Serata
dei film, mollettine rosa e stregoni.
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Un paio di lupi mannari
occupavano un altro séparé. Mangiavano stinchi di agnello crudi
e discutevano su chi avrebbe
avuto la meglio in un combattimento: Albus Silente
dei libri di Harry Potter o Magnus Bane?
«Albus
Silente vincerebbe a mani basse» diceva il primo. «Ha l'Anatema che uccide, e
quello è tosto.»
Il secondo licantropo fece
un'osservazione tagliente. «Ma Silente non esiste.»
«Credo che neanche Magnus Bane esista» replicò il primo in tono beffardo. «Tu l'hai
mai incontrato?»
―
Città di Cenere.
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Le
tende fucsia lasciano entrare pigramente la luce del sole che, altrettanto
pigramente, scendeva dietro i palazzi di una sempre frettolosa e sporca Brooklyn,
ma soprattutto una infreddolita.
Il
loft risultava fin troppo pulito, la verità è che Magnus aveva attuato il
progetto Pulizia di Primavera (nonostante
il meteo aveva previsto – e azzeccato – un abbassamento delle temperature),
proposto da Alec che era sinceramente stufo di vedere pile di scatoloni di
pizza, jeans dai colori improbabili sulle sedie della cucina e mobili che
Magnus prendeva dai negozi e non ridava indietro; lo stregone aveva così
approfittato per cambiare un po’ il colore delle pareti e delle tende, anche il
parquet era stato lucidato e coperto da nuovi tappeti che Presidente Miao
apprezzava in modo particolare.
Seduto
sul divano tigrato, appoggiato ai cuscini giallo banana vicino al bracciolo vi
stava Alec, i capelli neri scompigliati e la frangia tirata indietro e fermata
con una mollettina rosa che Magnus aveva insistito
per mettergli, le gambe piegate contro il petto e le mani che tenevano le punte
dei piedi fasciati da un paio di spessi calzini grigio scuro, aveva le guance
gonfie e si dilettava nel spostare l’aria da una gote all’altra, soffiandola
poi via come un palloncino sgonfio. Gli occhi puntati contro le scale che
andavano al piano superiore, la televisione era ferma sul menù del film che
avrebbero visto quella sera: Harry Potter
e la Pietra Filosofale.
«Magnus!»
Decide di chiamare, spazientito. Quando dieci minuti prima era andato a vedere
a che punto fosse il Sommo Stregone questo era appena uscito dalla doccia e gli
aveva detto che tra cinque minuti sarebbe sceso, liquidandolo prontamente.
«Abbi
pazienza, ho quasi finito!» Un ronzio familiare – l’asciugacapelli – celò parzialmente
la voce dello stregone, qualche secondo e si spense; un paio di minuti dopo una
figura longilinea apparse dalle scale e con passi veloci e silenziosi si mise
seduto di fianco al Cacciatore, sorridendo in quel modo che Alec amava tanto:
una dolcezza sincera contornata da una malizia tipica di Magnus che non gli
dava fastidio, neanche un po’, «Non riuscivo a farmi la treccia – si scusò in
un primo momento – allora li ho raccolti un po’ come venivano per fare in
fretta: solo per te, dolcezza».
I
muscoli attorno alle labbra di Alec guizzarono all’insù storpiando la sua linea
piatta che era la bocca in un adorabile sorriso – una cosa che gli succedeva in
modo abbastanza spontaneo. I suoi occhi, di un blu calmo come quello del mare
tranquillo, studiarono il viso spigoloso e raramente struccato dello stregone,
la pelle olivastra si sposava in modo dolce e armonico con i ciuffi di capelli
che sfuggivano all’elastico verde acido che li raccoglieva malamente dietro il
capo, ciuffi lunghi fino alle spalle, ciuffi che amava rigirarsi tra le dita,
gli occhi verdi si fissarono sui suoi e, prima che Alec potesse notare il look noioso tipico di Magnus quand’era a
casa, arrossì e distolse lo sguardo, piantandolo sul tavolino davanti a sé.
«Allora,
questo film?» Borbottò il Nephilim, senza guardare
Magnus che, con tutta probabilità stava facendo un qualche pensiero sconcio.
«Abbi
pazienza, fiorellino.» Lo Stregone stava di certo sopprimendo una qualche
battuta di spirito che avrebbe trasformato Alec in un pomodoro ambulante,
schioccò le dita e la cornice attorno alla scritta “inizio
film”
s’illuminò.
Pochi
minuti dopo l’inizio del film Magnus prese per i fianchi Alec e, con una
successione di complessi movimenti si stese lungo tutto il sofà e mosse lo Shadowhunter facendolo stendere davanti a sé, lasciando che
la schiena dell’uno aderisse perfettamente contro il petto dell’altro che, poté
constatare Alec con piacere, profumava di sandalo in modo incredibilmente
intenso. Il braccio dello Stregone s’intrufolò sotto quello di Alec e, piegato
contro il petto di quest’ultimo gli strinse la mano intrecciando le dita con
quelle dell’altro. Movimenti silenziosi ma pieni d’amore e fatti con una
delicatezza che Magnus sfoderava solo in presenza di Alec. Il film proseguì.
Verso
la fine il giovane Cacciatore si ritrovò a masticare una pellicina dell’indice
sinistro – la mano era precedentemente intrecciata a quella di Magnus –
guardava lo schermo come rapito, ipnotizzato: non c’era niente da fare, Harry
Potter era come una droga.
Magnus
invece si era addormentato più o meno quando Harry aveva comprato tutto il
carrello dei dolci sul treno per Hogwarts, poco prima
di abbandonarsi al mondo di sogni aveva però fatto apparire una coperta verde
con dei disegni di pecore bianche e nere che arrivava dal suo armadio, a dire
la verità: uno di quei gadget che aveva preso a Dublino con Alec. Si era
accoccolato come a voler inglobare Alec dentro di sé, proteggerlo da tutti i
mali ed averlo sempre dentro, sempre con lui. Sempre non è per sempre – a Magnus piaceva pensarla così.
Quando
si svegliò, Alec non c’era più dove lo aveva lasciato, bensì cercava di leggere
i veloci titoli di coda bianchi su sfondo nero che correvano sullo schermo,
Magnus ridacchiò, mettendosi seduto… i capelli un
disastro. «Che fai?» Domandò con la voce impastata e stanca, gli occhi
semiaperti e pieni di sonno.
Alec
si girò verso di lui, seduto sulle ginocchia, i pugni chiusi su questi, gli
occhi convinti: «Albus Silente, io devo incontrarlo» …ok,
era davvero davvero
convinto.
Magnus
sorrise, si mise la coperta sulle spalle e se la strinse incrociando le
braccia, indeciso se dirgli la verità o no, «Albus
Silente non esiste» la sua voce era colorata di una nota tremendamente
divertita «Ti farei conoscere Richard Harris, ma è morto».
L’espressione
di Alec era confusa, poi collegò Richard Harris a quel nome di fianco ad Albus Silente – l’attore - che non riuscì a leggere in
tempo, «Albus Silente sarà il mago più forte del mondo… no? O almeno, nel film sembra essere quello più
forte.» Lentamente si alzò e in un modo del tutto naturale si andò a sedere
sulle sue ginocchia, le braccia intrecciate dietro al suo collo che catturavano
una ciocca di capelli corvini e se la arrotolavano attorno al dito, come faceva
con i capelli di Isabelle da bambino, mentre giocava con lei e Jace ai giochi che voleva la sorella o qualcosa del genere.
Era un gesto che lo calmava: era piacevole.
«Ma
per favore!» Il tono di Magnus era divertito con un’ombra di studiata offesa, «Albus Silente è il mago più forte di Harry Potter» fece una
pausa, negli occhi brillava una luce di sfida, le mani abbandonarono la coperta
improbabile e si allacciarono dietro il fianco di Alec che lo guardava con il
viso rivolto verso il basso, la luce della televisione li illuminava a malapena
e la musica riempiva quel breve silenzio che Magnus si era affrettato a
rompere, «Hai detto che volevo incontrare anche Gandalf
il Grigio dicendo che era lo stregone più forte de Il Signore degli Anelli»
Altra pausa, le mani scivolarono veloci sulle sua schiena, la mano destra andò
a sfilare la mollettina dai capelli di Alec, tenendo
comunque la frangia indietro, la mano sinistra invece aveva avidamente afferrato
il mento di Alec con l’indice e il pollice, tirandolo ancora più giù, il
ragazzo poté sentire il lento respiro di Magnus sulle guance, «Il punto è che
non esistono! E non tollero che tu pensi ad altri stregoni, perché non sono né i più forti né i più
belli: ci sono io, prima di loro.»
Alec
sorrise e si sarebbe anche concesso una risata, se le labbra di Magnus non gli
avessero tappato malamente la bocca, la lingua esperta accarezzato la sua e
trasformando da principio quel tenero bacio in un danzare di labbra e lingue
che si rincorrevano e si chiamavano.
Decisamente,
Magnus era il migliore.
Serata
dei film, mollettine rosa e stregoni.
¬fine.
Note
d’autrice ▪ a volte ritornano.
Ebbene,
buongiorno a questo giorno che si sveglia oggi con te~
Sono
nuova, ebbene sì. Ho passato l’ultima settimana a spulciare questo fandom alla ricerca della sana Malec
per scaricare i miei ship su qualcosa, e difatto credo di aver letto tutto quello che potevo – la mia
voglia di leggere in inglese (o in qualsiasi altra lingua) è sottozero e quindi
ho deciso di crearmi lo ship da sola. Eheh.
Non
c’è molto da dire, ho sempre immaginato Alec che paragonava Magnus ad Albus Silente dato che, dalle fanart
in giro Alec sembra essere praticamente dipendente da Harry Potter, ma
ovviamente sono solo considerazioni –w–
Sorvolerò
su tutte le paure come l’IC e cose del genere, perché a pensarci mi viene il
mal di stomaco e non combinerei assolutamente nulla di nulla, e non lo vogliamo
né io né voi(?), vero?
E’
una cosa molto easy (-cit Fede, grazie Fede!), ovvero senza nessuna lezione
morale o funzione catartica(?), giusto una cosa per strapparvi un sorriso e
farvi dimenticare dell’esistenza della pg. 511 (chi
vuol intendere, intenda).
Perché
anche Magnus e Alec possono essere felici assieme ;A; ovvio che possono! ♡
Più
o meno è tutto qui… beh, spero che il primo tentativo
sia stato apprezzato.
Bye
bye!
scots •