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Autore: EllieHope    19/03/2013    0 recensioni
Mi sorrise, felice di vedermi e mi attirò a sé per baciarmi. Una scarica di emozione pura attraversò il mio corpo e non potei fare a meno di domandarmi se ogni nostro bacio, abbraccio o contatto casuale sarebbe stato sempre così emozionante. In cuor mio, pregai affinché fosse così.
‘Sei pronta?’ mi chiese con il suo miglior sorriso sghembo.
‘Pronta.’ Risposi emozionata.
‘Dove mi porti?’ chiesi mentre raggiungevamo la macchina parcheggiata poco più in là, senza riuscire a mascherare la curiosità che mi stava divorando.
‘E’ una sorpresa, Kris. Se ti svelo dove ti sto portando, che razza di sorpresa è?!’ fece apposta per stuzzicarmi.
‘Come vuoi.’ Dissi, fintamente offesa.
Non passarono nemmeno dieci secondi che, proprio come avevo previsto, mi strinse e mi baciò per farsi perdonare.
‘Perdonato?’ mi chiese speranzoso e divertito insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

It’s time to go shopping!

Sorseggiai qualche goccia d’acqua dal bicchiere di vetro e, rivolgendo il mio sguardo verso l’immacolato pavimento della piccola cucina, tornai a contemplare il vuoto.

‘Robert, piacere’ si era presentato sorridente, tendendomi la mano.
‘Io sono Kristen.’
gli avevo risposto, impacciata, afferrando quella mano forte e delicata al tempo stesso.
‘Non sei di qui, vero?’
aveva chiesto senza interrompere quel contatto e continuando a sorridermi.
‘Io..no. Sono di Londra, in realtà. Mi sono trasferita qui da poco.’
‘Io sono di Brighton!’,
sembrava addirittura entusiasta.
‘Mi sembrava che il tuo accento non fosse americano, in effetti..’
avevo confessato sorridendo e per un attimo mi ero sentita come a casa.
‘Ehi, che ne dici di pranzare insieme? Potrei parlare con qualcuno che non mi prende in giro per la mia pronuncia, finalmente!’ mi aveva chiesto, massaggiandosi la nuca, quasi fosse imbarazzato.


Senza volerlo, un sorriso si dipinse sulle mie labbra.
No! Mi ammonii mentalmente, Kristen non farlo. Non iniziare a sognare, smettila!
Ma mi ha invitato a pranzo e mi conosceva da qualche minuto appena!, intervenne l’altra voce.
Kristen ma l’hai visto?! Sembra un modello! Farà così con tutte..apri gli occhi!!, mi fece rinsavire la parte ragionevole del mio cervello.
Già.
Era davvero bello.
Come potevo piacergli io?
Io così anonima. Io così insicura. Io così…così io.
‘Posso sapere il motivo di quel sorriso ebete che hai dipinto in faccia da quindi minuti buoni?’ una voce interruppe il flusso dei miei pensieri, spaventandomi.
Poco ci mancò che il bicchiere mi sfuggisse dalle mani e si infrangesse al suolo, dando vita ad una letale –per i miei piedi scalzi- cascata di schegge di vetro.
Alzai lo sguardo e trovai Lindsey appoggiata allo stipite della porta della cucina, intenta a guardarmi. La mano destra posata sul fianco, in attesa che le dessi una risposta.
Arrossii e cercai di nascondere il mio imbarazzo voltandomi verso il bancone di granito per mettere in salvo il bicchiere dalla mia pessima presa.
‘Beccata!’ strillò, eccitata come se le avessero regalato l’ultima collezione autunno-inverno di Valentino.
‘Stavi pensando ad un ragazzo, vero?!?’ indagò con fare inquisitore.
Elusi la sua domanda, fuggendo attraverso lo stretto corridoio con l’intento di raggiungere la mia camera e sigillar mici dentro per il resto della serata.
Lindsey, però, non era certo il tipo che si arrendeva facilmente e, infatti, dopo qualche istante, eccola lì. Con nonchalance si era buttata sul mio letto, decisa a non cedere fino a che non le avessi confessato la verità.
‘Dai Kristen, sputa il rospo! Chi è?!’ mi voltai verso di lei e, mimando il gesto, sigillai le labbra con una chiave immaginaria e la gettai alle mie spalle.
‘Oh suvvia! Non puoi fare questo alla tua coinquilina preferita, Kris! Chi è?!’ insisté.
Finsi di riordinare la scrivania, già perfettamente ordinata, e non le prestai la benché minima attenzione, ma un sorriso sfuggì al mio controllo e si distese sul mio viso.
‘Kristen, chi è?? Non voglio essere impicciona, voglio solo sapere chi ti rende così allegra!’’ continuò imperterrita.
Mi volsi verso di lei e la guardai storto.
‘Ok, ok, sono un’impicciona! Ma ti prego…’ ammise e assunse l’aria da cane bastonato ingiustamente per farmi sentire in colpa.
‘Ehi! Non è valido cercare di intenerirmi facendomi gli occhioni dolci!’ protestai, ormai conscia che di lì a poco avrei ceduto.
‘Oh, si che è valido, carissima! Tutto è lecito in guerra tra coinquiline!’ ribatté con fare giudizioso.
‘Ma il detto non era: tutto è lecito in guerra e in amore?!’ la schernii.
‘Poche ciance, donna. Sputa il rospo.’ Sorrise risoluta.
Mi arresi. Le raccontai tutto per filo e per segno.
Lindsey ascoltò rapita e rise quando accennai vagamente alla caduta e alla mia difficoltà a rimanere lucida in presenza di Robert, ma si maledì quando le dissi che avevo rifiutato l’invito a pranzo, per lei.

‘Bene, direi che è ora di andare a fare un po’ di shopping..’ disse Lindsey dopo qualche minuto di silenzio.
Un momento. Cosa?! Che mi ero persa?
‘Shopping? E perché?’ le chiesi confusa.
Lindsey sospirò con fare sconsolato. Si passò una mano sugli occhi e poi afferrò il cuscino azzurro e bianco che si trovava dietro di lei.

Oh-oh.
‘Kristen. Jaymes. Stewart. Non. Dirmi. Che. Ti. Sei. Dimenticata. Della. Festa. Di. Benvenuto. Per. Le. Matricole. Di. Cui. Ti. Parlo. Da. Più. Di. Una. Settimana!’ mi urlò ridendo accompagnando ogni parola con una cuscinata. Tentai di proteggermi il viso con le mani e cercai invano di arretrare per evitare i suoi colpi.
Quando finalmente si fermò, scoppiai a ridere e fingendo di raccogliere qualcosa dal pavimento, afferrai il cuscino verde ai piedi del letto e glielo lanciai in piena faccia prendendola alla sprovvista. Ovviamente non se lo aspettava e rimase esterrefatta.
‘Oddio Lindsey’ tentai di parlare, nonostante mi mancasse il fiato dal troppo ridere. ‘Dovresti vedere la tua faccia in questo momento. Sei esilarante!!!’. Scoppiai di nuovo, tenendomi la pancia.
‘Ah ah ah, davvero molto divertente, londinese!’ disse con fare fintamente acido. ‘Me la pagherai cara. E quale migliore occasione che non un bel pomeriggio intensivo di shopping. Ah ah, vedremo chi riderà per ultimo!’ aggiunse sorridendo.
Tornai seria e sbiancai.
COSAA?!?!
‘No…ehi Lindsey, io scherzavo. Cioè insomma…tu lo sai che io odio fare shopping e poi comunque non credo di venire alla festa….sai…ehm…non sto troppo bene e poi domani devo svegliarmi presto per andare a lezione…non posso fare tardi.’ Dissi accaparrando scuse su scuse.
Tutto pur di evitare la festa. Già avevo poca autostima, se poi dovevo anche confrontarmi con tutte le ragazze dell’università le avrei detto addio definitivamente. E poi…si stava così bene in compagnia di un buon libro.
‘Punto primo: tu stai benissimo. Punto secondo: domani l’università è chiusa perché è domenica. Punto terzo: smettila di cercare scuse inesistenti. Punto quarto: prendi la borsa che dobbiamo andare…’ mi urlò dal corridoio verso il quale si era avviata.
‘Ma Lindsey..sul serio io non st…’cercai di convincerla.
‘Punto quinto: muoviti immediatamente o ti vengo a prendere di peso, tesoro.’ Mi interruppe senza troppi giri di parole.
Era inutile. Tutto inutile. Doveva sempre averla vinta lei.
Accidenti!
‘Dittatrice..’ mormorai a denti stretti, ormai rassegnata. Afferrai la borsa e il cappotto e mi avvia verso la porta dove la mia ‘dolce’ coinquilina mi stava aspettando con una mano destra sul fianco e un sorriso a trentadue denti stampato sul viso angelico.
‘Ci divertiremo un sacco, vedrai!!’ trillò abbracciandomi quando fummo sul pianerottolo di casa.
‘Lo sapevo che saresti venuta!’ aggiunse iniziando a scendere le scale.
Come se avessi avuto altra scelta, pensai sconsolata e mi lasciai trascinare da un negozio all’altro per tutto il pomeriggio.

  
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