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Autore: radioactive    17/03/2013    1 recensioni
Quando si svegliò, Alec non c’era più dove lo aveva lasciato, bensì cercava di leggere i veloci titoli di coda bianchi su sfondo nero che correvano sullo schermo, Magnus ridacchiò, mettendosi seduto… i capelli un disastro. «Che fai?» Domandò con la voce impastata e stanca, gli occhi semiaperti e pieni di sonno.
Alec si girò verso di lui, seduto sulle ginocchia, i pugni chiusi su questi, gli occhi convinti: «Albus Silente, io devo incontrarlo» …ok, era davvero davvero convinto.

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Esperimento Malec, niente di fantastico o rivelatorio. Solo un po' di fluff. ♡
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Serata dei film, mollettine rosa e stregoni.

 

 

 

●●●

 

 

Un paio di lupi mannari occupavano un altro séparé. Mangiavano stinchi di agnello crudi

e discutevano su chi avrebbe avuto la meglio in un combattimento: Albus Silente dei libri di Harry Potter o Magnus Bane?

«Albus Silente vincerebbe a mani basse» diceva il primo. «Ha l'Anatema che uccide, e quello è tosto.»

Il secondo licantropo fece un'osservazione tagliente. «Ma Silente non esiste.»

«Credo che neanche Magnus Bane esista» replicò il primo in tono beffardo. «Tu l'hai mai incontrato?»

                                                                                                                                                                     ― Città di Cenere.

 

 

●●●

 

 

 

Le tende fucsia lasciano entrare pigramente la luce del sole che, altrettanto pigramente, scendeva dietro i palazzi di una sempre frettolosa e sporca Brooklyn, ma soprattutto una infreddolita.

Il loft risultava fin troppo pulito, la verità è che Magnus aveva attuato il progetto Pulizia di Primavera (nonostante il meteo aveva previsto – e azzeccato – un abbassamento delle temperature), proposto da Alec che era sinceramente stufo di vedere pile di scatoloni di pizza, jeans dai colori improbabili sulle sedie della cucina e mobili che Magnus prendeva dai negozi e non ridava indietro; lo stregone aveva così approfittato per cambiare un po’ il colore delle pareti e delle tende, anche il parquet era stato lucidato e coperto da nuovi tappeti che Presidente Miao apprezzava in modo particolare.

 

Seduto sul divano tigrato, appoggiato ai cuscini giallo banana vicino al bracciolo vi stava Alec, i capelli neri scompigliati e la frangia tirata indietro e fermata con una mollettina rosa che Magnus aveva insistito per mettergli, le gambe piegate contro il petto e le mani che tenevano le punte dei piedi fasciati da un paio di spessi calzini grigio scuro, aveva le guance gonfie e si dilettava nel spostare l’aria da una gote all’altra, soffiandola poi via come un palloncino sgonfio. Gli occhi puntati contro le scale che andavano al piano superiore, la televisione era ferma sul menù del film che avrebbero visto quella sera: Harry Potter e la Pietra Filosofale.

«Magnus!» Decide di chiamare, spazientito. Quando dieci minuti prima era andato a vedere a che punto fosse il Sommo Stregone questo era appena uscito dalla doccia e gli aveva detto che tra cinque minuti sarebbe sceso, liquidandolo prontamente.

«Abbi pazienza, ho quasi finito!» Un ronzio familiare – l’asciugacapelli – celò parzialmente la voce dello stregone, qualche secondo e si spense; un paio di minuti dopo una figura longilinea apparse dalle scale e con passi veloci e silenziosi si mise seduto di fianco al Cacciatore, sorridendo in quel modo che Alec amava tanto: una dolcezza sincera contornata da una malizia tipica di Magnus che non gli dava fastidio, neanche un po’, «Non riuscivo a farmi la treccia – si scusò in un primo momento – allora li ho raccolti un po’ come venivano per fare in fretta: solo per te, dolcezza».

I muscoli attorno alle labbra di Alec guizzarono all’insù storpiando la sua linea piatta che era la bocca in un adorabile sorriso – una cosa che gli succedeva in modo abbastanza spontaneo. I suoi occhi, di un blu calmo come quello del mare tranquillo, studiarono il viso spigoloso e raramente struccato dello stregone, la pelle olivastra si sposava in modo dolce e armonico con i ciuffi di capelli che sfuggivano all’elastico verde acido che li raccoglieva malamente dietro il capo, ciuffi lunghi fino alle spalle, ciuffi che amava rigirarsi tra le dita, gli occhi verdi si fissarono sui suoi e, prima che Alec potesse notare il look noioso tipico di Magnus quand’era a casa, arrossì e distolse lo sguardo, piantandolo sul tavolino davanti a sé.

«Allora, questo film?» Borbottò il Nephilim, senza guardare Magnus che, con tutta probabilità stava facendo un qualche pensiero sconcio.

«Abbi pazienza, fiorellino.» Lo Stregone stava di certo sopprimendo una qualche battuta di spirito che avrebbe trasformato Alec in un pomodoro ambulante, schioccò le dita e la cornice attorno alla scritta “inizio film” s’illuminò.

 

Pochi minuti dopo l’inizio del film Magnus prese per i fianchi Alec e, con una successione di complessi movimenti si stese lungo tutto il sofà e mosse lo Shadowhunter facendolo stendere davanti a sé, lasciando che la schiena dell’uno aderisse perfettamente contro il petto dell’altro che, poté constatare Alec con piacere, profumava di sandalo in modo incredibilmente intenso. Il braccio dello Stregone s’intrufolò sotto quello di Alec e, piegato contro il petto di quest’ultimo gli strinse la mano intrecciando le dita con quelle dell’altro. Movimenti silenziosi ma pieni d’amore e fatti con una delicatezza che Magnus sfoderava solo in presenza di Alec. Il film proseguì.

 

Verso la fine il giovane Cacciatore si ritrovò a masticare una pellicina dell’indice sinistro – la mano era precedentemente intrecciata a quella di Magnus – guardava lo schermo come rapito, ipnotizzato: non c’era niente da fare, Harry Potter era come una droga.

Magnus invece si era addormentato più o meno quando Harry aveva comprato tutto il carrello dei dolci sul treno per Hogwarts, poco prima di abbandonarsi al mondo di sogni aveva però fatto apparire una coperta verde con dei disegni di pecore bianche e nere che arrivava dal suo armadio, a dire la verità: uno di quei gadget che aveva preso a Dublino con Alec. Si era accoccolato come a voler inglobare Alec dentro di sé, proteggerlo da tutti i mali ed averlo sempre dentro, sempre con lui. Sempre non è per sempre – a Magnus piaceva pensarla così.

Quando si svegliò, Alec non c’era più dove lo aveva lasciato, bensì cercava di leggere i veloci titoli di coda bianchi su sfondo nero che correvano sullo schermo, Magnus ridacchiò, mettendosi seduto… i capelli un disastro. «Che fai?» Domandò con la voce impastata e stanca, gli occhi semiaperti e pieni di sonno.

Alec si girò verso di lui, seduto sulle ginocchia, i pugni chiusi su questi, gli occhi convinti: «Albus Silente, io devo incontrarlo» …ok, era davvero davvero convinto.

Magnus sorrise, si mise la coperta sulle spalle e se la strinse incrociando le braccia, indeciso se dirgli la verità o no, «Albus Silente non esiste» la sua voce era colorata di una nota tremendamente divertita «Ti farei conoscere Richard Harris, ma è morto».

L’espressione di Alec era confusa, poi collegò Richard Harris a quel nome di fianco ad Albus Silente – l’attore - che non riuscì a leggere in tempo, «Albus Silente sarà il mago più forte del mondo… no? O almeno, nel film sembra essere quello più forte.» Lentamente si alzò e in un modo del tutto naturale si andò a sedere sulle sue ginocchia, le braccia intrecciate dietro al suo collo che catturavano una ciocca di capelli corvini e se la arrotolavano attorno al dito, come faceva con i capelli di Isabelle da bambino, mentre giocava con lei e Jace ai giochi che voleva la sorella o qualcosa del genere. Era un gesto che lo calmava: era piacevole.

«Ma per favore!» Il tono di Magnus era divertito con un’ombra di studiata offesa, «Albus Silente è il mago più forte di Harry Potter» fece una pausa, negli occhi brillava una luce di sfida, le mani abbandonarono la coperta improbabile e si allacciarono dietro il fianco di Alec che lo guardava con il viso rivolto verso il basso, la luce della televisione li illuminava a malapena e la musica riempiva quel breve silenzio che Magnus si era affrettato a rompere, «Hai detto che volevo incontrare anche Gandalf il Grigio dicendo che era lo stregone più forte de Il Signore degli Anelli» Altra pausa, le mani scivolarono veloci sulle sua schiena, la mano destra andò a sfilare la mollettina dai capelli di Alec, tenendo comunque la frangia indietro, la mano sinistra invece aveva avidamente afferrato il mento di Alec con l’indice e il pollice, tirandolo ancora più giù, il ragazzo poté sentire il lento respiro di Magnus sulle guance, «Il punto è che non esistono! E non tollero che tu pensi ad altri stregoni, perché non sono né i più forti né i più belli: ci sono io, prima di loro.»

Alec sorrise e si sarebbe anche concesso una risata, se le labbra di Magnus non gli avessero tappato malamente la bocca, la lingua esperta accarezzato la sua e trasformando da principio quel tenero bacio in un danzare di labbra e lingue che si rincorrevano e si chiamavano.

Decisamente, Magnus era il migliore.

 

 

 

Serata dei film, mollettine rosa e stregoni.

¬fine.

 

 

 

 

 

Note d’autrice a volte ritornano.

 

Ebbene, buongiorno a questo giorno che si sveglia oggi con te~

Sono nuova, ebbene sì. Ho passato l’ultima settimana a spulciare questo fandom alla ricerca della sana Malec per scaricare i miei ship su qualcosa, e difatto credo di aver letto tutto quello che potevo – la mia voglia di leggere in inglese (o in qualsiasi altra lingua) è sottozero e quindi ho deciso di crearmi lo ship da sola. Eheh.

Non c’è molto da dire, ho sempre immaginato Alec che paragonava Magnus ad Albus Silente dato che, dalle fanart in giro Alec sembra essere praticamente dipendente da Harry Potter, ma ovviamente sono solo considerazioni –w–

Sorvolerò su tutte le paure come l’IC e cose del genere, perché a pensarci mi viene il mal di stomaco e non combinerei assolutamente nulla di nulla, e non lo vogliamo né io né voi(?), vero?

E’ una cosa molto easy (-cit Fede, grazie Fede!), ovvero senza nessuna lezione morale o funzione catartica(?), giusto una cosa per strapparvi un sorriso e farvi dimenticare dell’esistenza della pg. 511 (chi vuol intendere, intenda).

Perché anche Magnus e Alec possono essere felici assieme ;A; ovvio che possono!

Più o meno è tutto qui… beh, spero che il primo tentativo sia stato apprezzato.

Bye bye!

 

scots

   
 
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