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Autore: germangirl    15/03/2013    10 recensioni
Stana ritorna a Los Angeles per l’inizio delle riprese della quinta stagione, sotto un temporale che le riporta alla memoria la 4x23. E una sorpresa la attende in aeroporto. Ma forse le cose non sono come sembrano…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Gentili passeggeri, è il comandante che vi parla. Vi informo che abbiamo iniziato la discesa verso l’aeroporto di Los Angeles, dove prevediamo di atterrare alle 18.15 ora locale. Il tempo è nuvoloso e la temperatura a terra è di 16 gradi”.

L’annuncio del comandante mi fa alzare gli occhi dal romanzo nel quale sono sprofondata da quando siamo partiti. Metto il segnalibro per non perdere il segno e ripongo il volume con cura nella mia borsa. In questo mondo ipertecnologico, per me i libri restano di carta: mi piace tantissimo annusarli quando sono nuovi, sentire quel buonissimo odore di carta e inchiostro, e trovare, per ogni testo, il segnalibro più adatto.

Guardo fuori dal finestrino e vedo solo nubi e pioggia… Fantastico, manco da Los Angeles da diversi mesi, ed ecco in che modo questa città mi dà il bentornato. Già, è da quando abbiamo terminato le riprese della quarta serie che ho lasciato la California. Da quando abbiamo finito di girare la 4x23, appunto. Anche in quella scena pioveva… La mia mente si affolla di ricordi, e inconsciamente le mie dita accarezzano le mie labbra, al pensiero di quell’episodio. E altrettanto inconsciamente le mie guance assumono una colorazione tendente al rosso acceso, al pensiero di ciò che le labbra e le mani di quell’uomo con cui ho girato quella scena hanno fatto sulla mia pelle.

Su, Stana, sii sincera con te stessa: non è solo il pensiero di ciò che è successo alla fine di quella puntata, è ciò che vorresti che quelle mani e quelle labbra facessero su tutto il tuo corpo, e non certo per finzione.  No, forza, Stana, riprenditi! Non sei una ragazzina alla prima cotta! E poi non lo vedi da mesi!

Già, non lo vedo da mesi, come sempre succede nelle pause fra una serie e l’altra. Ma quest’anno è diverso: quest’estate ci siamo sentiti spessissimo. Abbiamo cominciato con qualche messaggio, qualche sms innocuo e scherzoso, con quella punta di malizia che ha sempre caratterizzato la nostra amicizia (sì, Stana, continua a chiamarla amicizia…). Niente twitter, non volevamo condividere le nostre chiacchiere con tutto l’etere e scatenare i fan. Poi, una sera, Nathan mi ha telefonato e abbiamo parlato a lungo: mi ha raccontato che suo fratello non stava bene e aveva bisogno di un’amica con cui sfogarsi. Da allora, come se ci fossimo messi tacitamente d’accordo, ci siamo sentiti ogni venerdì: abbiamo chiacchierato delle nostre famiglie, delle sue nipotine, per le quali stravede e con cui è riuscito finalmente a trascorrere un po’ di tempo. La più grande si è presa la prima cotta per un ragazzino francese conosciuto in vacanza e si è confidata proprio con suo zio, chiedendogli consigli su come capire se lui fosse interessato a lei come fidanzata e non come amica (ecco, a questo proposito, Stana, anche tu avresti bisogno di qualche consiglio, vero?!?!). Io gli ho raccontato della mia vacanza in Croazia, dove sono andata in cerca delle mie origini… Insomma, è come se il nostro rapporto fosse arrivato a un altro stadio… Già, mi piacerebbe solo capire in che fase è!

E dai, Stana, lo sai bene in che fase sei: hai totalmente e irrimediabilmente perso la testa per Nathan Fillion. Punto e basta.

Oh santo cielo. Ho davvero perso la testa per quell’uomo. E fra pochi giorni lo rivedo: dobbiamo fare le foto promozionali per la quinta stagione. Il mio battito cardiaco accelera al pensiero che, a breve, potrò vedere Nate tutti i giorni. Non sono mai stata tanto contenta di tornare a lavorare come quest’anno! Quando ci siamo sentiti venerdì scorso, mi ha detto che sarebbe rientrato a Los Angeles solo il giorno prima del photo shooting. Dai Stana, si tratta solo di altri due giorni. 48 ore e poi vedrai se tutte queste telefonate vi hanno portato da qualche parte.

Ammettilo, Stana, sai perfettamente dove vorresti che queste telefonate ti avessero portato: a casa sua, per una bella serata romantica e passionale.

Oh santo cielo. Immagini vietate ai minori si materializzano nel mio cervello e le mie guance assumono una colorazione tale che temo che la hostess chiamerà un medico, pensando che mi sia venuta una qualche brutta malattia. Per fortuna, l’aereo atterra e vengo distratta dal caos degli altri passeggeri che si alzano, raccolgono i propri effetti personali e si dirigono al ritiro bagagli. Mi inserisco in quella fiumana e mi faccio trascinare, evitando di pensare al mio coprotagonista. Dopo pochi minuti, il nastro comincia a muoversi e sono fortunata, la mia valigia è una fra le prime. La recupero e mi avvio velocemente verso l’esterno dell’aeroporto, in cerca di un taxi che mi possa portare verso casa.

Nel frattempo, l’intensità della pioggia aumenta e si sentono anche i tuoni farsi più vicini: un vero fortunale si sta scaricando sulla città degli angeli. Penso che, con questo tempo, trovare un taxi sarà un’impresa. Il cellulare mi avverte che mi è appena arrivato un messaggio. Deve essere mio padre che vuole sapere se sono arrivata e ho fatto buon viaggio. Sorrido al pensiero di quanto sia affettuoso e attento il mio papà. Mentre cerco di recuperare il mio amato smartphone frugando nella borsa (nella quale, naturalmente, ho l’intero universo, e tutto è assolutamente indispensabile, non si sa mai), intravedo una figura imponente che se ne sta ferma impalata davanti a me. Sto per mandarlo a farsi benedire, quando ecco che, sollevando lo sguardo, incontro un paio di occhi azzurri che mi osservano sorridenti e ammirati, nascosti sotto un berrettino da baseball.

“Nate, che ci fai qui?” lo guardo spalancando gli occhi e cercando di tenere sotto controllo il battito del mio cuore, che è così veloce che pare di sentire la cavalcata delle Valchirie.

“Ciao, Stana. Sono rientrato a Los Angeles prima del previsto e ho pensato di venirti a prendere in aeroporto. Spero di non disturbare…. Ho la macchina al parcheggio” Oh santo cielo. E’ così carino quest’uomo, così premuroso, così dolce che me lo mangerei di baci. Proprio qui. In mezzo alla hall degli arrivi. In un aeroporto internazionale. Il posto più romantico del mondo, insomma. E con il rischio che qualche fan ci becchi.

“Ma certo che non disturbi. Sei un tesoro, grazie mille!” Gli sorrido riconoscente (ma che riconoscente, Stana, gli sorridi perché la sola vista di quegli occhi azzurri ti fa dimenticare il temporale e ti sembra che il mondo sia improvvisamente un posto più bello in cui vivere, non ti raccontare delle balle!)… Dicevo, gli sorrido, gli accarezzo una guancia, indugiando forse più del dovuto, e lui mi prende la valigia, dirigendosi verso il parcheggio. Subito gli chiedo del fratello, e lui mi assicura che adesso è tutto sotto controllo, la paura è passata. Dalla contentezza, avrei voglia di abbracciarlo e di stropicciarmelo tutto! E non certo come lo farebbe un’amica. Ma lui sembra tanto amichevole. Disperatamente amichevole. Solo amici. No, non può essere. Il nostro rapporto non può rimanere solo a quel livello. Il mio cuore perde un battito e per tutto il tragitto non ci scambiamo una parola.

Arriviamo alla sua macchina, mi apre lo sportello, da vero cavaliere, e io salgo. Nate sistema la mia valigia nel bagagliaio e si siede al posto di guida. Mi sforzo di non guardarlo, ho paura di non leggere lo stesso mio desiderio nei suoi occhi. La mia mente parte per la tangente, finché sento la sua voce che mi dice: “Mi sei mancata. Stana, mi sei mancata davvero. Ho voglia di stare con te”.

E mentre lo dice, con una mano mi accarezza delicatamente il viso e lo gira verso di sé, così ora siamo a pochi centimetri l’uno dall’altra. Nel suo sguardo leggo la stessa speranza che ho io, quella di costruire qualcosa insieme. Qualcosa di duraturo. Improvvisamente, le sue labbra sono sulle mie. Ci baciamo a lungo, teneramente, finché lui si stacca da me e mi dice: “bentornata, Stana”. Sì, questo è davvero un bentornato!


Nota dell'autrice: è la mia prima storia in assoluto e la pubblico solo perché LaniePaciock mi ha detto di farlo, pertanto la colpa è anche sua!
Lanie, grazie di cuore per averla letta in anteprima e per i tuoi preziosi consigli. Spero di non averti deluso.





 
  
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