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Autore: Shykyzaky    15/03/2013    2 recensioni
Penelope e Calipso si incontrano per la prima ed unica volta nella storia e l'unico ad ascoltare la conversazione è un piccolo granchio.
Genere: Generale, Malinconico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Di quando un granchio ascoltò la conversazione che nessuno storico avrebbe mai potuto immaginare

 

 

 

“Perché voi?! Pensate veramente che sceglierà voi?! Così brutta... Deturpata dai segni del tempo e senza forza che vi regga più nelle gambe?!”
“Oh tacete!”
Si mosse leggermente, infastidito da quelle urla. Umani, non sanno stare zitti nemmeno per una stagione fredda.

Le chele appoggiate alla sabbia si mossero un po', gli occhietti ancora chiusi. Si spostò verso sinistra, ma il rumore aumentò. Destatosi completamente dal sonno in cui era caduto decise di ascoltare, non c'era altro da fare.
“In questi sette anni chi gli è stata vicina di noi due? Chi lo ha soddisfatto ogni notte amandolo come solo una moglie dovrebbe? Chi potrebbe farlo fino a quando Zeus non vorrà? Voi siete solo una mortale, io gli sto offrendo una vita felice e senza il timore della morte”.

“Calipso, voi siete una donna così vuota, mi rammarico per voi e per la vostra anima. La vita non è fatta solo di piaceri carnali, ma anche di piccole gioie come scoprire un qualcosa di nuovo ogni giorno, non solo in tuo marito, ma in qualsiasi cosa che ti circonda. Voi, che reclamate il titolo di sua moglie, potete forse dire di conoscerlo al di fuori del letto in cui avete dormito con lui in tutti questi anni? Voi avete il dono dell'immortalità e vivete su di un'isola che di bellezza non ha niente da invidiare ai Campi Elisi – gli dei me ne scampino – e siete bellissima; perché volete privarmi dell'unica gioia della mia vita?”
“Voglio solo essere felice, saggia Penelope. Gli dei mi obbligarono ad innamorarmi di ogni uomo che si sarebbe presentato sulla mia isola e dopo ch'io mi sarei innamorata di loro, questi mi avrebbero abbandonato, lasciandomi sola ad Ogigia. Ora che ho trovato qualcuno che può darmi una vera vita non voglio lasciarlo andare”.
“Ma voi siete sicura che vi ami?”
“...No”.
Ah ora capisco! In quel momento l'animale si ricordò della donna più anziana che, mentre passeggiava sulla sua spiaggia, sfogava il suo dolore per il marito lontano. Evidentemente era quell'uomo l'oggetto d'interesse di entrambe.
Quella che a lui parve la più piccola delle due le ricordava un delicato alberello con quei lunghi capelli verdi e la pelle così scura da apparire come una corteccia. Era molto bella, anzi no bellissima. Egli era abbastanza vicino – appoggiato su di uno scoglio, dove le onde avrebbero potuto raggiungerlo – da poter notare le lacrime silenziose che rigavano il volto della ninfa. Per questo non invidiava gli umani: secondo il suo modesto parere si facevano sempre troppi problemi, meglio essere un granchio. Mille volte meglio.
“Allora vi prego, oh affascinante Calipso, lasciatelo tornare in casa mia, anche per il vostro bene. Quale gioia potreste provare nell'amare qualcuno che non vi corrisponde?”
“... Avete ragione, io... Lo lascerò andare definitivamente. E' stato un errore insistere per accompagnarlo fin qui ad Itaca. Dovete sapere che Odisseo, ogni giorno, si sedeva sulla scogliera e piangeva pensando a voi e a voi soltanto. Siete una donna molto fortunata, regina. Questa è quindi la mia punizione? Non essere mai amata da nessuno e passare l'eternità in solitudine? Mai accetterò tale sorte e continuerò ad aspettare colui che mi libererà dai lacci della maledizione. Addio, regina di Itaca, moglie di Odisseo”.
“Addio, Calipso” disse Penelope, mentre osservava la ninfa immergersi nel mare e scomparire per sempre.
Questi umani, sono davvero sciocchi. Litigare per un compagno, tsk! Inimmaginabile!
Egli allora decise di ritornare dalla sua compagna, immergendosi anche lui nelle acque per poter accedere alla grotta dove viveva; ma lui di queste cose non capiva molto, era pur sempre un granchio no?

   
 
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