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Autore: angelnight    17/03/2013    1 recensioni
Questa storia parla del profondo amore che lega Jace e Clary e che li unirà per sempre. Sarà una storia lunga e piena di colpi di scena. Il resto lo lascio giudicare a voi.
Buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                   Il  viaggio

 Il pennello si muoveva veloce sulla tela e tracciava, con gesti sicuri, righe nere. Aveva tracciato tanti ghirigori senza mai fermarsi, cercando di creare qualcosa di concreto, senza riuscirci. Infatti, la ragazza che muoveva il pennello era distratta, immersa nei suoi pensieri.                                                                                                                                       - …e poi mi sono messo un cappellino verde a pois fosforescenti e un tutù da ballerina, e ho cominciato a cantare una canzone dei Queen a squarciagola in mezzo a milioni di persone.                                                                             – Sì, sì, certo .                                                                                                                                                                          – Clary, lo sai che una cosa che detesto profondamente è non essere ascoltato . – e una mano le scrollò le spalle. Lei sussultò involontariamente e, guardandolo, arrossì. Era un ragazzo bellissimo, sui diciotto anni, con i capelli e le iridi dorate, una corporatura muscolosa e proporzionata. Sfido qualsiasi ragazza a non sbavare davanti ad un figo del genere. Lei arrossì fino alla punta dei suoi capelli ricci rossi, pensando che quel ragazzo era tutto suo e di nessun’altra.                                                                                                                                                                              – S...scusa ehm, … ec..co ..io …- ma il suo balbettare venne interrotto da un dito che le copriva le labbra. Ebbe il coraggio di spostare lo sguardo dalle sue mani a suoi occhi, che lo stavano scrutando dolcemente. Lui si alzò a sedere e le solleticò la spalla con il naso. Lo sentì assaporare l’odore dei suoi capelli, che sapevano di lilla e rosa. Le baciò molto delicatamente la spalla e la sentì rabbrividire.                                                                                            – Non sono arrabbiato- le sussurrò all’orecchio più vicino – ma muoio dalla voglia di scoprire cosa frulla nella tua bella testolina. - Scusa, Jace, ero solo persa nei miei pensieri, ma niente di importante, stai tranquillo . – cercò di essere convincente, ma non ci riuscì granché. Lui scoppiò a ridere dicendo:- C’è forse qualcosa di poco importante che distoglie la tua attenzione dalla mia magnifica persona, o da quello che sta dicendo.                                              – No, veramente non è niente – disse quasi in un sussurro. Allora lui assunse un’aria grave e le disse:- Clary, guarda che non sono cieco, né stupido. Ho capito che c’è qualcosa che non va e la cosa mi fa impazzire perché non so cosa fare. Se tu sei infelice sento il petto lacerarsi dal dolore, sapendo che potrei essere anch’io la causa. Ho troppa paura di perderti, è l’ultima cosa che voglio e che mai vorrò. Sei la cosa più fragile, ma allo stesso tempo forte, che io abbia mai visto. E sei la persona più bella, quella che mi fa ardere di desiderio ogni momento e quella che mi fa impazzire se non è al mio fianco. Vorrei che il tempo si fermasse e noi potessimo vivere ogni secondo vicino. Vorrei vederti ridere di cuore ogni secondo della tua vita e sapere che lo stai facendo perché sei vicino a me e mi vuoi e mi ami. - riprese fiato cercando di trovare le parole per dirle tutto quello che sentiva dentro, poi alzò lo sguardo per continuare a parlare, ma si bloccò vedendo che lei era in lacrime. Lo guardava con gli occhi spalancati e il labbro tremante :- Jace… - gli disse in un sussurro – Jace , è la cosa più dolce che tu mi abbia mai detto. – gli sorrise ancora tremante e si asciugò via le lacrime con un veloce gesto della mano. Gli mise le braccia al collo e gli si mise a cavalcioni, mentre lui le circondava la vita con le braccia. Avvicinarono i visi fino a sfiorarsi e si baciarono. Quello fu un bacio dolce, che esprimeva tutto l’amore e il dolore. Lei aveva il cuore che martellava forte nel petto, ma era troppo contenta e sorpresa per potersene accorgere. Lo voleva sentire vicino al suo corpo. Voleva che non si staccassero mai.Poi lui la allontanò lentamente e lei lo guardò confusa. Lui prese un bel respiro e disse :- Amore, - e finse di non accorgersi del suo sussulto – tutto quello che ho detto lo penso veramente. E dire che io ti amo è minimizzare. So solo che distruggerei il mondo pur di metterti in salvo e sacrificherei la mia stessa vita. Vederti così mi sta uccidendo. Ti prego, ti scongiuro dimmelo. – e ricominciò a baciarla con molta più passione di prima. Lei, ancora più confusa, decise di approfondire un po’ il bacio.  Quando si staccarono avevano entrambi il fiatone e lei riprese fiato prima di parlare :- Non so bene come spiegartelo e non voglio dire cose di cui dopo possa pentirmi. Allora, ecco, noi adesso stiamo insieme e siamo in vacanza assieme. E io ho paura di..di- lui aveva uno sguardo addolorato, lei sbiancò e cercò di spiegarsi:- Non è come pensi, non in quel senso. Io non ho paura di te o di noi. No, questo assolutamente no. Io ho paura che tu in un mese ti stancherai di me o di qualche mio difetto e non mi vorrai più.- tenne lo sguardo basso e una lacrima le scese lungo il collo, ma il suo percorso venne interrotto da un suo bacio. A quel punto lei crollò e scoppiò in un pianto trattenuto:- Io ho paura e non voglio che ciò accada. Ne morirei e io ho bisogno di averti vicino. Sei diventato parte di me e senza di te io non mi sentirei completa e non potrei vivere. Io non avrei più una ragione di vita. – appoggiò la fronte al suo petto e picchiò un pugno sulla spalla per tutta la disperazione. Lui la circondò e la mise al sicuro tra le sue possenti braccia, mentre lei continuava:- Io ti desidero come non ho desiderato e mai desidererò nessuno. Io ti voglio qui e non voglio perderti e ti amo, tu non immagini quanto. E ho paura che ora che viviamo qui, insieme e da soli, non ti piaccia più. Ho paura di non compiacerti e di non essere mai all’altezza delle tue aspettative. E..- ma fu interrotta da un altro singhiozzo e prima di poter continuare le labbra di lui presero in ostaggio le sue. Si strinsero forte e rotolarono sul letto su cui erano seduti. Lei finì sovrastata dal corpo del suo amato e lui si puntellò sui gomiti per non schiacciarla. Lei lo avvicinò a se, tirandolo per i capelli in cui aveva intrecciate le dita e lui scese a baciarla sul collo, fino ad arrivare al seno. Lei gemette e lui si staccò per guardarla negli occhi e sfiorandole il viso.                                                                               – Perché non volevi dirmelo? – Lei fu colta di sorpresa da quella inaspettata domanda.                                                – Avevo paura della tua reazione e avevo paura che mi considerassi una stupida.                                                          – Da quando hai questa paura?                                                                                                                                               - Beh, sin da subito ho pensato che prima o poi non mi avresti più voluto, ma è aumentata quando ho scoperto che saremo stati da soli in vacanza.                                                                                                                                             – Stai dicendo che ti sei pentita di essere venuta qui con me? – A quella domanda lei quasi  gridò:- No, mai questo mai. Mi hai frainteso. Stare qui con te è la cosa più bella che mi sia mai capitata e non vi avrei rinunciato per nulla al mondo, ma, Jace, sono un essere umano e ho paura di non essere mai all’altezza, tu non sai quanto lo vorrei essere. Ti prego, ascoltami, non mi lasciare. Ti prego, ti prego.                                                                                         – Ma che, sei pazza, rinunciare alla mia Afrodite, alla mia coniglietta, alla mia anima. No, questo mai, mai, mai, mai. Non potrei e non vorrei. La tua è una paura infondata. Tu non sarai mai alla mia altezza, o meglio io non sarei mai alla tua altezza, perché tu sei una dea, sei la perfezione, sei la bellezza e sei la purezza, ai miei umili occhi. Tu sei per me la stella più luminosa e l’acqua più pura di me. E lo so che sei solo un essere umano, ma sei il più perfetto di tutti. Si, per me tu sei un angelo, il più meraviglioso.                                                                                                             - E io che avevo paura. – disse lei sorridendogli con tenerezza, ma poi il suo viso si fece pensieroso :- Perché non me lo hai mai detto?                                                                                                                                                                 - Perché non mi sentivo degno dell’amore di un angelo. – lei lo baciò teneramente .                                                        – Ma perché non prima, e solo ora che siamo sol..- le parole le morirono in gola e si coprì con la mano la bocca inorridita al pensiero. Lui restò scioccato da quella reazione.                                                                                             – Tu lo stai facendo perché siamo soli, vero?                                                                                                                        - Perch..                                                                                                                                                                                   – Rispondi – disse secca lei, digrignando i denti.  – No, lo sto facendo perché ti amo e perché ascoltando le tue paure ho trovato il coraggio di rivelarti tutto. Lo direi anche se nella stanza ci fossero altre persone. – lei si rilassò e gli sorrise, ora tranquilla. Lui, ora più calmo, non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine della sua smorfia inorridita. Si era tranquillizzata sentendo la sua risposta, ma non sapeva quale parte della risposta. Era ancora inquieto e ci mise un secondo di troppo a comprendere il sussurro della piccola figura raggomitolata nelle sue braccia. Era un sussurro che riassumeva tutto di loro, del loro incontro, del loro dolore, della loro relazione, del loro amore, di loro due insieme; era un ‘’ ti amo ‘’ sussurrato al vento che anche se lui non l’avesse sentito non sarebbe importato, perché in quel momento c’era una cosa che contava : si amavano come mai era successo prima e il loro amore era unico, irripetibile, magico. In quel momento niente era importante come quel momento. Sarebbe bastato che quell’attimo durasse in eterno, quell’attimo in cui non avevano importanza tutti i problemi, quell’attimo perfetto. Loro due sdraiati sul letto di un albergo in mezzo alle spiagge delle Bahamas. Loro due lì da soli, senza fratelli o amici ficcanaso, senza madri iperprotettive e senza preoccupazioni per il mondo al di fuori della stanza, al di fuori di loro. Forse sarebbe stata la vacanza più bella di tutta la sua vita o un fiasco totale, ma lui chi era, scusa, per prevedere il futuro? Nessuno, assolutamente nessuno. Solo un misero umano al cospetto della cosa più meravigliosa che i suoi occhi abbiamo mai ammirato, escludendo però la sua persona. Comunque doveva solo sperare che quello fosse veramente un regalo, come l’idea originale lo aveva presentato. Un viaggio di un mese per le Bahamas, lui e lei, da soli, PER UN MESE, DA SOLI. Quando l’avevano scoperto lei avevano saltato dalla gioia, già immaginando tutti i momenti che avrebbero potuto passare da soli. In più non avrebbero alloggiato in un Istituto, perché lì era inesistente e i rapporti fra nascosti e Shadowhunters erano perfetti, tranquilli. Non ci sarebbero state molte lotte, con sommo dispiacere da parte di Jace, e il posto era tra i più belli del mondo. Ma a loro non importava granché, anche se il posto era uno squallido villaggio, a loro non sarebbe importato, loro volevano soltanto stare da soli. Nonostante i dubbi di lui e di lei, non avrebbero sprecato un’occasione del genere.
Lui aprì gli occhi e vide un oceano color verde smeraldo, con alcune striature dorate, un oceano immenso in cui ti perdevi, come se oltre esistesse solo l’infinito. Quell’oceano era circondato una spiaggia bianca e aveva molte protuberanze di cui una rosa petalo, il tutto circondato da una foresta di alberi rossi. Sorrise al suo viso e le pose un delicato sulle labbra, ma se quello voleva all’inizio essere solo un lieve bacio, quando lei lo trattenne e non lasciò che quel bacio finisse, tutto si trasformò. Dopo qualche secondo si trovarono ansimanti abbracciati, con le bocche ch si confondevano e le mani libere di girovagare ovunque volessero. Si staccarono per riprendere fiato e rimasero a guardarsi negli occhi. Si sorrisero. Lui si alzò e si stiracchiò, aveva tutti i muscoli indolenziti. Non sapeva per quanto erano rimasti lì in quella posizione, abbracciati, sapevano soltanto che era stato un momento magico, il primo di tanti. Le porse una mano per farla alzare e in un secondo lei era lì di fianco a lui. Si sorrisero ancora, poi lei spostò lo sguardo all’orologio e chiese:- Hai voglia di una bella gita in discoteca? Oppure di una passeggiata sulla spiaggia? O di restare in albergo? – lui non rispose subito, valutando le varie opzioni.                                                                      – In discoteca no, oggi sei solo mia, e poi in albergo ci possiamo stare quanto vogliamo. Poi il sole sta per tramontare, perché perderci un momento così magico?                                                                                                     - Non sarebbe così magico senza di te. – rispose sorridendo – allora, aspetta un secondo che mi cambio.                                                                                                                                                                                Andò alla valigia non ancora svuotata e l’aprì. Si lasciò sfuggire un lamento e lui fu subito lì preoccupato :- Cosa c’è?                                                                                                                                                                                          – C’è che tua sorella è una perfida maniaca della moda e mi ha cambiato tutta la valigia. – sbuffò esasperata. Lui scoppiò a ridere , mentre lei cominciava a rivoltare la valigia cercando un vestito leggero da indossare, visto le elevate temperature. Trovò qualcosa di decente, anche se troppo corto per i suoi gusti. Era un leggero vestito di seta color perla, largo alla fine e stretto al seno. Di certo lei non avrebbe mai messo una cosa del genere, anche perché le arrivava a metà coscia. Lui continuava a ridere e quando lei lo guardò incavolata, spiegò:- Ora capisco perché Izzy mi aveva detto ‘’Dopo mi ringrazierai’’, quando eravamo all’aeroporto. – a quel punto non poté che scoppiare a ridere anche lei. Poi si chiuse in bagno per rinfrescarsi e per vestirsi, togliendosi la canottiera e gli shorts che indossava prima. Dieci minuti dopo era ancora alla valigia imprecando contro Isabelle e la sua cocciutaggine. Aveva riempito una borsa intera di borse col tacco altissimo e aveva risparmiato solo un paio di infradito oro, che prese. Alzò lo sguardo e incontrò il suo sguardo. La stava mangiando con gli occhi, e non risparmiava un solo centimetro della sua pelle. Arrossì all’istante e lui sorrise raggiungendola. Lui aveva indosso solo un pantaloncino beige , che lasciava scoperto il petto muscoloso. Alzò un sopracciglio e lui disse:- Che c’è? Ti da fastidio che mi vesta così?- e sfoderò un ghigno a cui lei rispose scuotendo la testa e girandosi. A quel punto fu il suo turno di sollevare il sopracciglio, vedendo la profonda scollatura del suo vestito.                                                  – Eccome se ti ringrazierò, Izzy.- e la seguì fuori.
   
 
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