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Autore: SnowBlizard    18/03/2013    1 recensioni
È mattina ormai inoltrata, ma il cielo era pieno di nuvole, che coprivano il sole.
Dopo aver camminato ancora per un po’, sei arrivato.
Inspiri profondamente, riempiendoti i polmoni con quell’aria fredda e pungente.
Finalmente, Vicenza.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eri appena sceso dall’aereo, mentre prendevi la tua tracolla dallo scompartimento, tuo unico bagaglio.

Ti fai strada gentilmente nel fiume di persone che ti si para davanti, tutti ansiosi di salutare amici o parenti appena tornati a casa.

Uscendo dall’aeroporto, aspetti insieme ad un altro gruppetto di persone che passi un camioncino a prenderti, per portarti in città.

Finalmente arriva, tutto sgangherato, e un signore tarchiato vi fa salire, e mentre lo saluti calorosamente, ti siedi in un posto vicino al finestrino, per ammirare il paesaggio.

Sospiri.

Non era stato un viaggio lungo, eri a Berlino per una riunione, quindi eri anche comodo arrivare lì.
Il tuo capo ti voleva far viaggiare su un aereo privato, ma preferisci usare i mezzi comuni, per stare a contatto con la gente, la tua gente.

Ogni anno, il 18 marzo ritorni lì, e non sai neanche te perché.

O meglio, lo sai, ma è troppo brutto ripensarci, fa troppo male.

Il pulmino si è appena fermato, e il conducente ti sta facendo segno gentilmente di uscire.

Annuisci, ringraziandolo per avervi portati fin lì.

Il signorotto è interdetto, prima di ricambiare. Forse non è abituato a queste gentilezze.

Lo saluti di nuovo, e finalmente ti trovi in quel groviglio di strade, che conosci meglio di chiunque altro.

Cammini a passo sostenuto, guardandoti intorno: le strade non sono molto affollate, la maggior parte della gente è al lavoro a quest’ora.

È mattina ormai inoltrata, ma il cielo era pieno di nuvole, che coprivano il sole.

Dopo aver camminato ancora per un po’, sei arrivato.

Inspiri profondamente, riempiendoti i polmoni con quell’aria fredda e pungente.

Finalmente, Vicenza.

Ti siedi su uno dei gradoni, a guardare la piazza principale, con le due colonne centrali che si stagliano fiere verso il cielo e la Basilica Palladiana.

Prendi il tuo blocco da disegno dalla sacca, e cominci a ritrarre distrattamente ciò che ti capita a tiro, che sia esso un gatto che si stiracchia davanti ad un bar, un passante frettoloso o qualche piccione di passaggio.

Finalmente ti rilassi un po’.

È proprio bella questa città, non per nulla è la tua preferita.

Qui c’hai lasciato molto, dalla tua arte alle tue tradizioni, rendendola magnificamente magica.

Ma non è per questo che vieni qua ogni volta.

Vieni qua per ricordare quel giorno, che ti ha  segnato nel profondo.

18 marzo 1945.
Bombardamento del centro storico di Vicenza da parte degli alleati anglo-americani.

Se chiudi gli occhi, riesci ancora a vedere la scena.

***

Correvi a cercare rifugio in qualche base sotterranea, terrorizzato.

C’erano macerie ovunque, il fuoco cominciava a divampare dalle abitazioni colpite, e i lamenti dei feriti venivano sovrastati dall’assordante rumore delle bombe.

Non potevi fare niente, eri inerme. Eri sempre stato sotto il dominio di qualcuno, e l’unica volta che eri diventato libero, era successo tutto questo.

Li hai visti morire, uno ad uno. Parlavano di giustizia e libertà, ma per chi?

Guardavi impaurito da uno spiraglio nel muro, la vidi.

La cupola della Basilica Palladiana ridotta completamente a pezzi da una bomba.

Non potevi crederci. Il cuore pulsante della città che veniva distrutto, estinto.

Le mura della città che tanto amavi continuavano a cadere, mentre te ti nascondevi.

Ma in quel momento, scattò qualcosa dentro di te.

Non potevi arrenderti così, non questa volta.

Tutti contavano su di te, sulla Nazione. Questa volta non li avresti lasciati morire invani, no.
E prendesti una decisione:

non avevi abbastanza armate e uomini per contrattaccare? Allora saresti resistito.

Fino a quando qualcuno avrebbe avuto la speranza della liberazione, non ti saresti mai arreso, mai.

***

Dopo un tempo parso interminabile, apri gli occhi.

La Basilica è intera, come tutto ciò che ti circonda.

E grazie alla tua resistenza, avete vinto la guerra.

Adesso ricordavi perché andavi ogni anno lì.

Per ricordarti quanta fatica avevi fatto per arrivare ad essere lì, indipendente, e che mai e poi mai permetterai che succeda di nuovo.

Il gatto di prima ti si accoccola vicino, facendo le fusa.

Ti accorgi solo ora che ormai  è quasi arrivata la sera, questa volta sei rimasto più del solito.

Ti alzi, stiracchiandoti stanco.

Magari potresti mangiare qualcosa lì vicino, e poi tornare a Venezia, o magari potresti andare a trovare Lovino, chissà.

Ti avvii per tornare indietro, tranquillo.

All’ultimo, ti volti indietro, per fissare l’immagine della piazza ancora una volta.

-Grazie Vicenza, per avermi donato la libertà. –




 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Angolo autrice*
Buonsalve a tutti :)
Oggi, per chi non lo sapesse, è l’anniversario del bombardamento del centro storico vicentino da parte degli alleati.
Essendo io vicentina doc, non potevo non scriverci qualcosa. Sono state distrutte cose troppo importanti in quel bombardamento, e mi sembrava giusto commemorare l’evento in qualche modo.
Ho provato ad interpretare al meglio i pensieri di Feli a riguardo, spero vi sia piaciuta la storia, se no fatemelo sapere!
Quindi alla prossima,
Snow :D
  
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