18/03/2013
1 recensioniYou could be what you want to.
“Non ci sarà mai posto per la magia a Camelot.”
Mai hai pronunciato parole così dolorose e tremende; mai ti è costato così tanto – e costerà così tanto ad altri, a tutta quanta la tua gente, druidi e stregoni dell’Antica Religione a cui non avresti il diritto di spazzare via ogni speranza, ogni possibilità di riottenere qualcosa di buono, la legalità di usare la magia – prendere una decisione per il bene di Camelot, da quando hai conosciuto Arthur.
Puoi avvertire con ogni cellula del tuo essere quanto la natura del luogo in cui tu e l’altra parte della medaglia del tuo destino siete appoggiati – ospiti di uno dei terreni più sacri – sia ricco di amore e di vita. Dove la magia prospera il mondo risplende, gioisce, e le sue foglie si fanno più ricche di linfa, si sporgono di più verso la luce, come una risata piena di vita che desideri di farsi sentire. Un luogo dove ogni minima espressione della natura è al suo meglio, solo per la gioia della vita che avverte dentro di sé.
Eppure.
Eppure riesci a trovare la forza per dire quelle parole, ben sapendo che Arthur ascolterà il tuo consiglio, e che questa è un’enorme occasione per far finalmente tornare la magia e la giustizia a Camelot, con tutto ciò che esso comporta. Riesci a trovare quel coraggio – indecente, vergognoso e di cui non dovrebbe essere possibile usufruire, per il bene di tutto ciò che c’è di buono al mondo e che avrebbe tutto il diritto di essere libero di esistere e di palesarsi legalmente per il resto dell’eternità – perché è necessario per ciò per cui hai sempre dedicato ogni tua azione, ogni decisione dolorosa, ogni sacrificio: il bene di Arthur.
Sacrifichi ogni cosa per cui hai sempre lottato e che hai sempre agognato in nome della salvezza di un’unica persona.
Non ci saranno altre possibilità, e tu scegli di salvare Arthur.
Ancora una volta, la dimostrazione di cosa sia ciò per cui ogni tuo sacrificio vale la pena. Perfino il più estremo.
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Ho ben poche cose da dire sull’episodio 5x05, se non che tutto ciò che mi ha trasmesso è stato: sofferenza, estrema sofferenza. L’ho amato e odiato al tempo stesso, perché da una parte ha mostrato tutta la bellezza dell’Antica Religione e l’adorabilità di Mordred (perché gli autori di Merlin avranno stravolto le Leggende Arturiane, ma ci hanno anche fornito un Mordred adorabile e yay!, questo è meraviglioso <3), ma dall’altro ha mandato completamente a bagasce *tossisce* ogni speranza di tornare ad avere giustizia e magia a Camelot. Un altro sacrificio da parte di Merlin, un’altra sofferenza, la somma speranza andata in fumo… Ma per lo meno il fatto che Merlin abbia visto – come sempre – come più importante di ogni cosa(e questa volta lo possiamo dire: davvero di ogni cosa) la vita di Arthur fa gongolare sonoramente mentre si tenta di rimettere insieme le parti del proprio povero cuoricino.
*tossisce* Ma a voi non interesseranno questi miei vagheggiamenti.
La storia non ha pretese. È molto complicata e sconclusionata, vero? ;_; Il titolo, btw, è stato preso da “Medicine” di Daughter.