‘’Angie, svegliati!’’
Mia madre urlava isterica dal piano inferiore della nuova casa Johnson, sì nuova. Ci eravamo trasferiti in California, benché New York fosse troppo affollata e mia madre non sopportava la continua circolazione di auto davanti casa, ed eccoci qui a Beacon Hills un paesino tranquillo a quanto pare. Io sono Angie Johnson una ragazza 15’enne che sta per avere una grande nostalgia di grandi città come NY, sono alta 1.70 come quelle modelle che vedete sulle riviste, no scherzo sono bassa T.T  1.57 e non ho quel fisico perfetto a mozzafiato delle modelle, sono semplicemente … normale. Ho i capelli lunghi e castani e due insignificanti occhi marrone cacca, non ho alcun particolare interessante e non sono una modella u.u
D’accordo ora parliamo degli aspetti positivi: sono simpatica con tutti anche con le ragazze snob che si fanno tante arie, sono socialista e Barack Obama è il mio idolo xD.
‘’Angie, farai tardi a scuola! Svegliati!’’ Mamma urlò ancora, e mi costrinse a togliere le calde coperte che avevo sul viso. Mi alzai sbuffando, con i capelli increspati, talmente odiosi che mi facevano venire voglia di tagliarli e rimanere pelata, ma l’immagine mia pelata non è affatto carina, perciò mi ridico di non pensarci più. Corsi in bagno a pettinarmi e a guardare il mio riflesso sullo specchio, il mio pessimo riflesso. Guardai la scatoletta del trucco e mi feci il dramma di decidere se metterlo o meno. Di solito il trucco copre qualsiasi faccia da ca… – cane :) – ma non era il mio caso, a me non copriva niente a parte le impurità del viso, ma tentai lo stesso e mi truccai come una normale teenager, né troppo né poco. Ritornai in camera e mi vestii un paio di jeans, una t-shirt e le Vans. Scesi le scale con lo zaino sulle spalle e mi buttai sul tavolo rotondo dove mamma mi aveva lasciato una brioche e un bicchiere di latte, feci subito colazione e me ne andai a scuola, a piedi. Alla mia età già tutti avevano la macchina io invece facevo il ‘PIEDIBUS’.
 
Quando intravidi la scuola notai che era grandissima e anche molto bella. Vi entrai e vidi un uomo venirmi incontro:
-Signorina …-guardò un foglio con su scritto il mio nome, probabilmente se lo era dimenticato.-Johnson Angie.-
Annuii. –Sì, sono io.-
-La accompagno in classe. Mi segua.-
Il signor Tommas era il preside scolastico, un uomo quarant'enne, poco robusto e molto gentile, quando mi accompagnò nell’aula di chimica annunciò a tutti:
-Buongiorno ragazzi, quest’anno avete una nuova compagna, lei si chiama …- Guardò di nuovo il foglio con il mio nome. –Angie Johnson.-
Che imbarazzo entrare in una classe di sconosciuti interrompendo le lezioni.
Il preside se ne andò e il professore di chimica mi accolse e mi disse di andarmi a sedere in un banco vuoto che si trovava vicino a un ragazzo. Mi attirò particolarmente l’attenzione e non riuscivo a togliere lo sguardo dai suoi occhi così … profondi.
Mi sedetti lì come richiesto dal prof e dopo qualche minuto sento il bisbiglio di una voce calda alla mia destra, provenire proprio da lui e si rivolgeva a me:
-Ciao, io sono Scott.-
-Piacere, Angie.- dissi imbarazzata.
-Come mai a Beacon Hills?- mi chiese sorridente.
-Oh, mia madre odia le grandi città perciò ci siamo trasferiti qui.-
-Di dove sei?-
Sembrava mi facesse un interrogatorio, ma il professore lo sorprese proprio all’ultima domanda.
-McCall? Non dirmi che si mette a chiacchierare anche con la nuova alunna.-
-Mi scusi signore.- si scusò Scott da cucciolo innocente.
Gli sorrisi mentre mi guardava e gli scrissi sulla pagina del quaderno aperto:
New York :)  -Lui ricambiò il sorriso.