Coward

[«L'amore è una fiamma flebile e quando si spegne, si spegne per sempre»
Rumpelstitskin, 'Belle']

Belle per Rumpelstitskin è la possibilità di cambiare.
E' lo spiraglio di luce fra le tenebre del cuore, il sole dietro le pesanti tende rosse, una tazza sbeccata.
Belle è un bacio, il gusto del Vero Amore.
E per questo viene allontanata, rinnegata, odiata con la stessa forza con cui la ama.
In lei cerca la paura, senza capire che vi riflette solo la propria.
Anche quando le urla contro, la manda via allontanando da sè quel poco di buono rimasto nella sua vita, vede infranti tutti gli sforzi fatti in quei mesi.
Ma in questo quella che ci rimane peggio è di sicuro lei.
Lei che avrebbe potuto scappare e tornare a casa, invece dopo aver parlato con Regina lungo la via è corsa subito da lui, consapevole che alla fine la reggia dell'Oscuro fosse l'unica casa.
Ma questo non è servito. Non gli ha impedito di cacciarla, di non fidarsi di lei.
Ed ora è lì, chiusa nella stanzetta umida di pietra delle segrete. Sola, come lo è lui nel salone buio, fermo vicino al suo arcolaio che non ha più la forza di toccare.
E' seduto sulla panchetta di legno, ai suoi piedi paglia dorata che non ha fatto in tempo a diventare oro filato. La testa bassa e lo sguardo fisso sull'oggetto che tiene fra le mani.
Quella tazza, un oggetto di così poco valore paragonato agli altri che riempiono gli scaffali di quella sola stanza. Una tazza rovinata, sbeccata sul bordo, simbolo di imbranataggine ed amore. Lo stesso che ha così testardamente rifiutato e, ora, perduto.
Rumpelstitskin la rigira piano fra le dita, con la delicatezza che riserverebbe a lei se non fosse relegata giù, nei meandri del palazzo. Se non lo avesse tradito, cercando di aiutare Regina con i suoi sporchi piani per liberarsi di lui.

«Codardo»

E' un alito di vento, una carezza fredda come la lama di un pugnale sulla nuca.
Rabbrividisce, stringendo la presa sul manico della tazza quasi irrazionalmente, portandola al petto.
Forse l'ha solo immaginato.

«Codardo»

Ma la voce ritorna più forte contro l'orecchio, facendolo sobbalzare. E la sente la presenza al suo fianco, la percepirsce anche se si rifiuta di guardare.
Sa cosa vedrebbe; la figura eterea di una valorosa donna pirata -un'altra traditrice-, il viso evanescente sfigurato da una smorfia di disprezzo. La stessa che aveva prima che la uccidesse sul ponte della nave di quel Capitano.
«No...NO!»
Il suo è dapprima un mormorio fra le labbra. Un sussurro che diventa un urlo mentre si alza di scatto, fiondandosi sul fantasma -spirito, o ricordo- come un grosso felino sulla sua preda. Agitando ossessivamente le braccia come a voler colpire qualcosa; qualcosa che non c'è più o, forse, non c'è mai stata.
«...no...»
La tazza rotola per terra, sul tappeto ai suoi piedi, seguita dalle ginocchia che cozzano sul tessuto morbido che viene ripetutamente colpito dai pugni dell'Oscuro, avvolto dal suo dolore, la sua paura, ed un folle mormorio, a negare quanto successo. A negare la verità.