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Autore: Etiell    14/03/2013    1 recensioni
9 Novembre 1989...
- Una breve one-shot ambientata durante la giornata che segnò la riunificazione della Germania in seguito alla caduta del muro di Berlino. La storia vede protagonisti Ludwig e Gilbert ritrovatisi dopo anni di separazione.-
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.B. Per quanto la storia sia ambientata nel 1989 e quindi siano trascorsi poco più di vent'anni dalla costruzione del muro al suo crollo, i personaggi in quanto rappresentano Germania e Prussia, sono svincolati rispetto al tempo, insomma, non invecchiano (beati loro!). Buona lettura! :D
*Ludwig POV*


*DER NEID DER STERNE*



9 Novembre 1989

Finalmente, il giorno che tutti aspettavamo da tanto, moltissimo tempo è arrivato. Questa notte il muro è caduto e tutti siamo scesi in strada con la speranza di rivedere i nostri amici, i nostri fratelli, i nostri amanti dell'est che, quell'infernale costruzione, ci ha portato via per anni. Vedo gente intorno a me festeggiare, ragazzi che sorseggiano birra abbracciando coloro perduti da tempo. Io però, non ti trovo. Ti cerco disperatamente tra la folla urlando il tuo nome ma niente. Il mio respiro si perde tra la gente senza nemmeno provare a raggiungerti. E se ti avessi perduto per sempre? No, non devo nemmeno farmelo passare per la testa perché, al solo pensiero, il mio cuore è stretto in una morsa lacerante che mi provoca incondizionatamente  brividi di paura. Comunque non demordo e continuo senza sosta a cercarti, sperando di vedere il tuo viso che ormai , dato la triste lontananza, stento quasi a ricordare. Focalizzo nella mia mente i tuoi occhi scarlatti, i tuoi argentei capelli che disordinati cadevano sull'ardente fiamma celata nel tuo sguardo. Poi il buio. Un'altra volta ho perduto il tuo ricordo ma mi faccio forza e continuo a gridare il tuo nome. Purtroppo le voci gioiose coprono la mia e la speranza comincia lentamente ad abbandonarmi. così mi fermo, cercando di  mantenere la calma, fissando gli sgargianti colori delle nostre bandiere che sventolano aggraziate condotte dalle salde mani dei ragazzi. Mi sento perduto, solo in quel mare di felicità, invidiando tutti intorno a me per avere nuovamente il pregio di stringere tra le braccia coloro che amano. Mi porto le mani tra i capelli mentre alzo la testa rivolgendola verso il cielo stellato di quella fredda notte. Osservo le tante luci che lo dominano, ritrovando il quel cupo mare la stessa radiosa confusione che mi circonda. Solo una è la differenza, le stelle sono lontane l'una dall'altra. Mi sento quasi una di loro, sola e sperduta, alla ricerca della sua luna che da tempo non raggiunge. Ma improvvisamente sento come un brivido. Mi hanno per caso chiamato? Continuo ad ascoltare per comprendere ciò che le mie orecchie nel gioioso frastuono hanno veramente sentito. Lo sento ancora. Qualcuno in lontananza urla il mio nome e percepisco il suo veloce avvicinamento. Che sia veramente tu? è la tua voce che si staglia in mezzo a quella di migliaia di persone e che mi chiama con tanto ardore? Per scoprirlo mi volto lentamente, ancora incredulo o meglio, spaventato per un'eventuale delusione. Quando però mi volto sento il mio cuore mancare un battito, la gola stringersi e le gambe tremare. Sei là, in mezzo a tre presunti amici che sorseggiano da trasparenti boccali quel delizioso liquido ambrato. Ti vedo immobile che mi osservi con la stessa espressione che domina il mio volto. Una dolorosa felicità sfocia dai nostri visi, per via della bramata gioia scaturita nel momento in cui i tuoi brillanti occhi hanno ripreso posto nell'oceano dei miei. Per qualche istante, che a me sembrano ore, continuiamo a guardarci da lontano, ancora immobilizzati dall'improvviso stupore. Finalmente le gambe cominciano a prendere un po' d'autocontrollo e come se quel gesto non fosse dettato dalla mia mente, comincio a correre verso di te. Tu fai lo stesso aiutando la distanza tra noi a diminuire sempre più velocemente fino a che non ti ristringo tra le braccia. Cingo la tua schiena con tutta la forza che ho in corpo cercando di riassaporare il tuo profumo ormai perduto da tempo. Tu stringi le tue braccia attorno al mio collo. "Ludwig!" urli alle stelle che ormai ci guardano invidiose "Ludwig, sei vivo!" continuo ad abbracciarti cominciando a macchiare la tua sottile giacca verde con minuscole gocce che, dalla felicità, hanno deciso di scendere dai miei occhi. Finalmente posso sentire di nuovo il tuo respiro tra le braccia, il dolce ed arrogante soffio di mio fratello che come tanto tempo fa, cerca ancora rifugio tra le mie braccia. Staccandoti dal mio collo, ma lasciano comunque la tua dolce mano su di esso, mi guardi desideroso di ricordare ogni aspetto del mio volto. "Mi sei mancato!" riesci a dire prima che le parole ti si spengano in gola. Ma sorridi, quel sorriso vero, di felicità, che è raro, se non un privilegio, incontrare. Spero che tu vedi lo stesso in me, perché mai gioia più grande ho provato e mai più proverò. "Anche tu mi sei mancato" sussurro portandoti nuovamente a me. "Ed ora siamo uniti, fratello? Ci divideremo mai più?" Mormori dolcemente al mio orecchio "Mai più, te lo prometto, Gilbert!"




  
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