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Autore: maavors    18/03/2013    8 recensioni
Klaus deve allontanarsi da Mystic Falls, ma Caroline non può andare con lui, proprio ora che aveva accettato i suoi sentimenti. Pochi mesi passati insieme, ma abbastanza per creare delle ferite nel cuore di chi non può, o non vuole dimenticare.
"Cambiò anche profumo, perché il suo, senza quello di lei, non aveva più lo stesso sapore.
Ma quando si è innamorati, non basta cambiare profumo o città o taglio di capelli. Devi cambiare il tuo cuore. E come fai a cambiare il tuo cuore se non è più tuo?
Si accasciò a terra distrutto dal dolore.
Urlò, pianse, distrusse qualche finestra, ma non riusciva a far in modo che passasse. Quel dolore era con lui. Non se ne era mai andato. Era lì, pronto ad uscire non appena avesse abbassato la guardia, e oggi lo aveva fatto.
“Non ce la faccio, non ce la faccio, non ce la faccio”, “Caroline”.. ripeteva queste due frasi da almeno un’ora. Era sdraiato a terra. Braccia e gambe aperte, il pavimento freddo premeva contro la schiena.
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Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Klaus, Mikael, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tua vita continuerà Caroline, ma non con me al tuo fianco.  Vivrai una vita felice con Tyler qui a Mystic Falls. Ti dimenticherai di me, e starai bene” non la voleva soggiogare, ma era troppo difficile lasciarla andare. Se uno dei due doveva star male, allora sarebbe stato lui, senza dubbio avrebbe scelto sempre il suo bene. Anche se il bene di lei non riguardasse lui. ”Ma sappi che io ti amo. Ti amerò sempre, sei tutta la mia vita, tutto quello che ho fatto era per te, ma questo già lo sai” gli diede bacio sulla fronte e si allontanò da quella casa, che per mesi era stato il loro rifugio segreto. Il posto dove nulla di cattivo sarebbe successo.
 
Prova a scrivere” Stefan consigliò al suo amico una terapia per farlo stare meglio. Non riusciva a vederlo in quella situazione, “sai, quando è successo quello che è successo, il diario mi ha aiutato molto. Certo anche tua sorella è stata di grande supporto, ma questo non vuol dire che non ti possa trovare una bella ragazza anche te”.
 
I primi mesi passarono lentissimi. Sentiva lo scorrere del tempo. Sentiva le lancette dell’orologio, tic-tac-tic-tac, un’ora, due, tre, un mese, due, tre, quattro, cinque, sei. Sembrava non risvegliarsi più.
-Basta! Reagisci! Non ce la faccio a vederti così!- Rebekah era furiosa, un po’ perché teneva a suo fratello, un po’ perché odiava che era lei a farlo star male -questa sera esci, ti ho organizzato un appuntamento. Stefan, io, te e Camille- Klaus guardò sua sorella di traverso –Non ci penso proprio. E poi chi è questa?-
-La mia compagna di corso all’Università-
Quella sera uscì, di malavoglia, ma uscì.
Appena la vide gli sembrò un miraggio, come vedere il sole, -Caroline, che ci fai qui?- sentiva gli occhi pieni di lacrime di felicità –Nik! Che dici! Si chiama Camille, non Caroline!!- sua sorella prontamente gli diede una gomitata dritta nelle costole.
Klaus mise a fuoco la ragazza, troppo simile a lei, evidentemente imbarazzata, -Scusami Camille, è solo che mi ricordi…una persona molto cara-
 
AGOSTO;
 
SETTEMBRE;
 
OTTOBRE;
 
NOVEMBRE.
 
I mesi passarono, ma questa volta più velocemente. Iniziò una relazione con Camille, cercando di dimenticare Caroline.
Una mattina si svegliò con la malinconia piantata dritta nel petto. Era come una forza che spingeva per mandarlo giù, ancora. Guardò il calendario. Otto Novembre, era passato un anno, 365 giorni, 8760 ore, 525600 minuti,  31536000 secondi  dall’ultima volta che l’aveva vista.
Era troppo impegnato a fare i calcoli dei secondi trascorsi lontani da lei e non sentì Camille entrare nella sua stanza.
-Ancora a letto?- si girò di soprassalto –Sì, non mi sento molto bene-
-Mi dispiace tesoro, ti prendo un’aspirina?- chiese gentilmente la ragazza che era all’oscuro della vera natura del suo malessere. L’ibrido fece cenno di no con la testa.
-Allora mi posso mettere qui vicino a te? Ti coccolo un po’… - Klaus era sorpreso e perplesso allo stesso tempo, e la ragazza percependo la sua perplessità aggiunse –Giusto un momento, tanto sta per tornare Rebekah, dobbiamo andare a lezione- allora annuì e le fece posto nel letto.
Da quella posizione vedeva solo i capelli biondi e mossi di Camille, e gli sembrò Caroline. Gli sembrava di essere tornato all’anno prima. Quando tutto era migliore. Quando aveva lei.
-Andiamo Cam!- Rebekah chiamò la ragazza dalla porta del salone, allora si alzò dal letto, stampò un bacio sulle labbra carnose del ragazzo e si avviò verso l’uscita.
Non appena le sentì allontanare con la macchina si alzò dal letto. Le sue gambe si muovevano senza che lui le comandasse, sapevano esattamente dove portarlo.
Scese un gradino, poi un altro. Era davanti la porta. Quella porta.
Per i primi tempi quella stanza era off limits per il resto del mondo, ci poteva entrare solo lui. Era sua. Conteneva i suoi ricordi, la sua vita, Caroline.
Appesi alle pareti i dipinti che le aveva fatto, dentro i cassetti erano piegati i vestiti che ricordavano tutti i momenti passati insieme. Perché anche i vestiti gli ricordavano lei.
La camicia bianca e il gilet nero, la prima volta che parlò con lei. Il giorno del suo compleanno, quando le salvò la vita.
La maglia nera, quando gli confessò di essere innamorato di lei.
I vari completi che aveva indossato nei diversi balli a cui avevano partecipato.
Cambiò anche profumo, perché il suo, senza quello di lei,  non aveva più lo stesso sapore.
Ma quando si è innamorati, non basta cambiare profumo o città o taglio di capelli. Devi cambiare il tuo cuore. E come fai a cambiare il tuo cuore se non è più tuo?
Si accasciò a terra distrutto dal dolore.
Urlò, pianse, distrusse qualche finestra, ma non riusciva a far in modo che passasse. Quel dolore era con lui. Non se ne era mai andato. Era lì, pronto ad uscire non appena avesse abbassato la guardia, e oggi lo aveva fatto.
“Non ce la faccio, non ce la faccio, non ce la faccio”, “Caroline”.. ripeteva queste due frasi da almeno un’ora.  Era sdraiato a terra. Braccia e gambe aperte, il pavimento freddo premeva contro la schiena. Si era conficcato qualche paletto per vedere se il dolore diminuisse.
Ma non passava.
Allora decise di lasciarsi andare, ancora.
Sprofondò nell’abisso dei ricordi, era come morire ogni secondo che passava. 




SPAZIO AUTRICE:
Come penso abbiate capito è una storia ambientata in un ipotetico futuro. Klaus deve andare via, è troppo pericoloso portare anche Caroline, lei non vuole lasciarlo andare. Non dopo aver accettato i suoi sentimenti, non dopo quello che hanno passato. 
Klaus decide di soggiogarla.
Penso sia abbastanza drammatico come inizio. 
Comunque vi consiglio di sentire questa canzone durante la lettura (tanto per aumentare il dolore AHAHAHA). 
Un bacio, Arianna

 

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