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Autore: RoxyDowney    19/03/2013    0 recensioni
Kyra incontra Bob senza immaginare chi si celi dietro a quell'apparente persona comune. Gli eventi complicheranno la sua vita semplice e la porteranno a scoprire quanto il suo desiderio di vivere la sua vita possa essere forte
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante le proteste alla fine, Robert cedette a Jimmy forse anche perchè si sentiva frastornato per la botta appena subita, anche il medico lo convinse a lasciargli posizionare un fermacapo universale e la tavola spinale spiegandogli che quella è la procedura per evitare che anche piccole lesioni peggiorino. Più i minuti passavano e più Robert ritrovava lucidità, Jimmy non si allontanò dal suo fianco nonostante stesse parlando al telefono
-Jimmy come sta Kyra?
-Robert cerca di stare calmo...
-Dottore me lo dica lei! o me lo dite voi o mi alzo e vado a vedere da solo.
Il medico lo guardò
-I miei colleghi si stanno prendendo cura di lei ma se rimane qui fermo mentre il mio collega le
mette la flebo io vado a controllare e le dico tutto.
-Ok. Mi trova qui.
Il medico raggiunse il medico e i paramedici dell' altra ambulanza
-Come sta?
-Ha perso conoscenza, il battito è regolare, non risponde ma respira spontaneamente, le abbiamo preso una via e stiamo somministrando liquidi, sembra aver subito solo un trauma cranico a prima vista, non ci sono fratture esposte. Abbiamo comunque già avvisato l’ospedale per la priorità negli esami. Se rimane stabile non la intubiamo.
-Ok, grazie. ci vediamo al pronto soccorso.
Il medico tornò da Robert che si era lasciato inserire la flebo e appena fu nel suo campo visivo pretese subito di ricevere notizie di Kyra
-La stanno portando al Jackson Memorial Hospital. Non è vigile ma respira spontaneamente, stanno partendo ora con l’ambulanza.
-Respira? Non mi sta mentendo vero?
-Sì respira da sola come le ho detto.
-E’ un buon segno vero?
-Sicuramente. Ora però mi deve dare ascolto... Non può essere d’aiuto a nessuno se prima non si lascia curare, quindi ora la carichiamo sull’ambulanza e la portiamo in ospedale.
Robert guardò Jimmy
-Stefan sta andando con Kyra?
-No Robert non lo hanno lasciato salire... ma ora viene con noi andiamo in ospedale e quando saremo li andrà a vedere come sta Kyra.
-Grazie ragazzi.
Il medico diede il via alle procedure per far sollevare e trasportare Robert, venne caricato in ambulanza e in pochi minuti raggiunsero l’ospedale. Robert vide solamente la fila di luci al neon sotto le quali la sua barella correva. Sì fermò all’interno di una stanza adibita alle visite in emergenza, il medico che l’aveva soccorso riportò al medico dell’ospedale le sue condizioni mentre Jimmy si occupava di compilare con i suoi dati dei moduli con un’infermiera li affianco.
-Salve mi sa dire come si chiama?
-Robert Downey
-Dove siamo?
-A Miami, Jackson Memorial.
-Come si sente Mr. Downey?
-Bene.
-Sente dolore?
-No. Non mi fa male niente.
-Nemmeno qui?
Mentre il dottore pronunciava quelle parole Robert avvertì una fitta di dolore piuttosto intensa
-Lì effettivamente fa male...
Il medico aveva toccato un punto della sua testa dove c’era un taglio non molto profonto ma
comunque andava ricucito.
-Ora ci penso io... non si preoccupi.
-Dottore io non mi preoccupo, vorrei sapere della mia compagna.
Nel dire quelle due parole si sentì chiudere lo stomaco...
-Non mi occupo io di lei. Ora terminiamo i controlli e poi sarà libero di andare ad informarsi.
Robert si rassegnò sperando che gli esami che dovevano fargli venissero fatti in fretta e sentì il medico dare istruzioni ai paramedici perchè lo accompagnassero per gli accertamenti compresa la risonanza magnetica. Lo trasportarono sempre tutto imbragato in quell’affare che iniziava a dargli sui nervi, stava sudando, non riusciva a muoversi. Nel corridoio venne affiancato da Jimmy
-Ehy come va?
-Mi portano a fare degli esami, scoprì dov’è Kyra e fatti dire come sta!
Si ritrovò in un corridoio in attesa che lo portassero dentro, vedeva la luce sopra la porta lampeggiare, l’infermiera spiegò che dovevano attendere prima di poter entrare. Il suo unico pensiero era Kyra, era rinvenuta? era sola, in ospedale, sicuramente aveva chiesto notizie di lui, "avrà paura", non ricordava se gli avessero detto se era ferita... quei pensieri lo stavano facendo diventar matto. Passarono un paio d’ore abbondanti prima che lo riportassero nella stanza dove il medico l’aveva visto appena arrivato, subito dopo gli esami che erano risultati nella norma era riuscito finalmente a farsi togliere quella trappola attorno alla testa ed al busto. Ora si sentiva molto meglio, forse anche perchè gli avevano assicurato che non appena il medico avesse visto gli esiti, avrebbero messo i punti di sutura a quel taglio in testa e poi l’avrebbero potuto dimettere salvo restare sotto osservazione per le prossime 48 ore.
La porta si spalancò non appena l’infermiera uscì a cercare il medico per fargli visionare gli esiti, entrò Susan seguita da Jimmy.
S-Robert che spavento! come stai?
R-Sto bene. A breve mi dimettono.
S-Sei sicuro di sentirti bene? chiamo il tuo medico per un consulto.
R-No non chiamare nessuno. Sto bene.
R-Jimmy l’hai vista? come sta?
J-Non mi lasciano avvicinare e non mi hanno detto niente...Mi hanno solo permesso di compilare
i moduli per l’assicurazione... Ho usato la tua copertura anche per lei. Non avevo il suo numero
di previdenza sociale...
R-Hai fatto bene... ma ho bisogno di sapere...
S-Ora devi pensare solo a rimetterti, cosa posso fare per te?
R-Vuoi davvero fare qualcosa per me Susan? Allora esci da quella porta e cerca di scoprire come sta Kyra... perchè questa è l’unica cosa che voglio ora. sapere come sta...
S-Ci provo. Tu cerca di stare tranquillo. Jimmy resta qui con te. Torno prima possibile.
Susan uscì da quella porta dirigendosi al banco informazioni, e facendosi riconoscere dalle infermiere come “moglie di Robert Downey Jr.” era riuscita ad avere qualche informazione sulla ragazza che l’aveva salvato... Le avevano dato il numero di una stanza e poche altre informazioni... per sapere qualcosa doveva salire al 4 piano. Passò da Robert che quando la vide entrare era in preda a una mezza crisi di panico, poteva leggere il terrore sul suo viso, aveva paura che stesse portando cattive notizie 
S-L’hanno portata al 4° piano..è stabile ma non sanno dirmi se si è svegliata... provo a salire.
R-Grazie...Susan
S-Cerca di stare tranquillo... appena so qualcosa chiamo Jimmy.
Se ne andò. Al 4° piano trovò seduto nel corridoio Stefan, che non appena la vide si alzò in piedi e le andò incontro. Susan gli disse di restare li e con lo stesso fare affabile di poco prima si intratenne qualche minuto con le infermiere che non potendo dare informazioni sui pazienti chiamarono la Dottoressa Smith, che qualche minuti dopo raggiunse il banco al centro del reparto salutando Susan e incamminandosi verso il fondo del corridoio con lei
-Sa che non potrei dire nulla... non siete parenti...
-Sì capisco, ma non è un estranea, è...un amica di famiglia... è venuta a Miami con noi..., mio marito ora è giù al 1° piano per dei controlli, lei lo ha spinto salvandolo rimanendo così ferita in quest’incidente... abbiamo bisogno di sapere.. la prego.
-Questa conversazione non è mai avvenuta. Mi segua.
Entrarono dentro ad uno studio. Accese il computer e digitò dei codici.
-Kyra Johnson... Tutto sommato poteva andarle molto peggio, non ha lesioni gravi al corpo ne agli organi interni. La risonanza magnetica non ha evidenziato situazioni particolari...ma non si è ancora svegliata siamo propensi a considerarla in coma vigile.
-Mi scusi ma questo che significa?
-Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro ma non sappiamo se questo black out abbia creato dei problemi...
Susan si raccolse i capelli tirandoli indietro con entrambe le mani, come avrebbe fatto a raccontare tutto questo a Robert?

-Abbiamo contattato la famiglia, a breve saranno qui per assisterla, può stare tranquilla, riceverà tutte le migliori cure.
-La ringrazio. E’ stata davvero molto gentile, lascerò il mio recapito al banco informazioni perchè mi chiamino appena arrivano.
Susan uscì dallo studio e si fermò a lasciare il suo numero all’infermiera di turno alla reception chiedendole quella cortesia mentre tornava da Robert.
Entrò nella stanza di Robert trovandolo in piedi, si stava rivestendo con l’aiuto di Jimmy era nervoso e le mani gli tremavano, voleva delle risposte. Appena la vide si lasciò cadere sul letto e si mise seduto
-Non l’ho vista Robert, non lasciano avvicinare nessuno, ma ho parlato con il medico che la sta tenendo in osservazione.
-Che ti ha detto? come sta?
-Non è ancora rinvenuta... non ha lesioni e questo è a loro avviso molto positivo, se entro poche ore non si sveglierà la considereranno in coma vigile... mi spiace... non sanno dire altro, dipende tutto da lei.
Robert si passò velocemente le mani sul volto e tra i capelli, si strizzò gli occhi per qualche istante con il pollice e l’indice forse cercando di arginare quelle emozioni che lo stavano tormentando ed infine fece un lungo respiro, infilò i piedi nelle scape da ginnastica che Jimmy gli aveva messo davanti ai piedi e senza allacciarle prese la camicia appoggiata sul fondo del letto, se la infilò aiutato da lui, il dolore ai muscoli era molto più forte ora che l’effetto degli anti dolorifici iniziava a passare, firmò con la mano tremante il modulo che il medico aveva lasciato sul tavolo per la dimissione volontaria e recuperò il flacone di pillole che gli avevano lasciato per i dolori passandole a Jimmy che lo mise nella borsa con tutti gli effetti di Robert.
S-Ora torna in albergo e riposati...
R-Jimmy andiamo.
J-Devo chiamare un taxi?
R-Io non esco da qui finchè non ho visto Kyra, è meglio che ve ne facciate una ragione perchè se dovete starmi attorno è meglio che questo sia chiaro.
Aprì la porta e seguito da Jimmy si avviò verso gli ascensori.
R-Chiama Stefan e fatti dire dov’è.
Jimmy annuì e si mise subito al telefono, mentre Robert guardava Susan raggiungerli
S-Robert davvero non credo che questo ti possa fare bene
R-Ti ringrazio di esserti... interessata... ma credo che ora sia meglio che tu torni da Exton.
L’ascensore mise fine a quella conversazione, Robert salì e Jimmy attese un cenno di Robert prima di pigiare il bottone del 4° piano.
-Tutto bene Robert?
-Sì... Stò bene... andiamo.
-Stefan dice primo corridoio a destra
Robert aprì la porta che portava in quel reparto, notò subito che li regnava un silezio soprannaturale che metteva i brividi... raggiunse il centro del reparto dove un infermiera lo riconobbe subito, vedendo la sua espressione sorridente decise di tentare l’unica carta che si poteva giocare visto tutte le risposte negative che avevano ricevuto sulla possibilità di vederla, le si avvicinò e lei fece altrettando lasciando tutto ciò che stava facendo...
-Salve, mi chiedevo se lei potesse essere così gentile da aiutarmi...
-Mr. Downey...mi dica come posso esserle d’aiuto...
-Mi dia del tu... Linda
La vide arrossire mentre lui cercò di sfoderare il miglior sorriso, la invitò ad avvicinarsi leggermente a lui mentre si sfilava gli occhiali da sole
-Vedi, oggi è stata una giornata tremenda per me, ho avuto un incidente, e sono illeso per miracolo... Lo so che le procedure sono restrittive, ma per me sarebbe davvero molto importante poter vedere quella donna per qualche istante... credi che...
-Seguimi...
Il suo cuore non riusciva a credere che fosse possibile...era stato così facile... Seguì l’infermiera lungo il corridoio e si ritrovò così in un corridoio laterale, le stanze avevano tutte una grande finestra da cui si potevano vedere i pazienti, alcune avevano le tendine leggermente abbassate. L’infermiera si fermò davanti alla porta, Robert cercò di vedere attraverso il vetro, si sarebbe accontentato anche di quello se non avesse potuto vederla da vicino... ma la tenda era abbassata e si intravedeva solo la sagoma di qualcuno sdraiato sul letto... Robert guardò l’infermiera e lei gli sorrise aprendo la porta facendo cenno di entrare.
-Finisco il turno tra 10 minuti, può restare fino ad allora... poi la mia collega che mi sostituirà si accorgerà della sua presenza e le chiederà di andarsene... per ora non posso fare di più mi spiace, ma stanotte sono di guardia e per un caffè potrei chiudere un occhio...
Gli fece un grosso sorriso e Robert lo apprezzò molto
-Grazie Linda... te ne sono davvero molto grato.
-Non c’è di che ho letto di voi sui giornali e siete una bellissima coppia, faccio il tifo per voi...Le parli, molte persone che si sono risvegliate dal coma vigile hanno memoria di ciò che gli è stato detto mentre erano incoscenti...
-Grazie... Grazie davvero!
Entrò e sentì la porta chiudersi alle sue spalle. Il silenzio era interrotto solo da una macchina che lampeggiando ed emettendo un flebile bip contando i battiti del suo cuore. Prese una sedia e l’avvicinò al letto, si mise seduto e la guardò prima di trovare il coraggio di allungare la mano e prendere la sua per accarezzarla. Sentiva il cuore esplogergli nel petto, era finalmente li davanti a lui e non desiderava altro che lei aprisse gli occhi.
-Ciao amore mio...
Disse sentendo la sua voce tremare, era certo che lei potesse sentire... continuò a parlarle mentre le carezzava e baciava la mano, le guardò le braccia, entrambe portavano i segni delle contusioni subite con l’impatto, grossi lividi e qualche graffio.
-Non avresti dovuto... dovrei essere io al tuo posto ora... dovrai pagare pegno quando ti sarai rimessa
disse con voce sensuale che la faceva sempre ridere accennando lui stesso una risata nervosa
-Tra poco mi costringeranno ad andarmene perchè... non siamo parenti... ma ti rendi conto di quanto sia assurda la burocrazia? Io ti amo così tanto... dovresti svegliarti e dire loro che posso restare qui seduto vicino a te... comunque se vuoi riposare ancora un po’ prima di svegliarti io mi sono organizzato, ho corrotto un’infermiera che stasera mi lascerà venire a trovarti di nuovo... e poi noi diciamo che i paparazzi ci rovinano la vita... ed invece in questo caso, sono le nostre foto che l’hanno convinta a lasciarmi entrare a salutarti... sì forse un po’ anche gli occhi dolci che le ho fatto... ma mi ha detto che fa il tifo per noi. Intanto che stai li, ovunque tu sia, ripensa a noi... so che puoi sentirmi, e so che il nostro amore ti farà ritrovare la strada per tornare da me... io ti prometto che sarò qui ad aspettarti... abbiamo così tante cose da fare insieme...
La porta si aprì e un infermiera entrò
-Non posso consentirle di stare qui, non senza un permesso scritto.
-Mi dia solo un minuto...
L’infermiera restò sulla porta in attesa che lui si alzasse ed uscisse. Robert si alzò, face una carezza al volto di Kyra sistemandole una ciocca di capelli che le sfiorava il sopraciglio, si chinò sul suo volto e le diede un piccolo bacio sulle labbra e sussurrò
-Ti amo Kyra... ora devo andare, ma...torno presto... Ciao amore.
Si voltò ed uscì dalla stanza avvicinandosi a Jimmy che era restato li ad aspettarlo vicino a Stefan, l’infermiera chiuse la porta.
J-Vieni, ti riporto in hotel...
R-Preferisco restare qui... se si dovesse svegliare...
J-Resterà qui Stefan. Se si sveglia ci chiama subito, se stanotte vuoi starle vicino senza crollare per la stanchezza è meglio che tu venga con me e ti riposi un po’...
Robert lo guardò, i suoi occhi erano al limite sentiva che avrebbe potuto scoppiare a piangere da un istante all’altro non riusciva ad accettare quel gesto... l’aveva spinto lontano da quell’auto con tutta se stessa per salvargli la vita... ed ora... si sarebbe svegliata?
Jimmy gli posò la mano sulla spalla e con l’altra gli passò gli occhiali da sole scuri e lo accompagnò verso gli ascensori che portavano all’entrata. Uscirono dall’ospedale e una piccola folla di giornalisti e fotografi li circondarono per qualche istante finchè non intervennero le guardie della sicurezza dell’ospedale che li fecero allontanare. La voce dell’incidente si era glia sparsa ed aveva attratto curiosi d’ogni genere. Robert camminò con lo sguardo basso senza rispondere alle domande che gli stavano rivolgendo, fu Jimmy l’unico a parlare
-Mr. Downey non rilascerà alcuna dichiarazione sull’accaduto, sta bene ma ha bisogno di riposare.
Salirono sul taxi mentre alcuni di loro chiedevano a gran voce “cosa può dirci della ragazza?” ma la domanda restò senza risposta.

   
 
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