Piccole note: Questa flash fic è dedicata a LadySconosciuta, ovvero la mia Babù. Spero che le piaccia.
Poi, spero di non essere stata ripetitiva e mi scuso in anticipo se trovate errori. Buona lettura(?),
Hanon.
***
#Perderti? Mai.
Sto correndo come non mai. Devo raggiungerlo o questa volta lo perderò. Devo dirgli che è stato uno stramaledetto malinteso. Giro l’angolo e continuo per la via. Più veloce, forza!
Alla fine, arrivo in una spiaggia. Lo vedo inginocchiato sulla sabbia con la testa china. Così mi avvicino e mi siedo accanto a lui; il silenzio regna sovrano. Sospiro.
-Duncan.- sussurro.
-Amelie.- sussurra di rimando, lui.
Devo sistemare la faccenda al più presto. –E’ stato un malinteso. Lui non mi ha baciato. Davvero.- esclamo, triste.
-Come potrei crederci?-
-Non so, ma.. è la pura verità!- stringo le gambe al petto, con la voce rotta dai singhiozzi.
-Allora, che ci facevi con lui?-
Le parole mi muoiono alla gola. Forse la causa di ciò era il tono con cui aveva espresso la frase, o semplicemente non riuscivo a parlare, ma non risposi a quella domanda.
-Ok. Ho capito.- disse, alzandosi –scusa, ma adesso vado.-
Ma prima che potesse fare un passo, lo fermo e le lacrime cominciano a cadere nel mio viso. Lo abbraccio da dietro e affondo la faccia sulla sua schiena.
-Non andartene, ti prego. Non andartene!-
Lui rimane sorpreso, ma non dice niente. Rimaniamo fermi così per un po’.
-Lo incontrato per caso. Mi ha letteralmente seguito per parlarmi di sua nipote e della sua tenerezza. Poi mi ha preso per le spalle e mi ha salutato, però, prima di andarsene sei arrivato tu, che ha frainteso la scena. Scusami- sussurro con le lacrime che, copiosamente, rigano il mio viso senza fermarsi.
–Scusami.- aumento la stretta, non voglio che vada via. Non voglio rimanere da sola, di nuovo. Comincio a sussurrare delle scuse a cantilena, fino a quando lui non si gira e mi accarezza la testa.
-Ho capito. Allora ho frainteso. Non c’è bisogno che ti scusi, quindi ferma quella lacrime e fammi un sorriso.-
D’altro canto, io, sentendo quelle parole, piansi più forte di prima, ma stavolta di gioia. Duncan mi abbracciò e restammo così. Nessuno dei due riusciva a sciogliersi da quell’abbraccio.
Si guardarono negli occhi. I miei cerulei mischiati al suo color prato. A poco a poco la distanza tra i due diminuì in un piccolo e dolce bacio.
-Perciò, non devo preoccuparmi?-
-Tranquillo. Io perderti? Ma neanche fra cent’anni!-