Titolo: Nati per appartenersi.
Pairing: Destiel.
Note: ringraziate chi dice, su Tumblr, che Dean ha detto "ti amo" a Cass. XD
'Sta cosa č nata da una mia frase in gruppo, ("Al diavolo, lo amo.") sclerando proprio sulla fatidica scena -tagliata- del "ti amo".
Non č nulla di particolare, ma avevo voglia di scriverci qualcosa. Ed ecco qui.
Inutile dire che č OOC. XD
Chi mi conosce sa che non sono una fan dell'OOC ma ogni tanto, lo ammetto, ci sta. @_@ XD

E pių lo guardava, pių guardava i suoi occhi persi, spaventati, pių sentiva il suo cuore parlare alla sua testa. La consapevolezza scoppiare in lui, e le parole premere per uscire.

"Al diavolo, lo amo." Un sospiro rassegnato segue l'ammissione a sč stesso. "Porca puttana."

Lo afferra per le spalle.
"Cass, ascoltami. Devi tornare in te..." da me "...abbiamo, ho bisogno di te, ti prego, Cass."
Stringe pių forte le dita attorno alla stoffa del trench.

"Dannazione, Cass. Ho bisogno di te. Io...io..."
"Dean..."
"Sta zitto. Cazzo, Cass...io ti amo."
"Dean non..."

Ma si blocca, il cacciatore ha abbassato la testa, e piange, senza suono, lacrime calde si posano a terra in piccoli cerchietti perfetti.

"Torna in te, ti prego. Ho bisogno di te. Del te di sempre." Un singhiozzo lo scuote. "Mi dispiace, Cass. Mi dispiace di come ti ho ridotto, di averti fatto cambiare. Mi dispiace, č tutta colpa mia, mi dispiace."
La presa sulle spalle dell'Angelo č d'acciaio e lui non esita ad abbracciarlo. Piano, un contatto leggero. Dean singhiozza, ancora, contro la sua spalla.

Quando smette si sposta, imbarazzato, Cass lo lascia, senza, perō, permettergli di stargli troppo lontano.
Il cacciatore solleva lo sguardo umido sull'Angelo e vi trova, in quello blu dell'altro, preoccupazione, tristezza e confusione.
Con una passo cancella la distanza che li separa e posa, in un tocco appena percettibile, le labbra su quelle dell'altro.
Si lascia sfuggire un sospiro subito bevuto dalla bocca socchiusa davanti a sč.

Fa per ritrarsi ma l'Angelo lo blocca e rende il contatto fra le loro labbra pių reale. Pių incredibilmente caldo e umido.
E Dean geme, geme stringendosi contro l'altro, la stoffa, delle maniche del trench, stretta fra le dita.
Labbra che premono contro altre labbra, lingue che si accarezzano. Mani che si aggrappano, stringono, possiedono.

Castiel l'ha spinto contro al muro, la sua schiena impatta con forza contro la parete e costringe il cacciatore a separare le loro labbra per gemere e poi scoppiare a ridere.

"Cass, cazzo. Non avrei mai immaginato che mi sarei sentito cosė...cosė bene. Cosė giusto." Sospira ad occhi chiusi.
Le labbra dell'Angelo sono posate sulle sue, si strusciano leggere in attesa di un nuovo assalto.
Le leggere risa, quasi isteriche, dell'umano cessano quando le dita di Castiel si stringono possessive sui suoi fianchi e lo attirano verso di sč e i suoi occhi incontrano il verde degli altri.
E Dean sente, vede in quegl'occhi blu, che finalmente l'Angelo č di nuovo sč stesso.

Si guardano per un tempo indefinito, un'eternitā, il loro momento perfetto, come mille altri, prima ma, allo stesso tempo diverso. E' unione, consapevolezza. E le loro labbra tornano a toccarsi, in Dean una dolcezza mostrata raramente, in Castiel la forza che lo distingue, che fa di lui ciō che č.
La perseveranza e l'amore incondizionati del secondo, in contrasto con le idee, l'orgoglio e la paura del primo.

L'amore infinito di due creature nate per appartenersi.