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Autore: Takke    05/10/2007    6 recensioni
Il seguente sonetto rappresenta un'opera di elogio nei confronti della monarchia come migliore modalità di governo possibile e contemporaneamente una critica a quella realtà che si è spesso opposta alle sue decisioni, condizionando perlopiù la massa del popolo ed inimicandola allo stato regio.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vertù imperial, sovrana d'ogne parte,
nuovo regno conduca in patria nostra
Italia, cui ormai sovente si prostra
del sommo mio maestro l'immortale arte.

Et mia amata scaligera urbe natia
da tempo mura e rocche proprie adorna
per coda dell'augello, qual ritorna
in fiorita etade, musa di poesia.

Com'anime stolte ch'attingono a sorso
dal fiume d'Averno la linfa smarrita,
pare il popol tutto come giocato
da annunziatori d'un nume infondato.

Onde in ver, frati, a nostra umana vita
conviene seguir lo suo laico corso.



  
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