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Autore: shinichi e ran amore    14/03/2013    6 recensioni
Il ladro più famoso del mondo è alle prese con la prigione per un bottito di 8 anni prima, ce la farà a riprenderlo?
(Tratto da un episodio della serie di Lupin)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Rose, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Lupin the 3rd: the hedgehog gentleman thief
 

 
 
(Sottofondo per iniziare: https://www.youtube.com/watch?v=Xm3mmDavgso)
 
Una giornata di sole sorgeva su una prigione di New York e un detenuto stava uscendo di prigione.
 
Le guardie chiusero il cancello e il riccio verde con la giacca nera da metallaro e gli occhiali rossi sopra la testa  tutto contento di essere finalmente libero stava per incamminarsi quando…




 
“Non ti muovere Silver” Gli disse la voce di un riccio blu che gli puntava una Walter P38 in pieno volto, con la camicia rossa e i pantaloni grigi.
 
“È da tempo che non ci si vede Lupin” Gli rispose l’ex detenuto guardandolo con occhi crucciati.
 
“Non per me, voglio i soldi che mi hai rubato Silver” Affondò di più la pistola sulla faccia del riccio che aveva una sigaretta accesa in bocca e che voleva accendersela appena uscito.
 
Lui si era impaurito di quel gesto, ma non successe nulla, infatti dalla pistola quando Lupin premette il grilletto fece scattare una leva all’interno dell’arma che fece uscire una fiammella.
 
“Stupido scherzo” Fece Silver che si accese la sigaretta mentre il ladro ripose la pistola in tasca.
 
“Lupin, fermo dove sei” Arrivò una voce da lontano e un uomo dalla forma ovoidale, con una giacca e un cappello marrone stava correndo in fretta e furia verso il ladro gentiluomo con delle manette alle mani, pronto a voler acciuffare il ladro.
 
“Dannazione a Zazà, ma non finisce qui” Incomincio a correre.
 
“Non ti lascerò scappare” Gli buttò addosso con agilità le manette attaccate ad una corda sui piedi del ladro, facendolo incastrare all’angolo del muro.
 
“Eheh stavolta non sfuggirai” Incominciando a riprendere la corda attaccata al suo piede “Ma cosa…” Ritrovandosi dei finti piedi con dei pantaloni attaccati ad essi.
 
“Ci vuole ben altro per prendermi paparino, ci vediamo” Si buttò a capofitto con solo la giacca e le mutandine colorate sopra la testa dell’ispettore dai baffi color arancio e scappò a gambe levate senza lasciare traccia.
 
“Torna qui” Sbraitò l’ispettore Zenigata con le mani che sbattevano sul marciapiede ruvido.
 
Il giorno seguente…
 
Lupin iniziò a sorvegliare Silver con il suo amico Jigen, un riccio di colore nero, infallibile pistolero, amante della sua fedele pistola, una Smith & Wesson 686 P, con pantaloni, giacca e cappello nero e una barba sotto il mento.
 
Lo vedevano muoversi normalmente mentre viaggiavano sulla Mercedes gialla e a un certo punto Jigen, spinto dalla voglia di sapere su quel tizio gli chiese di lui.
 
“Vedi Jigen, tutto ebbe inizio con la rapina del secolo che avevo progettato con lui a un treno che trasportava un sacco di valigie contententi banconote, il piano era perfetto” Ripensando a come avevano agito.
 
“E cosa successe di storto?” Domandò il pistolero.
 
“Lui mi fregò i soldi quando il treno era caduto dal ponte che avevamo distrutto allacciando ad una barchetta a motore il vagone ed essendo sotto averci piazzato un gommone gigante il vagone poteva galleggiare, quando ritrovai il vagone con fuori tutte le valigie vuote giurai vendetta nei suoi confronti” Spiegò il ladro.
 
“E lo trovasti?” Fece Jigen con un certo interessamento del fatto.
 
“Si, ma era troppo tardi, perché lui si fece arrestare non tralasciando niente e il malloppo venne nascosto, non lasciando alcuna parola alla polizia che lo prese” Disse infine il riccio.
 
“Per questo lo cercavi vero?” Fece un’altra domanda il riccio nero.
 
“Naturalmente” Fermando la macchina e notando Silver che con furtività inquadrava una coscia di pollo da una bancarella.
 
“Ma che fa?” Formulò interrogativo Jigen.
 
“Eheh, non ha mai perso le abitudini” Notando rubare la coscia mentre il venditore era distratto col giornale.
 
“Ehi, al ladro” Stava per rincorrerlo questi ma Lupin lo fermò.
 
“Non si preoccupi, è un nostro amico, pagherà Jigen per lui” Indicando il suo amico. “Poi ti restituirò con gli interessi amico” Inseguendo il ladro mentre Jigen era con quel signore.
 
“Spero che lo farà davvero” Buttando la mano sulla giacca e pagando la coscia di pollo.
 
Dopo un po’ i nostri compari si ritrovano in un bar per scrutare Silver che sbirciava con malizia la donna sul palo che ondeggiava sensuale mentre beveva una birra.
 
“Certo, si può dire che ha buon gusto in fatto di donne” Fece il riccio nero osservando attentamente come studiava il riccio verde le curve della ragazza.
 
“È sempre stato un donnaiolo” Sghignazzò Lupin.
 
Una cameriera avvicinandosi al loro bancone gli portò 2 birre.
 
“Ma noi non abbiamo ordinato niente signora” Disse Lupin squadrando le birre posate sul tavolino.
 
“Le ha volute offrire quel riccio, dicendo di informarvi di seguirlo a fine bevuta” Rispose la cameriera con voce titubante constatando gli occhi freddi dei due e andandosene immediatamente da li per servire gli altri clienti del locale.
 
“Non mi convince” Iniziò Lupin prendendo la bottiglietta e assaporando il sapore di quella birra.
 
“Concordo, ma stiamo a vedere che desidera e chiameremo Goemon per l’incontro” Congiungendosi all’amico con la bevuta.
 
Dopo aver finito Silver gli indicò con il dito e dopo un po’ di strada si ritrovarono in un appartamento lussuoso.
 
“Sapevo che mi avresti seguito, sono qui per proporti un’affare” Notando dopo aver detto questo che la porta di era frantumata in tanti pezzi e che un riccio argentato con il kimono azzuro e una spada in mano custodita dentro il fodero si avvicinava.
 
“Oh, non fare caso a Goemon, è venuto per prendere parte a questa discussione” Sorrise il ladro con sfrontatezza.
 
“Ma certo, ebbene, ho deciso di voler dividere il luogo dove si nasconde il malloppo con voi, ma facendo 60 % a me e 40 a voi, dopotutto i soldi servono per divertirsi” Disse gesticolando con le mani.
 
“E se ti pianto una pallottola in testa? Dopotutto i soldi all’inferno servono a poco” Cominciò Jigen premendo il grilletto della sua Smith contro il riccio verde.
 
“ Calmo” Abbassandogli la pistola. “I soldi vi servono no? Però una cosa, dove si trova la donna?” Domando facendo cenno a Lupin.
 
“L-La donna?” Si stupì immantinente il giovane ladro. “T-Tu conosci Fujiko?” Chiese titubante.
 
“Ma certo che mi conosce Lupin” Entrò la cameriera  del bar, che con un gesto delle mani svelò la sua identità, nascosta dal travestimento, una riccia rosa con i capelli fluenti e dalle gambe belle lunghe e snelle, con un vestito verde e una pistola attaccata alla coscia.
 
“Uhuh Fujiko, sei sempre bella” Avvicinandosi a lei e con un gesto rapido, gli sfilò le mutandine bianche da sotto la gonna.
 
“Sei sempre il solito vedo Lupin” Riprendendosi le mutandine e coprendo con la gonna la sua parte intima arrossendo lievemente sulle guance mentre si nascondeva dietro un mobile.
 
“Maddai Shery, lo sai che è solo per divertirmi un pochino” Sghignazzando maliziosamente.
 
“Si certo, ma torniamo al discorso del signor Silver, lo conosco perché qualche volta andavo alla prigione per fargli compagnia durante le ore in cui stava in cella chiacchierando con lui” Disse prontamente la riccia rosa una volta messa le mutandine senza farsi vedere di sotto dal ladro.
 
“C’è solo un problema, dopo 8 anni ho scoperto che il bottino si trova sotto una prigione modernissima e dotata di sistemi di sicurezza avanzatissimi” Disse frustrato di ciò che scoprì qualche giorno prima.
 
“E vuoi che con le mie capacità di ladro più famoso del mondo entri li e prenda i soldi giusto?” Fece con convinzione il riccio blu.
 
“Esattamente” Fu l’unica parola che disse Silver.
 
Il giorno seguente…
 
Una telefonata arrivò all’ispettore Zenigata e dagli squilli imperterriti sembrava davvero importante.
 
“Pronto? Cosa? Lupin si è fatto arrestare da solo? Arrivo subito” Precipitandosi a grande velocità verso la prigione.
 
Il luogo era molto grande, con un albero all’interno che dava un tocco di verde e delle torri con guardie di sorveglianza vigili giorno e notte.
 
L’ispettore entrò a  passi pesanti nella stanza del direttore.
 
“Benvenuto ispettore, la stavo aspettando” Disse cordialmente il direttore della prigione.
 
“Mi dica, è davvero quello che mi ha detto al telefono?” Disse l’ispettore con un piccolo sorriso sul viso.
 
“Certo, mi ha detto quando è entrato che era stufo di vivere da ladro e che voleva scontare per quello che ha commesso e fra 7 giorni verrà condannato a morte” Spiegò imperterrito il direttore che passeggiava avanti e indietro nella sua stanza.
 
“Condannato a morte? Non sarebbe meglio procedere ad un processo?” Si infuriò subitò l’ispettore baffuto.
 
“Ispettore Zenigata. Ci vorrebbero più di 100 anni per fare dei suoi reati uno ad uno in ogni processo. Così il presidente mi ha firmato un foglio dove mi concede il privilegio di ucciderlo” Facendo guardare il foglio con la firma del presidente degli stati uniti.
 
L’ispettore diede un’occhiata veloce e notando che era autentico decise che voleva vedere il detenuto.
 
“Immagino che voglia sapere dov’è, è in quella torre dietro di me, non ci sono vie di fuga, le finestre sono blindate e vi si può accedere solo con un ascensore e inoltre le guardie dietro la porta sono molto vigili” Annunciò con calorosità il luogo dove era detenuto il ladro.
 
“Non sono sicuro che si sia preso senza un valido motivo, ma voglio vederlo” Enunciò infine.
 
I due si incamminarono a passo lento verso la cella dove Lupin era messo, con un pigiama a righe nere e bianche sul corpo.
 
Entrarono nella stanza e Lupin si avvicinò a loro con le manette ai polsi.
 
“Oh, Zazà, che bello incontrarti” Sorrise come suo fare il riccio blu.
“Non fare il sentimentale, alla fine hai ceduto vedo e come è stato concesso dalla legge ti viene dettato un ultimo desiderio” Parlò l’ispettore.
 
“Non voglio nulla io” Disse con disinteressamento e girando il viso.
 
“Scommetto che vorresti un bacio da Fujiko” Fece l’ispettore con la bocca sorridente.
 
“No, non ne ho bisogno, l’ho già salutata con una lettera” Dichiarò il ladro.
 
“Ma ci sarà qualcosa che ti possiamo dare” Incominciando a perdere la pazienza.
 
“Mmm, magari degli spaghetti cinesi” Finì per dire il giovane riccio.
 
“Ma in questo paese non ne vendono però” Disse il direttore che non sapeva proprio che dire.
 
“Non si preoccupi, conosco un posto dove lo vendono, ecco il numero” Dandogli un biglietto con un numero scritto sopra.
 
Intanto che il direttore componeva il numero l’ispettore guardò la stanza, era quasi vuota, con un letto sospeso su un piano di metallo e un bagno meccanico, niente di più, il ferro era tutto ciò che si vedeva oltre a quello.
 
Dall’altra parte del telefono una donna che si era tappata il naso cominciò a parlare.
 
“Una porzione di spaghetti cinesi per la prigione? Arriva subito” Fece Fujiko camuffando la voce col naso dentro il furgone, mentre Jigen e Silver trattenevano le risate.
 
Il furgone quindi entrò in moto e arrivò in poco tempo dentrom, consegnando immediatamente la porzione di spaghetti alla guardia, ma furtivamente Goemon  si era messo all’opera, nascosto sull’albero.
 
La guardia si incamminò verso la cella quando l’ispettore lo fermò.
 
“Hai controllato la porzione di spaghetti?” Chiese.
 
La guardia annui, ma l’ispettore non era sicuro, così volle controllare se era tutto  posto, quindi tolse la linguetta e guardò gli spaghetti che producevano vapore caldo.
 
“Valli a portare al detenuto, altrimenti si raffreddano” Ordino infine.
 
Dalla cella arrivò attraverso una leva gli spaghetti e Lupin li guardò soddisfatto.
 
Intanto l’ispettore voleva capire come sarebbe morto Lupin quindi andò nella sala di sicurezza dove era andato.
 
“Lasci un attimo la sorveglianza ispettore e mi dica, come verrà ucciso Lupin?” Domandando con serietà.
 
“Vede ispettore, quella stanza non è normale, scaduti i 7 giorni io attiverò con quella leva dei bracci meccanici che bloccheranno il soggetto e una cupola lo chiuderà lasciando disperdere all’interno per 3 minuti dei raggi ultraviolettii potenti che lo renderanno come un pollo” Facendogli osservare attraverso uno schermo la reazione che aveva  spiegato di un soggetto che venne abbrustolito a dovere.
 
“E se dovesse scappare? Si ricordi che Lupin è un mago nel fare le cose impossibili e la maggior parte delle volte a sempre vinto” Decretò con freddezza e decisione l’ovoidale ispettore.
 
“Non succederà, nessuno è mai scappato dalla cella della morte” Informò il direttore con una nota di modestia verso quella cella.
 
I giorni passarono e il 7° giorno arrivò.
 
“Si pronto Lupin? La tua morte è arrivata” Affermò il direttore.
 
“Sono pronto direttore” Disse Lupin dentro la stanza.
 
“Ammiro il tuo coraggio, non verrà dimenticato il fegato di morire così” Fece per premere la leva quando l’ispettore lo fermò.
 
“Posso farlo io? Sa, in ricordo dei vecchi tempi” Deciso e con una nota di dolore, anche se non lo voleva ammettere.
 
Quella leva per lui significava la fine di una lunga caccia e sfida infinita tra l’ispettore e il ladro più famoso del mondo, che durava anni.
 
Alla fine con alcune gocce salinose che cadevano dai suoi occhi girò la leva.
 
(Musica da accompagnare al testo da qui in poi: https://www.youtube.com/watch?v=3xh_gOHrkRc)
 
L’effetto fu rapido, Lupin venne preso per i piedi e per le gambe mentre la cupola scende rapidamente e i raggi iniziavano a fare il loro lavoro, ma qualcosa di inaspettato accadde.
 
Lupin si stava gonfiando a vista d’occhio e a momenti eplodeva.
 
L’ispettore da triste divenne felice, la sua lotta non era ancora finita.
 
“Ahahaha, a quanto pare gliel’ha fatta in barba quel ladro” Sorridente e sorpreso dell’astuzia di quel ladro.
 
“Mi segua, dobbiamo capire perché è esploso” Disse il direttore che insieme all’ispettore scattarono velocemente verso la cella.
 
“Ahahah, se la sono bevuta” Nascosto dietro il vano del bagno accanto al letto e comicniò a salire verso la finestrella di ferro rotta con gli spaghetti appuntiti che servivano anche da corda.
 
“Lupin, sta arrivando il deltaplano, esci subito” Decretò Silver che insieme a Fujiko erano su una jeep.
 
Il ladro salto con agilità verso  il deltaplano e incomincio a veleggiarsi attaccato alla macchina.
 
 
“Maledetto, acciuffatelo” Lo inquadrò Zenigata che era a metà strada e tornò indietro verso l’uscita del carcere, ma con la stanchezza che ebbe si fermò su un albero.
 
Le guardie sparavano colpi a raffica per aria cercando di prenderlo, ma andarono a vuoto, mancandolo alcuni di poco.
 
“Maledizione, non sono più giovane come una volta” Accasciandosi sull’albero che stava per cadere su di lui.
 
Il rumore arrivò subito e l’ispettore per miracolo si scansò per non farsi ammazzare dal peso di quel grosso albero.
 
“Ma cosa…” Notò che c’era una corda di sotto l’albero che tirava su e dei sacchi iniziarono a uscire attaccati al filo, poi capì, erano dei sacchi di denaro.
 
Cercò con tutte le forze di fermare il filo che a causa degli strattoni che dava gli bruciavano le mani e non aveva scelta che lasciarli liberi se non voleva che si lacerassero.
 
“Maledetto Lupin, ma un giorno me la pagheraiiiiiiiiiiii” Urlò rabbioso con tutta la sua voce.
 
“Ragazzi, ora potete farmi scendere” Disse fiero Lupin che librava come una piuma, ma Silver che voleva i soldi per se lo stava portando a male e il deltaplano faceva perdere l’equilibrio.
 
“Dammi i soldi Lupin” Disse Silver con un tono irritato.
 
“Jigen, fai qualcosa” Chiedendo aiuto al pistolero del quale poco lontano con il furgone degli psaghetti mirò al nodo dove era attaccato il deltaplano e il proiettile sparò con precisione, ma Lupin precipitò facendosi un male cane.
 
Fujiko scese dalla macchina, mantre il deltaplano con i sacchi di denaro tornava indietro inseguito da Silver.
 
“Stai bene Lupin?” Chiese con preoccupazione Fujiko rialzandolo lentamente.
 
“Grazie Shery, sto bene” Sorrise il ladro che era contento della preoccupazione che la riccia gli regalava.
 
“Però i soldi sono perduti” Decretò Jigen notando il vento che alzava intensità.
 
“Non importa, almeno Silver riceverà una bella lezione eheh” Fece Sonic abbracciando Fujiko stretto al suo petto, mentre la riccia arrossiva voluminosamente in viso. “Guardate” Continuò facendo notare il deltaplano.
 
Questi si sfracellò su una fiancata della prigione e i  sacchi si aprirono, con i soldi che cadevano dentro la prigione, Silver cadde con la jeep dentro di essa a causa di una collinetta alta e le guardie dopo essersi schiantato lo presero e lo ammanettarono.
 
Alla fine i nostri amici ladri se ne andarono, lasciando un segno a questa storia, facendo capire una cosa.
 
Se imbrogli a Lupin una volta alla fine ci rimetterai, perché ti fregherà con la sua furbizia.


 
Fine
 
 
  
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