Gokudera non era mai stato gentile con le ragazze, i traumi passati causati da quella pazza di sua sorella gli avevano impedito di desiderare qualsiasi contatto con il genere femminile, ecco perché ogni volta che una povera ragazza si innamorava dello smoker bomb e decideva di dichiararsi, cadeva nella depressione più nera e a quel punto le iscritte al fan-club di Hayato la andavano a consolare.
“ehh? Dici sul
serio? Beh non mi
interessa, tornatene da dove sei venuta e riprenditi questi!”
“M-ma Gokudera io...”
“Tsk sei proprio inutile.”
Questo
era il tipico rifiuto di Hayato
Gokudera.
Si avete letto bene ERA il rifiuto alle
dichiarazioni di almeno tre settimane fa.
Cos'è successo nel frattempo? Beh sono andata a trovarlo in
Giappone.
“Piacere di
conoscervi, mi chiamo
Aiello Agnese" chino la tasta in segno di saluto e
rivolgo un sorriso ai miei nuovi compagni di classe quando vedo la
porta dell'aula aprirsi di scatto
“non si preoccupi Juudaime siamo
appena in tempo” sgrano gli occhi sorpresa
“Hayato? Non ci credo, siamo di nuovo
in classe insieme! Pff...”
esclamo in italiano tappandomi la bocca
con una mano prima si scoppiare a ridere di fronte all'intera classe,
per tutta risposta Gokudera rimane a guardarmi con un espressione e
metà fra lo scioccato e il sorpreso
“Agnese che cavolo ci fai qui?”dice ricomponendosi
“beh ma come che ci faccio qui? Ti
vengo a trovare, sono o non sono la tua migliore amica?”
lo vedo sorridere e faccio lo stesso a
mia volta, guardandolo, mentre mi poggia una mano fra i capelli.
Ripensandoci, in effetti vedere due studenti parlare amichevolmente
in italiano, ignorando il professore e il resto della classe, durante
la prima ora era una scena strana da vedere in un aula giapponese ma
ne a me ne ad Hayato importava qualcosa quindi non fa differenza.
-Mi sento osservata, mi sa che che ho
fatto una cattiva impressione, magari durante la pausa mi scuso e mi
ripresento come si deve- penso mentre noto con lo sguardo un gruppo
di ragazze che mi fissano scontente -ma che avrò mai fatto
di male?-
sbuffo un po' guardando il professore di inglese passare tra i banchi
consegnando i test di metà corso
“scusi professore, ma è proprio necessario questo test? Infondo sono appena arrivata, che le costa farmi fare un po' riposo dopo i test d'ingresso?”
guardo con gli occhi da cucciolo il bel professore, alto, biondo e da gli occhi scuri semi nascosti dalle lenti- e questo qui sarebbe giapponese? Seee certo e io sono miss America- penso scettica e infatti la risposta che ricevo non mi lascia del tutto stupita
“se magari passi
questo test con lo
stesso risultato di Gokudera ti faccio saltare il prossimo”mi
sussurra all'orecchio in italiano
“un altro italiano? Ma siamo tutti in
trasferta qui a Namimori?" dico senza pensare e per tutta risposta
lui mi guarda stupito -ahh, che mala figuraccia!- penso arrossendo un
po' ma mantenendo la mia solita faccia di bronzo e rispondo in
giapponese
“farò del mio meglio prof!”
lo guardo mentre trattiene una risata e
mi risponde “good job, compatriota!”.
Alzo gli occhi dal mio test -E no, non va per niente bene, questi sguardi fanno tremare i polsi! Ma si può sapere che ho fatto?- penso irritata, mi guardo attorno e noto che le ragazze che mi guardano male si sono circa centuplicate-ma che diamine! Queste sono assatanate!- riabbasso gli occhi sul mio compito rileggendolo e soddisfatta alzo la mano
“prof, ho
finito”per la seconda volta nel corso della
mattinata rischio di scoppiare a ridere nel sentire me e Gokudera
dire la stessa frase in contemporanea
“oh, ma davvero? Guardate che avete
ancora mezz'ora di tempo per ricontrollarlo.” risponde il
professore e noi rispondiamo
“non c'è ne bisogno.”sempre
contemporaneamente
-manco a farlo apposta, non ci vediamo da tanto ma rimaniamo uguali-
penso mentre ci scambiamo uno sguardo complice e torniamo a sederci
“ahahah
va bene, li ritiro ma uno alla volta”
sorride
il prof passando passando per i banchi a ritirare i nostri compiti e
a tirare le orecchie a chi si distraeva.
Le ore di scuola passano senza altri eventi degni di nota finché non mi accorgo che l'aura omicida che le mie compagne di classe mi rivolgono è svanita quasi del tutto -ahhhh, ecco, forse ho capito il perché di tutto quell'astio- e con questo pensiero per la testa sento suonare la campanella della pausa pranzo
“Agnese
vieni con
me ti presento il mio boss”mi sorride Gokudera
mentre mi accompagna fino al tetto dell'edificio scolastico, una
volta arrivata mi guardo attorno
“ma sei sicuro
che ci è permesso stare
quassù?”nonostante la mia
domanda sia in italiano non è la voce di Gokudera quella che
mi
risponde
“Tranquilla puoi rimanere, piacere mi chiamo Sawada
Tsunayoshi”ovviamente in
giapponese
“sei il
D-Decimo?” chiedo sorpresa
“Gokudera ti ha
parlato di me?” chiede stringendomi la mano e invitandomi a
sedere
insieme a loro
-è uguale a Giotto, è stupefacente- penso stupita, è poco più alto di me dai capelli castano chiaro dal taglio irregolare, occhi grandi dallo sguardo gentile, improvvisamente percepisco una forte energia in me e la mia fiamma del cielo brilla sulla mia fronte scompigliandomi i capelli -averlo accanto ha risvegliato la mia determinazione- la mia fiamma adesso e visibile e la sua natura sorprende tutti persino Hayato, che in effetti non l'aveva mai vista, mi inchino di fronte al futuro boss
“Decimo, se me lo concede desidero diventare la sua seconda e succedere alla carica di consigliere esterno, mi accetterà nella sua famiglia?”le mie parole sono lente e composte e nonostante non fosse programmato, parlo senza esitare mettendo in gioco tutta la determinazione con cui la mia fiamma brucia.
Sono
inginocchiata
su una gamba con la mano destra sul cuore e lo sguardo basso,
improvvisamente sento la sua mano calda posarsi gentilmente sul capo,
alzo gli occhi e vedo il suo vongola gear e il suo volto con la
fiamma più splendente che io abbia mai visto, mi sorride mi
fa
alzare e mi stringe la mano
“Conto su di te”risponde e io
finalmente ritorno dal Hiper Mode al mio solito aspetto -passato il
momento solenne adesso mi sento meno tesa e posso parlargli come una
persona normale- penso soddisfatta rendendomi conto di avere una fame
terribile tanto che mi brontola rumorosamente lo stomaco
“maddai,
hai lo
stomaco che si lamenta? Ma hai fatto colazione
stamattina?”arrossisco un po
alle parole di Gokudera
“Stupido Hayato
non prendermi in giro, sai benissimo che la mattina mi sveglio tardi
e non ho tempo!” metto su il broncio tirando fuori dalla
sacca la
mia merenda
“Yo, ma allora
parli anche in giapponese in classe ti ho sentito parlare solo nella
tua lingua” mi viene in contro un ragazzo dai capelli neri e
l'aria
da sportivo
“piacere Aiello-san mi chiamo Yamamoto”
io
sgrano gli
occhi shoccata mentre Gokudera alle mie spalle scoppia a ridere
-oddio è troppo imbarazzante essere chiamati per cognome e
poi il
mio è proprio brutto da pronunciare in giapponese, signuri
chi mala
cumpassa!- poi mi volto in direzione di Gokudera e gli lancio il mio
zaino super pesante in piena testa
“tagghila,
idiota” urlo nella sua direzione mentre il resto del gruppo
mi
guarda basito
“uhm scusatemi ma
essendo italiana non mi sento a mio agio ad essere chiamata per
cognome, quindi per favore chiamatemi sempre Agnese”
sottolineo la
parola giusto per essere sicura che Yamamoto abbia capito e poi mi
presento a Sasagawa Ryohei e ad Hibari Kyoya evitando che mi spezzi
in due con quei suoi dannatissimi tonfa.
“Non
te ne dovrei
offrire neanche un po' visto come ti sei messo a ridere, ma per oggi
sarò buona Hayato, quindi ecco la tua fetta!” e
gli consegno
sorridendo una fetta di pizza al taglio e lui mi guarda
improvvisamente felice
“te ne sei
ricordata” dice commosso sedendosi tra me e Tsuna
“Eh come faresti
senza di me? A quest'ora tua sorella avrà fatto piazza
pulita di
tutto il cibo commestibile semplicemente toccandolo”Ryohei e
Yamamoto
intanto guardano interessati la mia pizzetta
“Agnese scusa ma
cos'è che stai mangiando?” mi chiede Yamamoto
incuriosito
“Mi sembra
estremamente buono!” commenta Ryohei con la bava alla bocca
-devo
ricordare che sono giapponesi e normale che non abbiano mai visto una
pizza- penso ma non posso fare a meno di scoppiare a ridere di fronte
al loro improvviso interesse
“si chiama pizza
ed è un piatto tipico del mio paese, volete
assaggiare?”
-Ah che
bella
giornata, nonostante i test mi sono divertita- penso felice mentre
esco dalla classe in compagnia di Gokudera
“Agnese io
accompagno a casa Juudaime, ci vediamo oggi pomeriggio!” gli
poso una mano
sulla spalla e lo guardo un po' scocciata
“da quand'è che
sei così sbadato? Non mi hai dato il tuo indirizzo, come
dovrei
trovarti?"sospiro mentre
guardo scrivere l'indirizzo sulla primo oggetto che gli capita sotto
mano, ovvero un candelotto di dinamite,
“mi devi dire
quanti te ne sono rimasti così te ne fabbrico degli
altri” dico
mentre lo guardo scrivere “due cariche più o
meno” mi risponde
sorride e raggiunge Tsuna e gli altri guardiani.
“Arrivederci
Juudaime!”
li saluto e poi mi
guardo attorno alla ricerca di una delle ragazze che fino a quel
momento mi hanno guardato male
“piacere di
conoscerti Arikawa-san.” la ragazza si volta e mi guarda
sospettosa
“come conosci il
mio nome?” io la guardo sorpresa
“il professore mi
ha fatto leggere la disposizione dei banchi” spiego
“ah, certo senti
ti volevo dire una cosa.” si volta verso di me Arikawa Amu
è nera
dalla rabbia
“non provare ad
avvicinarti a Gokudera-sama o al professor Dino, sono stata
chiara?”
dice spintonandomi e andandosene come se niente fosse.