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Autore: _Deina13    16/03/2013    3 recensioni
Mercoledì sera, ora della telefonata settimanale.
Luce va via, e Cam rimane solo, aspettando la sua telefonata.
«Non perderla d’occhio. Mai»
«Non lo farò»
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Daniel Grigori, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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A MISSING MOMENT

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                Cam fece per rispondere al telefono, ma quando i passi nel corridoio iniziarono a farsi sempre più lontani e sordi e suo fratello aveva lasciato cadere lo sguardo dalla figura nera indistinguibile al pavimento, venne travolto da un paio di braccia forti che lo travolsero.
         Daniel aveva oltrepassato la soglia dello stanzino della stanza del telefono mentre il suono acuto che avvertiva della chiamata continuava. Il suo intento era quello di sollevarlo da terra, attaccarlo al muro, e fargli così male da urlare. Ma dimenticava che non erano più allo stesso livello da un millennio buono, ormai.
         Cam era più forte, più protetto e, anche se non si spiegava come, più solo, da quando lui lo aveva abbandonato.
«Che cazzo ti prende, eh?» cercò di non urlargli contro, in modo da non farsi sentire dai professori, ma la sua rabbia cresceva più che mai sotto il suono di quel maledetto telefono e contro il ghigno indispettito dell’altro.
«Niente» rispose semplicemente, e gli sorrisero anche gli occhi. Scrollò le spalle. Capiva che Daniel voleva alzarlo dal pavimento, e rideva anche di questo, dato che era almeno cinque centimetri più alto di lui. Gli mise le masi sulle sue, strette al proprio petto. «E fai con calma, che mi stropicci la camicia»
Grigori urlò, arrabbiato, non riuscendo più a trattenersi. Si tirò indietro ed un ciuffetto di capelli non troppo lunghi gli si afflosciarono sulla fronte stretta, perdendo in parte la tipica pettinatura a spazzola.
«Che intenzioni hai, eh?» esclamò. «Che cosa vuoi farle?»
«Io?» chiese Cam, meravigliato. Poi sorrise. «Io niente, fratello. E tu che vuoi farle?»
«Non. Fare. Questi giochetti con me» borbottò irritato l’altro. «Che avete in mente tu e il tuo amichetto?»
«Io ho in mente di proteggerla» Cam era serio, non sorrideva più, i suoi occhi scintillavano e brillavano di staticità e fermezza. Fece un passo per raggiungere il telefono «E, in quanto al mio amico, vuoi rispondergli tu? Sono sicuro che sarà felice di sentirti»
Daniel strinse i denti. Suo fratello potè ammirare i muscoli della sua mascella muoversi mentre si stringevano fra loro, e quando deglutì ebbe la certezza della paura che gli aveva inflitto.
«Sì» disse infine, avvicinandosi. «Non gli risponderò però si. Digli da parte mia, che può andare all’Inferno e rimanerci»
Cam rise, pochi attimi prima che lui andasse via. «Bel gioco di parole, Daniel»
         In un passo, il suono assordante dell’aggeggio telefonico si spezzò, e lui lo prese fra le mani dandogli tregua, attendendo la voce dall’altro capo della cornetta.
         Non lo risentiva da una settimana, poi erano successe tante cose e doveva riferirgli tutto, si aspettava di dovergli fare rapporto o qualcosa del genere.
         Lui non lavorava per nessuno e non doveva rendere conto a nessuno, tanto mento vedeva Lucifero come un capo o una sorta di generale detta-ordini – anche perché, fosse stato per lui, non ne avrebbe eseguito uno di quegli ordini – ma, ormai, il fatto di ‘badare’ a Lucinda, lui lo vedeva più qualcosa per se stesso, che lo facesse stare bene mentalmente e fisicamente. Stava bene, quando stava con lei; anche perché stare con lei comprendeva anche stare insieme ai suoi fratelli, ed era una cosa che lo motivava ancora di più. Inoltre, era utile a Lucifero, suo mentore.
«Sono qui, Grigori mi ha preso tempo» rispose Cam, cercando di trattenere un sospiro di stanchezza.
«Lei sta bene?» la voce era preoccupata. Lo era sempre un po’ quando si parlava di come stava lei. Invece quella sera era diverso, più triste, più preoccupata, e senza quella punta di arroganza e di sicurezza che c’era sempre.
 «Si, se n’è andata poco fa» disse. Poi, perché sentiva la voce del compagno sempre più sommessa, chiese: «c’è qualcosa che non va?»
 «Riguarda lei» rispose in fretta. «Non perderla d’occhio. Mai»
«Non lo farò» esclamò Cam, sempre più deciso.
 «Bene, non abbassare mai la guardia» e chiuse.
«Proteggila» ciò che lui aveva dimenticato di dire, lo disse il ragazzo,  per colmare il vuoto lasciato al silenzio. Doveva essere successo qualcosa.
         Attaccò al telefono mentre il timer lampeggiava 05:03 minuti di chiamata, poi drizzò le spalle e strisciò i piedi mentre camminava, percorrendo la strada per tornare nella sua cella. Calpestando la stessa strada che sia Daniel sia Lucinda aveva percorso poco prima.


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spero vi sia piaciuta (:
   
 
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