“Allora,
non mi saluti? Non ti sono mancato nemmeno un po’?” Ian
era appena entrato nel mio appartamento con un sorriso stampato sulla
faccia. Lo
guardai cercando di mantenermi il più distaccata possibile. “Nina?”
mi richiamò preoccupato. “Sei
uno stronzo! È vero quello che si dice in giro su di te e la
Bush? Torno a casa
per una settimana e pensi di poter fare quello che ti pare? Almeno abbi
la
decenza di non postare le foto su Instagram!” Mi
guardò stralunato. “Nina, dici sul serio? Sai che
io e Sophia siamo solo
amici.” “Smettila
di prendermi in giro! Su tutti i giornali di gossip non si parla
d’altro. Anche
su Twitter!” “Non
mi starai dicendo di averci creduto! Non è da te, non hai
mai dato peso alle
sciocchezze che dicono i giornali. Sai che la gente non fa altro che
parlare e
inventare storie su di noi.” Era
offeso. Non si aspettava una sfuriata simile. Il suo viso era troppo
buffo per
continuare quella messa in scena. Non
riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. “Perché
ridi adesso?” “Scusami
amore” dissi ridendo –“Sei troppo buffo!
Adesso vieni qui e abbracciami.” “Quindi
non sei arrabbiata?” mi guardò sempre
più confuso e titubante. “Certo
che no. Ma c’era un paparazzo là fuori, volevo
dargli spunto per le prossime frottole
che racconteranno su di noi. Adesso Smolder, mi baci o cosa?” “Sei
una vera stronza, mia piccola Dobrev. Vieni qui” mi accolse
tra le sue braccia.
Ero
dove volevo essere. Mi era mancato così tanto. “Da
quando siamo tornati non siamo riusciti a vederci. Troppi eventi in
posti
diversi. Sembrava una congiura.” “Lo
so, piccola. Sei venuta benissimo nelle foto, ma sono felice di poter
stringere
l’originale tra le mia braccia, finalmente.” “Stasera
non voglio muovermi da qui.” Infondo
ero appena arrivata ad Atlanta, vicino ai set di The Vampire Diaries. “Nemmeno
io. Esce la puntata, perché non la vediamo
insieme?” “Affare
fatto Somerhalder” gli sorrisi. “Devo
dirti la verità” cominciò Ian,
guardando l’inizio della puntata. Eravamo
comodamente seduti sul divano, anzi io ero bellamente sdraiata addosso
a lui,
con il naso premuto contro il suo collo. “Cosa?” “Damon
era molto più figo quando si sdraiava per terra.” Gli
pizzicai un fianco. “Ahi” si lamentò. “Ah
sì?” gli chiesi io. “E dimmi un
po’… invece Nina è
‘figa’ mentre fa questo?” mi
sistemai meglio, mettendomi a cavalcioni su di lui. Passai la lingua su
un lato
del suo collo: era buono, sapeva di Ian. Continuai
a leccare e a mordicchiare con i denti, mentre le mie mani vagavano sul
suo
petto, sotto la maglia. “Mmmh”
sospirò –“La mia gattina è
vogliosa stasera.” “Pare
che anche qualcun altro laggiù lo sia.” Mi
strofinai addosso a lui, sentendo crescere la sua erezione. Gli
diedi un ultimo bacio e mi rimisi a sedere composta accanto a lui. “Come
mi lasci così? Così illudi le mie
speranze” mise il broncio. “Per
ora non meriti le mie attenzioni. Uh guarda, tra poco
c’è la mia scena
preferita, quella delle cheerleaders! Mi sono divertita un mondo a
girarla.” In
quel momento, in realtà, Elena stava facendo stretching
mentre chiacchierava
con Stephan. Anzi, il maggiore dei fratelli Salvatore le stava facendo
una
bella ramanzina. Tutto sommato la nuova Elena mi piaceva. Mi
concentrai nuovamente sul bellissimo uomo al mio fianco. Con le mani
continuai
ad accarezzare suoi
addominali,
scendendo giù fino allo stomaco. “Stai
cercando di provocarmi, Dobrev?” mi soffiò
nell’orecchio. “Io?
Per niente” finsi indifferenza. Le
sue
labbra si posarono sulla mia tempia. Ian era dolce nonostante tutto.
Era strano
pensare a come il nostro rapporto si fosse evoluto. Io che non avrei
mai voluto
mischiare lavoro e amore, alla fine c’ero cascata in pieno.
Ma era la cosa
migliore che mi fosse mai capitata. Avevo trovato in lui
l’uomo che avevo
sempre desiderato avere al mio fianco: spiritoso, felice, con tanta
vitalità ed
energia. Era
l’unico che sapesse farmi ridere e sorridere anche nelle
situazioni più
difficili, l’unico che mi scrutava con uno sguardo
particolare, come se fossi
il centro del suo universo, come se quando mi guardava esistessi solo
io. Era
una sensazione unica. Bellissima. Se
un
giorno tutto questo mi fosse portato via, ne soffrirei. Già
in passato, prima
di metterci insieme, avevamo avuto delle piccole discussioni. Recitare
con lui
in quelle circostanze era stato difficile, soprattutto
perché mi faceva stare
male vederlo freddo nei miei confronti. “A
cosa pensi?” interruppe il mio flusso di pensieri. Mi
voltai ad osservarlo. Quelle due perle, di un azzurro intenso e
brillante, mi
scrutavano interessate. Aveva le sopracciglia inarcate, tipiche di Ian
quando
sospettava che non gli stessi dicendo qualcosa. “A
come tutto è iniziato.” “Ti
riferisci al momento in cui hai capito di non poter più
resistere al mio fascino?”
un lampo malizioso gli attraversò gli occhi. Risi
di gusto. Era di questo che parlavo. Gli
tirai una cuscinata, dando vita ad una battaglia senza fine, che vide
me
strillare come una matta mentre continuavo a ridere a causa del
solletico. “Ti
prego!” lo supplicai ancora una volta. “Oh,
Ian, ti prego, abbi pietà di me! Tu sei bellissimo, super
sexy, ti amo tanto e
sarai l’unico uomo della mia vita” mi
scimmiottò ridendo. “È così
che dovresti
implorarmi, piccola Dobrev.” Le
sue
mani pian piano smisero di farmi il solletico, continuando
però a disegnare
cerchi immaginari sulla mia pelle. Rabbrividii.
Il suo tocco era magico per me. “Allora?”
mi esortò. Il suo sguardo adesso si era addolcito. “Sto
bene, davvero.” Ed ero sincera. “Ma sai come mi
sento quando stiamo lontani per
tanto tempo. Tra poco termineremo le riprese e inizieranno le
convention e non
saremo quasi mai insieme. Comincerà un periodo molto intenso
e… non lo so
perché adesso è cambiata la direzione dei miei
pensieri, prima stavo solo
pensando al momento in cui mi sono resa conto di amarti
e…” “Nina,
fermati. È lo stesso per me, lo sai. Troveremo sempre il
tempo l’uno per
l’altro, questa è una cosa che non
cambierà mai indipendentemente dai nostri
impegni. Ma ti amo. Tu mi ami. È questo che
conterà sempre per noi. Ok?” Cercava
sempre di tranquillizzarmi per far sparire le mie paranoie. “Lo
so” sorrisi. “So tutte queste cose, ma…
sono stanca di leggere gossip in cui si
dice che siamo finti. Perché non possono lasciarci in
pace?” “È
il
brutto del nostro lavoro, essere al centro dell’attenzione
intendo. Ci sarà
sempre qualcuno pronto a giudicarci, le persone vedono in noi quello
che
vogliono vedere e non sempre questo corrisponde alla realtà.
Pensa invece a
tutti quelli che credono in noi, a chi ci sostiene da sempre. Lascia
perdere il
resto. Lasciali fuori dalle nostre vite. Io e te siamo più
di semplici
chiacchiere.” Mi
sporsi a baciarlo. Sapevo tutte quelle cose, credevo molto in noi.
Probabilmente ero solo stanca, il poco riposo mi stava mandando in
tilt. “Grazie.
Ti amo.” “Modestamente”
ghignò mordicchiandomi il naso. Ridacchiai
mentre Ian mi tendeva la mano per ritornare a sederci in maniera
composta. “Sbaglio
o quello che hai in testa è il nastro blu della
puntata?” mi prese in giro lui. “Sì,
mi piace.” “Bene,
ma adesso te lo tolgo. Non me ne volere” lo sciolse
delicatamente e mi passò
una mano tra i capelli. Appoggiai
la testa sulla sua spalla, intrecciando le nostre mani. Finimmo
di guardare la puntata in silenzio. Erano solo le nove. “Sei
stanca?” mormorò dandomi un bacio sulla testa. “Uhm,
non particolarmente. Tu?” “No.
Ma ho in mente un giochino per passare il tempo”
soffiò malizioso a pochi
centimetri dalle mie labbra. Le
nostre
lingue cozzarono le une contro le altre, bramose di rincorrersi e
ritrovarsi
ancora una volta. Mi
portò a cavalcioni sopra di lui, il tessuto dei suoi jeans
sfregava contro le
mie cosce nude, coperte in parte da un paio di shorts. Le sue mani
strinsero le
mie natiche, portando ad avvinghiarmi sempre si più al suo
petto. La mia maglia
finì per terra da qualche parte, mentre le mani di Ian
presero ad accarezzarmi
ogni centimetro di pelle. Presa
dalla foga non mi accorsi subito che qualcuno aveva aperto la porta. “Ehm,
ehm” esordì Paul. “Ommiodio”
Candice si coprì gli occhi. Mi
alzai di scatto cercando la mia maglia. “Non
posso crederci, non è la mia serata!” fu il
commento ironico di Ian. “Potete
smetterla di coprirvi gli occhi, non c’è niente
che non abbiate già visto
tutti” avevo ancora il reggiseno infondo. “Noto
che ricordi ancora le battute” mi schernì Paul. Ridacchiai
e corsi ad abbracciarlo. Poi strinsi la mia amica Candice. “Quando
siete arrivati?” chiesi loro. “Solo
qualche ora fa. Abbiamo pensato di passare a trovarvi, ma forse non era
il
momento opportuno” osservò Candice compiaciuta. “Sciocchezze,
Ian può aspettare” lo presi in giro. In
realtà anch’io avevo voglia di stare
con lui. “Beviamo
qualcosa” disse il mio fidanzato. “Dovrebbero
esserci delle birre in frigo. E il bourbon nella credenza” lo
informai. Nel
frattempo presi i bicchieri. “Allora,
com’è andata a Shangai?” domandai a Paul. “Bene,
ma mi mancava l’America. Anche se mi sono divertito
parecchio” mi sorrise –“Tu
invece sei tornata a casa.” “Sì,
solo per una settimana. Abbiamo partecipato tutti a eventi diversi
questa
volta.” Sentii
Candice e Ian ridere dall’altra parte della stanza. Era
bello il rapporto che si era creato tra di noi. Ormai eravamo una
famiglia. Passammo
una bella serata, come non succedeva da un po’, a causa degli
impegni. I
nostri amici andarono via all’una passata. “Finalmente
soli” affermò Ian. “Sentivi
la mancanza delle mie attenzioni, Smolder?” “Potrei
dire lo stesso di te, piccola Dobrev. Vieni qui, possiamo riprendere da
dove ci
hanno interrotto” cominciò a baciarmi e a
spogliarmi con impeto. Gli
strinsi i capelli con una mano, mentre con l’altra cercavo di
togliergli la
maglia. Il
mio
uomo perfetto mi fissava con uno sguardo torbido, passionale. In
un
attimo ci lasciammo andare nel nostro luogo preferito, fatto solo di
Ian e
Nina, quello in cui nessun altro aveva il permesso di entrare. “Ti
amo” mi sussurrò mentre entrava dentro di me. “Ti
amo anch’io.” Non
puoi decidere
con chi avere un legame profondo, una connessione, puoi combattere la
cosa per
un po’, come ho fatto io per lungo tempo, ma non puoi
scappare. Ho deciso che non voglio
più pensare al
futuro, voglio godermi il presente così
com’è. E, qualunque cosa accada, so che
questo è già il mio per sempre. So
cos’è la felicità. Ian è la
mia felicità. Salve
a tutti, popolo di Efp =) Vi
auguro innanzitutto una buona domenica. È
la prima volta che scrivo una Nian, mi è sempre sembrato
strano
anche solo immaginare un pezzo della loro vita, ma è stato
divertente calarsi
nei loro panni per una volta. Li
adoro come coppia, non ho mai pensato che potessero fingere. Il
modo in cui si guardano è semplicemente unico, un giorno
vorrei
un ragazzo che mi guardi come lui guarda lei. Sono troppo teneri! Bene,
diabete time is over :-P Buona
lettura, Mary
Si
dice che le scelte che facciamo definiscano la nostra vita. In
realtà, non sono
le nostre scelte, ma la capacità di portarle fino in fondo.
Accettare l’amore
che provavo per Ian significava correre un rischio. Ma la vita
è fatta di
scelte e di rischi ed io avevo deciso di tentare. E non avrei mai
potuto
pentirmi di questo. Sono trascorsi due anni da quando stiamo insieme,
ma credo
che il nostro sia stato quasi un amore a prima vista. Adesso,
guardandoci
insieme, capisco cosa vuol dire tenere con tutte le proprie forze ad
una
persona, so cosa significa svegliarsi accanto a lei e gioire di ogni
momento.
Pian piano stavamo costruendo la nostra quotidianità, per
quanto fosse
possibile per noi.