The Secret Trasure   
                                                                                                                                                                       -CAPITOLO 1-            
Si svegliò alle nove, come sua abitudine ,scese dal letto, si infilò le pantofole e si trascinò fino alla cucina e, dopo aver accennato un “ciao” alla mamma,con la testa, si sedette al suo solito posto.
“Buongiorno Fabio, dormito bene?”
“Si mamma”
“Che fai oggi? Devi uscire con Laura?”
“No mamma”-rispose Fabio dimostrandosi infastidito da quelle domande.

Bevette così il latte in fretta e furia per cercare di uscire fuori da quella situazione e, tutto rosso in viso, uscì di corsa dalla stanza. Arrivò in camera sua, accompagnato dalle grida della madre, chiuse la porta e si diresse verso la finestra, da li poteva osservare tutta la città, ma anche gli alberi, le montagne, il fiume e il boschetto; era il suo punto d'avvistamento, in cui teneva sotto controllo la situazione. Il cielo, era limpido, color turchese, illuminato dai raggi del sole che sembravano essere sostenuti dai rami degli alberi, che erano puntati verso l'alto come se lo stessero ringraziando, per quella bellezza che egli offriva e, le nuvole, rimanevano ai bordi della volta celeste, pareva quasi volessero mettersi da parte per permettere agli essere umani, agli animali e al paesaggio di godere della bellezza del solatio.

Fabio rimaneva ogni volta incantato dinanzi a quella meraviglia. Ma, ad un tratto la voce della madre lo costrinse a tornare sulla Terra.
“Fabio, Fabio mi senti? Vieni a darmi una mano che devo mettere a posto la soffitta.”
“Arrivo mamma”.

Così, saliti sul sottotetto, tra scatoloni vari, ricordi del decennio precedente (gli anni 50) e strani utensili che attiravano l'attenzione di Fabio, trovarono un baule color nocciola, con gli angoli dorati, e con sopra inciso uno strano segno, una sorta di spirale. Il baule pur avendo la serratura non aveva bisogno di una chiave: il tempo e la ruggine la avevano resa fragile e bastò forzarla un pochino per poterla aprire. Trovarono alcuni attrezzi per l'esplorazione e la sopravvivenza, una bussola, una mappa e uno strano diario con la copertina nera, lucida e con sopra stampato in tinta argentata il nome del nonno di Fabio: “John Edward Nickolson”. Alla vista di tutti quegli oggetti gli occhi di Fabio si illuminarono e fece un sorriso enorme. Prese il baule, lo mise da parte e, dopo aver messo in ordine la soffitta tornò in camera sua con quel forziere tra le mani, che tremavano, impazienti di toccare tutti quegli strani utensili che lui non aveva mai visto.

Lesse il diario del nonno, erano le sue memorie, parlava delle varie avventure che aveva passato nella sua infanzia, ogni pagina veniva divorata dagli occhi di Fabio, che scorrevano velocemente sulle righe, impazienti di scoprire quali strane vicende avesse vissuto il nonno. Leggeva e leggeva, scoprendo che il suo antenato aveva nascosto in un posto segreto (indicato dalla mappa) un tesoro,ma che tesoro? Cosa mai poteva aver nascosto?

Dopo un'ora intera passata su quel diario, lo chiuse,aprì il baule e osservò la mappa, sembrava proprio una mappa del tesoro, quelle che aveva visto nei film in bianco e nero, che a lui tanto piacevano. La osservò bene, ma poi la ripose nella cassa, per prendere la bussola, era vecchia, fatta di rame con le lancette in plastica e i quattro punti cardinali, scritti a manocon l'inchiostro, sbiaditi.

Dopo un'accurata osservazione ripose tutto a posto, chiuse il baule e lo mise sotto il letto.

Indossò le sue scarpe nere, corse verso l'appendiabiti in legno scuro, prese il giubbotto aprì la porta e, chiudendola, urlò “MAMMA IO VADO DA LAURA!”.

Percorse una stradetta sterrata, girò a destra, passò davanti alla casa della sua vicina, la signora Lonely (una simpatica vecchietta), poi saltò un cancelletto e arrivò alla casa di Laura, bussò. Aprì la porta la mamma della ragazza, aveva 40 anni, portava degli occhiali tondi e indossava un abito Hippie, tutto a fiori, rossi e gialli, legati fra loro da un enorme fusto verde chiaro.

Dopo un po' di tempo Laura uscì di casa, insieme si diressero verso il lago, li c'era il loro rifugio, era nell'entrata di una caverna, coperto da due arbusti, che parevano aiutare i ragazzi a nascondere quel posto segreto. Arrivati al rifugio, o alla “base” come amavano chiamarla i due ragazzi, Fabio raccontò tutto all'amica, che parola dopo parola, frase dopo frase, rimaneva sempre più meravigliata ed entusiasta.
Alla fine del racconto, Laura si alzò in piedi, e urlò “PARTIAMO ALL'AVVENTURA!”
“Che intendi dire?”- chiese Fabio incuriosito da quell'affermazione-
“Come che intendo dire? Dobbiamo andare a cercare quel tesoro!”
Fabio rimase a bocca aperta e accennò un si con la testa.

Entrambi tornarono ognuno a casa propria, la mattina dopo si sarebbero incontrati alle 7:00 per poter PARTIRE ALL'AVVENTURA.

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, non temete, nei prossimi capitoli inizierà l'avventura! Lasciatemi una piccola recensione e ditemi cosa vi è piaciuto e cosa no. Se trovate diversi errori, scusate, ma è la prima volta che scrivo un racconto così xD

Vi saluto ^^.