Serie TV > NCIS L.A.
Ricorda la storia  |      
Autore: Wendy96    14/03/2013    4 recensioni
Una missione, mille paure. Cosa sarebbe successo a kensi Blye se si fosse ritrovata veramente sola?
"Il cuore impazza, accelera le pulsazioni ogni istante che passa e io mi sento pronta ad agire. Do una rapida occhiata davanti a me controllando per l’ennesima volta di avere campo libero per poter irrompere nella sala indisturbata ma, anche se sono certa di essere sola, la sensazione di essere osservata non mi lascia un’istante…."
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dedicata a Marialaura,
una vera soldatessa con il cuore tenero
come solo pochi possono avere.
 Questa e tutta per te^^



«Sono dentro» sussurro nel più impercettibile dei modi alla piccola radiolina nera facendo in modo da non essere sentita da nessuno, eccetto che dal mio interlocutore.
«Procedi seguendo la missione e ricorda che per qualunque cosa noi siamo qui fuori.»
«Ricevuto.»
«Kensi.» Mi sento chiamare prima di spegnere l’oggetto, «Sta’ attenta…»
Alzo gli occhi al cielo seccata e allaccio la radiolina alla cintura dopo averla spenta.
Sono sola finalmente, il mio momento di gloria dopo anni di servizio in coppia è giunto. Impugno saldamente la mia lucente colt nella mano destra facendo scattare la sicura con un piccolo schiocco e mi avvio velocemente verso l’unica fonte di luce in lontananza con passo svelto e felpato nonostante abbia il cuore in gola, ma le mie gambe si muovono da sole spinte dalla scarica di adrenalina che mi attraversa il corpo.
Continuo la corsa finchè non riesco a trovare riparto in uno stretto corridoio; sulle pareti sono appoggiate quattro alte librerie molto vicine alla stanza illuminata nell’ampia villa buia, l’unica dalla quale proviene un vociare sommesso. Ora ne ho la certezza: lì dentro c’è qualcuno.
Il cuore impazza, accelera le pulsazioni ogni istante che passa ed io mi sento pronta ad agire.
Mi sporgo in avanti per dare una rapida occhiata controllando per l’ennesima volta di avere campo libero e poter irrompere nella sala indisturbata ma, anche se sono certa di essere sola, la sensazione di essere osservata non mi lascia un istante… . Controllo ancora che la sicura dell’arma non sia inserita, prendo un respiro profondo per calmare lievemente i nervi e, quando sono pronta a scattare… un braccio mi cinge i fianchi da dietro tenendomi con forza la mano stretta all’arma puntata verso al suolo mentre con l’altra mano mi tappa bocca soffocando l’imminente urlo pronto a uscirmi acuto dalla gola.
«Shhh… . Kensi, sono io, calmati» mi sussurra calmo dietro al mio orecchio il mio “rapitore” e, al solo suono di quella voce ferma, dilato le narici e mi sento avvampare dal calore che mi sale dell’interno scaturito dalla rabbia.
«Marty….» ringhio a denti stretti una volta che mi lascia libera e mi dà la possibilità di voltarmi a sguardarlo, «Che ci fai tu qui dentro?» Sono una furia.  
«Ero preoccupato per te» si difende passandosi timidamente una mano tra la spettinata chioma bionda.
«Ma questa è la MIA missione e sono in grado di badare a me stessa.»
Non faccio in tempo a voltarmi che dei passi pesanti si avvicinano al nostro nascondiglio prendendomi alla sprovvista perché distratta dalla sua presenza, ma Deeks, con un gesto fulmineo, mi trascina nella strettoia tra una libreria e l’altra inchiodandomi al muro e facendomi scudo con il suo corpo.
Sono a un soffio dal suo viso che posso osservare con mai prima d’ora: il profilo squadrato, l’aria attenta a fissare oltre al nostro nascondiglio con la preoccupazione che qualcuno possa scoprirci, il torace scolpito che si alza ritmicamente contemporaneamente al mio quasi fossimo parte di un unico corpo…
«Dicevi, scusa?» dice tornando a guardarmi con un sopracciglio alzato e l’aria compiaciuta mentre io, interdetta, alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
«Tutta colpa tua che mi hai distratta» mi giustifico nonostante sappia di essere nel torto e mi secca maggiormente il fatto che mi faccia il verso. «Che bambino…» lo rimprovero.
«Al mio segnale ci buttiamo dentro e portiamo al termine questa dannata missione. Insieme.»
«No» dico autoritaria passandogli davanti spingendolo contro al muro come aveva fatto lui poco prima di me, «Questa è la mia missione e la porterò a termine da sola, che tu lo voglia o no.»
Come al solito non mi ascolta ma, anzi, mi sorpassa e, prendendomi il mento con due dita, con aria seria mi sussurra a un palmo dal naso «Non potrei permettere che ti accada qualcosa perché io me ne sono stato con le mani in mano, mai.»
Mi colpisce il modo in cui accentua l’ultima parola, mi fa sentire protetta.
«Pronta?» Annuisco e, con scatto felino, usciamo da li irrompendo nella stanza con le armi tese davanti a noi. La sala è colma di uomini seduti a un tavolo probabilmente in abete lavorato e nell’aria aleggia l’odore acre del fumo di sigaro e di vodka liscia.
Sono stupiti di vederci lì, glielo si legge nell’espressione sorpresa che hanno stampata in volto, beh, lo sono tutti eccetto l’uomo che siede in testa al tavolo. «Sapevo che non fossimo soli, ma non mi aspettavo di trovarmi davanti due soli agenti» dice con un forte accento russo battendo le mani. La sua sola presenza m’infastidisce.
«Arrendetevi, siete circondati» ribatte Deeks con fermezza, quella che mi sta lentamente abbandonando…
«Da chi? Da te e da bella signorina che ti porti dietro?» Tutti ridono mentre io sento che sto per attaccare. Odio queste cose e Deeks lo sa.
Mi sposta dietro di se per farmi da scudo con il suo corpo e mi sussurra «Sta calma, Kens, va tutto bene.»
No, non va bene per niente!
«Cos’è? Hai paura, bella ragazza? L’ho sempre detto che l’unico posto di donna è ai piedi di uomo o, dato il tuo bel corpicino, avrei un’altra idea per te…»
Scoppio, non posso tollerare altro e, spingendo il mio compagno per avere campo libero davanti a me, faccio partire un colpo che si conficca nella spalla dell’uomo, il primo colpo di una lunga serie.
Deeks tenta di buttare giù un’altra libreria alla sua sinistra cercando di ostacolare il gruppo armato e di ripararci dagli spari che schizzano in ogni direzione, poi mi prende la mano e cominciano a correre finché non troviamo una porta in fondo al lungo corridoio, una porta che ci conduce a una ripida rampa di scale in cemento reso lievemente bagnato dall’umidità presente nell’aria: un garage, un immenso garage che quasi sembra un magazzino. Forse lo è…
Ci nascondiamo sotto a un’alta auto nera, un Hummer, e lui richiede tempestivo soccorso alla radiolina.
«Ma che cazzo ti è saltato in mente?! Se volevi farti ammazzare, beh, eri sulla strada giusta per farlo!»
«Mi ha provocata, quello stronzo mi ha provocata!»
«Dovevi stare calma e al tuo posto, cazzo! Giuro che se riusciamo a uscirne vivi, io…»
Non lo lascio finire, ho sentito la porta in cima alla rampa di scale dalla quale siamo scesi sbattere e dei passi lenti discendere sempre più. Ho paura, questa volta ho davvero tanta paura, e in cuor mio lo sto ringraziando per aver agito d’impulso e avermi seguita, da sola non so se ce l’avrei fatta.
«Merda…» sussurra dopo che gli ho lentamente sollevato la mano dalle morbide labbra permettendogli di parlare ancora.
«Seguimi» m’incita afferrandomi di nuovo la mano libera e strisciando fuori tirandomi dietro di sé e avanzando chinato dietro ad un’altra auto andando diretto verso una porta in metallo sul fondo del “magazzino”. «Adesso apro la porta e tu esci fuori, ti copro io.»
«Ed io ti lascio qui? Da solo? Non se ne parla, questo casino l’ho combinato io e di certo non ti lascio solo contro chissà quanti di quelli sono scesi qui sotto» protesto dura, ma lo so che sta leggendo il terrore nei miei occhi.
«Tu va’ per prima, io ti seguo. È una promessa.» Mi sorride rassicurante e mi convinco che non mente, allora annuisco.
Si sentono quei passi sconosciuti sempre più vicini a noi e ho il cuore in gola.
«Appena sparo, tu corri.»
Punta l’arma contro la porta, abbassa la sicura e vedo le nocche delle sue dita diventare bianche per via della stretta ferrea sul manico dell’arma.
«Deeks…» lo fermo appoggiando una mano sulla sua e, nel preciso istante in cui volta la testa verso di me, agisco d’impulso lanciandomi sulle sue labbra che combaciano alla perfezione con le mie. È sorpreso, ma non rifiuta il gesto e, anzi, chiede accesso alla mia bocca che gli concedo schiudendo le labbra. Quel bacio… dovevo sapere cosa si provasse a fiorare le sue labbra.
Mi allontano fissando lo sguardo sulle sue iridi chiare e ridenti, poi parte un colpo dalla canna della sua pistola ed io corro in direzione della luce proveniente dalla porta che ora è aperta: sono fuori, finalmente libera da quel posto.
«Ce l’abbiamo fatta, De…»
Non c’è?! Improvvisamente mi accorgo di essere sola, lui non è con me!
Si sentono dei colpi echeggiare dal luogo in cui mi trovavo poco prima, poi più niente e l’ansia mi assale, mi sento divorare dal senso di colpa che comincia a farmi pizzicare gli occhi.
No, non posso restare qui un attimo di più, devo aiutarlo e comincio a correre il più veloce possibile verso la porta lasciata aperta.
Prima ch’io sia abbastanza vicina da poter distinguere chi si trova all’interno, vedo comparire la sua imponente sagoma che mi corre incontro tenendosi l’avambraccio sinistro. Mi stringe a sé facendomi fare un mezzo giro per aria e, una volta tornata con i piedi per terra mi lascio andare ad un pianto liberatorio appoggiata alla sua spalla.
«Va tutto bene, Kens, ora va tutto bene» dice per rassicurarmi stringendomi un po’.
“Sì, è vero, ora che tutto è finito e sono tra le tue braccia va tutto bene.”
Mi solleva delicatamente il viso per stamparmi un bacio a fior di labbra e per asciugarmi le ultime lacrime con i pollici.
«Andiamo?» mi domanda ed io annuisco sollevata perché finalmente possiamo allontanarci.
Un inaspettato colpo sordo echeggia nell’aria e io mi accascio a terra preda di un dolore lancinante al lato sinistro del corpo.
Il mio mondo piano piano svanisce assumendo come suo unico colore quello delle tenebre.
 
Uno strano BIP ritmico e continuo mi rimbomba nella testa che mi pulsa come non mai e m’infastidisce parecchio.
Apro piano gli occhi che vengono immediatamente investiti da un intenso fascio biancastro di luce al quale devo attendere alcuni minuti prima di abituarmici.
C’è qualcosa stretta nella mia mano destra: un’altra mano, sì, una mano grande e callosa, ma estremamente calda e familiare.
«Deeks…» sussurro stringendogli lievemente la mano per risvegliarlo.
«Kensi?!» È sbigottito, sgrana gli occhi incredulo.
«Ehi» dico sforzando un sorriso, «Cos’è successo?» Non ricordo che cosa sia accaduto, solo un forte suono e un dolore lancinante che paralizza ogni centimetro del mio corpo.
«Ti hanno sparato Kens, quel russo di merda ti ha sparato mentre tu eri di spalle. Ma ora sei qui, hai riaperto gli occhi e non c’è nient’altro che potrei desiderare in questo momento.»
«Cosa ti è successo al braccio?» osservo notando che è fasciato e stretto al petto.
«Niente di grave, solo un graffio, non preoccuparti.»
«Grazie» dico rompendo quel breve momento di silenzio creatosi tra noi.
«Di cosa?»
«Per esserci stato, per essere sempre al mio fianco pronto a proteggermi.»
Si sporge in avanti e appoggia le sue labbra sulle mie facendole ancora combaciare alla perfezione, ma questo bacio è diverso, più dolce delicato, come se avesse paura di farmi provare altro dolore.
«Kensi, ora riposati, sarai stanca» disse accarezzandomi una gota con il dorso della mano.
«Resta qui, tienimi la mano.»
«Ti prometto che al tuo risveglio sarò ancora qui con te.»
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare nel mondo dei sogni dalle sue delicate carezze.
Sì, questo è l’inizio di qualcosa di grande. Questo è l’inizio di un tanto atteso amore.  
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS L.A. / Vai alla pagina dell'autore: Wendy96