Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Rachel Parker    20/03/2013    6 recensioni
Una normalissima situazione, ma con una persona in più.
E se quella persona è il ragazzo che ti piace?
E se iniziate a parlare, quando fino ad allora vi siete detti solo poche parole?
Cosa potrebbe accadere alla fine?
Leggere per scoprire ;D
Dalla storia:
“Posso chiederti una cosa riguardo due anni fa?” mi chiede, quasi titubante. Molto sorpresa da questa sua domanda, annuisco.
“Ti piacevo, non è vero?” dice, con un ghigno. Io sgrano gli occhi, sempre più sorpresa. So perfettamente che le mie guance sono in fiamme, tradendomi, ma fingo nonchalance.
“Può darsi… da dove viene fuori questa domanda?”
“Beh, un po’ si capiva” dice lui, con un leggero ghigno per avermi scoperta. Dire che sono imbarazzata è dire poco.

Spero vi piaccia ragazzi, lasciate una recensione se vi va C:
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per essere felice, mi basta questo.


Bene, eccomi con una nuova OS! Spero vi piaccia :3
Se vi va, lasciate una recensione :D




Dopo aver chiuso il cancello di casa mia, infilo una mano nella tasca del giubbino e ne tiro fuori un paio di cuffie tutte aggrovigliate. Dopo aver passato un minuti sgrovigliandole, le infilo nel cellulare e faccio partire della musica. Mentre cammino verso la fermata dell’autobus, mi sistemo meglio lo zaino sulla spalla.
Giro l’angolo e vedo il gruppo di ragazzi che aspettano il bus. Dopo qualche passo mi fermo, in attesa. Pochi secondi dopo mi passa accanto una ragazza, che subito va a raggiungere un gruppetto di amici. Noto due tra questi che stanno fumando, proprio in quel momento parte sul telefono in riproduzione casuale una canzone che mi ricorda un ragazzo, amico appunto dei due che stanno fumando. Sospiro mentre nella mia testa si forma l’immagine del suo volto, e scuoto il capo. Devo smetterla di pensarci, accade troppo spesso ultimamente.
Nel frattempo si ferma davanti a me un autobus, che va diretto a una scuola della mia città, ma che non si ferma alla mia. Speranzosa guardo se qualcuno scende dal bus. Nessuno. Abbasso il capo. A volte capita che lui scenda alla mia fermata per fare due chiacchiere con gli amici.
Dopo pochi minuti arriva il mio autobus. Mentre salgo do un’occhiata veloce al fondo del bus, per vedere se lui c’è, ma non lo vedo. Mi dirigo, un po’ delusa, allora verso la mia amica, che sta ripassando matematica col quaderno sulle gambe.
“Ciao!” la saluto, mentre lascio cadere la cartella per terra e spengo la musica dal cellulare.
Oltre alla sua risposta, però, sento anche un altro saluto. La conosco quella voce. Ma non può essere, saranno le mie solite allucinazioni. Alzo lo sguardo e, sorpresa, vedo che seduto accanto alla mia amica c’è lui.
“Ciao Nicola!” saluto anche lui, cercando di non sembrare troppo sorpresa.
“Tutto bene?” mi domanda, sorridente. Mamma mia, quel sorriso lo adoro. Mi fa sciogliere ogni volta che lo vedo. “Si, e tu?” rispondo, con finta disinvoltura.
“Bene, bene”
Non voglio che la conversazione si fermi qui, come invece accade di solito. Prendo un respiro e tento di portarla avanti.
“Come va alla Giacomelli?” chiedo, con un sorriso.
“Oh” risponde lui, un po’ sorpreso dalla domanda, “in realtà ho cambiato scuola da due mesi” dice. Come se non lo sapessi. Dato che ormai lo vedo tutte le mattine, mentre fino a pochi mesi prima non lo vedevo mai, avevo capito che aveva cambiato scuola.
“Davvero?” Finta sorpresa, ecco cosa c’è nella mia voce. Spero solo che non se ne accorga, se no dovrei dargli delle spiegazioni sul perché ho leggermente stalkerato il suo profilo facebook. “E ora dove vai?”
“Alla Filzi”
“Va meglio lì?” chiedo, ma prima di poter sentire la risposta interviene la mia amica.
“Noemi, vuoi sederti tu? Così chiacchierate con calma”
Ah, già. È in mezzo a noi due, e poveretta è costretta a sentirci parlare.
“Arianna, non voglio scomodarti! Sei anche riuscita a trovare posto a sedere…”
Arianna sta già per alzarsi, quando Nicola prende la parola.
“Ha ragione, non ti devi scomodare solo perché noi parliamo” dice, continuando a sorridere. Poi si rivolge a me: “Vuoi sederti in braccio? Così la tua amica non è costretta ad alzarsi”
“Sicuro, Nico?”
“Certo!”
“Sei davvero sicuro?” Non che non mi avrebbe fatto piacere, anzi. Sono solamente imbarazzata. “Ma sì!” detto questo rimette un libro nello zaino e mi fa segno di sedermi.
Sempre più in imbarazzo, mi accomodo sulle sue gambe, e lui mi cinge la vita con un braccio.
“Allora... va un po’ meglio a scuola?” I primi due anni di liceo non gli erano andati benissimo: una bocciatura e un’altra rischiata.
“Oh sì, decisamente meglio! Ho fatto bene a cambiare”
Gli sorrido, felice per lui.
“E in inglese? Va un po’ meglio?” gli sorrido, con un leggero ghigno sul viso. So che non è il suo forte. Infatti, due anni prima era ogni settimana da me per prendere ripetizioni da mia madre. Lui ride.
“Mica tanto… “
Cala un silenzio imbarazzante tra di noi. Guardo fuori dal finestrino, pensando a cosa dire.
“Posso chiederti una cosa riguardo due anni fa?” mi chiede, quasi titubante. Molto sorpresa da questa sua domanda, annuisco.
“Ti piacevo, non è vero?” dice, con un ghigno. Io sgrano gli occhi, sempre più sorpresa. So perfettamente che le mie guance sono in fiamme, tradendomi, ma fingo nonchalance.
“Può darsi… da dove viene fuori questa domanda?”
“Beh, un po’ si capiva” dice lui, con un leggero ghigno per avermi scoperta. Dire che sono imbarazzata è dire poco.
“Vero... Beh dai, a chi non è mai capitato di essersi presa una cotta per il ragazzo che prende ripetizioni da tua madre e gioca alla playstation con tuo padre?” dico, ridendo. Subito lui mi segue, con la sua meravigliosa risata.
Dio, se è imbarazzante questa situazione. E ora che cavolo dico? Se mi chiede se mi interessa ancora? Non posso mica dirgli che è così… o no? Fu lui a riportarmi alla realtà con un sospiro.
“Sai, anche tu all'inizio mi piacevi un po’”
Sgrano gli occhi, incredula. Sarà serio? O mi sta solo prendendo in giro?
“Sul serio?” domando, titubante. Lui annuisce, piuttosto serio.
“Però non ti ho mai detto nulla perché non credevo che tu ricambiassi” continua, perso tra i suoi pensieri.
“Dai... non l’avrei mai detto!” esclamo. Ed è vero. L’avevo sperato, ma non avevo mai osato credere che lui provasse qualcosa per me.
“Anche se…” riprende, dopo un attimo, e il solito ghigno torna sul suo volto. Lo guardo interrogativa. “Anche se l’ho capito la sera della festa di Alice”
Arrossisco al ricordo. Ero andata alla festa di questa mia amica e l’avevo convinta ad invitarlo. Mi ero comportata in modo imbarazzante, a dirla tutta. Ne sono ancora molto imbarazzata. Però dai, ero una ragazzina di tredici anni alle prese con una delle sue prime cotte…
“Sì, quella sera ho fatto proprio una cazzata” mormoro, sempre più imbarazzata da quella conversazione. Forse era meglio se non la iniziavo. Nicola ride.
“Ma no dai! E’ stato carino invece” dice, sorridendomi dolcemente. Ricambio il sorriso, pur sapendo che sta mentendo. Non era stato carino, ma stupido.
Ringrazio il cielo che Arianna sta ascoltando la musica, quella conversazione è fin troppo imbarazzante per me.
“Chissà che hai pensato quella volta…” dico, ridacchiando un poco.
“Sinceramente?” mi chiede, e io annuisco. “Ho pensato di fare qualcosa…”
Sono incredula. Questa situazione è assurda, la nostra conversazione, e per di più sapere che interessavo a Nicola, seppur due anni fa, mi fa pensare a un sogno, se non a una presa in giro.
“E perché non hai fatto nulla?” gli chiedo, curiosa di sapere le sue motivazioni. Sono convinta che sia una presa in giro, non c’è altra spiegazione. Vediamo un po’ se sa fingere bene.
“Ormai era estate, e non ci saremmo più visti per mesi, come poi è accaduto. E non solo per quei tre mesi, ma anche l’anno scorso ci siamo visti davvero poco…” dice, con una nota di dispiacere nella voce.
“Solo un paio di volte sul bus o al campo rugby…” mormoro, sovrappensiero, e lui annuisce.
“E ora ci incontriamo tutti i giorni…” Ma dove vuole andare a parare con questo discorso? “Buffo, no?”
“Sì, in effetti è una cosa davvero strana…” dico meccanicamente, ma la mia mente torna a quest’estate, quando l’ho visto in atteggiamenti piuttosto intimi con una ragazza, una sera al campo.
“Probabilmente ora ti sarai fatto la ragazza, vero?”
Incredibilmente, lui scuote la testa. Sono sorpresa da ciò, specialmente dopo aver visto il suo atteggiamento con alcune ragazze che prendono il nostro stesso autobus, ma ne sono felice. Forse ho una possibilità…
“No…” dice piano, quasi stesse dicendo una bugia. Che avevo detto? Ecco la presa in giro. Ora salterà fuori questa che mi scaraventa giù dal bus perché ho toccato il suo Nico. Ma che pensieri sto facendo?
“Però è possibile che a breve sarò impegnato…”
Ed eccolo qua lo scherzetto! Brava Noemi, sei finita su candid camera, sorridi!
Nascondo la mia delusione dietro ad un sorriso, mentre mi congratulo con lui. Ma non per ciò che potrebbe pensare, perché sta per mettersi con una, ma perché è riuscito a prendermi in giro.
Lui fa ancora quel sorriso, che subito fa passare la mia amarezza, lasciando il posto a un sorriso sincero sul mio volto.
“Comunque… congratulazioni anche a te” dice, con un ghigno. Questo però è diverso dagli altri, è quasi incerto.
Alzo un sopracciglio, confusa. “Perché mi stai facendo le congratulazioni?” E’ ufficiale, non ci sto capendo nulla. Questo ragazzo è più complicato del cubo di Rubik. Il mio cervello sta diventando una purea nel tentativo di capirlo.
Il suo ghigno si trasforma in un gran sorriso, mentre sento la sua mano poggiata sul mio fianco che mi tira più vicino a sé.
In un attimo, sento le sue labbra sulle mie, mentre sorpresa mi ritrovo ad allacciare le braccia attorno al suo collo, stringendolo dolcemente a me. Nicola circonda i miei fianchi con entrambe le braccia, facendomi accomodare meglio sulle sue gambe. Non posso fare a meno di sorridere sulle sue labbra, subito imitata da lui. Quando le nostre labbra si separano, sulle sue compare ancora quel sorriso.
“Sei stupenda, Noemi” mi sussurra, prima di riprendere a baciarmi dolcemente.

Il rumore di autobus mi fa aprire gli occhi di scatto.
Confusa mi guardo in giro: sono ancora seduta sulla panchina alla fermata dell’autobus. Alla mia sinistra dei ragazzi che chiacchierano, a destra i due che fumano. La solita mattinata, insomma.
Delusa, raccolgo la cartella e salgo sull'autobus, ripensando al film mentale di poco prima. Già, lui sarebbe stato solo un film della mia mente troppo speranzosa per lasciarlo perdere.
Con un sospiro, individuo Arianna in fondo alla vettura, e mi appresto a raggiungerla. In un attimo, mi ritrovo barcollante dopo aver sbattuto contro qualcuno. Subito sento una mano afferrare il mio braccio per sorreggermi.
“N- Nicola?” balbetto, quando finalmente riesco a stare in piedi. E’ davvero lui?
“Ciao, Noemi!” esclama il ragazzo, con un sorriso a trentadue denti. “Come stai?”
“Bene, grazie” dico, ancora incredula di averlo davanti. E’ come avere davanti il tuo attore preferito, che tranquillamente ti parla. Ecco, è così che mi sento. “E tu?” gli sorrido di rimando.
“Tutto a posto. Che hai fatto ultimamente?”
Incredibile ma vero, iniziamo a parlare. Il film mentale di poco prima riaffiora ancora tra i miei pensieri, ma lo scaccio subito. Fanculo al film mentale, fanculo al bacio. Per adesso, mi basta parlare con lui, sentire la sua voce, vedere il suo sorriso. Per essere felice, mi basta questo.








Angolo Autrice
Beh, spero che la storia vi sia piaciuta!
Fatemi sapere i vostri pareri con una recensione, sono bene accette anche le critiche e correzioni varie.
Se vi va, passate dalle altre mie storie, e se volete contattarvi, ecco qua il mio profilo facebook e quello twitter :3

Twitter: @Sweet_Posy;
Facebook: Rachel Parker;

Un bacio, alla prossima storia!
Rachel Parker.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Rachel Parker