“Give a little time to me
We’ll burn this out
We’ll play hide and seek
To turn this around
And all I want is the taste
That your lips allow”
 
 
 
Suonava così la canzone di sottofondo.
Tra un bicchiere e un altro il tempo passava a ritmo di quella dolce melodia.
Elena mi fissava, era stupenda, i suoi occhi brillavano e raccontavano parole d’amore; le sue mani sulle mie spalle mi trasmettevano sicurezza e dolcezza.
Era tutto perfetto.
Ero felice che Elena avesse scelto me per ballare, la amavo troppo, era l’unica ragione che mi permetteva di restare ancora umano e non un killer amante di giovani donne.
La felicità non era l’unico sentimento che accompagnava quel ballo, avevo anche paura. Damon era dispiaciuto e ferito. Sapevo che non era colpa mia ma era pur sempre mio fratello, non mi piaceva vederlo così triste. Sapevo che avrebbe colmato il dolore divertendosi con qualche liceale e avrebbe causato solo danni.
 
Se ne stava, infatti, seduto dall’altra parte della pista da ballo, era solo, beveva un po’ di whisky e gli si leggeva in faccia un certo rammarico.
 
Arrivò ad un tratto Caroline “Quando avete finito di fare i novelli sposi mi aiutate a spostare queste casse?” disse con un pizzico di acidità. Stefan sorrise, prese le mani di Elena e le sussurrò “Ci penso io con Caroline, tu vai a vedere come sta mio fratello”.
Elena prese la sua borsa e si diresse verso Damon.
 
 
 
“È già finita la luna di miele?” disse Damon con il suo solito sarcasmo.
 
“No, Stefan mi ha chiesto di venire da te, per vedere come stavi, tutto qui!” rispose Elena decisa.
 
“Come sto? Come dovrebbe stare un vampiro che ha pianto per 100 anni una donna credendola morta e ora si ritrova con un amore non corrisposto? Sai quanto tengo a te, Elena, e sai che il mio amore è puro, ma sai anche che è Stefan che ti merita veramente, non io. È per questo motivo che ho deciso di andarmene”
 
“Andartene? Spero tu stia scherzando! Sono qui i tuoi amici, la tua famiglia ed è in questa città che vive il tuo unico fratello: Stefan! Se non vuoi farlo per lui fallo per me, ma per favore resta! Ho già sofferto troppo in questi ultimi tre anni e non voglio soffrire ancora.. Ti prego!”
 
Damon non disse nulla; finì il suo bicchiere di whisky e fece un lungo sospiro. Era un sospiro con un fondo di tristezza, sembrava volesse dire “Va bene, hai vinto tu!”. Cercò di fare un sorriso con quella poca felicità che gli rimaneva nell’anima, ormai consumata dal tempo e se ne andò.