è sentito domandare.
Il dio scuote il capo.
Un dito sulla pelle fredda del viso gli asciuga le tracce saline della lacrima: è delicato, piacevole, caldo.
“Se lo avessi voluto lo avrei chiesto”.
La conseguenza è stata un mero impulso dettato da sensazioni, battiti di cuore che servi e padroni non dovrebbero condividere.
Quell’istante in cui il tempo s’è congelato, in cui la temperatura s’è bruscamente abbassata  ha fatto incontrare le loro labbra: un bravo fantoccio sa di cosa ha bisogno il suo signore.
Lo sa in anticipo, è in grado di prevedere.
Sono rimasti uniti, da quel momento sino alla fine.
 


Il ritorno alla realtà è piuttosto brusco, sa bene di avere un unico sguardo puntato addosso, ostinatamente deciso a non degnar d’importanza nessun altro essere vivente giunto lì.
“Io ho visto, loro no!” si impunta a replicare all’offesa gratuita della divinità norrena.
“E quindi?”
“Tu sei superiore a noi”
“Anche Thor, ma non saresti mai diventato servo di quell’incapace”.
“Non sono mai stato servo di nessuno”.
“E’ questo che mi piace di te.”
 Quando qualcuno ha detto che la convinzione fotte la gente, dove pensare a Clint molto molto intensamente.
E’ solo che lui  ... potrebbe star male in assenza di un essere assolutamente perverso e infido che gli chiacchiera nella testa,chissà perché.
Ha paura di essere abbandonato e vorrebbe una certezza, per una volta.
Desidera qualcuno disposto a restargli accanto, a restargli dentro.
Desidera inconsciamente qualcuno che non solo sia un buon compagno in guerra, ma che gli stia accanto nel momento peggiore per un soldato: la pace.
Chissà perché Natasha è rimasta da qualche parte lontano insieme alla guerra, alla morte e al freddo.
“Sei un giuda, un dannato giuda”.
“E’ un modo carino per dire ? Quantomeno Stark mi aveva offerto un drink”.
“Non...”.
“Dillo e giuro che ti disconosco”. replica Loki
“Probabilmente hai scritto la parte più interessante della mia storia”*
“Si dice abbiamo”.
“Non sempre”.
Se potesse, il dio sorriderebbe e Barton, nella sua testa, lo percepisce: uno squarcio di luce,una sensazione di rilassamento, di pace mista a stanchezza e ...
Lo sguardo smeraldino dello Jotun si volta verso Thor, in una muta richiesta.
Il dio del tuono contrae la mano che impugna il martello, e studia con attenzione le mosse del fratellastro, che con passo elegante s’avvicina a Clint.
Lo studia per pochi attimi che a Hawkeye sembrano un’eternità.
E’ un secondo, le loro fronti combaciano, un incontro di sguardi così puliti, uno scambio di sensazioni così onesto e intenso, un leggere nello sguardo dell’altro le risposte di cui si ha bisogno che se qualcuno avesse potuto recepirlo avrebbe perso un paio di battiti del proprio miocardio.
Poi ritorna il buio nella mente di Occhio di Falco, ma mentre osserva Thor scomparire con Loki riesce persino a sorridere.
Ora sa che tornerà.
Sa che sentirà le sue preghiere nei momenti di sconforto.
Sa che le distanze sono relative, per chi vede lontano quanto loro.
Dal giorno in cui ha smesso di essere un discepolo guardando negli occhi il grand’uomo (bugiardo,vagabondo, mentitore, falso e solo come unicamente i grandi sanno essere)  ha capito che a forza di girare per il mondo, in compagnia di Nat e da solo non importa, avrebbe sempre avuto un paio d’occhi in più a seguire il suo percorso.
Confortante, in un certo qual modo.
Loki scompare.
Certamente il modo in cui il dio ha giocato coi componenti del suo Io lo ha lasciato sconvolto e instabile.
L’esplosione del suo cuore lo ha distrutto con la forza di una bomba ai neutroni.
Rapida, silenziosa e inevitabile.
Come l’addio.
Come la morte.
Come l’amore.




*ho usato in modo atroce questa citazione di Wilde:” Ogni grand’uomo ha dei discepoli, ma la biografia gliela scrive Giuda”.
   
 
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