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Autore: GuiltyLynn_94    15/03/2013    6 recensioni
Ecco a voi, in un momento intimo, una breve riflessione del nostro amatissimo Principe dei Sayan, che si accorge di come è cambiata la sua vita grazie a Bulma e ai suoi figli e di come sia finalmente riuscito a gettare la sua "maschera".
Leggete e recensite, mi raccomando! :)
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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UNMASKED

 
 
 
 
Durante la mia vita ho sempre indossato una maschera.
Fin dall’età di 5 anni entrai a far parte dell’esercito di quel bastardo di Freezer, venduto dal mio stesso padre, troppo codardo per cercare anche solo minimamente di opporsi a lui.
Ho commesso un numero immenso di omicidi, ho visto fin troppe volte sangue sgorgare davanti ai miei occhi, sangue di innocenti, ho provato fin troppe volte la sensazione di una vita che si spegne tra le tue stesse mani … ma mai, una sola volta, ho provato piacere nel farlo.
I miei compagni, quelle povere bestie senza cervello uccidevano tante persone quante ne uccidevo io, ma a differenza mia non si ponevano domande del tipo “perché quest’uomo deve morire?”,oppure “ma cosa può aver fatto di male un bambino per venire ucciso?”: no, loro sventravano corpi incapaci di difendersi solo perché ordinato loro di farlo da Freezer.
Ho sempre odiato quel gradasso, e ho sempre odiato quello che mi obbligava a fare … non ho mai provato piacere nel togliere la vita a qualcuno, ma lo facevo per noia, per insoddisfazione, o forse per imporre il mio potere su qualcuno.
Era per me come uno sfogo; i terrestri fumano, bevono, giocano d’azzardo per sfogarsi, io uccidevo.
Pensavo che la mia vita sarebbe stata destinata ad essere sempre così … ero convinto che sarei diventato un fortissimo guerriero e conquistatore, circondato di falsi amici, di donnacce e di ricchezze.
E ormai mi ero arreso alla convinzione che avrei sempre dovuto portare una dannatissima maschera.
Perché in me, in fondo in fondo, c’era ancora qualcosa di buono, un residuo di affetto, di amore, che però ero stato obbligato a celare con freddezza e distacco.
Poi, ho incontrato lei, quella donna tanto odiosa quanto meravigliosa, capace di farmi andare ai matti anche solo con una parola ma in grado di farmi toccare il cielo con un dito, quella dannata terrestre che mi ha cambiato, che non si è fermata alle apparenze ed è riuscita a vedere oltre il muro fatto di odio e di indifferenza che, negli anni, avevo abilmente costruito intorno a me.
Con lei, la mia vita è cambiata … anche se non lo davo a vedere, grazie a quella pazza scienziata avevo trovato finalmente la pace e la serenità, e dopo numerosi alti e bassi – ovvero la mia fuga per diventare Super Sayan e Majin Boo – siamo riusciti a creare una famiglia stabile.
Prima ero spaventato all’idea di fare un passo così grande, ma poi mi sono accorto che era solo grazie a lei e a quel moccioso che fingevo di non amare che la mia vita aveva preso una piega diversa.
Già, la mia intera esistenza era cambiata in un modo che mai avrei potuto immaginare … ma la mia maschera era ancora lì, più sottile, più logora ma sempre lì, pronta a proteggermi sempre.
Ma si sa, prima o poi bisogna gettare la maschera.
E con quelle strane riflessioni in testa mi avvicinai alla culla di mia figlia, di appena quattro mesi, e la presi in braccio … lo facevo raramente, ma non perché non l’amassi, semplicemente ero terrorizzato all’idea di poterle anche solo torcere un capello.
Me la misi sul torace e lei mi fissò, con i suoi occhioni uguali a quelli della madre.
Le sfiorai il nasino con una mano e mi sedetti insieme a lei sul letto matrimoniale della camera mia e di Bulma, ed entrambi sobbalzammo all’arrivo di Trunks.
- Papà … posso … ? – era sempre in soggezione quando doveva parlare con me.
Gli feci un cenno con una mano, e lui non attese nemmeno un secondo per venire verso di noi sul comodo e spazioso giaciglio.
Si sedette di fianco a me e gli cinsi le spalle con un braccio, causando l’arrossamento immediato delle nostre guance e le risate divertite della piccola Bra.
- Guardiamo un po’ di televisione, ti va? – Trunks annuì alla mia proposta e prese il telecomando.
Passammo mezz’ora a deridere un pessimo wrestler e ad immaginarlo alle prese con Majin Boo o con Cell, poi il mio bambino cominciò ad accusare i primi sintomi della stanchezza.
Si appoggiò con la testa al mio possente petto.
Accidenti … quella maschera che cercava di riemergere ogni volta era lì, appena sotto la pelle, voleva saltare fuori, voleva spingere Trunks lontano … come alcuni anni prima.
No, questa volta non gliel’avrei permesso.
Prima o poi, dicevo, bisogna gettare la maschera, e le uniche persone con cui riesco a farlo sono quelle che non hanno mai avuto segreti con me e che mi amano sia con che senza di essa.
Gli scompigliai i capelli e gli diedi un bacio sulla testa, dopo di che mi assopii.
 
Bulma camminava per i corridoi della Capsule Corp. in  cerca dei suoi tre Sayan, ma stranamente non ne trovava nemmeno l’ombra …
Entrò in camera da letto con l’intenzione di cambiarsi d’abito e trovò davanti ai suoi occhi una scena a dir poco stupenda, che le fece venire le lacrime agli occhi: suo marito, l’orgoglioso e fiero Principe dei Sayan, addormentato e con i suoi figli, i loro figli, tra le braccia.
Si avvicinò al viso di Vegeta e gli lasciò un bacio sul naso, facendolo farfugliare qualcosa di indistinto nel sonno, sicuramente un mugolio di fastidio.
- Smascherato … - sussurrò, mentre si coricava vicino alla sua famiglia.

  
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