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Autore: blackmiranda    14/03/2013    5 recensioni
*INCOMPIUTA* Sette anni dopo la battaglia contro Deep Blue, una nuova minaccia si profila all'orizzonte. C'è solo un problema: le Mew Mew hanno definitivamente perso la loro mutazione e non possono più trasformarsi. Di conseguenza, Ryou è costretto a creare una nuova squadra di combattenti.
Riusciranno le nuove ragazze a sopportare il peso della loro missione e ad uscire a testa alta dal confronto con Ichigo, Minto, Retasu, Purin e Zakuro? E chi c'è dietro a questi nuovi attacchi alla Terra?
I nostri eroi saranno costretti ad affrontare un passato dimenticato e un futuro incerto, riscoprendo, passo dopo passo, l'amicizia e l'affetto che li legavano un tempo.
(Anche se dall'introduzione può non sembrare, in questa storia sono presenti tutti i personaggi dell'anime, più qualche "new entry". Mi impegno a dare a tutti loro il giusto spazio, magari sotto una luce diversa).
Era incredibile come nessuno di loro tre fosse riuscito ad essere immune al fascino di quelle umane ibridate. Cosa avevano mai di così speciale, da farli cadere ai loro piedi in quel modo vergognoso? Che diamine di sortilegio avevano gettato su di loro?(Cap.28)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Old friends 2.Old Friends




Il giorno seguente, di prima mattina, Keiichirou passò a prendere Retasu sotto casa sua. Era domenica, e la ragazza non doveva lavorare.

Retasu gli sorrise mentre saliva sul sedile del passeggero. “Che bella macchina. E' nuova?” chiese indossando la cintura di sicurezza.

“Sì, l'ho comprata giusto qualche mese fa.” rispose Keiichirou ricambiando il sorriso.

Partirono. Era una bella mattina; l'aria era frizzante, il cielo sgombro da nuvole.

“Dove andiamo?” domandò lei, incapace di nascondere l'eccitazione. L'essere di nuovo coinvolta in una missione più grande di lei le dava una strana sensazione, quasi di vertigine. Si sentiva la testa leggera, e il cuore le batteva forte.

“Siamo diretti alla nostra base segreta. A dire il vero è casa di Ryou – ma non escludo che si possa riaprire il Caffé, se le cose dovessero farsi più serie.” rispose lui.

“Oh, sarebbe bello riaprirlo!” esclamò lei. “E dimmi, hai cucinato in questi ultimi anni?”

“Non di recente, ma ho lavorato in due o tre ristoranti. E ovviamente cucino per passione, ma a volte è difficile smaltire tutti i dolci che faccio...”

“Sì, ci vorrebbe Ichigo-san..!” disse Retasu allegramente. “Sai, ci ho pensato un po' su, e... Mi piacerebbe ricontattarle. O almeno, provarci.” aggiunse, tornata seria.

“Ma certo, perché no?” disse lui senza staccare gli occhi dalla strada.

Retasu abbassò lo sguardo. “Mi sono chiesta se in realtà il nostro rapporto non fosse solo dato dal fatto che eravamo in certo senso costrette a lavorare in squadra. Insomma, sono bastati due anni per far sì che non ci vedessimo né sentissimo più. Avevamo personalità molto diverse, addirittura contrastanti, e ci capitava di litigare piuttosto spesso. Tuttavia, sono convinta che, anche se è iniziato come una cooperazione, il nostro rapporto sia senza dubbio finito con un'amicizia.”

Keiichirou la guardò di sfuggita. “Sai, anche io ci ho riflettuto molto, e penso che il problema sia anche dovuto al fatto che il vostro sacrificio è stato immenso. Avete dato tutto ciò che avevate per salvare la Terra, ed è perfettamente comprensibile che abbiate voluto dimenticare quel periodo della vostra vita e, con esso, le persone che vi erano coinvolte.”

Retasu pareva assorta nei suoi pensieri. “Quando i miei poteri sono scomparsi definitivamente, ricordo di aver provato un'enorme sollievo. Eppure, adesso mi guardo allo specchio e rimpiango di essere solo Retasu.”

Keiichirou annuì. “E' normale. Il ricordo rende tutto più dolce, anche le esperienze dolorose.”

Viaggiarono per una mezz'ora buona. Infine, Keiichirou entrò in un vialetto circondato da arbusti e parcheggiò di fronte ad un'enorme villa a due piani.

Scesero dall'auto. “Wow, è grandissima!” esclamò Retasu, rimasta a bocca aperta. “Chissà che splendore dev'essere il giardino in primavera.”

Keiichirou le fece strada fino all'entrata della villa. All'interno c'era un piacevole tepore.

Dopo aver appeso i cappotti in un armadio a muro vicino all'ingresso, i due presero a camminare lungo i luminosi corridoi della casa, finché non arrivarono a quella che sembrava una lavanderia.

Keiichirou si frugò le tasche dei pantaloni finché non trovò una chiave magnetica. La inserì in una fessura a lato di una porta metallica dall'aria alquanto robusta. Una luce verde si illuminò e la porta si aprì, scivolando senza rumore sui cardini.

“Attenta ai gradini.” la avvertì lui.

Scesero le scale che portavano al seminterrato. Ad ogni gradino, il cuore della ragazza batteva sempre più forte.

“Ryou, siamo arrivati.” esclamò Keiichirou premendo un interruttore. La lampadina che pendeva dal soffitto ronzò, accendendosi.

Retasu trattenne il fiato mentre l'uomo seduto di fronte al computer si alzava e si voltava verso di loro.

Ryou sembrava imbarazzato nel vederla. Tossicchiò, distogliendo lo sguardo. Aveva un filo di barba sul volto. Indossava una maglia nera a maniche corte e un paio di jeans.

“Ciao, Retasu. Bentornata.”

La ragazza fece un piccolo inchino, augurandosi che non si fosse accorto del rossore che le era salito in volto. “G-grazie. Spero di non disturbare.” balbettò.

“Ma no, figurati. Prego, accomodati.” le disse accennandole una sedia di fianco a quella dov'era seduto lui.

“Hai... cambiato montatura.” osservò mentre lei si sedeva.

“Oh, sì.” rispose lei abbozzando un sorriso.

“Stai bene.” fece Ryou prendendo in mano dei fogli dalla scrivania.

“Vado a preparare del tè.” disse Keiichirou, avvertendo l'imbarazzo che si era creato nella stanza.

“Vengo con te!” esclamò Retasu, ansiosa di rendersi utile in qualche modo. Keiichirou scosse la testa. “No, no, sei nostra ospite. Stai tranquilla, non ci metterò molto.” disse scomparendo su per le scale.

Retasu abbassò lo sguardo. Ryou era ancora in piedi. Rimasero in silenzio per qualche momento.

La ragazza guardò di sfuggita il monitor al quale Ryou stava lavorando. “Ah! E' il video della CNN?” chiese riconoscendo il puma gigante.

Il ragazzo riprese posto davanti al computer. “Sì, e temo che sia genuino al 100%.”

Retasu rimase imbambolata a fissare lo schermo, sforzandosi di non pensare al fatto che Ryou era seduto a non meno di venti centimetri da lei.

“Ma come è possibile?” domandò infine, confusa.

“E' quello che mi chiedo anche io. Certo, era un Chimero molto debole, dato che sono bastati delle semplici armi da fuoco per metterlo al tappeto, ma era comunque un Chimero. E ti posso assicurare che non abbiamo rilevato alcuna presenza aliena.”

“Potrebbe essere un Para-Para superstite?”

Ryou si dondolò sulla sedia. “E' quello che ho pensato anche io, ma perché dopo sette anni? Perché avrebbe dovuto aspettare così tanto per manifestarsi? Non ha senso.”

Retasu annuì. “Hai ragione.”

“E' un bel rompicapo.” constatò Ryou. “E l'esercito americano ne sa meno di noi, dato che l'animale è morto e non hanno trovato traccia del parassita che l'aveva infettato.”

“Il puma è morto?” chiese la ragazza portandosi una mano alla bocca. “Poverino...”

“Sì, purtroppo i proiettili hanno l'effetto opposto alle armi delle Mew Mew: colpiscono la vittima e non l'aggressore.” rispose lui amaramente. “Il problema è che non so quale dovrebbe essere la mia prossima mossa. Voglio dire, se davvero ci si presentasse una nuova minaccia aliena, saremmo totalmente impreparati ad affrontarla senza una squadra Mew Mew. D'altra parte, se ne creassi un'altra in questo momento e poi si scoprisse che ciò che ci minacciava erano solo una manciata di Para-Para superstiti...”

“Capisco quello che vuoi dire.” disse Retasu trovando finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. “Non vuoi coinvolgere altre persone senza avere una buona ragione per farlo.”

Ryou ricambiò il suo sguardo. “Esatto.”

“Ma siamo sicuri che la nostra mutazione sia ormai irrecuperabile?” protestò lei.

Ryou chiuse gli occhi, sospirando. “I vostri corpi sono ormai incompatibili con i geni degli animali con cui eravate state infuse. Se doveste essere colpite da un altro raggio mutageno, ci sarebbero solo degli effetti collaterali. Come è successo a me, quando ho sperimentato la mutazione su me stesso. O anche peggio. In ogni caso, è fuori discussione.” disse incrociando le braccia.

Keiichirou tornò con un vassoio su cui erano poggiate tre tazze di tè e una dozzina di grandi biscotti rotondi. “Grazie, Kei.” fece Ryou alzandosi di nuovo in piedi.

Retasu prese un biscotto dal vassoio. “Grazie.”

Keiichirou le sorrise. “Come vedi, siamo ancora in alto mare, purtroppo. Ma restiamo vigili. Se un altro Chimero dovesse riapparire, in qualsiasi parte del mondo, stai pur certa che lo sapremmo all'istante.”

Ryou sospirò. “Spero davvero che non ne compaiano altri.”

Retasu bevve un sorso di tè, senza staccare gli occhi da lui. Solo adesso si rendeva conto di quanto fosse sciupato. Era evidente che era rimasto costantemente di fronte al computer, magari senza nemmeno prendersi una pausa per riposare.

Poteva sembrare freddo e distaccato, ma lei sapeva che in realtà Ryou era quello che si preoccupava più di tutti.

Non era mai riuscita a confessargli i suoi veri sentimenti, purtroppo. Qualcosa l'aveva sempre bloccata; forse la sua innata timidezza, forse il fatto che lui avesse sempre dimostrato un interesse particolare nei confronti di Ichigo.

D'altra parte, lui si era limitato ad agire come un amico o un fratello maggiore nei suoi confronti, soprattutto nell'ultimo periodo della loro avventura. Era stata proprio la sua gentilezza a farla innamorare di lui.

Ora che erano così vicini, dopo tanto tempo, Retasu si chiese come fosse riuscita a sopportarne la lontananza. Eppure, per qualche strano scherzo della sua mente, sembrava che non fosse trascorso nemmeno un giorno da quando l'aveva visto per l'ultima volta.

Ryou si girò a guardarla. Retasu distolse lo sguardo, imbarazzata.

“Mi stavo chiedendo...” esordì il ragazzo, pensieroso.

“Sì?”

“... Se fossimo costretti a reclutare un'altra squadra, saresti disposta ad aiutarci?”

Retasu sbatté le palpebre, confusa da quella domanda. “Ma certo. Ne sarei felice.” rispose.

Ryou le sorrise. La ragazza arrossì per l'ennesima volta.

“Abbiamo pensato che sarebbe più facile stabilire un rapporto di fiducia reciproca con la nuova squadra Mew Mew se ci fossi anche tu, che hai vissuto la stessa esperienza.” spiegò Keiichirou.

“Certo, capisco. Può essere una cosa piuttosto scioccante da vivere, soprattutto all'inizio.” replicò lei, ricordando il modo in cui aveva reagito quando si era resa conto di possedere poteri sovrannaturali. “Certo che è strano.” disse poi, poggiando la tazza in ceramica sulla scrivania.

“Cosa?” domandò Ryou.

Retasu scosse la testa, quasi per sminuire la serietà delle proprie riflessioni. “Nulla, solo che... non avevo mai capito come fosse lavorare dietro le quinte. E' una sensazione strana. Lavorare con uno scopo preciso, ben sapendo che non si sarà mai sotto i riflettori. Dev'essere frustrante.”

“Un po'. Ma se si lavora per uno scopo così importante, ne vale la pena. Giusto, Ryou?” fece Keiichirou.

Ryou rimase in silenzio per qualche istante. “Ma certo.” rispose infine. Il suo tono di voce tradiva un'immensa stanchezza.

“Kei, pensaci tu per un po'. Vado di sopra a riposare.” disse poi, congedandosi senza tante cerimonie.



***


“Dovrei tornare a casa, adesso.” disse Retasu nel tardo pomeriggio. Erano appena passate le quattro e mezza; il sole stava tramontando, tingendo tutto di una nostalgica luce aranciata.

“Ma certo.” fece Keiichirou, chiudendo un paio di finestre lampeggianti sul monitor del computer. “Qui è tutto tranquillo.” aggiunse in tono soddisfatto. “Speriamo resti così.”

“Speriamo.” convenne lei. Ryou non si era più fatto vedere; non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che se ne fosse andato per colpa sua.

Attraversarono i corridoi in silenzio. D'un tratto, Ryou spuntò dalla porta della cucina. “Te ne vai?” chiese, apparentemente sorpreso.

“Sì.” rispose lei, fermandosi di fronte a lui.

Ryou le si avvicinò. “Scusa se...” le disse a voce bassa. Keiichirou li fissava in silenzio a un paio di metri di distanza.

“Cosa?” chiese Retasu, confusa.

“... Non importa. E' che sono un po'... stanco, ultimamente.” si giustificò, portandosi una mano alla fronte.

Retasu gli sorrise dolcemente. “Non importa.” sussurrò. Poi raggiunse Keiichirou e lo superò, diretta verso la porta principale. “Ci vediamo domani!” esclamò senza voltarsi indietro.







Ciao a tutti! ;) Ho pensato di pubblicare il secondo capitolo a pochi giorni di distanza dal primo, dato che l'avevo già scritto tempo fa. I prossimi aggiornamenti non saranno così rapidi, temo, ma ho pensato che sarebbe stato utile pubblicare anche il secondo capitolo, per darvi un'idea migliore di quello che sarà la storia.
Spero di avervi incuriositi. Sappiate che una recensione fa sempre piacere (wink wink). xD

Alla prossima, e grazie per aver letto! ;)

   
 
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