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Autore: Barbycam    07/10/2007    5 recensioni
'Till everything burns
While everyone scream
Burnin' their lies
Burnin' my dreams...

Ma quel sogno nessuno avrebbe mai potuto portarglielo via. Perchè quel sogno... era la verità.
Terzo capitolo! Probabilmente è l'ultimo, anche perchè ho sudato ben otto camicie per scriverlo. Ecco una Lucky meno drammatica. Baci, Barbycam
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei è seduta in un angolo

Lei è seduta in un angolo
lei canta per riuscire a dormire
Avvolta in tutte le promesse
che nessuno sembra mantenere
non piange più per se stessa
non ci sono più lacrime da portar via
solo diari dalle pagine vuote
i sentimenti si sono smarriti
ma lei canterà

 

Stava seduta a gambe incrociate sul suo lettone, mentre dalle labbra rosse lasciava trapelare una dolce cantilena. Era la canzone che sua madre le cantava sempre prima di farla addormentare. Quando le raccontava di quando era una liceale, di quando ancora non era rimasta incinta di lei, di quando ancora non aveva nulla della carriera d’attrice professionista nella testa. Prese tra le mani il suo diario e aprì nella pagina di quel giorno. Rimase a fissarla bianca, con la penna ferma a mezz’aria pronta a scendere e tracciare delle parole. La ragazza alzò il volume della voce, senza paura di svegliare i suoi genitori. Abbassò la penna sul foglio e con la sua bella grafia orinata cominciò a scrivere. “Sei la mia piccola punta di diamante. Resistente ed irresistibile, freddo e senza vita, la punta di qualcosa di più grande di te.”


Fino a quando tutto brucia
mentre tutti urlano
bruciando le loro bugie
bruciando i miei sogni
tutto questo odio
e tutto questo dolore
li brucerò fino in fondo
fino a che la mia rabbia regnerà
finché tutto brucia

 

“Quando tutti urlano non scappare, credi a ciò che vedi e non fidarti di nulla.” Posò la penna e si guardò attorno. La sua camera era spoglia, buia, senza alcun luccichio che la caratterizzava quando era illuminata dal sole. Sapeva. La gente viveva dei suoi sogni, delle sue paure… alcuni ci facevano veramente la vita sulle sue azioni  questo non le piaceva più di tanto. Lei non era un fenomeno da baraccone, solo una ragazza. Non era un leone bianco, solo un gatto comune. Non un diamante, solo una comunissima pietra. Ma questo nessuno sembrava capirlo e lei ci stava male. Si alzò dal letto, camminò di soppiatto per la stanza, infilò dei vecchi pantaloni e una maglia a maniche lunghe. Mise le scarpe da ginnastica e uscì dalla camera. Scese le scale, arrivò in soggiorno e lo sorpassò in punta di piedi, avviandosi all’attaccapanni dal quale afferrò la sua giacca. Se la mise addosso ed uscì in silenzio da casa. Un giretto alle 10 di sera era quello di cui aveva bisogno.


Cammina e attraversa la vita inosservata
sapendo che a nessuno importa
troppo consumata dalla loro mascherata
nessuno la vede lì
e lei canta ancora

 

Continuò a cantare, tanto sapeva che nessuno le avrebbe mai detto di stare zitta. Quando mai era successo di considerare un diamante una pietra normale? E quando un leone bianco un comune gatto? Mai, eppure con lei usavano tutti i guanti. Non diceva di non essere una brava attrice, perché questo lo sapeva, ma la usavano più del dovuto. Probabilmente solo perché sua madre aveva una schiera di avvocati a cui fare ricorso. Non le piaceva quella situazione. Certo, adorava recitare, era la sua passione, però solo finché lo faceva per divertimento. 


Fino a quando tutto brucia
mentre tutti urlano
bruciando le loro bugie
bruciando i miei sogni
tutto questo odio
e tutto questo dolore
li brucerò fino in fondo
fino a che la mia rabbia regnerà
finché tutto brucia

 

Odiava essere ricercata per la sua bellezza, poco importava se era un asso o meno nella recitazione. Non aveva mai imparato da sua madre ad essere fredda ed insensibile. Mai, lei era come suo padre. Più sensibile. Più indifesa. Più piccola


Mentre tutto brucia

Tutto brucia
(Tutto brucia)
Tutto brucia

Guardando tutto dissolversi

(Tutto si dissolve)

Camminò verso il parco. Era solitario, senza nessuno. Anche i barboni parevano aver deciso di andare da qualche parte quella sera. Così lei rimase da sola. Si sedette su una panchina, buttando indietro la testa a guardare il buio sopra di lei. Nascose le mani nelle tasche della giacca, mentre sentiva che il vento gelido le scompigliava i capelli biondi.

<< Lucky? >> sentì una voce. Si voltò verso colui che le aveva parlato e gli sorrise. Era Michael. Il suo migliore amico. << Che cosa ci fai a quest’ora qui da sola? >> continuò, sedendole accanto. Lei non rispose e lo osservò bene. Assomigliava tanto allo zio e alla zia. Aveva i capelli ricci corti, mentre gli occhi non erano scuri come quelli dei genitori. Erano un castano verde, né scuro né chiaro. Lucky si era fermata talmente tante volte a fissare gli occhi dell’amico che ormai li sentiva propri, talmente li conosceva. 

 

Tutti urlano

Tutti urlano
(Guardando tutto dissolversi)
(Mentre tutti urlano)
Bruciando le loro bugie
Bruciando I miei sogni
(Tutto quest’odio)
E ttto questo rancore
Li brucerò fino in fondo

<< Dovevo uscire. La mamma e il papà dormono. E tu che ci fai? >> rispose la ragazza, posando i gomiti sulle ginocchia. Lui la guardò negli occhi intensamente, come per leggervi una bugia dentro. Ma non c’era. Gli occhi azzurri di Lucky non facevano trasparire nulla.

<< Ho accompagnato a casa Eli. Sai che quella si è decisa a dichiararsi a Jonny? >> le sorrise. La ragazza sbuffò sorridente. La sua cuginetta era una forza della natura. Non aveva paura di nulla, era forte e non aveva nessun pelo sulla lingua. Non risparmiava nessuno e quando voleva dire qualcosa la diceva senza problemi. Non si sarebbe mai detto che era la figlia di Ryan e Gabriella, se non per il viso europeo, gli occhi di Ryan e i capelli di Gabriella. Del carattere probabilmente aveva preso dalla zia Sharpay.

<< La cosa non mi sorprende affatto. A quando il lieto evento? >>scherzò la bionda, spintonando leggermente il suo migliore amico.  


Fino a quando la mia rabbia regnerà

Fino a quando tutto brucia
(Tutto brucia)
Guardando tutto dissolversi
(Tutto brucia)
Guardando tutto dissolversi…

 

Tutta la rabbia che provava prima di uscire sembrava essersi dissolta. Attorno a lei c’erano tante cose che bruciavano. I suoi sogni di vita normale, la sua vita d’attrice che ardeva con passione… ma lei non vedeva nulla. In quel momento si sentiva solamente protetta da Michael. Lui aveva questa strana capacità di riuscire a farla stare bene. scostò lo sguardo da quello dell’amico, per poi passarlo in rassegna del parco. Era veramente squallido. Nessuno avrebbe mai creduto che l’attrice più famosa di Hollywood e il giocatore di basket più giovane della nazionale potessero tranquillamente chiacchierare nel parco forse peggio ridotto di tutta la città. Non era concepibile, eppure era così.

<< Sei sicura di stare bene, Lucky? >> il ragazzo le voltò il viso. Lei alzò un angolino delle labbra rosse ed annuì debolmente. Come mai si sentiva così… così… così bene? Non le era mai successo veramente di stare bene con se stessa. Almeno, fino a quel momento. Qualcosa scattò in lei e, guardando negli occhi il suo amico, lesse quello che pensava. Michael… era innamorato di lei, non come tutti i ragazzi che le chiedevano autografi, ma come si amavano i suoi genitori, come Ryan e Gabriella e come Chad e Taylor.

<< Non sai quanto, Mich. >> sussurrò, con una smorfia di gioia mista a dolore. Se lei si fosse lasciata andare… c’erano i giornalisti, la stampa, i telegiornali, i gossip… qualcosa bloccò i suoi pensieri. Sentì le labbra del suo amico sopra le proprie. Sorrise. Si lasciò andare, approfondendo quel bacio e lasciando che lui e lei si incontrassero in un dolce sentimento.

C’era la stampa, i giornalisti, i telegiornali, i gossip e… chi se ne frega!

“Fino a quando tutto brucia, mentre tutti urlano, bruciando le loro bugie, bruciando i miei sogni…” ma quel sogno non glielo avrebbero portato via. No, perché quel sogno, era la verità. 

 

  
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