Ci
vediamo, poi non ci vediamo mai
strade a senso unico le nostre vite,
dove andiamo? Dove vai? Non c’incontreremo più.
Ci vediamo – Marco Masini
Il vestito è steso sul letto, vado su e giù per la stanza
osservandolo, mi avvicino e tendo una
mano verso di esso, ma velocemente la ritraggo.
Che vuoi che sia? È
solo la presentazione di un libro. Il primo libro che non parla più di me.
I ricordi delle giornate con lui si rifanno vivi: il caffè
alla mattina, le nostre dita che si intrecciano e i suoi sorrisi, ma ricordo anche
la donna che l’ha portato via da me.
«Perché l’abito è ancora lì? Vestiti!» mi dice Lanie
entrando in camera con Nicole in braccio. «Tranquilla tutto andrà per il
meglio. Fai un respiro profondo e cambiati, ti aspetto di là».
Non avendo altra scelta mi vesto, indosso quell’abito
comprato tre anni fa, o più, con Rick per non ricordo più quale premiazione, ma
ricordo perfettamente che gli piaceva tantissimo.
Lanie mi accompagna sino all’entrata, mi ha procurato l’invito
così potrò vederlo mentre lui difficilmente riuscirà a distinguere il mio viso
da quello degli altri.
Do un bacio a Nicole e le accarezzo dolcemente i capelli, Lanie
mi incoraggia ad avvicinarmi all’entrata, poco dopo si allontana mentre una
coppia sorridente si fa strada spostandomi sul lato della gradinata.
Quando entro la folla riempie la stanza proprio come avevo
immaginato, un uomo della sicurezza controlla il mio invito, gli sorrido per
spostarmi successivamente verso il buffet.
Le luci si abbassano, un’unica luce bianca illumina la
scalinata, come una vera star del cinema, Rick scende la scalinata sotto
braccio a sua figlia e sua moglie, la sua terza moglie Julie. Sono tutti e tre
sorridenti.
Castle si è tagliato i capelli, odio quando lo fa, amo i ricci
che si formano quando si lascia a crescere i capelli, Alexis è cresciuta non
sembra più una ragazza, ma una donna e infine Julie, lei è rimasto come tre
anni fa, perfettamente identica e perfettamente bella.
Il mio cuore batte veloce come raramente fa, quasi mi metto
a piangere.
«È proprio un bell’uomo» mi dice una donna bionda con
indosso un abito succinto e bevendo un Martini.
« Non è solo quello» dico con un po’ di sarcasmo e
rimpianto. Mi fissa, fa per dire qualcosa, ma io mi volto dalla parte opposta.
Rick posa davanti ai fotografi, porge la mano a quelle donne
che impazziscono per lui e che a momenti gli portano via il braccio.
Perché vogliono
toccarlo? Forse per avere la conferma che sia reale e non una meravigliosa
visione.
Gli occhi di Alexis si spostano nella mia direzione,
s’irrigidisce, i nostri sguardi s’incrociano, la stanza sembra fermarsi, poi
chissà per quale motivo si volta verso suo padre, gli sorride e poi si
allontana. Non gliel’ha detto.
La serata va avanti, ma spesso lo sguardo di Alexis cade su
di me, la donna bionda al mio fianco se ne accorge.
«Come mai la figlia di Richard ti guarda così?» chiede
curiosa.
Richard? Nessuno lo
chiama così.
«Guarda che ti sbagli, Alexis non sta guardando me, non la
conosco neanche»» dico seria.
Torno per la terza volta del bagno, è la prima volta che mi
allontano per così tanto tempo da Nicole, mi manca la mia bambina anche se so
che è al sicuro con Lanie.
Una mano femminile mi blocca prendendomi per un braccio, mi
volto, è Alexis.
Le sorrido e lei ricambia al sorriso.
«Vieni con me» dice trascinandomi verso Castle.
«Non voglio parlare con tuo padre, Alexis, ti prego». Lei scuote
la testa e apre una porta che non avevo notato. «Sei ancora più bella».
«Cosa ci fai qui Kate?» chiede, non con rimprovero, ma
preoccupata.
«Dovevo vederlo Alexis, mi manca così tanto e so che non
dovevo venire ma comprendimi». Sospira e mi abbraccia. «Anche tu mi sei mancata
tanto, lo sai?».
«Mai quanto a me!» dice sorridendomi. «Come sta la tua
bambina?».
Vorrei risponderle
che la sua sorellina sta bene, ma nessuno sa che è la figlia di Castle, come
avrei potuto? Lui si era già nuovamente sposato, la nostra è stata una notte di
passione. Sbagliata.
«Nicole sta benissimo, è con Lanie. È un peperino, corre
ovunque poi all’improvviso si butta sul tappeto e dorme. Mi fa ridere».
Proprio come suo
padre.
«Hai una foto?». Annuisco, raccolgo la borsa buttata sul
tavolino, titubante tiro fuori il portafoglio, da una delle tante taschine
prendo una foto di me e Nicole scattata pochi giorni fa. «È bellissima, ha i
tuoi stessi occhi». Sorrido pensando a quanto abbia pregato che non avesse gli
occhi tipici dei Castle.
«Tuo padre ogni tanto parla di me?» chiedo sottovoce, lei
alzo lo sguardo poi nuovamente lo abbassa scuotendo la testa. «Come
immaginavo».
«Kate io…».
«Alexis è meglio che vada, non vorrei che Nicole sentisse
troppo la mia mancanza». Frugo un po’ nella borsa. «Qui c’è il mio numero, se
ogni tanto hai voglia di chiamarmi, mi farebbe piacere parlare un po’ con te».
«Certo, ti chiamerò già domani!». La bacio sulle guance e inspiro
quel profumo che non è cambiato: dolce, rassicurante, quello della famiglia.
Attraverso velocemente la stanza affollata fino alla hall,
vuota, di quell’hotel che tiene l’evento, il suono di passi non troppo lontani
da me mi fa voltare, ma non vedo nessuno.
A volte l’agitazione o la stanchezza giocano brutti scherzi.
«Kate…». Mi volto solo un istante per aver conferma che
quella voce sia proprio la sua. I nostri sguardi s’incrociano, non sono freddi,
ma neanche caldi di passione come una volta.
«Notte Castle» dico prima di voltarmi e attraversare quella
porta che mi condurrà di nuovo lontana da lui.
Until Tomorrow Detective.
Why you can’t
just say “night”?
I’m a writer, “Night”
is boring… “Until tomorrow” it’s hopeful.
I’m a cop, Night.
Questa volta non è una questione di speranza, no, questa è
la realtà, non ci sarà un domani per noi.
Panda’s Corner:
Ciao, come state?
Oggi mi sono ascoltata le
vecchie cassette di Masini di mamma, si nota?
Non ho molto da aggiungere,
un bacio a tutte voi!
I
love you so much
Grazie
di aver letto.
Baci Becky