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Autore: white mirror    15/03/2013    0 recensioni
" Tutto cominciò lì, tra giocolieri, trapezisti e scimmie ammaestrate..
..
in una bizzarra notte di mezza estate.."
Un viaggio nelle opere del grande William Shakespeare!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carissimi lettori, 
per me è un piacere enorme sapere che la mia storia ha ,in qualche modo, catturato la vostra attenzione. Spero di non aver fatto troppi orrori di grammatica e mi auguro che questo primo capitolo sia di vostro gradimento! aspetto con ansia un vostro commento! buona lettura! W.M.




Capitolo 1 - le circ Rambeaux





Meglio soli che male accompagnati.. È così il proverbio.

Ma la solitudine ha un prezzo, prezzo che si andava pagando a suon di lacrime.

Nel silenzio del mio taxi armeggiavo con il cellulare, in cerca di tutte le possibili immagini in cui fosse potuto essere presente Albert.
 Mi aveva ferito, lo aveva fatto senza ritegno ne preoccupazioni, aveva agito in modo egoistico, pensando solo al proprio tornaconto personale. 

Dovevo trovare quindi il modo per distrarmi e sfogare la mia rabbia repressa. 
Benché fosse divertente, cancellare o modificare le sue foto non mi dava alcuna soddisfazione.
'Cosa fare allora? Come placare la propria sete di vendetta senza far danni ne creare problemi a qualcuno?'

Nessuna risposta.

Il mio cervello aveva deciso di prendersi una vacanza. 
E a quanto pareva anche il taxi si rifiutava di avanzare.

"Mi scusi? C'è qualche problema?" Domandai al conducente
.
"Non si preoccupi signorina, è solo questa vecchia ferraglia che di tanto in tanto fa i capricci"

"Va bene.. Tanto non ho nulla da fare.."

'Ma sì, ormai... Sola, senza un uomo, in un taxi della prima guerra mondiale fermo in una cittadina nella campagna dell'America del nord.. Peggio di così non può andare' pensai, e così facendo mi tirai la gufata del secolo.

"Signorina.. Mi scusi... Avremmo un piccolo problema con l'olio..."

"Come posso aiutarla..?"

"No.. Dovrei portare la vecchia Beth da un meccanico.. Solo per controllare... Si ostina a non partire e quindi.."

"Se è l'unico modo per tornare a casa... Beh.. Andiamo da questo meccanico.."

"Ce ne è uno tre metri più avanti..."

"Andiamo allora"

"Oh no, non si deve scomodare, si diverta, faccia pure un giro per la città, porto io questa vecchiarda dal meccanico; appena ho finito la chiamo." Disse il taxista con fare sorridente.

"D'accordo ... Come vuole lei" conclusi allungandogli il mio biglietto da visita.
 
 
Sotto la flebile luce dei lampioni mi aggiravo per le ampie strade di quella strana cittadina; i pochi negozi e ristoranti aperti erano quasi deserti, abbandonati e privi di un qualsiasi spirito di vita.

Proseguivo lungo la via principale, senza rimorsi ne dubbi.

Dovevo riuscire a cavarmela anche questa volta.

Una musica raggiunse, in quel momento, il mio orecchio; allegra e spensierata si librava in aria con la leggerezza di un aquilone. Quelle note danzavano in un’ armonia surreale giocando a rincorrersi fino ai confini dello spazio.
Un motivetto familiare, che mi riportava alla mente vecchi ricordi.

‘Da dove proveniva?

Mi lasciai guidare da quel canto ammaliatore fino ad arrivare all'ingresso di un enorme tendone rosso e giallo, tutto decorato con lanterne e festoni di ogni tipo. 
Un imponente insegna al neon colorata lampeggiava sopra alla mia testa: " Le Circ Rambeaux " lessi.

"Salve!" 
Uno strano bambino si reggeva in piedi di fronte a me, dondolandosi avanti e indietro sui talloni, come in attesa di qualcosa.

La sua gracile figura poteva ricordare quella di un folletto dei boschi. I suoi capelli rossi risaltavano dal contrasto con la pelle candida che brillava al chiaro di luna mentre i due grandi occhi neri mi fissavano incuriositi. 
"Salve!" Esclamai un po' spaventata da quell'improvviso incontro.

"Posso chiederle una cosa?" Disse il giovane
.
"Chiedimi pure.."

"Lei crede nell'amore a prima vista?"

"No.. Non particolarmente... O per lo meno non mi fido più dell'Amore A Prima Vista.." Risposi ridendo un po' stranita dalla bizzarra domanda.

"Ah.. Capisco.. Quindi lei non crede che-"

"Puck! Non essere impertinente!". Un signore alto, in carne e con una folta barba bianca era uscito dal tendone e aveva preso a rimproverare il ragazzino. L'uomo, con un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una giacca rossa tutta decorata con ricami e disegni di ogni tipo, stava davanti a me e mi osservava con attenzione.

"Mi perdoni signorina, il mio giovane assistente non ha ancora imparato come ci si comporta!" Disse con aria severa rivolto a quel bulbo rosso scompigliato.

"No, no non si preoccupi.." 

Ed ecco il suono di una campanella coprire le mie parole.

"Ah, lo spettacolo sta per cominciare! Gradirebbe unirsi a noi? Ci farebbe molto piacere averla come nostra ospite!" Mi chiese quello che dall'aspetto avrebbe potuto essere il proprietario
'Perché no? Tanto devo aspettare che il taxista faccia sistemare la vecchia Beth.. Almeno così mi tengo occupata..
?’
"Grazie mille! Mi piacerebbe molto!". Esclamai cercando di trasmettere più entusiasmo possibile.

" Ottimo!! Allora venga, si accomodi! Lasci fuori da questa tenda i suoi problemi, i suoi dubbi e le sue preoccupazioni! Si rilassi e si goda lo spettacolo!".

Puck mi prese per mano e mi accompagnò attraverso uno stretto corridoio che portava alle gradinate.
 Incredibile! 
L'interno del tendone risultava assai più ampio di come compariva dall'esterno e tutti i posti erano stati venduti.

Il chiacchiericcio comune e le risate del pubblico riempivano l'aria di allegria, spensieratezza. La Campanella suonò una seconda volta.

"Ok, ora è meglio prendere posto, sta per iniziare!
 Ecco! Quello è il posto riservato agli ospiti del grande W! " disse il giovane, indicando una serie di poltrone rosse collocate in un piccolo spazio centrale delle gradinate.

"Ohhhhh!! Grazie Puck!"

"Di nulla! Si goda lo spettacolo! Io ora vado.."

"Non resti anche tu?"

"No, ma non si preoccupi, ci vedremo ancora!" Disse con uno splendido sorriso sulle labbra.
  
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