Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: BeccaSmile_    15/03/2013    1 recensioni
"Sono Rebecca Black e questa è la mia storia. Mi ero ripromessa di mettere per iscritto tutto quanto, ogni sensazione, ogni emozione...ogni cosa. E' triste guardarsi indietro e vedere solo rimpianti, solo occasioni non colte, parole non dette. Eppure quell'amaro in bocca un pò è reso dolce dall' essere riuscita a colmare quello strano vuoto che avevo dopotutto. Credo di aver vissuto più negli ultimi giorni che in tutta la mia vita. A volte devi perdere ciò che ti è più caro per comprenderne il valore e io questo lo so molto bene; ma per quante lacrime abbia versato, per quanto mi senta sola e triste, mi sento del tutto in pace con me stessa. Mentirei se dicessi di non voler tornare indietro e cambiare il passato, ma ho la consapevolezza di non poterlo fare."
Dedicato a mia madre, la donna più bella del mondo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sento i piedi che iniziano a formicolare. Sono ferma in questa posizione da quasi due ore a fissare lo schermo del computer; a fissare quella pagina bianca, quel trattino lampeggiante che mi ricorda assiduamente che devo scrivere. Ma da dove potrei iniziare? Ci sono talmente tante cose da dire e troppe poche parole esistenti al mondo. Potrei iniziare parlando di quella volta in cui stavo passeggiando al molo e ho visto Mimì per la prima volta; oppure potrei partire raccontando della lezione di matematica passata a fissare l’orologio sperando che la lancetta delle ore toccasse il prima possibile il 3 così avrei potuto vedere Louis. Ma a dire il vero la prima cosa che mi viene in mente è un grammofono; stava facendo girare un disco di Elvis. Mi ricordo la tavola imbandita, i vestiti stretti in vita che arrivavano poco sotto le ginocchia per le donne e i colli strozzati da variopinte cravatte per gli uomini. Mi ricordo il dolore alle caviglie e ai polpacci a causa di quelle stupide scarpe che avevo voluto mettere a tutti i costi. Ma la cosa che è più indelebile di tutte è quel profumo di mughetto che c’era nell’aria, credo fosse il profumo di mia madre. Era bellissima, soprattutto quella sera; aveva un vestito rosso bordeaux che stava benissimo con la sua carnagione. Ma secondo me il momento della giornata in cui era più bella era la sera, prima di andare a dormire, quando si sedeva davanti alla vecchia pettiniera della nonna e lentamente, non distogliendo mai lo sguardo dai suoi stessi occhi attraverso lo specchio, si toglieva gli orecchini, si puliva dal trucco e iniziava a spazzolarsi i capelli. Quando ero piccola la ammiravo da dietro la porta socchiusa mentre si districava i nodi, ciocca dopo ciocca finché non si sentiva del tutto soddisfatta o troppo stanca per continuare. Non credo si sia mai accorta della mia presenza nascosta e io non le ho mai detto nulla sul fatto che la trovassi bella, lo sapeva abbastanza per conto suo o comunque c’era già chi glielo ricordava sempre; ad esempio il dottor Ford, che tra l’altro, non si sa per quale motivo, era presente a quella festa. Era il ventesimo compleanno di mio fratello Paul, fratellastro anzi. Diciamo che mia madre nella sua vita non è mai stata sprovvista di attenzioni da parte degli uomini e a ricordarmelo c’era anche la piccola Giuliane; eravamo tre fratelli, ognuno con un padre diverso. Con nostra madre avevamo un rapporto quasi di noncuranza: non ci interessava niente della sua vita sentimentale o per lo meno è quello che cercavamo di dare a vedere. Invece tra me, Paul e Giuliane c’era un rapporto un po’ particolare; Giuliane è nata quando io avevo 14 anni e l’ho sempre vista come una sorellina sanguinea, da proteggere, da aiutare e da confortare quando suo padre –non ho intenzione nemmeno di pensare al nome di quell’essere- alzava il gomito. Invece con Paul era tutta un’altra cosa. Lui aveva due anni più di me e non siamo mai andati d’accordo; lui pensava che mio padre fosse uno sfascia famiglie e che quindi io non meritavo assolutamente un briciolo di considerazione. Finché non è nata Giuliane e a poco a poco io e lui abbiamo preso le redini della famiglia, ritrovandoci tanto peso sulle spalle e quel punto ci siam trovati complici per non vedere crollare tutto quello che avevamo intorno. Ma la cosa più impensabile successe proprio a quella festa…
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: BeccaSmile_