In cima al tetto, l'aria è così fredda e calma
sussurro il tuo nome in silenzio
tu non vuoi sentirlo, adesso
Era
sul cornicione della sua finestra. Finalmente se ne sarebbe andata da quella
vita che non le apparteneva. Lei non era quella che faceva vedere in giro. Non
era la giovane attrice talentuosa che si mostrava sorridente a tutte le
premiazioni. Sorrise amaramente. I suoi genitori avrebbero SICURAMENTE
trovato un modo di insabbiare la faccenda del suicidio della figlia. Già, Lucky
Bolton – Evans stava per buttarsi giù. La piccola superstar neanche maggiorenne
stava per saltare nel vuoto e farsi scompigliare i capelli dal vento.
Gli occhi della città stanno contando
le lacrime che scendono giù
ognuna è una promessa di tutto quello
che non hai mai trovato
Cominciò
a singhiozzare sommessamente. Lei non era fredda come la madre a tutte le
accuse che le lanciavano. Stava male quando nei siti leggeva cose tremendamente
cattive sul suo conto. Alcune dicevano che era una ninfomane e che era quella
la vera ragione del suo successo. Altri dicevano che se la spassava con la
cugina. Insomma, tutte idiozie, che però la stavano facendo stare malissimo e
non la facevano dormire la notte. Sentì delle parole dietro di lei, ma non aveva
la forza per girarsi. Guardava imperterrita giù.
Urlo nella notte per te
non farlo, non saltare
le luci non ti guideranno
ti stanno tradendo, non saltare
<<
Lucky! Scendi di lì! >> quell’urlo le arrivò forte e chiaro alle
orecchie, facendola girare lentamente. Suo padre, il suo papà, la stava
fissando con il terrore dipinto negli occhi azzurri. Accanto a lui, sua madre,
stava… stava piangendo… in tutta la sua vita Lucky non aveva mai vista
una sola lacrima rigare il volto perfetto di sua madre e questo la fece
rattristare. Avrebbe avuto il coraggio di lasciarsi cadere? Avrebbe avuto il
coraggio di lasciare sua madre e suo padre? E Elisabeth e Michael? E la zia
Taylor e lo zio Chad? E la zia Gabriella e lo zio Ryan? Avrebbe avuto il
coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e buttarsi giù?
Non lasciar andare i ricordi
di me e di te
il mondo è qua giù
fuori di vista
per favore non saltare
<<
Ti prego, amore, non muoverti. Stai ferma immobile. Adesso arrivo e ti aiuto.
>> propose con estrema calma suo padre, avanzando di qualche centimetro,
ma Lucky fece un passo all’indietro, bloccando così Troy sui suoi passi. Aveva
ancora tempo per decidere, e avrebbe deciso da sola. Chiuse gli occhi e si
voltò verso il vuoto, inspirando l’aria gelida di novembre. Novembre, in quel
mese avrebbe compiuto gli anni. Finalmente maggiorenne, finalmente avrebbe
coronato il sogno di andare a vivere con sua cugina. Se, non si fosse
buttata.
Apri i tuoi occhi
ma non riesci a ricordare per quale motivo
la neve cade così piano
semplicemente non riesci più a sentir nulla
Cominciò a nevicare, ma lei non sentiva nulla sulla sua pelle nuda. Era uscita per una boccata d’aria ed aveva seguito l’istinto, salendo sul cornicione. Doveva ammettere di avere paura. Paura del vuoto, paura di lasciare tutto. Ma era veramente la cosa giusta da fare? Non lo sapeva. E non voleva saperlo. Sapeva solo che le luci della città di notte la stanno invitando con un richiamo irresistibile. Continuava a piangere, mentre le sue lacrime cadevano nel vuoto, assieme ai suoi singhiozzi silenziosi.
Da qualche parte qua su
hai perso te stessa nella paura
sogni la fine per iniziare tutto da capo
Probabilmente aveva perso la testa e aveva seguito un’emozione che le attanagliava il cuore da mesi, anni. Però si chiese: “È veramente la cosa giusta da fare?” e non si diede una risposta. Forse voleva finire come attrice e cominciare di nuovo come ragazza normale, con ragazzi, trucchi e vestiti nella mente. Forse voleva solo cambiare le cose. Se ci fosse stato n modo per tornare quella che era a 5 anni, l’avrebbe adottato subito. Però non esisteva la macchina del tempo, non poteva tornare indietro.
<<
È colpa mia… è solo colpa mia… dovevo capirlo che era troppo per lei… sono
stata una madre orribile… >> biascicò tra i singhiozzi la donna,
aggrappandosi con forza alla manica del pigiama del marito. Lucky si voltò
verso sua madre. Vederla piangere le procurò una fitta al cuore, come se uno
squarcio che si era rimarginato dopo tanto tempo le si fosse riaperto. Pianse
più forte, più disperata di prima.
<<
Non è colpa tua mamma… sono io… non sono quella che credevi… mi dispiace… non
sono forte come te… non come papà… io sono solo una bambina… >> le
rispose la ragazza appoggiandosi alla colonna del balcone.
Urlo nella notte per te
non farlo, non saltare
le luci non ti guideranno
ti stanno tradendo, non saltare
<< Ti prego bambina mia, non saltare… stai con noi,
permettimi di aiutarti… la tua vita cambierà… te lo giuro… ma ti prego… rimani
la mia bambina… per favore… >> gli scese una lacrima sulla guancia e
neanche si curò si asciugarla. Troy Bolton fissava immobile sue figlia con le
lacrime che gli pizzicavano gli occhi, pronte a scendere a secchiate. Lucky
spostò lo sguardo su suo padre. Una seconda fitta, un secondo squarcio. Si coprì
il viso con le mani e cominciò a singhiozzare violentemente, come non aveva mai
fatto. Pianse, pianse forte, mentre le sue mani di fata si bagnavano di acqua
salata. Era difficile piangere, era difficile lasciarsi andare. Era tutto
difficile a quel mondo, nessuno viveva una vita facile. Si rattristò. Se quella
era una prova della vita, l’avrebbe superata? Le immagini dei suoi compleanni,
dei suoi amici e della città silenziosa la tormentavano come non mai, mentre
insieme le urla di sua cugina e di Michael le spaccavano i timpani. Si coprì le
orecchie con le mani fradice. Perché tutto doveva essere così difficile??
Non lasciar andare i ricordi
di me e di te
il mondo è qua giù
fuori di vista
per favore non saltare, non saltare
<< Tesoro… sono io… sono la tua mamma… ti prego… non so come fare senza di te… tu sei la mia ragione di vita… la mia forza per andare avanti… non abbandonarmi… non ce la farei… sono sempre stata orgogliosa di te… voglio potermi ancora vantare di avere una splendida… ragazza come figlia. Non lasciarti andare proprio ora, devi vivere ancora… è la tua vita quella che stai buttando via… quella mia e quella di papà… quella di Elisabeth, di Ryan e Gabriella… di Chad, Taylor e Michael… ne morirebbero anche loro… lo sai… noi ti amiamo… >> provò Sharpay, cercando di frenare le lacrime davanti a quella scena così triste. La sua bambina non poteva lasciarsi andare così. Era la sua bambina, non poteva lasciarla sola… non ce l’avrebbe mai fatta…
Non so quanto tempo ci vorrà
per poterti stringere forte
non so quanto tempo ci vorrà
Troy fece qualche passo avanti, cautamente. Lucky non si mosse di un muscolo. Allora l’uomo si avvicinò ancora un po’, provando a tendere timidamente la mano.
Prendi la mia mano,
dammi una possibilità
non saltare
Lucky guardò la mano di suo padre con desiderio, come se fosse tentata di afferrarla e mettere fine a quell’incubo. Allontanò impercettibilmente il braccio dal busto, provando a stendere le dita. Non ce la fece, le ritirò immediatamente nel caldo accogliente del pugno chiuso.
Urlo nella notte per te
non farlo, non saltare
le luci non ti guideranno
ti stanno tradendo, non saltare
Troy si avvicinò ancora di qualche passo allungando fino allo spasmo la mano verso sua figlia. Non poté non constatare che era una delle ragazze più belle che avesse mai visto anche nella tragicità di quel momento.
Non lasciar andare i ricordi
di me e di te
il mondo è qua giù
fuori di vista
per favore non saltare, non saltare
<< Ti prego… >> bisbigliò sua madre tra un singhiozzo e l’altro, abbracciandosi forte le braccia al petto. Si avvicinò lentamente alla figlia. Lucky non si mosse, paralizzata. Sharpay salì sul cornicione accanto ala sua bambina. Tentò un sorriso.
E se tutto questo non ti tratterrà dal farlo,
salterò io al posto tuo
La donna mise un piede fuori dal cornicione, pronta a lasciarsi cadere nel vuoto al posto della sua bambina, quando sentì tirarsi indietro da qualcuno. Si voltò. Si scontrò nel suo stesso sguardo, azzurro. Sorrise e abbracciò la sua bambina, con forza e affetto, lasciando che la sua camicia da notte si inzuppasse delle sue lacrime. Le accarezzò dolcemente la schiena, sotto lo sguardo sollevato di suo marito. Dopo circa un minuto, scesero insieme dal cornicione, e si abbracciarono, tutti insieme.
Hola gente! Volevate un
seguito? Eccolo! XD, certo, credo che non sia come ve lo eravate pensato voi,
però… è sempre un seguito, no? ^^ allora, ringraziamenti per Tutto
può succedere
_AqUa PrInCeSs_: Hihihi, grassie ^^
New Girl: Ma ziau! Era da un
po’ che non ti vedevo, sai?? Ben tornata! U, grassssie tante per i complimenti!
Spero mi farai sapere per questa, vero? ;) baciozzo
Ora, ringraziamenti per Lucky
Jud_91: Eccotelo il seguito! Hihih come sono cattiva!! (me trama
per la conquista del mondo…)… comunque grasssie ^^
Vanessa: Uuuuuuu grazie amore! *-* lo sapevo che ti piaceva la
canzone :p ci vediamo, ciauuu
*AqUa PrInCeSs*: Di nulla caVa… ^^
che ne dici di questa? Non eri anche tu che lo volevi un seguito?? Besos.
Piccola segnalazione:
la canzone è la traduzione di Don’t Jump, dei Tokio Hotel. ^^
Baci a todos,
Barbycam