La sveglia suona alle sei e quaranta,mi alzo a fatica dal letto,vado in cucina apro il frigo con l’intenzione di mettere qualcosa sotto ai denti prima di uscire. Ma tanto il mio stomaco avrà la meglio e non mangerò nulla. Apro l’armadio una maglietta e dei jeans andranno benissimo anche oggi. Mi dirigo alla fermata con l’mp3 tra le mani,gli ACDC a palla nelle orecchie contrastano con la tranquillità del paesaggio che mi circonda.

Era un periodo nero quello,nulla andava per il verso giusto,però ci provavo a (soprav)vivere,in fondo ero quel tipo di persona che preferiva usare il sorriso come controffensiva ad ogni tipo di dolore.

Il mio bicchiere era costantemente mezzo vuoto,i libri  e la musica almeno mi davano una prospettiva diversa dal solito.

L’autobus arriva “puntuale” come sempre. Le mie amiche sono lì che mi aspettano raggianti,subito iniziano a parlarmi. Non ho voglia di ascoltare le loro stupide storie e fingendo di provare interesse per i loro argomenti mi abbandono al paesaggio,a quel caos calmo che mi passa veloce come un treno davanti agli occhi.

Arrivo a scuola,ragazzi che urlano dappertutto,coppie felici che si scambiano effusioni intralciandomi il passaggio. Insopportabili. Suona la campanella è ora di entrare,quel suono metallico e fastidioso che sembra quasi minacciarti “è ora di entrare sagoma di carta,ti aiuteremo a riempire la testa di sciocchezze e distruggerti i sogni”.

Non so come riesco a resistere alle prime tre ore di lezione,alla campanella dell’intervallo metà della classe si dirige verso le macchinette o dai propri amici. Ora,non è che io mi definisca una persona asociale,ma ho sempre preferito il nulla ad una persona. Alla fine sono la stessa cosa.

Una persona può essere riempita di nulla,ma una persona quel nulla può riempirlo. E tranquilla tiro fuori un libro dallo zaino e mi appoggio con le spalle al muro freddo. Io ci credevo nelle storie che leggevo,ci credevo ad una possibile storia d’amore tra una ragazza diversa e il solito stronzo. Prima o poi una mano avrebbe trovato la mia anche nella notte più buia.

Il suono della campanella mi riscuote dai miei pensieri.