Piccola, intrigante creatura; marci solitaria lungo l'asfalto delle strade. E queste a te si piegano, spezzando l'aria come rami tra due polsi freddi. Piccolo, innocente mostro; tu bussi alle porte vuote e indietro loro cadono. Chiudono a chiave, con tanti, assurdi lucchetti; eppure un tuo altro tocco, conn labbra screpolate e sanguigne, Le abbatti,
spalancando e respirando la paura. Ma lenti,
loro ti abbracciano e tu li assorbi nel tuo grembo fatto di calci e carezze. E ancora tu,
piccola e maligna divinitą, li rigetti,
lasciandoli con rivoli di ossa lungo il viso. Morte non sei altro dipinta sull'antro, vita ti dipingi quand li costringi. Paura li fai tremare accasciandoli sul mare, odio fai provare e con amore innamorare.