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Autore: betacchi    16/03/2013    1 recensioni
"Un'altra fine, un altro inizio"; Cicerone sarebbe fiero di te in questo momento.
{ Impero Romano & Eliogabalo/Elagabalo (dipende dalle fonti, chus).
be', forse nemmeno avrete presente chi egli sia, ma ciao. }
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antica Roma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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| Salute, imperator. |



"E' truccato"; "Sembra un persiano"; "Ma chi è? Il nuovo imperatore?"; "Sembra un ateniese effeminato!"
Sei quasi scoppiato a ridere tu stesso, dopotutto, quando lo hai visto e tutt'ora non sai bene che fare. Ridacchi, come tuo solito, sei allegro nel passare sotto l'arco di trionfo. Avresti sì dei dubbi, ma sei troppo distratto dal sedere di una delle due donne che accompagnano quel giovane dubbiamente abbigliato; Soemia aveva detto di chiamarsi e -in quel preciso momento- hai deciso che sarebbe stata tua. Soemia e la madre Mesa; al centro, protetto dall'ingegno forse troppo sviluppato per delle semplici donne, il nuovo imperatore.
‹ Il dio Sole vi accompagni, o città— ›; lo fermi, sai che non era quella l'occasione giusta per permettere al ragazzo di parlare. Sei ancora distratto, è vero, ma un semplice sguardo a quello che è e sarà sempre il tuo popolo di consiglia d'agir subito, d'intervenire prima che tutto cadesse in rovina. Lo spingi via, lasci parlare l'anziana (che dovrebbe esser saggia più per detto popolare che per vera conoscenza) e porti via il giovane. Bisbiglia ancora il popolo, non è convinto, come non lo sei tu.

Ora sei a stropicciare gli occhi e distendere i muscoli delle braccia nel tuo comodo letto; accanto hai una donna senz'abiti, una donna come Venere la divina l'aveva pensata nella sua più vera bellezza. Quella Soemia, lei che avevi deciso di far tua delizia ormai tutte le tue notti e tu non puoi che ritenerti soddisfatto. Guerra, cibo, sesso e sonno, queste le primarie prerogative d'un vero soldato. Sorridi, ma grida interrompono la tua felicità mattiniera; senti un tonfo, altre grida, corpi che cadono. Sei terrorizzato perché quel che hai da sempre temuto si è alla fine avverato; non sai se svegliare la donna od andare da solo. Ma come poterla avvisare di una tale notizia? Come poter disturbare il sogno regalatole da Morfeo per la cruda verità della veglia?
Prendi il tuo mantello rosso, scendi veloce le scale e copri la distanza che ti separa dal mutilato corpo del defunto imperatore. "Era solo un quattordicenne" pensi, devastato dalla vista di quel giovane ormai privato della deliziosa linfa vitale. Ferito ed insanguinato il ragazzo impallidito sta fermo, mentre tu t'inginocchi al suo cospetto. La furia del tuo popolo ha colpito ancora; una nuova fine ha dato al corso del tempo. Il colore che copriva il viso dell'imperatore cola ancora, le vesti accuratamente decorate son coperte da tagli e rovinate da terra, gli occhi sono spalancati in un'ultima preghiera verso quell'unico dio che aveva osato venerare.
‹ Te lo avevo detto. › sussurri, chiudendo per l'ultima volta la vista a quegli occhi pieni di giovanil lucentezza.
Etiam tibi ego salute, Eliogabalus, Romae Imperator.
Sospiri. Un'altra fine. Un'aria nostalgica illumina i tuoi occhi prima che un grido si levi da un distanza che a te sembra pari a quella che si è costretti a coprire per arrivare a Londinium, quel centro barbaro. Soemia, eccola sveglia, coperta solo da quello che sembra un leggerissimo capo in seta— ah, come sarebbe facile strapparglielo via. Corre verso il giovane figlio e l'anziana madre, poco distante ma che i tuoi occhi non erano riusciti a scorgere. Morti, ormai nel mondo dell'aldilà governato dal sovrano Ade.
"Un'altra fine, un'altro inizio"; e ti stupisci. Un pensiero di cui Cicerone sarebbe stato fiero, ti dici.
Un'altra fine, un'altro inizio.





Note dell'autrice: Ave o popolo!
Velocissima fanfic a sfondo storico, ye. Considerando che avevo voglia di scrivere qualcosa sullo sconosciuto Eliogabalo, durante una lezione di ripasso, ecco cosa è venuto fuori. Insomma, è una velocissima considerazione sul giovane imperatore. Si dice che egli sia arrivato a Roma vestito e truccato come un persiano (non una bellissima visione per un austero romano) e che professasse una religione monoteista che metteva in evidenza un dio persiano, dato Eliogabal, il quel personificava il Sole Invitto. Roba da nulla. Venne lapidato nel 222 d.c., ops. Evidentemente non tutti erano d'accordo con il Sole Invitto.
Durante il suo periodo l'impero venne gestito dalla madre, Soemia, e dalla nonna Mesa; nonna che venne uccisa nella stessa occasione del nipote, mentre la madre (chissà perché) viene risparmiata e semplicemente esiliata. Lo succede quello che si crede fosse suo cugino, Alessandro Severo. E poi l'Anarchia militare. E poi Diocleziano. E poi Costantino. Quelli la' insomma.
La fanfic non è nulla di che, ma avevo comunque voglia di scriverla. Quindi, enjoy~

*la frase in latino: "Anche a te io dico addio, Eliogabalo, imperatore di Roma". Spero di non aver fatto alcun errore di costruzione.

betacchi.

   
 
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