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Autore: Night Sins    05/10/2007    7 recensioni
Song-fic sull'omonima canzone di Massimo di Cataldo, ambientata anni dopo la serie attuale. House torna a Princeton e per prima fa visita alla Cuddy, ma lì trova anche...
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ciao, che coincidenza tu
In questa stanza a casa di amici
Cosa mi dici?
Va beh, va meglio pure a me
Può darsi non sia stato uno sbaglio
Aver dato un taglio… con te
E non vederci più
Non sentirci più
E adesso guarda tu
Mentre ridiamo insieme


Cuddy lo aveva programmato?
No, forse no… infondo non sapeva del mio ritorno.
Ed ora siamo di nuovo qui, insieme.
Da quanto tempo non ci trovavamo nella solita stanza, insieme… soli?
Lei se ne è andata in cucina; “a fare il caffè”, ha detto.
Ed ora, che dire?
“Allora House, come va?” prendi la parola con la tua solita, maledetta, insostenibile tranquillità; come se non fosse successo nulla, come se non ti avessi nuovamente deluso, ferito, usato… come se non fossi nuovamente scappato, questa volta mettendo tra di noi mezzo continente americano, l’intero oceano Atlantico e una buona parte del territorio europeo.
“Vienna è una città grandiosa.”
“L’ho sentito dire… Quindi va tutto bene. Splendido.”
“Già. Qui non sembra cambiato niente.”
“La superficie non rappresenta la realtà, dovresti saperlo.”
Annuisco.
Lisa torna con tre tazze di caffè, sembra un po’ tesa.
“Ehi, hai visto un fantasma?” chiedo.
“No, solo… voi due qui, insieme…”
“E’ tutto okay per noi, davvero.” la rassicuri come sempre, eppure vorrei dirti “Parla per te!”, ma non lo faccio; la risata che ha seguito quelle parole mi ha lasciato di stucco, anche se mi mancava il suo suono… mi mancavano molte cose, forse è per questo che sono tornato.
Non posso far a meno che il mio vecchio ghigno mi torni sulle labbra ed osservo la Cuddy, deve essere stata la sua espressione a farti ridere ed in effetti è abbastanza divertente.
“Raggio di Sole, non è che se tu non riesci più a vedere i tuoi ex debba essere lo stesso per tutti…”
Ci guarda ancora un po’ in imbarazzo, “Bene… Menomale…”.
Scoppio a ridere pure io.
Mi volto istintivamente verso di te, hai fatto altrettanto. E’ una cosa naturale, l’unica cosa da fare, credo…
Quando c’è complicità tra due persone non si può cancellare come se niente fosse, no?

Scusa se ti chiamo amore
Sei la sola parte di me
Che non so dimenticare
Scusami se
Ho commesso io l’errore
Di amare te, molto più di me

Ehi, mi sei mancata dai
Non sei cambiata.
Verso da bere
Nel tuo bicchiere. Cin cin
E’ tutto come un film
Non mi aspettavo proprio stasera
Quest’atmosfera… con te
Che non vedevo più
Che non sentivo più
Da quanto tempo tu
Non tieni le mie mani


Eppure abbassi lo sguardo andando a guardare la tua tazza di caffè ed io faccio altrettanto.
Riesco anche a sentire lo sguardo della Cuddy su di me… su di noi. “E’ tutto okay, eh?!”, non lo dice, ma sono sicuro che è ciò che pensa.
Per un attimo sorseggia il suo caffè.
“Dunque, che razza di festino stavate organizzando qui, da soli, a quest’ora?” domando, giusto per non rimanere in silenzio.
“Veramente stavamo parlando di un paziente.” risponde guardando verso il tavolo dove eravate seduti prima del mio arrivo e su cui, in effetti, trovavano posto una cartella clinica e varie altre scartoffie.
“Bella copertura!”
Tu innalzi appena un lato delle labbra, nervoso e forse anche un po’ imbarazzato - riesci ad imbarazzarti anche quando non c’è nessun motivo per farlo. -
“Avete bisogno di parlare.” esordisce ad un certo punto Lisa, alzandosi. Si avvicina al tavolo nella stanza accanto e prende tutti i fogli che vi sono sopra. “Io vado in camera. Non vi spio, tranquilli.”
“Chi mi assicura che non hai nascosto una microspia da qualche parte?” domando.
“Ora, secondo te, metto delle cimici in casa mia?! Ma, se vuoi, controlla pure dappertutto, eventualmente trovassi qualcosa vorrebbe dire che qualcuno mi spia davvero…” risponde prima di andarsene.
“Ci siamo tutti rimasti male, quando te ne sei andato.” cominci.
“Certo, Raggio di Sole ha perso il miglior diagnosta del mondo; è stata una grave perdita per l’ospedale. Ci credo che era dispiaciuta.”
“Sai che non è vero!”
Abbasso la testa.
“Sono sempre stato un vigliacco, lo sai.”
“No. Hai sempre fatto quel che ti passava per la testa, senza guardare in faccia nessuno, ed in genere hai sempre avuto ragione. Hai sempre fatto la cosa giusta… a parte quest’ultima volta.”
“Cosa avrei dovuto fare?”, le parole quasi urlate.
“Parlarmi… dovevamo parlarne. Non si sparisce così, da un giorno all’altro, senza dire nulla…” sospiri “Tre anni, sei sparito per tre anni senza farti sentire… né una telefonata, né una cartolina, un’e-mail… nulla.”
Non mi guardi, osservi fisso davanti a te. Hai gli occhi lucidi, ma non piangi.
Allungo una mano fino a raggiungere il tuo volto e ti faccio voltare verso di me.
Il tuo sguardo è serio da far paura, ma non tenti di spostarti.
“Ti ho odiato tanto… ti odio per quello che hai fatto.”
Chiudo appena gli occhi. Sono parole dure da digerire, anche se dovevo aspettarmele; ma non hai torto ad odiarmi… mi sono odiato molte volte anche io.
Quando li riapro mi stai ancora fissando.
Abbasso la mano ed anche gli occhi… non so che fare, o dire, sinceramente.
Mi blocchi, la tua mano sulla mia, ed io torno a guardarti.
“Non andartene di nuovo.” mormori a fatica ed una lacrima riesce ad uscire dai tuoi occhi.
Non ricordo di averti mai visto piangere prima d’ora.

Scusa se ti chiamo amore
Sei la sola parte di me
Che non so dimenticare
Scusami se
Ho commesso io l’errore
Di amare te
Come non si può più fare
Come in una favola che
Ora non so più inventare
Ma sento che
Sto facendo già l’errore
Di amare te, molto più di me.

Se potessi andare indietro
Forse non vivrei questo momento


Ti ho fatto arrabbiare ed innervosire molte volte, ma quest’effetto lo faccio su molte persone; ti ho fatto ridere, pensare, sbuffare; ti ho fatto dubitare di molte cose e ti ho spazientito con molte altre; ti ho sorpreso e stupito; ti ho fatto provare piacere e ti ho spaventato; ti ho usato e deluso e molte volte ancora sono riuscito a ferirti quando meno te lo aspettavi. Di questo non vado fiero, ma avevo paura di innamorarmi sul serio di te, anche se era troppo tardi. Nonostante tutto, non ti avevo mai visto piangere, nemmeno per colpa mia.
Credevo che andandomene sarei riuscito a cancellare tutto, a tornare ad essere ‘House il solitario’, e che tu saresti riuscito a rifarti una vita. Credevo che andare lontano sarebbe servito e che tre anni fossero un tempo abbastanza adeguato, eppure… non mi sembra che sia passato così tanto tempo. Forse perché non eri mai realmente lontano da me. Non sono mai riuscito a non pensare a te, a noi. Al fatto che siamo stati insieme e che io sono scappato, nonostante ti amassi; ti amo.
“Cosa?!” domandi non avendo sentito ciò che ho detto, anche perché credo di aver mosso appena le labbra.
“No… Non lo so…” rispondo. Mento.
Stavo per dirtelo; più di una volta questa sera è capitato che avrei voluto dirtelo, ma non so se sia il caso.
Che diritto ho di tornare qui e dirti di punto in bianco una cosa che difficilmente ti dicevo prima? Chissà, forse stai uscendo con qualcuno… non posso saperlo, ma non voglio crearti altri problemi, seppure il solo pensiero mi fa stare male. Ti amo.
“Ti amo ancora.”
Alla fine te l’ho detto?!
No, era la tua voce. Rialzo stupito gli occhi verso di te, benché non mi ero accorto di averli abbassati un’altra volta.
“Te lo dovevo dire, ma… Non andartene.”
Sento la tua mano stringere di più la mia mentre continui a versar lacrime in silenzio. Non ce la faccio a vederti così.
“Non piangere amore mio, non piangere.” mormoro, incapace di resistere oltre, mentre porto la mano libera ad accarezzarti il volto e i capelli. “Non me ne vado, non posso… Ti amo.”
E’ bello vederti sorridere; sorrido anch’io.
“Ti amo.”

E scusa se ti chiamo ancora amore
Ma è più forte di me.


“Come mi hai chiamato?” domandi prima che possa baciarti.
“Sono domande da fare, adesso?” ti chiedo in risposta, contrariato.
“Sì.” rispondi calmo “Voglio risentirtelo dire. Me lo devi… e non solo questo.”
“Amore.”
Infondo hai ragione, te lo devo, e poi non mi dispiace dirtelo. Non so quand’è che sono diventato così sentimentale, ma mi rendo conto di amarti molto più di quanto io abbia mai amato qualcuno in vita mia e che dirtelo è quanto di più normale possa esserci.
“Dovevamo soffrire per tre anni, prima di sentirtelo dire?” domandi, ma non c’è cattiveria nella tua voce, solo dispiacere.
“Scusami.” dico, riuscendo finalmente a baciare le tue labbra “E’ stata la cosa più stupida che io abbia mai fatto.”
“Su questo hai ragione, amore.” mi concedi, sorridendo affabile, anche se non sono sicuro sul reale significato di quel sorriso.

Scusami se
Non mi posso perdonare
Di amare te
Come non si può più fare
Come in una favola che
Avrei voglia d’inventare
Ma sento che
Sto facendo già l’errore
Di amare te, molto più di me.


“Buongiorno.” annuncia sorridendo Raggio di Sole.
Raggio di Sole?!
Mi guardo velocemente intorno: è il suo salotto. Ci siamo addormentati sul divano; ecco anche perché mi fa così male la gamba.
“Spero non abbiate fatto niente sul mio divano.” dice, mentre io ingoio un paio di pasticche di Vicodin. “Vuoi un caffè?!” chiede poi.
Annuisco mentre recupero il bastone e mi alzo cercando con lo sguardo un orologio, sono ancora un po’ assonnato.
Le sei e quarantatre, praticamente l’alba.
Raggiungo la Cuddy in cucina.
“Scusa.”
Quasi le cade una tazza per terra quando mi sente dire quella sola parola. “Non preoccuparti, sono contenta che abbiate fatto pace. Spero però sul serio che il divano sia intatto.”
“Non per quello…”
“Lo so, lo so. Non devi chiedere scusa a me.” dice ancora mentre riempie le tazze con il caffè e me ne porge una.

Molto di più di me

Mentre finisco di bere il caffè il mio sguardo incrocia l’orologio appeso al muro: le sette.
Sorrido quasi impercettibilmente, tanto che non so nemmeno io se ho solo pensato di sorridere o se qualcosa di quel proposito si sia esteso alle mie labbra.
Mi avvicino alla caffettiera e prendo un’altra tazza riempiendola con del caffè.
“Quella che ti ho dato aveva forse qualcosa che non andava?” chiede dubbiosa Lisa, probabilmente non molto soddisfatta che mi comporti come se fossi a casa mia.
“Assolutamente nulla…” rispondo superandola nuovamente diretto in salotto con la tazza in mano, non ho bisogno di vederla per sapere che il suo sguardo indagatore mi ha seguito per tutto il tragitto.
“’Giorno.” annuncio entrando e facendoti sobbalzare, non ti eri accorto di me.
“Ieri sera, Lisa, tu… sei qui… Credevo di aver sognato.” mormori alzandoti “Per me?” chiedi poi quando ti avvicino la tazza e io alzo gli occhi al cielo.

Ancora te

“Scusate se interrompo questa scenetta idilliaca, ma qualcuno qui dovrebbe prepararsi per andare a lavorare…” ci informa la Cuddy, alcuni minuti dopo, entrando nella stanza.
“Sì, devo passare anche da casa…” dici come se ti fossi reso conto all’improvviso del tempo che scorreva. “Ci… vediamo.” accenni esitante, guardandomi.
Basta un mio solito sorrisetto a donarti un’espressione più tranquilla e dopo aver salutato anche Lisa, lasci la sua casa.

Molto più di me

“Allora, è ancora libero quel posto che mi dicevi?” chiedo a Raggio di Sole, dopo che la porta fu chiusa.
“Anche se me ne pentirò… ben tornato in squadra, House.” risponde porgendomi la mano.
“Grazie.”

Fine.


Spero di non aver fatto House OOC, anche se così innamorato è -forse- già di per sé OOC ^^'' (cmq se ritenete che sia da segnarale l'OOC ditemelo, grazie! ^^)
Per il suo amore, anche se non è mai nominato direttamente, beh... io -ovviamente- avevo in mente Wilson all'inizio, anche se poi ci ho visto bene anche Chase! XD
Che dirvi... vedeteci chi vi pare, al momento è *libera*, anche se ho in mente un possibile seguito, ovviamente H/W (ma non assicuro che verrà)
   
 
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